Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Cocchi    30/11/2013    5 recensioni
Shot senza pretese ispirata dal freddo di questi giorni e da chiacchierate in stesura di un'altra ff.
[...]
Sto morendo di freddo.
Strofino le mani cercando di riscaldarle, invano ovviamente, e sollevo il collo del piumino chiudendo la cerniera ancora di più attorno al mento. Mi ci rifugio dentro come se fossi una tartaruga che si rintana nel suo guscio.
Quanto vorrei andare in letargo anche io in questo periodo dell’anno.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sto morendo di freddo.

Strofino le mani cercando di riscaldarle, invano ovviamente, e sollevo il collo del piumino chiudendo la cerniera ancora di più attorno al mento. Mi ci rifugio dentro come se fossi una tartaruga che si rintana nel suo guscio.

Quanto vorrei andare in letargo anche io in questo periodo dell’anno.

Non sono geneticamente predisposta a questo freddo, sono nata in Australia, non dovrei passare questo periodo dell’anno a Londra sotto questo vento gelido. Io dovrei stare a Sidney sotto il sole cocente a fare surf nell’oceano.

Osservo il cielo e quando un fiocco di neve mi colpisce in pieno in un occhio. Impreco sotto voce e cerco di riprendere la vista senza rovinarmi il trucco.

Altra cosa che decisamente odio:

Essere truccata.

Come sono adesso.

Non essendo abituata tendo quasi sempre a strofinarmi gli occhi col dorso della mano e a diventare una riproduzione umana di un panda. Altro animale che va in letargo, giusto per la cronaca.

Quando riesco a riacquistare la vista cerco di concentrarmi sulla strada nella quale mi trovo. La gente corre a destra e a manca a testa bassa.

Ma in questa città corrono sempre?!

Me lo domando ogni volta che vengo qui e sono giunta alla conclusione che sì. Qui corrono sempre tutti. Per non essere sballottata e colpita in ogni punto possibile del tuo corpo devi per forza metterti a correre anche tu.

Uno non può permettersi il lusso di restare fermo a guardarsi intorno altrimenti rischierà di essere travolto da qualcuno.

Nel mio caso, il qualcuno in questione è una ragazza sulla trentina che cammina spedita parlando al cellulare e mi sfiora solamente la spalla.

No, non posseggo un’agilità sovrannaturale, sono semplicemente stata afferrata per un braccio e strattonata di lato da un grizzly.

Ovviamente non l’esemplare animale, ma posso garantirvi che caratterialmente il ragazzo in questione ha tutti i tratti in comune con un orso bruno scontroso.

«E che cavolo! Stai attenta.» Mi dice scocciato.

E con questo si può scordare i miei ringraziamenti.

«Se stai col naso per aria ti travolgeranno, lo sai.» Aggiunge con un tono ansioso. «Non conta il fatto che sei alta, ti travolgeranno comunque e finirai col culo per terra.»

«Sei proprio la finezza fatta persona.» Commento sostenuta, forse troppo colpita dal suo commento.

So benissimo che lo dice perché sa che non sono abituata a portare i tacchi.

«Lo sai.» Fa spallucce e mi rivolge il solito sorriso sbruffone e terribilmente sexy, che dovrei odiare. Odiare. Non contraccambiare. «Comunque sono uscito per sapere se andava tutto bene.» Aggiunge portandosi le mani in tasca e diventando serio.

«Va bene.» Rispondo stringendo le mani fra di loro.

«Ok…» Si osserva i piedi per un attimo poi si morde il labbro inferiore quando alza lo sguardo verso il mio viso. «Quindi fa schifo anche a te.»

Chiudo gli occhi buttando fuori l’aria dai polmoni lasciandole formare una serie di nuvolette bianche nell’atmosfera. Mio malgrado sorrido a quello sguardo che conosco da sempre e scuoto la testa.

«Come potrebbe essere altrimenti?» Chiedo retoricamente. «Fingere di non essere arrabbiata con te è difficile.»

«Non pensavo che fosse quella la parte complicata della serata…» Borbotta lui.

«Rafe, sei uno stupido.» Dichiaro ridendo.

«Beh almeno la cosa ti fa sorridere.» Risponde pronto.

E a quel punto scoppio a ridere anche se cerco di nascondere il volto con le mani. Lo spio attraverso le mie dita congelate. Il sorriso leggermente accennato, gli occhi chiari che mi guardano con quella luce che adoro. Così chiari e così brillanti che mi hanno lasciata sempre senza fiato, anche quando lui aveva solo cinque anni e non faceva altro che farmi dispetti. Mi perdo nei ricordi della nostra infanzia condivisa, ai tempi in cui l’idea che lui ed i suoi genitori venissero a trovarci mi riempiva soltanto di scoramento. L’idea di averlo intorno era insopportabile, come lo è adesso quella di non poterlo vedere.

Rafe si avvicina a me e prende le mie mani fra le sue.

«Lo sapevo.» Mormora scocciato mentre stringe le sue dita attorno alle mie. «Perché devi essere così stupida da uscire senza guanti?»

«Disse colui che ha fatto altrettanto.» Lo canzono guadagnandomi uno sguardo esasperato. Si muove lentamente verso di me e lascia che trovi la mia posizione più riparata fra le sue braccia.

«Io non sono australiano.» Dichiara mentre avvicina la mia fronte alla sua. «Io resisto un po’ di più al freddo, mia cara.»

«Vorrà dire che poi qualcuno dovrà riscaldarmi stasera.» Dico ad un suo orecchio.

Lo sento paralizzarsi e sono pronta a scommettere che le sue sopracciglia si sono sollevate fino all’attaccatura dei capelli.

