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Autore: Hariel    01/12/2013    2 recensioni
Katherine Pierce aveva sempre avuto mille risorse, nei 500anni trascorsi a fuggire aveva sempre trovato uno modo per salvarsi la pelle eppure, ora, tutto sembra andare storto. Pur non volendo è di nuovo umana e si trova ad affrontare, inerme, una delle sue paure più grandi, la vecchiaia. Il tempo ha iniziato a correre sempre più veloce e lei non riesce a trovare una soluzione. Ma basta una richiesta della sua nemica numero 1 a far accendere in lei la lampadina che fino ad allora sembrava fulminata. Per aiutare Bonnie a venir fuori dal suo ruolo di ancora Kath e gli altri hanno bisogno di una persona, una persona che può grandi cose, soprattutto, riportare alla mente di qualcuno vecchi e dolorosi ricordi...
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Katherine/Stefan
Note: AU, Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: Triangolo
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Da quando Elena le ha infilato giù per la gola quella maledettissima cura Katherine non è più la stessa. Certo, essere umana è diverso da essere una vampira forte, veloce e manipolatrice, ma lei si sente diversa dentro. Si sente debole, insicura, impaurita. “Piantala per favore, sembri Elena Gilbert ai tempi d'oro”, continuava a ripetere a se stessa. “Non puoi andare avanti così, per amor del cielo sei Katherine Pierce, cosa ti sta succedendo?”. Era questo che si ricordava ogni giorno e quella mattina aveva deciso di reagire, aveva indossato il suo paio di stivali preferito ed era andata a fare colazione.
“Cosa le porto,signorina?”, le chiese un'anziana signora dai lunghi capelli raccolti in una treccia argentata.
“Mi porti tutto quello che vuole, ho una fame che mangerei un bue intero se questo ridicolo,ma comunque sexy, corpicino umano me lo permettesse”.
La donna si allontanò e ritornò dopo qualche minuto con un vassoio stracolmo di cibo di ogni genere, dalle omelette ai croissant, dal caffè alla spremuta d'arancia. L'anziana donna le rivolse un sorriso e le disse: “Io ci ho impiegato ben 73anni a far assumere ai miei capelli questo colorito, vedo che tu hai fretta, cara”. L'ex vampira le rivolse un sorriso di circostanza e riflesse il suo viso nel cucchiaino dello yogurt. Non appena vide la ciocca bianca di capelli che le era cresciuta il suo volto divenne pallido come in latte. “Perfetto”, pensò, “ora sono davvero identica a lei. Ho odiato dal primo momento quell'orrenda ciocca fucsia tra i suoi capelli e ora me ne ritrovo una bianca allo stesso identico posto. Che diavolo sta succedendo?”

 

Nei due giorni successivi, grazie al Dr Wes, l'attraente professore di Elena, Katherine aveva scoperto cosa le stava accadendo.
“Stai invecchiando, Katherine”, le disse lo scienziato pazzo con aria soddisfatta, “Il tempo ha ricominciato a camminare, anzi, con te, ha iniziato a correre”.
“Co... cosa? Tu mi stai dicendo che dopo 500anni sto iniziando ad invecchiare? Hai voglia di scherzare?”
“No, non scherzo, anzi... ti dirò, hai ancora pochi mesi di vita”
La ormai non più tanto giovane Kath si sentì mancare il fiato, come era possibile? Aveva ingannato il tempo per così tanti anni e ora quello aveva iniziato a fare il suo corso e a dare il via alla sua vendetta, proprio ora che Katerina Petrova aveva ritrovato sua figlia.

 

“Devi sbrigarti, Damon ha chiamato, dobbiamo andare”, le gridò Caroline entrando nella camera della residenza universitaria. Aveva sempre odiato la voce di quella biondina, ma doveva ammettere che da quando si era trasformata era quasi tollerabile, più sicura di sé e meno “se non divento reginetta del ballo non mi si fila nessuno”. Questo, ovviamente, era sempre merito suo; se infatti lei non l'avesse trasformata in vampiro sarebbe stata ancora la bionda svampita “profonda come una pozzanghera”.
“Si arrivo, possibile che senza di me non riusciate a cavare un ragno dal buco?”.

 

“Cosa si prova a tornare umana? Come ti senti? Che effetto ti fa sentire di nuovo il calore del sole sulla pelle senza che questo ti mandi in fiamme?”. Le chiese Caroline, visibilmente interessata.
“Hey, hey, hey, vacci piano con le domande sceriffo, potresti fare concorrenza a tua madre sai? Come vuoi che ci si senta”, le rispose stizzita Kath. “Fa schifo. Mi fa schifo il moccolo che mi cola dal naso ogni volta che ho questa stramaledetta allergia, cioè 24ore su 24; mi fa schifo il fatto di perdere sangue per 6 giorni ogni mese accusando dolori insopportabili; mi fa schifo dover camminare per kilometri interi quando mi bastavano 2secondi per raggiungere la mia destinazione. Mi fa schifo questa vita, mi fa schifo essere umana e indovina un po'? A chi devo tutto questo? Ad una stronza che mi ha infilato giù per la gola una fialetta la mi ha rovinato l'esistenza e che non può fare a meno di me per salvare il suo culo e quello delle sue amiche”. Ci era andata giù pesante, lo riconosceva, ma non ne poteva più, erano mesi che si teneva tutto dentro e quell'ochetta le aveva dato l'opportunità di far uscire tutto fuori.


