PUNTI
DI VISTA
-
ELLIOT
<
Mi stai pigliando per il culo? >
<
No. Devo andare e lo farò, con o senza di te! >
<
Ok, ok, vengo con te… anche solo per scoprire chi è la ragazza che è riuscita a
smuovere il tuo culo, fratello! >
Christian
alzò gli occhi al cielo ed avrebbe voluto mettere a tacere la lingua sarcastica
di suo fratello, ma in quel momento non aveva tempo. Anastasia era da qualche
parte, in preda all’alcool, sola ed indifesa. Il solo pensiero gli fece prudere
le mani. Se fosse stata sua le avrebbe fatto passare la voglia in fretta!
Stava
guidando a vuoto, in attesa della chiamata di Welch, che stava rintracciando il
locale dove avrebbe trovato la ragazza e quando, finalmente, scoprì
l’indirizzo, pestò il pedale dell’acceleratore a tavoletta, per accorciare la
distanza il più in fretta possibile.
<
Ehi, cazzo! Va piano! Mi vuoi ammazzare? >
<
Ho tutto sotto controllo! >
<
Senti amico, non so chi tu sia, ma rivoglio mio fratello! >
<
Che cazzo stai dicendo? >
<
È evidente che tu non sei Christian Grey, ma un suo sosia. Mio fratello non…
>
Elliot
stava per dire che suo fratello non sarebbe mai corso in aiuto di una ragazza
qualsiasi, perché suo fratello era gay, perché suo fratello era distaccato,
perché suo fratello era una specie di eremita… poi guardò lo sguardo feroce che
lampeggiava negli occhi di quello che sembrava
essere davvero suo fratello e decise di mordersi la lingua.
A
volte suo fratello gli faceva davvero paura.
Chissà
com’era questa ragazza…. che ce l’avesse di traverso?
Rise
sotto i baffi, augurandosi che la serata prendesse una piega interessante per
entrambi i fratelli Grey e qualcosa gli diceva che sarebbe stata memorabile…
-
GRACE
<
Buongiorno Taylor, mio figlio è in casa? >
<
Ehm, sì signora >
<
Benissimo. Spero abbia voglia di pranzare con al sua vecchia mamma >
<
Veramente lui… >
<
Ha già pranzato? >
<
No, Signora >
<
E allora perché fai quella faccia? Qual è il problema? >
<
Mr Grey è ancora a letto >
<
Come a letto? A quest’ora? Non starà mica poco bene? >
<
Non credo sia per quello che non si è ancora alzato >
<
Taylor, se mio figlio è ancora a letto, vuol dire che non si sente bene. Non è
da lui alzarsi così tardi. Ora vado a vedere come sta! >
<
È meglio di no, mi creda! >
<
Ma perché? >
<
Ecco lui…non è da solo… >
Grace
perse tutta la sua baldanza e si fermò di colpo, davanti allo sguardo
imbarazzato di Taylor.
Suo
figlio era in compagnia di qualcuno.
Il
cuore di Grace fece una capriola. Finalmente aveva trovato una persona con cui
condividere la sua vita.
No,
non doveva correre troppo, con la fantasia. Magari era solo un incontro
fortuito.
Eppure
in cuor suo sapeva che Christian non avrebbe mai aperto il suo cuore e la sua
casa ad una persona che non ne fosse degna.
Mentre
lottava con le sue congetture, Christian spuntò dal corridoio di fronte al
salone.
<
Ciao mamma > disse lui, avvicinandosi per darle un casto bacio sulla
guancia.
<
Ciao tesoro > rispose lei dolcemente, cercando di non tradire la sua
curiosità.
Le
avrebbe detto qualcosa o si sarebbe chiuso nel suo solito silenzio?
