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Autore: 9dolina0    02/12/2013    9 recensioni
Trunks, fidanzato da pochi mesi con una sua ex compagna di liceo che non ha nulla a che fare con la squadra Z e i misteri che aleggiano intorno ai saiyan, si trova ad affrontare con quest'ultima lo spinoso argomento del Natale.
Estratto dal testo:
Amy scoppiò a ridere.
«Ma figurati! Come se fossero i regali la cosa più importante a Natale!»
«E quale sarebbe, invece, la cosa più importante?» sospirò il ragazzo, avvicinandosi di nuovo alle sue labbra.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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mod io ci credo

Autore: 9dolina0
Titolo:
Io ci credo, ma tu?
Prompt/Titolo Contest:
"La cosa più importante a Natale?"
Genere:
sentimentale
Rating:
verde
Avvertimenti:
nessuno
Note:
Questa storia partecipa al Contest La cosa più importante a Natale? Di Nede

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Io ci credo, ma tu?

 

 

Già da più di un mese le luci di Natale avevano preso a colorare l’immensa città del Nord. Babbi Natale, più o meno goffi e paffuti, animavano e rallegravano ancora di più le strade solitamente grigie del centro.

Trunks era terribilmente in ritardo: Amy sarebbe partita l’indomani per una lunga – troppo lunga per lui – settimana bianca insieme alla sua famiglia e il giovane rampollo di casa Brief ancora non aveva provveduto a comprarle qualcosa di decente. Non se ne intendeva  affatto di regali natalizi: la sua era una famiglia particolare e tutte le normali festività umane erano considerate, in casa sua, delle immense sciocchezze. D’accordo, Bulma non si era mai espressa in questi termini – al contrario di Vegeta – ma anche lei era perfettamente consapevole di quanto le tradizioni terrestri celassero alle spalle soltanto menzogne. Trunks ricordava fin troppo bene l’otto dicembre di quindici anni prima: sua nonna avrebbe voluto decorare la casa con luci e stelle comete di proporzioni  abnormi, ma Bulma l’aveva derisa dichiarando che i Kaioshin si sarebbero offesi nel vedere che una signora ben informata dei fatti ancora si prodigava nel celebrare festività in onore di un qualcuno che non poteva essere un dio.

 

Amy però ci credeva.

Trunks e la sua ragazza non stavano insieme da molto tempo e quello era in assoluto il loro primo Natale come coppia ufficiale. Avrebbe desiderato senz’altro farle un bel regalo, ma non sapeva esattamente cosa quella ragazza si aspettasse da lui. Certo, Amy sapeva che il suo novello fidanzato proveniva da una famiglia ricca; ma cosa poteva garantire a Trunks che presentarsi a casa sua con un’automobile nuova di zecca non sarebbe parso eccessivo? Lui le avrebbe donato il mondo intero, se solo lei lo avesse desiderato, e gli sciocchi gingilli esposti nelle decoratissime vetrine del centro cittadino non sembravano affatto rendere giustizia alla sua adorata ragazza.

Telefonini, macchine fotografiche, addirittura microspie… Chi diavolo poteva avere la malsana idea di regalare a qualcuno per Natale delle microspie?

Trunks sbuffava e si lagnava tra sé. Decisamente, quella di uscire alla ricerca di un regalo perfetto non era stata una buona idea! Tra l’altro, Amy era in procinto di partire, e lui l’avrebbe rivista soltanto il primo dell’anno.

 

Fu in quel momento che il telefono squillò.

Trunks parve ridestarsi all’improvviso. Detestava da morire il suono fastidioso dei cellulari, e tutto ciò, unito al suo nervosismo, contribuì non poco a renderlo ancora più irascibile. Prese l’odiato apparecchio in mano. Oh, era lei!

«Ehi, tesoro! Allora, sono pronte le valigie?» cinguettò il ragazzo, cercando di mascherare il più possibile il suo nervosismo.