“Siamo arrivate, vediamo di sbrigarci”, le aveva detto Caroline ancora scossa dalla sua risposta di poco prima.
“Muoviamoci che ho un appuntamento dal parrucchiere tra tre quarti d'ora”. Così Kath aveva annunciato il suo arrivo in Casa Salvatore.
“Sta zitta e siediti, noi non abbiamo fretta”, le rispose a tono Elena. Kath non l'aveva mai sopportata e continuava a non sopportarla, anche se negli ultimi mesi la nuova vampira le aveva salvato la vita più di un paio di volte. Elena aveva tutti ciò che Katherine aveva avuto in passato, i due fratelli Salvatore che avrebbero fatto di tutto per lei, amici che farebbero altrettanto e una famiglia, anche se composta solo dal piccolo Cacciatore, che a lei il padre aveva sottratto strappandole dalle braccia la sua unica figlia.
“Non cominciate, Katherine dai l'esempio e mostrati matura come una donna della tua età farebbe”, le aveva rimproverato Damon.
“Una donna della mia... ma come ti permetti?”, come se la ricrescita bianca e la caduta dei denti non le ricordassero abbastanza che stava invecchiando. “Va bene, lasciamo perdere,allora, perchè mi avete fatta chiamare, in cosa posso aiutarvi piccoli miei?”, le chiese con finta aria da madre premurosa.
“Hai conosciuto decine di streghe nella tua vita, devi aiutarci a risolvere la questione con Bonnie”, le disse Elena.
“Che questione?”, le chiese Katherine.
“Da quando è diventata l'Ancora soffre tantissimo, tutti i morti prima di giungere all'Altro Mondo le fanno avvertire il dolore che hano provato loro quando sono morti”, le rispose Jeremy preoccupato.
“Come scusa? Mi avete fatto venire qui nemmeno un mese fa perchè volevate trasformare la vostra streghetta morta nell'Ancora tra l' Altro Mondo e questo cos' sarebbe tornata in vita, più o meno, e sareste stati tutti felici e contenti e ora non vi va più bene?”, ora si che sembrava una mamma che fa un rimprovero ai suoi bambini. “Non è un gioco lo volete capire? La magia ha sempre un prezzo, lo ha avuto quando Bonnie ha riportato in vita il tuo sexy fratellino e lo ha avuto ora che ha deciso ti tornare dal Regno dei Morti. E poi si, ho conosciuto non decine, ma centinaia di streghe, e no, nessuna era tanto stupida da decidere di diventare l'Ancora tra i due mondi e poi pentirsene”.
“Ha ragione, Elena, è complicata come faccenda, penso che dall'altro lato le parenti di Bonnie siano abbastanza arrabbiate”, aggiunse Stefan, che da un po' era diventato un po' il confidente di Katherine.
“Sei dalla sua parte ora?”, lo rimproverò Elena, “Cavolo, Stefan, Bonnie urla di dolore un minuto si e l'altro pure perchè persone morte la attraversano in continuazione...”
“Mi sa che anche qualche vivo la attraversa ogni tanto...”,aggiunse Kath, guadagnandosi lo sguardo indignato di Elena,Bonnie e Caroline, il viso imbarazzato di Jeremy e il sorriso divertito dei due fratelli Slvatore.
“Non so come aiutarti Elena. Anzi, ora che ci penso si, lo so, so chi potrebbe darti una mano ed è la stessa persona che potrebbe darla a me!”, il suo viso si illuminò.
“E in cosa dovrebbe aiutare te?”, le chiese stizzita Elena.
“Non sono affari che ti riguardano. Torniamo all'ex Sabrina Vita da Strega, dicevo, questa persona potrebbe aiutarti, ma non penso lo farà...”, la provocò Katherine divertita.
“E perchè mai non dovrebbe aiutarmi? A parte per il fatto che è amica tua?”
“ Bhè per il semplice fatto che avete... come posso definirlo? Un interesse in comune?”, insistette sogghignando, la divertiva vedere Elena scervellarsi a capire dove fosse il tranello.
“E quale sarebbe questo “interesse?”, le chiese Caroline incuriosita.
“Damon”, lo chiamò Kath attirando l'attenzione del tenebroso vampiro intento a sorseggiare Bourbon con il suo fratellino, “Il nome 'Hariel', ti ricorda qualcosa?”.
Stefan si voltò immediatamente a guardare il fratello e come se Katherine avesse pronunciato una parola magica, come se avesse acceso un interruttore, la mano di Damon allentò la presa, il bicchiere andò in frantumi sul pavimento e i suoi fantastici occhi blu divennero pieni di lacrime...

  
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