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Autore: Kristell_J    02/12/2013    0 recensioni
Sono ormai 12 giorni che raggiungo questo posto. Sono 12 i giorni passati da quel maledetto venerdì, quello in qui la mia Eve ha deciso di porre fine alla sua vita. Sono 12 giorni che non riesco più a parlare con nessuno, nemmeno con mio fratello. Non riesco a levarmi dalla testa quelle ultime ore passate insieme, ero spaventato e così impaurito che l’avevo lasciata sola; avevo bisogno di aria . Magari se fossi rimasto con lei non avrebbe fatto quel salto nel vuoto, non avrebbe di certo preso una decisione così insensata. Sarei dovuto rimanere con lei,soprattutto per lo stato in cui era, soprattutto perché mi amava. Ed io cos’ho fatto? L’ho lasciata li, preso da un attacco di panico che mi stava togliendo il fiato ed Eve si toglie la vita, su questo cazzo di muretto che ormai odio quanto me stesso. Come ho fatto a non capire che quello non era un attacco di panico? Quello era amore. Un amore così forte che mi stava soffocando.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jared Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ore 21.00 “ dico tra me e me, mentre guardo l’orologio. Sospiro, credo di essere su questo muretto da troppe ore, ormai ho il mal di testa a guardate le auto che sfrecciano sulla statale. Dal palazzo riesco a vedere tutta la città, la città che mi ha dato tutto e allo stesso momento mi ha levato  l’unica cosa che amavo.
Sono ormai 12 giorni che raggiungo questo posto. Sono 12 i giorni passati da quel maledetto venerdì, quello in qui la mia Eve ha deciso di porre fine alla sua vita. Sono 12 giorni che non riesco più a parlare con nessuno, nemmeno con mio fratello. Non riesco a levarmi dalla testa quelle ultime ore passate insieme, ero spaventato e così impaurito che l’avevo lasciata sola; avevo bisogno di aria . Magari se fossi rimasto con lei non avrebbe fatto quel salto nel vuoto, non avrebbe di certo preso una decisione così insensata. Sarei dovuto rimanere  con lei,soprattutto per lo stato in cui era, soprattutto perché mi amava. Ed io cos’ho fatto? L’ho lasciata li, preso da un attacco di panico che mi stava togliendo il fiato ed Eve si toglie la vita, su questo cazzo di muretto che ormai odio quanto me stesso. Come ho fatto a non capire che quello non era un attacco di panico? Quello era amore. Un amore così forte che mi stava soffocando. Mi ero appena reso conto che la persona che amavo più della mia stessa vita, stava per morire e con lei anche una parte di me. Come ho fatto a non capire che quella sensazione di solitudine e quel vuoto  che provavo ogni volta nei tour, era perché mi mancava. Mi mancava cazzo, io volevo lei. Io l’amavo e non gliel’ho mai detto. Ed ogni giorno mi ritrovo qui sopra a incasinarmi la testa, a sentirmi morire dentro, pezzo per pezzo. Sento che il cuore non ce la fa più a sopportare questo dolore.
Mi ritorna in mente quella sera, quando avevo ricevuto quella telefonata. Ero nel bel mezzo del tour, e non vedevo Eve da sei mesi. Mi aveva chiamato per dirmi di raggiungerla all’ospedale Church di Los Angeles, non mi aveva detto che cos’era successo. A quelle parole avevo subito annullato il concerto e visto che mi trovavo in Arizona, l’avrei raggiunta al più presto.
Dopo essere atterrato nella Città degli Angeli, raggiungo in preda al panico l’ospedale. Cos’era successo? Aveva detto che era importantissimo e non mi aveva dato molte spiegazioni. Avevo paura perché la sua voce era strana.
Entro nell’ospedale dopo aver chiesto informazioni, l’infermiera mi dice che Eve si trova all’ultimo piano. In poco tempo trovo il reparto e anche la stanza, ed entro titubante.
Rimango pietrificato: trovo Eve senza forze sul lettino. Aveva il volto scarnito e i suoi capelli non c’erano più, aveva solo una bandana rossa a coprirle la testa ormai calva. Mi avvicino tremando, sento come un grosso groppo alla gola.
Lei accenna un sorriso per poi scoppiare in lacrime…
***
-Non volevo che mi vedessi così!- disse singhiozzando. La guardo con le lacrime agli occhi –Eve cosa…cosa…- non riesco a parlare.