«Ehm, sì, quelle ormai sono pronte da giorni. Però, sai, non parto più…»

«Cosa?» la interruppe Trunks. «Come sarebbe a dire, scusa? Credevo ci tenessi particolarmente a questa vacanza!»

«Già, è così,» rispose la giovane, senza nascondere un pizzico di amarezza nella voce, «ma ho avuto un piccolo incidente, per cui non posso muovermi da qui.»

Trunks rimase immobile, preso da un improvviso senso di terrore.

«Che ti è successo? Stai bene?»

«Ma sì, non è niente di grave! Ho avuto la brillante idea di salire le scale di casa mia avvolta da una coperta e sono inciampata. Ho un braccio rotto. Mi toccherà rimanere in ospedale per diversi giorni e…»

«D’accordo, ho capito. Aspettami lì!» la interruppe il ragazzo.

«Cosa? Ma che dici? Ehi, Trunks, mi senti? Trunks

Amy guardò lo schermo del cellulare: il suo fidanzato aveva già riattaccato.

 

***

 

Dalle finestre dell’ospedale in cui era ricoverata, la bella Amy riusciva a vedere tutta Satan City: la torre, il centro commerciale, la statua di Mister Satan. Con un po’ di attenzione poteva persino scorgere il suo liceo, il luogo in cui sette anni prima aveva conosciuto Trunks. Sorrise impercettibilmente. Quante cose erano cambiate da allora! Le sembrava incredibile che entrambi avessero lasciato correre anni e anni prima di innamorarsi l’uno dell’altra. Prima compagni di scuola, poi compagni di università, infine – sperava – compagni di vita. Quel ragazzo era una continua sorpresa. Di lui, a dire il vero, sapeva ben poco. Se la sua amica Marron non le avesse spifferato qualche dettaglio circa la famiglia di Trunks, lei probabilmente ancora non avrebbe saputo che era figlio di Bulma Brief.

Forse erano proprio tutti i misteri che circolavano intorno a lui a renderlo così affascinante.

Sospirò, poi tornò a voltarsi verso quel letto al quale avrebbe dovuto – sebbene nolente – abituarsi in fretta.

E a quel punto lo vide.

Amy, per un istante, ebbe paura, senz’altro sorpresa nel trovarselo lì davanti in quel preciso istante.

«Tru… Trunks, ma che diavolo ci fai qui?»

Il ragazzo l’afferrò, evitando alla sua fidanzata – indietreggiata bruscamente per lo spavento – di cadere un’altra volta.

«Mi spiace, non volevo spaventarti.»

La ragazza sbuffò, dapprima leggermente irritata, poi rassegnata.

«Non c’è niente da fare con te. Sei e rimarrai sempre un enorme mistero! Si può sapere come hai fatto a raggiungere Satan City in dieci minuti? Io credevo che ti trovassi nella città del Nord!»

«Infatti,» rispose prontamente il giovane, «ma ormai dovresti aver capito che sono imprevedibile! Allora, come stai?»

Amy si sedette sul letto, sorseggiò un bicchiere d’acqua e tornò a fissare il suo innamorato. Aveva freddo – l’impianto di riscaldamento dell’ospedale non era proprio il massimo dell’efficienza! – e sentiva ancora un leggero fastidio al braccio, nonostante le avessero già somministrato degli antidolorifici.

«Per favore, mi toglieresti da davanti agli occhi questa ciocca di capelli?» proferì la giovane, scuotendo il capo.

Trunks le si avvicinò, prese tra le mani i biondi capelli della ragazza e li accarezzò dolcemente, come se fossero l’oggetto più prezioso al mondo.

«Non mi hai risposto. Come stai?»

«Nemmeno tu mi hai risposto. Come hai fatto ad arrivare fin qui?»

Il saiyan prese a ridere di gusto; poi sospirò, avvinto dalla situazione. Prima o poi avrebbe dovuto dirle tutta la verità! Il ragazzo si era chiesto più volte se fosse davvero possibile portare avanti una relazione tenendo segreta la propria identità. Ovviamente, si era anche dato un bel no come risposta.