<
Scusa se non sono arrivato subito, ma mi stavo vestendo >
<
Non sei tu che devi scusarti. Piuttosto dovrei farlo io. Sono stata inopportuna
a presentarmi qui senza avvisarti prima >
<
Sei mia madre, non hai certo bisogno di un lasciapassare per venire qui e poi,
a dire il vero, mi fa piacere che tu sia passata. Vorrei presentarti una
persona >
<
Davvero? > per quanto si fosse sforzata, non era riuscita a nascondere la
sua sorpresa.
<
Sì, è una ragazza che ho conosciuto un paio di settimane fa. È molto carina,
vedrai! >
<
Una ragazza? > e di nuovo la sorpresa la fece da padrona.
Aveva
sempre pensato che suo figlio fosse gay. Non che questo fosse un problema, per
lei o la loro famiglia, ma non combaciava con l’idea che si era fatta della
vita sentimentale di suo figlio.
Dopo
pochi minuti, una graziosa fanciulla dai lunghi capelli mori, legati in una
coda bassa, fece il suo ingresso, visibilmente imbarazzata dalla situazione.
Grace
cercò di non fissarla troppo, ma c’era qualcosa in lei che le ricordava
qualcuno.
Era
comunque davvero molto carina, come aveva anticipato suo figlio, ed il rossore
diffuso sulle sue guance le donava uno sguardo da bambina che le fece
tenerezza.
Era
evidente a tutti che aveva interrotto un momento d’intimità e lei non volle
gravare ulteriormente su quell’equilibrio precario, per cui, dopo un breve
scambio di parole sincere, salutò i due ragazzi e si fece accompagnare alla
porta.
Riuscì
a resistere giusto il tempo d’arrivare in strada, quindi prese in mano il
cellulare e chiamò suo marito.
<
Carrick? Ti devo parlare subito! Ho una notizia a cui non crederei nemmeno io
se non l’avessi visto con i miei occhi! >
<
Che cosa succede, cara? >
<
Oh, sono felicissima! Ma non voglio dirtelo al telefono, perché voglio vedere
la faccia che farai! >
Grace
si lasciò sfuggire una risatina infantile, ma era troppo euforica per mantenere
un contegno serioso.
Prese
un taxi e si fece portare a casa, dove il marito e la figlia, incuriositi,
l’attendevano sulla veranda.
<
E allora? Qual è questa notizia bomba? > chiese Mia, senza mezzi termini.
<
Tuo fratello esce con una ragazza! >
<
Sai che novità! Elliot cambia più spesso fidanzata che calzini! >
Mia
fece per tornare sui suoi passi, quando Grace, dopo un momento di silenzio, per
creare un po’ di suspance, disse:
<
Ma io non sto parlando di Elliot! >
La
donna si godette gli sguardi allibiti di suo marito e di sua figlia, quando
collegarono la sua affermazione al nome di Christian.
<
COSA? >
<
CHRISTIAN? >
<
Sì, il nostro Christian esce con una bella fanciulla dai lunghi capelli mori!
>
<
Ne sei sicura? Magari è la nuova arredatrice o una delle stagiste della sua
azienda > disse Mia, poco convinta.
<
Una stagista che esce dalla sua camera da letto con il volto arrossato ed i
capelli scarmigliati? Non sarò più una ragazzina, ma certi dettagli li ricordo
ancora, piccola impertinente! > disse Grace con affetto.
<
Dobbiamo organizzare una cena e fare in modo che lui venga con lei. Voglio
assolutamente conoscere la ragazza che è riuscita a scalfire il muro che
circonda mio fratello! >
Mia
era al settimo cielo.
Finalmente
anche il cuore di Christian si era lasciato toccare.
Voleva
già bene a questa misteriosa ragazza, solo per essere riuscita in quest’impresa
titanica.
Ora
doveva solo sperare che suo fratello collaborasse un po’ di più e portasse la
fanciulla alla loro prossima cena di famiglia.
-
MIA
<
Devi dirmi tutto di lei! >
<
Prego? >
<
Non fare finta di non capire! La mamma mi ha detto che esci con una ragazza!
Chi è? Cosa fa? Dove l’hai conosciuta? Da quanto tempo state insieme? Tutto!
