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Autore: redeagle86    05/05/2008    9 recensioni
"Perchè gi spiriti che restano sulla terra hanno un conto in sospeso..." La quarta parte della saga di "La mia giustizia" (seguito di "Castigo")
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kei Hiwatari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La mia giustizia'
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Conto in sospeso

"Perché gli spiriti hanno un conto in sospeso sulla terra…"

Un nuovo capitolo dopo "Castigo"

Allora, in origine la quarta puntata di questa saga iniziata con "La mia giustizia", doveva essere il capitolo finale, ma qualcuno mi ha dato un'idea che ha stuzzicato la mia fantasia…

Così eccovi un capitolo aggiuntivo, forse il più struggente fra quelli scritti fin'ora.

Io l'ho scritto ascoltando l'album di Lene Marlin "Playng my game" che ha di quelle melodie talmente deprimenti che non poteva non venirne fuori una cosa da diluvio di lacrime.

Giudicate voi il risultato.

Come sempre, i fazzoletti sono di rigore!

**********

Morire non fu come avevo sempre creduto. Immaginavo cancelli imponenti, urla agghiaccianti, stridor di catene…

Invece non ci fu niente di tutto questo. Obbiettivamente fu una delusione.

Un attimo prima ero lì, a combattere fra la vita e la morte, e l'attimo dopo abbandonavo il mio corpo, vagavo come uno spirito nel mondo su cui fino ad allora avevo camminato.

È una sensazione strana, che non mi ha ancora lasciato dopo due anni: resto qui, seduto sulla mia lapide, con tutto il tempo del mondo per riflettere su ciò che ho fatto o che avrei potuto fare, ascoltando gli sfoghi di chi mi viene a trovare.

Sì, Takao, so cosa vuol dire soffrire.

Borgof mi ha cresciuto con pane e dolore, convincendomi che il mondo intero fosse fatto di sofferenza. Inculcandomi l'idea che vi fossero soltanto due strade: subirla o infliggerla ad altri.

La mia vita è stata costellata di sofferenza.

Ho trovato la pace solo insieme a voi.

Voi, che nonostante i miei errori, il mio carattere, le mie scelte non sempre capibili, mi siete rimasti accanto.

Ti sei mai chiesto se valesse la pena cercare del buono in uno senza scrupoli come me?

Immagino di no.

Tu hai saputo perdonare i miei tradimenti, le volte in cui vi ho voltato le spalle e sono passato al nemico.

Ti ho procurato sofferenza.

E anche da morto non so fare altro che questo.

Il beyblade era la mia arma per raggiungere il potere, quel sogno sul cui altare avevo bruciato la mia infanzia.

Ero spietato e privo di alcuna morale.

Finché non incontrai Takao, un ragazzo che praticava questo sport per semplice passione, per spirito agonistico, per ideali che mi sembravano assurdi.

Ma che in fondo al cuore invidiavo.

I Bladebreakers…loro mi cambiarono, riuscirono a sciogliere almeno in parte il mio gelo, accettandomi per ciò che ero, con i miei difetti e ben pochi pregi.

Ma la loro amicizia non bastava ad eliminare il tormento che mi portavo dietro, in nome di chissà cosa poi…forse del desiderio di essere il migliore.

Per inseguirlo ho perso tutto.

Ho dato retta all'orgoglio, bruciante e ferito per la sconfitta che Brooklyn mi aveva inferto.

Per cosa? Per quella stupida rivalità con te, Takao, quell'eterna competizione che contendeva all'amicizia il nostro legame.

Un motivo un po' futile per buttare ogni cosa al vento…ora me ne rendo conto.

Eppure in quel momento sembrava così importante…

Il torneo della BEGA.

I Justice5, che primeggiavano con due vittorie e un pareggio.

Non si parlava d'altro per le strade, ed io giravo fra le mani quel bey che avevo trovato sul cuscino di Yuri, come un chiaro invito a tornare.

Mi pareva incredibile…io avevo deciso di andarmene.

Io li avevo abbandonati.

Io li avevo traditi sempre da quando li conoscevo…

Ma loro mi tendevano ancora una volta la mano, erano pronti a riaccogliermi.

Come sempre.

Il perché non l'ho mai capito, anche ora mi è oscuro. Forse solo perché mi volevano bene senza secondi fini e il loro affetto superava anche i miei continui sbagli.

Non volevo deluderli.

Forse a loro sarebbe bastato che tornassi… Ma per me non era sufficiente. Li avrei riportati a galla.

A qualunque costo.

Le urla.

Quelle urla infinite ed eccitate di chi si rendeva conto d'essere spettatore di uno scontro senza precedenti.

Voci che percorrevano i corridoi, raggiungendomi nello spogliatoio, dove cercavo di raccogliere la concentrazione necessaria per affrontare la sfida più importante della mia vita.

Forse l'ultima della mia vita.

Perché sapevo che potevo morire, che c'era un'alta probabilità che succedesse.

Ma non avevo paura: se sacrificando la mia vita, potevo garantire ai blader un futuro migliore del mio passato, allora non c'era timore in me.

Avrei vinto.

I miei compagni contavano su di me.

Dovevo vincere.

Non c'erano alternative.

Fu crudele e meschino legare Takao con una promessa, ma non potevo permettergli di fermarmi, di impedirmi di portare a termine la sola cosa giusta che avessi fatto in quei diciassette anni.

Dranzer, il mio fedele compagno, in cui avevo riposto tutta la mia rabbia e il mio desiderio di rivincita, resisteva seppure fosse al limite.

Non sentivo il dolore delle ferite, la stanchezza, le urla attorno a me.