-Sto morendo Jared….- dice con voce spezzata. Le prendo la mano e inizio ad accarezzarla- No, no! Non è possibile! Questi dottori non capiscono niente! Ora tu vieni con me e ti porto in un altro ospedale!- esclamo con voce tremante. In cuor mio sapevo che quello era uno dei migliori ospedali di Los Angeles.
-Sono così felice che tu sia venuto!- mi dice stringendo la mia mano.
-Perché non me l’hai detto? Perché Evangeline?- domando disperato, ormai sento il volto rigato di lacrime –Forse avrei potuto… io…-
-Non volevo che annullassi il tour per colpa mia, so che per te è molto importante- dice sorridendo.
-Cosa? Anche tu sei importante! Sei la mia migliore amica io…io…- non riesco a respirare.
Sorride con le lacrime che ormai non smettono di scendere –L’importante è che ora sei qui! Voglio chiederti un favore Jared….-
-Qualsiasi cosa dimmi!- dico singhiozzando.
-Voglio che mi porti a vedere le stelle, per l’ultima volta.-
-Non posso! Se esci fuori dall’ospedale sarà…- mi interrompe mettendomi l’indice sulle labbra.
-Sarà cosa? Ho una malattia rara,Jay, i dottori hanno fatto il possibile! Sono già fortunata ad essere ancora viva, ormai non c’è più niente da fare! Ti prego Jared è molto importante-
Prendo fiato,cercando di tranquillizzarmi – Lo farò ma verrà anche l’infermiera con noi!-
Lei mi sorride e subito l’aiuto ad alzarsi. Non aveva la forza di reggersi in piedi, era stremata.
Dopo aver convinto l’infermiera ed aver coperto per bene Eve, non ci mettemmo molto per raggiungere il tetto dell’ospedale visto che ci trovavamo all’ultimo piano.
Mi avvicino con Eve al muretto, lasciando l’infermiera alle nostre spalle. Eve aveva insistito che dovevamo avere un attimo di completa intimità.
-Come sono belle! Da qui sembra come se tutto non potesse mai finire!- sospira appoggiandosi al mio petto. La stringo forte e deglutisco, avevo paura.
-Jared devo dirti una cosa- dice spostandomi il viso verso di lei, cerco di opporre resistenza, non ero pronto, sapevo cosa stava per dire. La sentivo spegnersi tra le mie braccia ,aveva poco tempo.
Prendo coraggio e mi giro verso di lei.
-So che può sembrarti da codardi quello che sto per dirti, ma non ho avuto il coraggio di farlo prima. Ma visto che ora sta per finire tutto, devo dirtelo- prende fiato come per darsi coraggio- Io…io ti amo, da sempre, dal primo giorno che ti ho conosciuto, ti amo così tanto Jared!- scoppia a piangere- Mi dispiace di avertelo detto solamente adesso!-
Io rimango a bocca aperta, sapevo che era innamorata di me, ma non avevo il coraggio di dirglielo. Improvvisamente si avvicina al mio viso per poi stamparmi un dolce bacio sulle labbra. Ed è li che tutto è precipitato: sciolgo il bacio e indietreggio lentamente, la guardo con le lacrime agli occhi, non riesco a respirare, devo scappare da li. Come un codardo rientro nell’ospedale e in pochi minuti mi trovo all’entrata, a stento riesco ad avere una vista nitida, sento il cuore scoppiare. Cosa mi sta succedendo? Non faccio in tempo a darmi una risposta che sento un tonfo, mi giro per guardare e vedo lei: la vedo schiantata sopra ad un automobile con il sangue che gli esce dalla bocca. Mi sento morire, l’unica cosa che riesco a fare è andarla a prendere, la prendo in braccio e mi lascio scivolare con la schiena addosso al muro.
-Eve…ti amo!- sussurro debolmente- Ti amo! Perdonami!- urlo singhiozzando.
***
Non ricordo nient’altro di quella sera, forse tutti quei tranquillanti mi hanno fatto perdere la memoria o forse è stato lo shock.
So solo che mi odio, so solo che la amo e che un giorno la rincontrerò. Mi farò perdonare.
-Ti amo Evangeline…- sussurro per la millesima volta al vento nella speranza che mi possa sentire, per poi andarmene e raggiungere la mia band.
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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