Voglio sapere tutto quanto! >
<
E tu pensi davvero che te lo dirò? >
<
Sì, se non vuoi che metta alle tue calcagna un investigatore privato! >
Christian
scosse la testa, scoraggiato. Sua sorella era l’unica persona al mondo capace
di farlo capitolare… bhè, era stata l’unica finché non aveva conosciuto
Anastasia.
<
Ti dirò tutto quello che c’è da sapere, basta che la smetti di tormentarmi, ok?
>
<
Affare fatto! >
Mia
sorrise, nel vedere lo sguardo rassegnato di suo fratello, poi una domanda le
scappò di bocca, prima di poter azionare il filtro col cervello.
<
Sei felice con lei? >
Christian
sorrise ed una luce mai vista illuminò il suo volto perfetto.
<
Immensamente! >
E
senza aspettare ulteriori rassicurazioni, abbracciò il suo caro fratello, certa
che d’ora in poi, per lui, le cose sarebbe andate finalmente a posto.
Se
lo meritava.
-
KATE
E questa che roba è?
Si chiese Kate, mentre rovistava nelle tasche di una giacca da uomo trovata
nella camera di Anastasia.
Era
ovvio che fosse di Christian Grey, visto che era l’unico uomo che avesse mai
frequentato la sua amica, e lei stava cercando qualche dettaglio personale per
farsi un’idea più precisa di chi fosse il misterioso multimiliardario.
In
un primo momento non crebbe ai suoi occhi. Doveva essere uno scherzo, come
quelli che Elliot faceva sempre a lei… cioè… era impossibile che lui facesse…
insomma… ma che scherziamo? fisting anale? Anastasia?
In
un momento tutto ciò in cui aveva sempre creduto crollò miseramente come un
castello di carte.
Chi
diavolo era Mr Christian Grey? E che cosa aveva fatto alla sua amica?
La
picchiava? Le usava violenza? L’aveva costretta? L’aveva plagiata?
Eppure
Anastasia non si era mai lamentata con lei…
È
vero che lei era partita per una vacanza alle Barbados, ma di sicuro non si
sarebbe lasciata coinvolgere da un uomo così morboso… giusto?
Quanti
dubbi! Qual era la verità? Cosa doveva credere?
Anastasia
si dichiarava felice, era vero o lo diceva per non subire violenze da lui? Era
forse una sua schiava sessuale? Era vittima della sindrome di Stoccolma?
Eppure
la sera prima aveva visto con i suoi stessi occhi la preoccupazione di
Anastasia per la scomparsa di Christian. Aveva visto il sollievo quando lui era
rientrato in casa. Aveva gioito nel vederli teneramente abbracciati.
Si
sedette per terra, tenendosi la testa fra le mani.
Che
cos’era successo ad Anastasia? Come aveva fatto a farsi coinvolgere così
profondamente da un uomo tanto oscuro?
Kate
tirò sul col naso, accorgendosi solo in quel momento d’essersi messa a piangere
per la preoccupazione.
C’era
un solo modo per scoprire la verità.
Quella
sera ci sarebbe stata la festa di compleanno del bastardo. Li avrebbe
affrontati!
Nessuno
poteva mettere i piedi in testa alla sua amica e passarla liscia!
Kate
si alzò ed andò a cercare l’abito più provocante che avesse. Voleva delle
risposte! Era furiosa e ci vedeva rosso. Rosso fuoco. Rosso sangue.