«Questo è un incentivo a parlare…» Mormora contro la mia spalla. Nonostante fra la mia pelle e la sua bocca ci siano in mezzo almeno tre capi di vestiario sento un brivido salirmi lungo la schiena. «Ma tuo padre mi fa paura, India.» Mugola con il volto nascosto contro il mio piumino.

Vorrei non ridere, ma è più forte di me. Credo di non essere in grado di fermarmi, è troppo adorabile quello che ha appena detto, ma anche troppo surreale. Lui e mio padre si adorano. Se c’è un solo ragazzo a cui mio padre non ha rotto le scatole è proprio Rafe.

«Sai che papà ti adora.» Affermo con dolcezza mentre carezzo i suoi capelli corti.

«Perché pensa che non potrei mai e poi mai…» Protesta tornando a guardarmi, ma la sua voce cala d’improvviso quando incontra i miei occhi.

«Non potresti mai e poi mai farmi del male.» Finisco per lui. «Ed è la verità.»

«Non è quello che avrei detto.» Specifica malizioso.

«Lo so, ma meglio non accennare dettagli del genere.» Taglio corto.

«Vedi che anche tu sei spaventata?» Mi punzecchia.

«Non ricominciare, altrimenti litighiamo di nuovo.» Lo ammonisco. «Con Tom non è andata così male.» Devio l’attenzione al succo del problema e non alla mia preoccupazione.

«Ma Tom…» Rafe rotea gli occhi. «Lo sai.»

«Tom ti spaventava tanto quanto papà.» Lo prendo in giro. «Eppure non è successo niente.»

«Non è successo niente perché lo sospettava già. E comunque sentirlo ridere per venti minuti, non è stato divertente.» Bofonchia.

«Per me è stato divertente.» Ammetto guadagnandomi uno sguardo contrariato. «Scommetto che anche papà sospetta.»

«Se è così, io vado adesso in albergo. Saluta i miei genitori e dì loro che gli ho voluto bene.» Dichiara come un condannato al patibolo.

«Se ti preoccupa così tanto affrontare mio padre, potresti anche ritirare la tua proposta.» Dico cercando di risultare sostenuta, quando in realtà ho paura che la ritiri sul serio.

Rafe mi guarda. Vedo la sorpresa nei suoi occhi.

«Non ci penso nemmeno.» Afferma mentre torna ad abbracciarmi. Per un attimo penso che sia un vero miracolo che non siamo stati colpiti dai passanti, poi i suoi occhi mi catturano. «India…» Pronuncia il mio nome come se fosse la cosa più importante del mondo e io non posso far altro che arrossire e sentire il mio cuore accelerare. «Questi mesi a Londra con te…Pensavo sarebbero stati l’inferno.»

«Questo non è un buon inizio…» Mi lamento e lui mi bacia la punta del naso.

«Anche tu pensavi lo stesso. Alexis mi ha detto che ti sei lamentata un giorno e mezzo prima del mio arrivo.» Mi confida sorridendo. «Ad ogni modo…» Riprende il filo del discorso. «Non importa quello che pensavo, l’importante è che mi sbagliavo. Ci sbagliavamo entrambi.» Fa una pausa per sorridermi e muovere il suo naso contro il mio. «Questi mesi sono stati una scoperta, ho ritrovato in te l’amica di quando eravamo piccoli, la bambina che mi faceva dannare e a cui non potevo evitare di fare dispetti, ma ho anche scoperto la giovane donna che sei diventata e che mi ha totalmente rubato la mente ed il cuore.» Sento il volto andarmi a fuoco sotto il suo sguardo. «Io ti amo.»

«Quindi è per questo che siete così strani stasera.»

Chiudo gli occhi e cerco di prendere fiato. Già, rischiavo la morte per una dichiarazione del genere, ma adesso…Avrei voglia di dire “Papà? Non potevi aspettare cinque minuti?” farmi beare di un discorso iper-romantico che, dato quanto è scorbutico quel testone del mio ragazzo, probabilmente non risentirò per molto tempo?!

Serro le labbra e nonostante tutto provo il coraggio di riaprire gli occhi e spostarli fino ad incontrare quelli celesti di mio padre.

Il suo sguardo si sposta verso il mio e semplicemente mi sorride.

«Tieni principessa.» Dice mentre mi porge i guanti. «Vi aspettiamo dentro.» Aggiunge  quando le mie dita sfiorano le sue.

«Arriviamo subito.» Rispondo pronta, in un certo senso più leggera anche se ancora frastornata dalla sua apparizione.

«Rafe.» Papà si volta verso di lui prima di rientrare, Rafe deglutisce a fatica. «Trattala bene.»

Lo sento annuire da sopra la mia testa e non posso fare a meno di crogiolarmi in questa sensazione di beatitudine.

 

 

 

 

***

È tremendamente smielata e non so che altro aggiungere. Potevo evitare di scriverla probabilmente, ma poi sarei rimasta bloccata al pensiero di “E se l’avessi scritta?”

E tutti i piani diabolici Rafe/India che facevamo con Sara durante la stesura di YMMW che fine faranno?

Quindi mettete insieme questo, il freddo di questi giorni, la voglia di scrivere e questo è il risultato.

Ovviamente Rafe non esiste e India è una patatina bellissima ancora, ma le auguro di essere intanto una brava sorella maggiore (come me…modestia a parte xD) e di trovare l’ammore. (Beh ma questo lo auguro a tutti. *sparge fiori e cuori*)
Bene
, la smetto di sclerare che forse è meglio.

Un abbraccio a tutti.

Cos

 

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Cocchi