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Autore: Livvy    01/12/2013    1 recensioni
Le stelle le ricordavano troppo l'amore.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Artemide, Zoe Nightshade
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Zoë ammirava il tramonto, una volta, prima dell'accaduto, lei ne avrebbe fatto parte, ne avrebbe dipinto i colori. Anche se odiava farlo. Detestava starsene seduta in quel giardino a controllare degli stupidi pomi d'oro; regalo di Gea al dio Zeus e alla dea Era per il loro matrimonio. Era come guardare un morto e sperare che questo si risvegli.
Zoë apparteneva più alla categoria di figlie della notte, delle stelle. Lei era fatta di luce stellare, non aveva niente a che fare con le sue sorelle. Non era mai stata una di loro e -ora come ora, dopo esser stata esiliata- non ne avrebbe mai più fatto parte.
La causa che l'aveva portata all'esilio era stato il suo aiuto a Ercole. Nessuno poteva toccare i pomi, e soprattutto, questi non dovevano lasciare il giardino; ma lei li aveva sia toccati che donati.
La dea Afrodite, che le era apparsa in sogno, aveva giustificato il gesto con la frase 《L'amore non segue mai la ragione》. Il senso era chiaro e Zoë lo sapeva giá. Sapeva di esser attratta da Ercole e che era solo per quel motivo che lo aveva aiutato. Ercole era stato per lei la libertà e sperava che lui, come ringraziamento per il suo aiuto, la portasse via dal giardino. Non sperava che il suo amore venisse ricambiato. Ercole aveva obiettivi più ampi che passare la sua vita con una ninfa.
Niente di ciò che sperava era successo, era rimasta sola, contro tutti.
Zoë guardò il cielo: ancora nessuna stella, le sembrò vuoto e le ricordò gli occhi dell'Oracolo di Delphi che aveva quel giorno. Zoë non si aspettava nulla da lei ma la donna la, in ginocchio per terra, le disse: 《L'amore darà senso alla tua esistenza》Zoë era corsa via spaventata dopo averla udita.
Quel giorno non poteva essere più strano di quel che era già stato. Dopo Afrodite, era apparsa un'altra dea, Artemide, che le raccontò di come lei sottoponesse le sue future reclute a delle prove, ma aveva osservato Zoë quanto bastava ed era convinta che non avrebbe esitato nell'abbandonare il dolore per l'immortalità.
Zoë, comunque, aveva ancora qualche ora per decidere.
Le prime stelle erano apparse, e così le prime costellazioni. Le costellazioni, pensò Zoë, sono stelle che si amano, si disse. Lei dell'amore non ne poteva già più.
Prese un respiro profondo, mentre guardava il cielo: - Mia Signora, non solo le giuro sulla mia vita che la seguirò, la proteggerò e che lascerò alle spalle l'amore per il sesso opposto, ma giuro che non guarderò mai più le stelle. Loro sono segno di speranza e vederle mentre si amano potrebbe indurmi in tentazione. - disse e abbassò gli occhi. Le stelle le ricordavano troppo l'amore generale. Suo padre, Atlante, portava il peso delle stelle e queste le ricordavano lui, a cui aveva portato disonore, e le ricordavano Ercole, l'uomo che non avrebbe mai avuto. Ma lei avrebbe fatto vedere ad entrambi che non era debole e che sarebbe diventata qualcuno anche senza loro.
- Non posso più vedere le stelle. - sussurrò - Non cederò mai più a loro.-


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Non ha il minimo senso. Scusate.
Dedicato alla mia Zoe personale.
   
 
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