C'era solo il sibilo dei bey e la passione che mi aveva trasmesso la mia squadra.

La passione che bruciava come un incendio. Il solo valore che Brooklyn non conoscesse.

Il sibilo dei beyblade e il pensiero di lei.

Nel preciso istante in cui Zeus si fermò seppi con certezza che non avrei visto un'altra alba.

Sì, io sarei morto e lei sarebbe dovuta andare avanti senza di me.

Non ci fu più nulla.

Il buio…e poi mi svegliai come spirito.

********************

Takao, mi hai chiesto se so cosa vuol dire soffrire…

Mi basta chiudere gli occhi e sono dovunque desidero.

Sai che Max non sorride più?

Sai che Rei vive da eremita in un angolo sperduto della Cina?

No, non lo sai, perché conosci solo la tua sofferenza.

E ti basta, perché è già insostenibile.

Mi dispiace, ho mandato tutto a rotoli.

Tutto ciò che c'era e che avrebbe potuto esserci.

Come con Hilary.

Ricordi le mie parole, prima di andare allo stadio?

Lei era la cosa più bella che il destino mi avesse offerto…ma l'ho saputo apprezzare quando era troppo tardi.

Al punto in cui eravamo, come potevo confessarle i miei sentimenti? Come potevo dichiararle il mio amore quando già sapevo che non sarei tornato?

Lei viene al cimitero ogni giorno, mi racconta le sue giornate…

E piange. Quante lacrime ha versato per me: quando ero in vita e anche ora.

Lei mi amava. Mi ama ancora.

Se penso a tutto il male che le ho fatto, andandomene, tradendo voi e quindi anche lei, tutti i suoi sforzi per tenerci uniti…e che sto facendole anche adesso, preferirei davvero non essere mai nato.

Vorrei che riuscisse a dimenticarmi, per poterla rivedere sorridere in quel suo modo unico che mi riempiva il cuore di una pace infinita.

A volte sogno di poterla stringere fra le braccia, dicendole che tornerò, che la fenice non può morire, che non ha fine.

Ma non posso prenderla in giro.

Io non rinascerò dalle mie ceneri e lei lo sa bene.

È perché lo sa che soffre.

Così non posso far altro che sfiorarla, passandole attraverso.

Non posso far altro che assistere impotente alla sua disperazione, giorno dopo giorno.

Dicono che se uno spirito resta sulla terra, è perché ha un conto in sospeso con il mondo dei vivi.

Ma quale può essere il mio debito?

Causare altra sofferenza?

Questa è la sola cosa che so fare…

Oggi…oggi Hilary mi sembra diversa…

Nei suoi occhi scuri c'è una luce nuova e per un istante spero sia di gioia.

Ed in fondo è di gioia, ma un'euforia malata, folle, insana.

Posa Dranzer sulla terra e pronuncia poche parole…

"Perdonami, amore mio. So che non approverai il mio gesto, ma non posso permettere che il suo crimine resti impunito."

Sfiora la foto.

Indugia qualche istante.

Poi si alza e si allontana.

Porta una mano alla tasca, dove cela qualcosa.

E in un istante mi è chiaro il suo obbiettivo.

Brooklyn…

Il mio assassino…

Un semplice puntino nel disegno del mondo.

Un'altra vittima della mia follia.

È stata la mia testardaggine ad uccidermi, il mio folle desiderio d'essere il migliore.

Lui era solo un semplice impiccio sul mio tragitto.

Il muro invalicabile che dovevo abbattere.

Non importava il prezzo.

Non c'era nobiltà nella mia decisione. Solo egoismo.

Non posso permetterle di compiere una follia.

Ora so qual è il mio conto in sospeso.

FINE

Eccoci qui, alla conclusione.

Anche qui c'è un po' troppa bontà nei confronti di Brooklyn, ma non importa.

Mi rifarò in qualche altra storia, potete starne certi. Non ho assolutamente deciso di essere magnanima verso di lui, anzi.

Brooklyn deve morire, AHHAHHHAHHH!!!!!

^^" Ehm, dopo questo momento di follia, vi lascio ai commenti.

Ne approfitto per ringraziare chi ha commentato le tre precedenti parti:

Engy: Ci siamo sentite solo per il primo capitolo ma non importa, perché chi odia Brooklyn è mio amico a priori! Grazie per i tuoi commenti e alla prossima!

Iria: Ognuno ha i suoi odi, tu hai Ivanov ed io ho Brooklyn…dovrei iniziare a torturarlo un po' come fai tu con Yuri… Bhe, dimmi cosa ne pensi di questa. Un bacione!!

Padme86: Cosa dirti per non risultare banale? I tuoi commenti mi fanno sempre piacere…sai che ho un particolare legame con questa saga…spero che ti sia piaciuto questo "esperimento" prima del finale… Alla prossima!

Ragazzasilenziosa: Grazie per i tuoi commenti, mi piacerebbe sapere la tua opinione su questo. Ciao!

Medea90: Grazie anche a te per la tua presenza, spero di ricevere un tuo commento per questo delirio. Baci!

Eagle Fire: Ciao!! Devi assolutamente dirmi cosa ne pensi!! Il capitolo sul mitico Kei non può non essere commentato da te. Attendo di leggere un tuo parere!

BenHuznestova: Ma dove sei finita?! Non ti ho più sentita…comincio a credere che ti sia persa nella rete! Mandami un segnale, ti prego… Non puoi averci abbandonate!!!

Nissa: Ciao bella! Spero di averti sorpreso anche con questa improvvisata nata dallo spunto di una commentatrice. Era un'idea stuzzicante, ma non so se sarà apprezzata. Quindi fammi sapere anche se fa schifo. Baci baci!!

  
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