«C’è qualcosa di speciale in te che non vuoi condividere» insistette Amy.

Trunks le si avvicinò e le cinse la vita, sfiorando le labbra della ragazza con le sue. Era un bacio casto, innocente, dato quasi come se fosse una palese richiesta di scuse.

«Ne parleremo, prima o poi. Ma non ora…» sentenziò Trunks, cercando di mostrarsi meno odioso possibile. «E quindi, ti toccherà passare il Natale in ospedale! Fa anche rima…»

«Già, gran belle vacanze! Per colpa mia, anche la mia famiglia ha rinunciato alla settimana bianca. Susy già mi odia!»

«Ah, ma figurati! Sono sicuro che tua sorella saprà come divertirsi anche a Satan City! Piuttosto, devi scusarmi, ma… ecco, mi sono presentato qui a mani vuote. Pensavo che non ti avrei più rivista fino a capodanno, per cui me la sono presa comoda coi regali» disse, vagamente imbarazzato, il giovane guerriero.

Amy scoppiò a ridere.

«Ma figurati! Come se fossero i regali la cosa più importante a Natale!»

«E quale sarebbe, invece, la cosa più importante?» sospirò il ragazzo, avvicinandosi di nuovo alle sue labbra.

Amy lo guardò torvo, e in parte incuriosita. Dietro a quegli incantevoli occhi azzurri, la ragazza immaginava ci fossero chissà quali indicibili segreti. A volte, pensava addirittura che Trunks venisse da un altro mondo e, nei momenti di più spiccata razionalità, si vergognava di aver fatto partorire alla sua mente certe scemenze.

«Tu sei ateo, non è vero?»

Il saiyan sgranò gli occhi. Lo stupore nel suo sguardo era evidente.

Amy aveva sempre avuto la stramaledetta capacità di sorprenderlo, mettendolo anche in imbarazzo, ma stavolta si era proprio superata. Lui non le aveva mai detto niente su come fosse davvero strutturato l’universo, così come aveva sempre taciuto sulle divinità che regolavano il mondo dei vivi e quello dei morti. Sarebbe stato davvero eccessivo sbatterle in faccia la verità. I terrestri avevano le loro tradizioni, le loro credenze; che diritto aveva lui di distruggerle?

Un ultimo sospiro accompagnò le sue labbra, mentre tentava di rispondere qualcosa di sensato.

«Amy, ascolta, mia madre è una scienziata – tra le più brillanti, aggiungerei – e mio padre… be’, mio padre non è esattamente il tipo di persona che farebbe affidamento a Dio nei momenti di difficoltà. Sinceramente… be’, ecco… non ho mai preso molto sul serio il Natale o una qualunque altra festività,» cercò di giustificarsi il ragazzo, «ma ciò non significa che io non abbia rispetto per chi ci crede! Insomma, lo spirito natalizio non prevede discriminazioni, giusto?»

Amy avvicinò la testa al petto del ragazzo. Lo amava, e quanto lo amava! Trunks sapeva essere il migliore in ogni occasione. Chissà perché quel giovane bello, affascinante e ricco sfondato aveva scelto proprio lei come compagna! A volte temeva di non essere alla sua altezza, e il sapere così poco sul suo conto non aveva di certo reso le cose più facili.

«Te lo confesso: ho chiesto qualcosa a Marron su di te. Non volevo impicciarmi degli affari tuoi, per carità, però per me sei davvero un mistero. Marron mi ha detto che i suoi genitori e i tuoi sono molto amici, e quando le ho chiesto se avreste passato il Natale insieme, be’… è scoppiata a ridere e mi ha risposto che nessuno di voi crede a queste sciocchezze!»

«Accidenti, che finezza!» sussurrò Trunks, piuttosto infastidito.

