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Autore: mrmorrigan    30/11/2013    0 recensioni
[...] Timide parole si fecero largo tra i singhiozzi e risuonarono nel silenzio: "Che cos'è, nonna?"
L'anziana donna era immersa nei pensieri, preda delle memorie del passato. Sorrideva e accarezzava la scatola di legno come se fosse un tesoro di valore inestimabile. [...]
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Lettere

I.

 

La neve stava scendendo silenziosa nella notte, due fari bucarono il buio illuminando il vialetto ricoperto solo da pochi fiocchi solitari che lentamente andavano a morire sull'asfalto nudo. Si spense il motore, si spensero le luci, si aprirono tre portiere. Sul leggero strato di neve soffice poggiarono i piedi due bambini e una madre che li affrettava a muoversi con gesti frenetici. Prese due valigie, i tre si fecero strada verso la porta principale di una casa di campagna, grande e non troppo alta, dall'aspetto accogliente. Un campanello suonò mentre i due figli si scrollavano i piedi per togliere la neve dalle scarpe. Un minuto di attesa e una luce li inondò dando loro il benvenuto prima della padrona.

«Ciao, mamma. Te li lascio qui, io devo ripartire subito o perdo l'aereo.» disse la donna senza ulteriori convenevoli. Mollò un bacio non troppo affettuoso sulle guance rugose dell'anziana, altri due sulle fronti dei rispettivi figli e si girò per ritornare in macchina. Sotto il porticato spoglio rimasero la nonna e i due nipoti, che osservarono delusi la Nissan nuova allontanarsi a fin troppa velocità. Sparita oltre l'angolo, due mani calde si posarono sulle spalle dei due bambini e li invitò con una leggera spinta ad entrare, ognuno trainando il suo bagaglio, ma senza proferire parola.

La casa era avvolta in un'atmosfera luminosa e morbida, a causa del calore emanato dal camino nel soggiorno. L'ordine regnava sovrano come sempre, ma dipendeva solo dalle manie scrupolose dell'anziana donna.. o dalla sua quotidiana solitudine. Il fratello e la sorella, uno di otto anni e mezzo e l'altra più giovane di due, si erano fermati sulla soglia del soggiorno ed erano intenti a fissare il comodo divano al centro della stanza. Dopo aver chiuso la porta, la nonna parlò cogliendo alla sprovvista i piccoli: «Sedetevi, bambini. Volete un tè?» In risposta, due testoline more, una più arricciata e l'altra dai capelli più lunghi e mossi, annuirono all'unisono. La nonna si diresse verso la cucina con un sorriso accennato sul volto, mentre la casa piombò in un silenzio estraneo ai bambini abituati solo alle liti dei genitori, in cui risuonavano solamente il crepitio del fuoco e i secondi scanditi di un orologio che segnava appena le sei meno un quarto di un pomeriggio freddo di novembre.

Quando la nonna tornò con un vassoio di biscotti e tre tazze fumanti, i due fratelli erano seduti sul tappeto davanti al camino e fissavano i fiocchi candidi fuori da una vetrata incorniciata dalle tende. La donna si sedette su uno sgabello basso di legno di noce, poggiò la merenda davanti ai bambini e prese a rovistare con un ferretto tra le braci ardenti.

«Mamma e papà non si vogliono più bene?» chiese all'improvviso il piccolo Marco. Su di lui si puntarono anche gli occhi verdi della sorellina, che stava inzuppando un biscotto nel suo tè di menta. «Si lasceranno?» insistette con fare innocente.

«Ma cosa stai dicendo, piccolino? Mamma e papà hanno dei.. problemini al lavoro e sono.. tesi, ma si vogliono ancora bene. Certo che sì! E anche a voi vogliono tanto bene.» li tranquillizzò la nonna con un gran sorriso bonario.

La piccola Sara, rimasta nel frattempo con il biscotto a mezz'aria, si sentì abbastanza confortata da continuare a mangiare, mentre il fratellone affondò pensieroso gli occhioni profondi nel tè fumante.

Il pomeriggio e la serata passarono tranquillamente, tra un giochino ed un cartone alla tv. Arrivarono anche le dieci di sera e con esse anche l'ora di andare a dormire.

«Bambini, una doccia veloce e si fila a letto, giusto?» chiese la dolce nonna facendo l'occhiolino.

«Ma non abbiamo sonno!» tentò di protestare la piccolina.

«Su su, siete rimasti alzati anche più del dovuto.» ricordò loro quanto più permissiva fosse rispetto alla loro madre.. o tata, a seconda delle circostanze.

«Restiamo qui molto?» chiese Sara sperando visibilmente in una risposta affermativa. Uno sbuffo soffocato di Marco precedette le parole della nonna.

«Tesoro bello, penso che resterete qui fino a Natale, poi arriveranno anche i vostri genitori e faremo un cenone grandissimo!» rispose la donna con enfasi contagiosa. La piccolina in pigiama iniziò a saltare di gioia, ma la nonna, ridendo, l'afferrò al volo, la portò nella camera al piano di sotto e la mise sotto le coperte. Dopo avergliele rimboccate, passò al fratello, che le aveva seguite e si era già sistemato da solo.

«Io non voglio più tornare a casa. C'è sempre tanto silenzio qui e tu ci vuoi bene veramente.» rivelò il bambino. Il sorriso della nonna si spense e fu seguito da un sospiro. Aveva sempre ammirato la perspicacia di quel ragazzino sveglio, ma a volte la sua giovane intelligenza era un veleno per la sua infanzia ancora in fase di sboccio.

«Tesoro, lo so che tu capisci tutto, ma ti fidi poco. Credi alla nonna se ti dico che alla fine andrà tutto bene, ok?» al che Marco asserì con un debole cenno del capo. «I grandi fanno spesso tantissimi pasticci, ma poi tornano ad amarsi, perché in fondo anche gli adulti sono dei bambini, solo più alti e più complicati. Tutto il mondo ha bisogno di amore.» terminò arricchendo con il solito sorriso caldo e sincero che, ogni volta, bastava da solo a confortare. Infine, anche il piccolo diffidente si quietò, un po' per il sonno, un po' per la stanchezza di lottare contro quei mostri che non appartenevano al suo mondo di colori.

La nonna rimboccò le coperte anche a lui, spense la luce soffusa della lampada e scese al piano di sotto lasciando socchiusa la porta della camera degli ospiti.


- Bassifondi dell'Autore -
Ok, ragazzi, nuovo tentativo di scrivere qualcosa di positivo. Sì, lo so, in questo capitolo non c'è molto, però la storia non sarà la solita depressione (hopefully!). 
Ho, però, l'ennesima richiesta. Sareste così cordiali da lasciare un minimo commento per farmi sapere se ne vale la pena? Chiedo solo un "schifo/bella" e basta. Io.. davvero, se siete scrittori/trici potete capire il dramma di chi scrive e non ha quasi mai un parere su alcuna storia o stupidata scritta. Se volete che ricambi e recensisca le vostre creazioni, lo faccio! Ormai mi vendo così per un parere, una critica buttata lì. Voglio solo sapere un po' per volta se sono interessanti o troppo cariche, se attirano o annoiano. Tutto lì.
Tanto lo so che leggete, si vede nelle visualizzazioni.
Buona lettura!
Mahr
  
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