-
GAIL
<
Jason? Devo andare a fare la spesa, hai tempo per accompagnarmi o chiedo a
Ryan? >
<
Devi chiedere a Ryan perché io devo cercare delle nuove guardie del corpo per
Mr Grey >
<
Come mai? Ormai credevo che il team fosse al completo. >
<
Lo è qui, ma non sul vecchio continente! >
<
Cosa c’entra l’Europa? >
<
Ieri sera Mr Grey ha annunciato il suo matrimonio con Miss Steele e sta già
organizzando il viaggio di nozze. Voleremo prima a Londra e poi Parigi e la
costa azzurra! Ma non dire niente, dev’essere una sorpresa per Miss Steele >
<
Si sposano? Oh, che notizia meravigliosa! Fin dal primo istante ho capito che
Ana aveva qualcosa di diverso dalle altre ragazze. Qualcosa di speciale. Ed
ecco che Mr Grey decide di sposarsi! Credo che d’ora in poi la nostra vita,
qui, sarà molto più facile! >
<
Tu dici? Non dimenticare che stiamo comunque parlando di Mr Grey… >
<
Sì, hai ragione. Comunque sono davvero contenta che si sposino. Sono una bella
coppia! >
Taylor
salutò la sua compagna con un bacio leggero e subito dopo Gail cominciò a
stendere la lista della spesa, senza rendersi conto di canticchiare la classica
marcia nuziale.
-
LEILA
<
Sono contenta che tu sia felice, te lo meriti >
Detto
questo, Leila uscì dall’ufficio di Mrs Grey, lasciandosi alle spalle il ricordo
dolce amaro di un amore finito per sempre.
Alla
reception della Grey Publishing si riunì alla sua amica Susannah, uscendo
insieme verso la luce del sole.
<
Hai visto com’è cambiato il padrone? Sembra un’altra persona! >
<
Hai ragione, Susy. È sempre lui eppure è diverso… >
<
Resta uno degli uomini più sexy che io abbia mai incontrato in vita mia, ma ora
ha uno sguardo più… non so come dire… >
<
Era incavolato come una iena, quando è arrivato, eppure sua moglie l’ha zittito
subito! >
<
Hai visto come riesce a gestirlo? Gli risponde per le rime e non si piega alla
sua volontà. Mi chiedo come ci sia riuscita… >
<
Li ho visti insieme e credo di sapere che cosa gli è successo. So perché ora
lui ha quello sguardo particolare negli occhi. > disse Leila, sussurrando
quella frase come fosse un segreto da custodire.
<
Che cosa gli è successo, secondo te? >
<
Semplice… si è innamorato! >
Le
due giovani donne si sorrisero con la consapevolezza d’aver trovato la giusta
risposta. Forse, con una punta di rammarico, ognuna di loro avrebbe voluto
conoscere quel lato dolce, che ora lui aveva mostrato a sua moglie, ma si
sarebbero dovute accontentare dei ricordi di un tempo passato dentro ad una
stanza rossa.
-
ELLIOT
<
Cristo Santo, Kate! Come ti è saltato in testa di andare in giro per locali
quando mio fratello era stato chiaro nel volervi a casa sua? >
<
Elliot! Cosa ne sapevo io? Ho proposto ad Ana di farci un drink, mica di
ubriacarci! >
<
Ah si? Ed Ana ha accettato subito o hai dovuto far leva sul suo senso
dell’amicizia? >
<
Messa così suona veramente male… >
<
Piccola, lo sai che mio fratello ha dei problemi. Anastasia è l’unica persona
al mondo capace di penetrare la sua corazza ed a quanto pare tu sei una delle
più brave a fargli saltare i nervi! >
<
Uffa! È così dispotico ed Ana meritava una serata lontana da lui! >
<
E questo chi l’ha deciso? >
<
Io! Perché conosco Ana da molto più tempo! >
<
Hai mai sentito il detto “tra moglie e marito non mettere il dito”? Bhè, vedi
di ricordartelo, perché se con il tuo bel caratterino farai naufragare il
matrimonio di mio fratello, non te lo perdonerò mai. >
<
Cosa? Ma… Elliot, non dirai sul serio!? >
<
Ora scusami, ma devo chiamare Christian e provare a calmarlo un po’. Con quello
che è successo all’appartamento è fuori di sé. Ti chiamo io. >
<
Elliot, giuro che non volevo... >
Ma
solo il segnale della linea interrotta rispose a Kate…
***
<
Come va? >
<
Sono stato meglio… >
<
Ho parlato con Kate… è molto dispiaciuta per aver convinto Ana ad uscire con
lei ma, credimi, era in buona fede! Non pensava di fare nulla di male. >
<
È proprio questo il punto, con lei: non pensa! Non usa il cervello! >
<
Dai! Non esagerare! In fondo lei è amica di Ana da tanti anni, la conosce molto
bene e sa che limiti ha. >
<
Elliot? Credimi sulla parola: i limiti di mia moglie li conosco meglio io! >
Per
qualche istante i due fratelli rimasero in silenzio, sospirando piano.
