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Autore: bastille    01/12/2013    3 recensioni
[Thresh centric | 783 parole | colpa della neve che mi invoglia a scrivere lalala]
Mi piacerebbe davvero con tutto il cuore credere a quelle stronzate sul paradiso, la felicità dopo la morte, e tutto il resto.
Vorrei esserne capace sul serio, lo farei per te, e vorrei dirti un "ci rivediamo presto", anche se questo lo farei più per me, perché ho bisogno di chiederti scusa guardandoti negli occhi, una sola volta può bastare.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rue, Thresh
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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ci rivediamo presto.

 

Everything’s on fire, the war outside our door keeps raging on.
Hold onto this lullaby, even when the music’s gone.

Just close your eyes, the sun is going down.
You’ll be alright, no one can hurt you now.



 

-Mi dispiace davvero tanto, piccola.-

 

Pensavo che dirlo ad alta voce sarebbe servito a qualcosa, ad una qualsiasi.

Pensavo che mi avresti sentito da dove ti trovi ora, qualunque posto esso sia, e che mi avresti perdonato.

Pensavo che mi sarei sentito un po' meglio adesso, più leggero e meno in colpa, ma mi sbagliavo. Perché nessuno può scappare dalle proprie azioni e liberarsi dei propri peccati, non è vero?

E quindi sono condannato a vivere così, con i rimorsi che si prendono un pezzo della mia coscienza, un pezzo di me, di quello che è rimasto tra una cicatrice e un'altra ancora aperta, ogni volta, sempre di più sempre di più, per il resto della mia breve esistenza qui nell'arena.

Perché tanto lo so già come finirà, non sono stupido, e va bene.

Va bene anche così, perché io me lo merito in fondo.

Alla morte, lo sai, io non ci ho mai creduto; no, nemmeno quando l'ho sentita, lenta e dolorosa, odore di disperazione e urla, che si impossessava di me, di quel Thresh con il corpo e l'anima lacerati da ferite che nessuno può curare, invisibili e profonde, che inutilmente lottava contro qualcosa di più grande, di più forte e di più pauroso.

Nemmeno quando Cato me l'ha sbattuta davanti agli occhi, fredda e solitaria.

 

Mi dispiace tanto.

 

La verità è che avrei dovuto seppellirti io, spargerti i fiori intorno e tutto il resto. E avrei dovuto cantarti io una canzone, anche se, lo sai bene, non sono il tipo da melodie melense o drammi.

Ma si trattava di te, eri una bambina, io ti conoscevo, eri del mio distretto, e spettava a me tenerti la mano quando... lo sai.

Era compito mio, e ho fallito anche qui.

 

È colpa mia, tutta mia.

 

Eri la mia compagna, questo avrebbe dovuto significare qualcosa, ma io ti ho abbandonata. Ti ho abbandonata a te stessa, a quelle macchine da guerra, senza mostrare un minimo di interesse.

E mi dispiace, continuare a ripeterlo non farà la differenza, lo so, ma è così.

Avrei dovuto proteggerti, non perché fosse la cosa giusta da fare -negli Hunger Games non esiste giusto o sbagliato, lo sai anche tu-, ma per principio e rispetto: perché eri una bambina, avevi tutta la vita davanti, innocente, perché eri la mia compagna.

E non dico che avremmo vinto se ci fossimo alleati, ma avremmo avuto più possibilità, e sarebbe stata comunque la cosa più giusta e umana da fare.

 

Tu meritavi di vivere, di vivere una vita felice e lunga.

 

Forse però è meglio così, in un certo senso: non so con quale coraggio sarei riuscito ad ucciderti, una volta rimasti solo noi due.

Sarebbe stato peggio vivere con il ricordo del tuo dolce viso che supplica pietà, mentre le mie forti e insensibili mani lo sfigurano, che avere il tuo abbandono sulla coscienza -se mai me ne è rimasta una.

Non mi sarei mai potuto più guardare allo specchio dopo, lo sai questo, Rue?

E ringrazio ancora la ragazza del Distretto 12, quella Katniss con la treccia e gli occhi spenti, per aver fatto tutto ciò che io non sono riuscito a fare per te; per questo la parte umana di quello che è rimasto di me l'ha risparmiata. E magari mi andrebbe anche bene ormai che vincesse lei i giochi.

 

Mi piacerebbe davvero con tutto il cuore credere a quelle stronzate sul paradiso, la felicità dopo la morte, e tutto il resto. E mi piacerebbe vederti saltellare qua e là, vestita di bianco mentre una luce chiara illumina la tua esile figura, e magari sentire la tua risata mentre ti arrampichi su un albero di Dio.

Vorrei esserne capace sul serio, lo farei per te, e vorrei dirti un "ci rivediamo presto", anche se questo lo farei più per me, perché ho bisogno di chiederti scusa guardandoti negli occhi, una sola volta può bastare.

 

Ci rivediamo presto, Rue.

 

 

 

nda:

beh, questa è una shot che ho scritto di getto.

ecco, io non so cosa dire se non che ho cercato di esprimere quali sono stati, secondo me, i pensieri di thresh prima, durante e dopo la sua morte -che ho inteso sia stata per mano di cato, dato che nel libro non è detto esplicitamente.

credo che, leggendo la ff, si capisca la mia interpretazione del personaggio e dei suoi pensieri, emozioni sulla morte della piccola rue. e se così non fosse sentitevi liberi di dirmelo tramite recensione; mi piacerebbe davvero molto sapere le vostre opinioni, sono aperta alle critiche, purché siano costruttive e fondate s’intende.

spero che la ff vi sia piaciuta e grazie mille per aver letto, e magari lasciarmi una recensione<33

simo.

  
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