Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: demigod_    30/11/2013    1 recensioni
Vivo a New York, ho 15 anni e mi chiamo Kate. Mi piacerebbe scrivere che sono una ragazza normale, ma sarebbe una bugia visto che sono una semidea.
Ma non sono l'unica perché c'è un piccolo campo estivo creato per quelli come noi; ma alle sue spalle, un nuovo nemico trama qualcosa.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Starà a Kate e a Nico fermare la nuova minaccia, perché Percy è sparito e l'intero campo è occupato a cercarlo, sottovalutando il nuovo nemico, che è addirittura più pericoloso dell'altro...
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Nico di Angelo, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Non vi dirò di cambiare libro o di buttarlo, perché se siete come me avete tutto il diritto di saperlo, non voglio essere come quel rompiscatole di Percy, ma di questo parleremo dopo...

Tutto è cominciato quando ho deciso di scappare di casa: abitavo con mia zia, che era la mia tutrice da quando i miei genitori erano scomparsi, ma la odiavo. E la cosa era reciproca, s'intende.

Mi diceva sempre che avrebbe preferito che fossi sparita anch'io, così non si sarebbe ritrovata una bassa ragazzina castana fra i piedi.

Fatto sta che sono scappata e non avevo la più pallida idea di dove andare. In fondo la cosa più importante in quel momento era allontanarsi più possibile da quella merda di casa. In realtà la casa era anche bella, ma la Zia era la persona più odiosa, egocentrica, schizzofrenica, gerontofobica, spocchiosa che avessi mai visto in vita mia. Bhe, fino ad allora.

Camminai senza meta per non so nemmeno quanto, so solo che quando riuscii a trovare uno straccio di motel erano circa le undici.

Scappai la mattina presto, quando la zia stava ancora facendo il suo “riposino di bellezza”.

Dio, stavo morendo di fame, ma quel motel era pieno di camionisti e l'unica cosa che potevano offrire era whisky.

Mi feci dare le chiavi della stanza, salii le scale e finalmente la trovai.

La stanza più sudicia che avessi mai visto: il letto era sfatto, in bagno c'erano preservativi usati ovunque e odorava di alcool.

Che schifo.

Capii già da subito che avrei dovuto dormire sul pavimento.

 

 

Mi svegliai grazie (grazie tanto per dire) alla cameriera che bussava insistentemente e urlava di aprire la porta.

Aprii e mi disse che dovevo pagare. Pagare? Definisci “pagare” per favore.

-in che senso IO devo pagare?

-il conto.

-e... quanto sarebbe?

-dieci dollari.

-oh... aspetti un attimo.

Rientrai e frugai nella borsa.

-Ecco dieci dollari.-. Glieli diedi e quella nemmeno mi ringraziò. Brutta stronza.

Dopo essermi cambiata (sorvolando la questione “trucco colato e occhiaie”) me ne andai, finalmente.

Ok, e ora?

Ero in mezzo alla strada, l'unica cosa che avevo era una borsa con i pochi vestiti che possedevo, senza telefono per chiamare un taxi grazie alla mia zia super tirchia che si è sempre rifiutata di comprarmene uno. Sei contenta ora?

Ma non potevo vagare nel vuoto per sempre, così andai nell'unico posto dove mi sarei sentita veramente a casa. L'ultimo posto dov'ero stata con i miei.

Avevo un anno quand'erano scomparsi: non sono come me lo ricordo, ma so che eravamo andati a fare un picnic su una collina che piaceva tanto alla mamma. Mentre dormivo, loro sparirono perché al mio risveglio non c'erano più.

Appena arrivai, mi buttai sull'erba e chiusi gli occhi. Stavo bene, finalmente.

Ad un tratto sentii un rumore stranissimo, allora mi alzai e vidi un enorme cane nero in lontananza.

Premessa: io sono terrorizzata dai cani.

Mi girai e cominciai a correre verso il bosco (idea brillante Kate, non c'è che dire), anche se le possibilità che avevo di sopravvivenza erano pari a zero, visti i “brillanti” voti che avevo in ginnastica.

Comunque, misi tutta la mia buona volontà e la mia voglia di vivere, e corsi: ormai eravamo distanziati da pochi metri e lui non aveva per niente voglia di rallentare!

Sembrava proprio che qualcuno ce l'avesse con me, perché a un certo punto partì un fulmine -non sto scherzando- dal cielo, mancava poco che mi fulminasse.

Continuai a correre, finché non vidi una porta -una porta in mezzo a un bosco- e pensai che se c'era il portone, c'era anche la casa. Così mi ci lanciai letteralmente dentro e il cane mi seguì ma rimbalzò indietro, come se ci fosse un muro invisibile tra noi.

Mi alzai in piedi e mi girai, feci in tempo a vedere una ragazza bionda e boccolosa venire verso di me, prima di svenire.

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: demigod_