<
La perdonerai mai? >
<
Non lo so. Non è che mi interessi molto essere nelle sue grazie… >
<
Interessa a me. >
<
Perché? Lei non è niente per me… >
<
E se diventasse tua cognata? >
<
Le hai chiesto di sposarti? >
<
Ci stavo pensando… >
<
Questa proprio non me l’aspettavo da te! >
<
È tutta colpa tua! Tu sei così felice con tua moglie ed io amo così tanto Kate
che non voglio farmela sfuggire! >
<
Mmmm…non posso biasimarti. Sposare la donna che ami è davvero
meraviglioso…Spero solo che tu sia davvero convinto di quello che fai! >
<
Mai stato più sicuro di così! >
<
Quando pensi di farle la grande proposta? >
<
Non so ancora come e dove, ma sarà presto! >
<
In bocca al lupo, fratello! Se posso fare qualcosa non hai che da chiedere… >
<
Contaci! >
-
FLYNN
<
Buongiorno dottor Flynn >
<
Buongiorno, Miss Williams. Come sta? >
<
Molto bene, grazie. >
<
A cosa devo questa sua telefonata? >
<
Volevo aggiornarla sulle novità. >
<
Ha ripreso a frequentare l’istituto d’arte? >
<
Sì. Ci sto andando con regolarità e prima che me lo chieda lei, continuo anche
le visite in ospedale. >
<
Ottimo. >
I
due rimasero in silenzio per qualche minuto.
Leila
intrecciava le dita nervosamente intorno all’orlo della sua giacca, mentre il
dottor Flynn aspettava con pazienza.
<
C’è una ragione per cui l’ho chiamata, dottore… >
<
Lo immaginavo. >
<
Quindi è vero? >
<
Non posso parlare in termini personali, ma credo che i tabloid abbiano
riportato la notizia in modo più che esaustivo. >
<
Se non fosse stata vera, lui avrebbe fatto scrivere una smentita…o meglio,
avrebbe fatto chiudere il giornale! >
<
Probabile! >
<
Ok, non ho altro da chiedere o da dirle, dottore. >
<
Sicura di non volerne parlare un po’ con me? Non vuole dirmi come la fa
sentire? Che cos’ha provato quando ha letto l’articolo? >
<
No. Per ora no. Ma sto bene, non si preoccupi. Anastasia è l’unica donna di mia
conoscenza capace di tenere testa a Mr Grey ed è l’unica in grado di gestirlo.
Saranno felici. >
<
Concordo con lei, Miss Williams. >
<
Dottore? >
<
Sì? >
<
Non gli dica che ho chiamato. >
<
Sa che devo farlo. Fa parte dell’accordo. Lui paga le sedute, paga la scuola
d’arte e le cure mediche ed in cambio vuole essere tenuto aggiornato. Glielo
dobbiamo, Miss Williams >
<
Sì, ma oggi non abbiamo fatto terapia, abbiamo fatto solo …gossip! >
<
Se teme che lui possa arrabbiarsi, non si preoccupi. Le cose sono cambiate
molto. Lui stesso è cambiato molto. Stia tranquilla. >
<
Ok, allora me lo saluti e gli dica che auguro loro ogni bene. Se lo meritano
entrambi! >
<
Lo farò. Stia tranquilla. >
<
Addio Dr Flynn. >
<
Addio Miss Williams. >
Leila
chiuse la comunicazione ed appoggiò il cellulare sul letto.