«Oh, in realtà non credo volesse essere scortese. Forse dava per scontato il fatto che tu me ne avessi parlato!» proferì, con tono accusatorio, nascondendo malamente uno sguardo accigliato.

Effettivamente, dovette ammettere con sé stesso Trunks, con lei non si era affatto comportato bene. Le aveva nascosto molte cose, forse troppe, e tacere anche sul fatto che non credesse nel Natale era stata forse la più ignobile delle sue bugie. Perché mentire anche su una cosa del genere? In confronto ai mille segreti che si portava dietro, questa era proprio una piccolezza.

«Be’, mi dispiace ma… Insomma, non credevo che questa cosa avesse chissà quale importanza. Spero… be’, spero che per te non sia un problema se non…»

Amy lo zittì posando un indice sulle labbra del ragazzo.

Sorrise, e immediatamente la sua allegria contagiò anche Trunks. Come aveva davvero potuto pensare il suo ragazzo che le loro divergenti opinioni circa il Natale potessero divenire motivo di discordia? Di nuovo, le labbra dei due giovani si toccarono, ma stavolta fu Amy a prendere l’iniziativa.

«Ovviamente,» sussurrò la ragazza, «a me non importa niente di ciò in cui credi o non credi. Mi importa solo che mi ami! Prima mi hai chiesto quale sia la cosa più importante a Natale… Be’, per me è il fatto che tu sia qui, in questa tristissima camera d’ospedale, a tenermi compagnia e a farmi sentire la donna più felice dell’universo. E per te?»

«Per me è trascorrere una festività a cui la mia fidanzata tiene tantissimo in sua compagnia. Quello a cui credo io, in questo momento, non ha alcuna importanza!»

 

FINE

 

Angolo dell’autrice

Sebbene la storia abbia una trama estremamente semplice, credo sia giusto comunque dare qualche spiegazione. Ciò che salta subito all’occhio – e che può lasciare perplesso un lettore – è il fatto che io abbia deciso di presentare un Trunks totalmente indifferente alla festività natalizia. Il mio intento, infatti, era quello di creare una storia che amalgamasse il più possibile il mondo di Dragon Ball con le nostre feste tradizionali. Esiste però un ostacolo insormontabile: il filo conduttore del manga si lega a eventi – naturali e non – che non hanno nulla a che fare né con la cristianità in generale, né col cattolicesimo in particolare. È evidente che Akira Toriyama non ha concepito Dragon Ball immaginando l’influenza del Dio cristiano.

Ora, è chiaro che nell’universo di Dragon Ball, dove alla spiegazione della nascita dell’universo e alle gerarchie divine vengono date ben precise e inequivocabili spiegazioni, è impensabile che i protagonisti festeggino il Natale, se non altro perché sono tutti a conoscenza di chi siano le vere divinità. Ci tengo a precisare che non voglio essere blasfema – a prescindere dal mio credo religioso, il cristianesimo non si sposa affatto con un manga come Dragon Ball! – ma comunque, dato l’interesse che ha suscitato in me il contest a cui questa storia partecipa, ho pensato che sarebbe potuto venir fuori qualcosa di buono.

Infatti, se anche i protagonisti non possono essere cristiani, non è detto che gli altri terrestri debbano credere per forza in Kaioshin! Anzi… direi proprio che nessun umano “normale” possa sapere della sua esistenza. Ecco perché ho scritto questa storia (che può facilmente essere considerata come un cross-over tra il mondo reale e Dragon Ball): Trunks, fidanzandosi con una ragazza “normale”, ha dovuto per forza fare i conti con tradizioni “normali”!

Ovviamente, lo scopo ultimo di questa mia OS è dimostrare che nessuna barriera ideologica può davvero considerarsi tale quando esiste l’amore. Non credete anche voi che sia così?

 

Grazie a chiunque abbia letto/seguito/ricordato/preferito/recensito questa piccola storia!

 

9dolina0

   
 
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