Mr
Grey, il suo Mr Grey non solo si era
sposato ma ora aspettava un figlio dalla sua dolce consorte.
Che
padre sarebbe stato?
Più
volte, quando stavano insieme, aveva immaginato di sposarsi con lui, ma mai e
poi mai, nemmeno nei suoi sogni più segreti, aveva pensato a loro due con un bambino in
braccio.
Sospirò
lievemente, quindi girò lo sguardo verso la finestra.
Si
spostò sul balconcino, per ammirare il panorama e respirare un po’ d’aria
fresca.
Mr
e Mrs Grey sembravano felici, quando li aveva visti insieme nella sede della
Grey Publishing.
Certo
lui era entrato come una furia, ma lei lo aveva trattato alla pari.
Ed
era questa la chiave di svolta. Mrs Grey non era una sottomessa, era suo pari.
Aveva conquistato il suo posto accanto a lui.
Ecco
qual era la differenza.
Lei
non ne sarebbe mai stata capace, lui la intimidiva troppo.
Anastasia
e Christian sarebbero stati dei bravi genitori.
Si
sorprese a sorridere, felice che almeno lui avesse trovato il suo posto nel
mondo, e cancellò con un gesto leggero della mano la lacrima che le aveva
bagnato la guancia.
-
ELENA
<
Ciao Christian >
<
Ciao Elena >
<
Come stai? >
<
Molto bene, e tu? >
<
Tutto bene, grazie. >
<
Come vanno gli affari al salone? >
<
Ho fatto qualche cambiamento e le cose stanno tornando quelle di un tempo. Se
vuoi venire a vedere le novità sei il benvenuto. >
<
Lo dirò a mia moglie. >
<
Ce la vedo la tua Anastasia che viene a fare taglio e piega da me! >
<
Sì, in effetti sarebbe comico! >
Christian
sorrise all’idea della sua Ana seduta comodamente su una delle poltrone
ergonomiche dell’Esclava a farsi fare la manicure dalla sua ex dominatrice.
Poi
il suo pensiero tornò al presente, richiamato dalla voce profonda e leggermente
arrochita dal fumo di Mrs Lincoln.
<
La Grey Enterprises è sempre sulla cresta dell’onda? >
<
Anche noi stiamo apportando qualche cambiamento che dovrebbe farci decollare
anche nelle telecomunicazioni, ma sai come sono fatto, non dico niente finché
non ne sarò certo. >
Per
qualche istante i due interlocutori rimasero in silenzio, imbarazzati da
quell’improvvisa mancanza di argomenti, guardandosi intorno, in cerca di
qualcosa da dire ma non trovando altro che vuoto.
<
Forse un tempo… > disse Elena.
<
Cosa? >
<
Un tempo sapevo esattamente com’eri fatto. Ora non so più chi sei… >
<
Ora sono io. Il vero me stesso. >
<
…e non più il mio burattino. >
<
Non sono mai stato davvero tuo, Elena, lo sai benissimo. >
<
Sì, ma è dura da accettare. >
<
Sopravvivrai. >
<
Sopravvivrò. >
<
Ora devo andare. Addio Elena. >
<
Addio Christian. >
L’uomo
si allontanò con passo veloce e sicuro verso il parcheggio della sua auto,
senza alcun rimpianto, ma si voltò una volta, richiamato dalla voce di Elena.
<
Christian? >
<
Sì? >
<
Ecco… >
Elena
rimase in silenzio qualche istante di troppo, non riuscendo a dare voce a ciò
che voleva dirgli, e Christian la guardò di rimando, confuso.
Alla
fine lasciò scivolare dalle sue labbra rosse la cosa più assurda che avrebbe
mai potuto dirgli.
<
Salutami Anastasia! >
Mr
Grey la guardò sorridendo di sbieco ed Elena approfittò di quel momento
d’improvvisa ironia per fargli un ultimo gesto di saluto con la mano e voltarsi
definitivamente.
Una
volta in macchina la donna bloccò istintivamente le portiere, quindi riprese
fiato, rendendosi conto solo in quel momento d’aver trattenuto il respiro negli
ultimi istanti con Christian.
Tirò
giù il parasole, per potersi specchiare ed aggiustare il trucco. Infine guardò
il riflesso della sua immagine.
Gli
occhi leggermente infossati erano più stanchi del solito, le rughe introno alla
bocca le davano una piega severa.
Sospirò
piano.
<
Scusami Christian, perdonami se ti ho fatto del male. >
Ecco
quello che voleva dirgli, ma non era proprio riuscita ad esprimere quel
sentimento di rammarico direttamente in faccia.
Prese
fuori dalla borsetta griffata il suo rossetto preferito e se lo passò sulle
labbra con precisione, in modo da far risaltare la bocca in modo provocante.
A
casa c’era chi la stava aspettando, desideroso di sentire il morso del suo
frustino sulla pelle.
Si
rimirò un’ultima volta nello specchietto, sorridendo al riflesso dei suoi occhi,
che brillavano maliziosi, quindi sollevò il parasole e mise in moto.
Era
finito il tempo dei ricordi e dei rimpianti. L’unica cosa che importava, ora,
era il suo desiderio e presto l’avrebbe soddisfatto.
Si
immerse nel traffico senza segnalare con la freccia la sua manovra e si beccò
una nervosa suonata di clacson, ma non ci fece caso. Non aveva tempo da
perdere.
Doveva
andare a dominare il mondo.
-
CHRISTIAN
Aveva
incontrato Elena per puro caso, nel parcheggio della banca.
Rivederla
l’aveva turbato.
Non
aveva rimpianti nei suoi confronti, ma mentre la guardava non aveva potuto fare
a meno di pensare a suo figlio Theodore in quel momento a casa con sua moglie.
L’idea
che una donna adulta potesse avvicinarlo, nel pieno della sua adolescenza, e
gli facesse ciò che era stato fatto a lui l’aveva messo a disagio.
Arrivato
a casa, entrò nel salone dove sapeva avrebbe trovato Anastasia e Teddy, intenti
a fare qualche gioco infantile e, per la prima volta in due anni di matrimonio,
la prima persona che baciò non fu sua moglie, ma suo figlio.
Lo
prese in braccio, coccolandolo e facendogli il solletico, quindi, una volta
sedutosi per terra, avvicinò la sua Anastasia e le diede un bacio profondo ed
intenso.
<
A cosa devo quest’accoglienza? >
<
Al fatto che ti amo >
<
Mi sembra una gran bella cosa >
<
Anche a me. >
Christian
guardò sua moglie e ripensò agli ultimi due anni della sua vita, stravolti da
quella piccola donna seduta accanto a lui. Sorrise scuotendo il capo.
<
Si può sapere che ti prende? Perché ridi? >
<
Te lo dico dopo. Ora voglio solo un tuo bacio. >
Si
rimpossessò delle labbra di sua moglie, prolungando il più possibile il
contatto.
Le
avrebbe raccontato dell’incontro casuale con Elena, perché non voleva avere
nessun segreto con lei, ma lo avrebbe fatto più tardi, magari durante la cena.
Lasciò
che la sua ex diventasse un vago ricordo e si lasciò trasportare dal presente,
con la bocca di sua moglie sulla sua, e dal futuro, che in quel momento gli
stava impiastricciando una delle sue cravatte preferite con la marmellata,
mentre gorgogliava felice, in braccio al suo papà.
****************************************
Ciao
a tutti!
È
una sacco che non pubblico più su EFP.
Ho
“trovato” questa ficcina tra le bozze del mio pc ed ho pensato che fosse un
modo carino per ripercorrere insieme la storia dei nostri beniamini.
Ho
fatto bene a condividerla con voi o sarebbe stato meglio lasciarla nel limbo?
XD
Un
bacio a tutti voi!
Con
affetto
La
vostra Frency70