Autore: 9dolina0
Titolo: Io ci credo, ma tu?
Prompt/Titolo Contest: "La
cosa più importante a Natale?"
Genere: sentimentale
Rating: verde
Avvertimenti: nessuno
Note: Questa storia partecipa al Contest La cosa più importante a
Natale? Di Nede
Io ci credo, ma tu?
Già
da più di un mese le luci di Natale avevano preso a colorare l’immensa città
del Nord. Babbi Natale, più o meno goffi e paffuti, animavano e rallegravano
ancora di più le strade solitamente grigie del centro.
Trunks era terribilmente in ritardo:
Amy sarebbe partita l’indomani per una lunga – troppo lunga per lui – settimana
bianca insieme alla sua famiglia e il giovane rampollo di casa Brief ancora non aveva provveduto a comprarle qualcosa di
decente. Non se ne intendeva affatto di
regali natalizi: la sua era una famiglia particolare e tutte le normali
festività umane erano considerate, in casa sua, delle immense sciocchezze. D’accordo, Bulma non
si era mai espressa in questi termini – al contrario di Vegeta – ma anche lei
era perfettamente consapevole di quanto le tradizioni terrestri celassero alle
spalle soltanto menzogne. Trunks ricordava fin troppo
bene l’otto dicembre di quindici anni prima: sua nonna avrebbe voluto decorare
la casa con luci e stelle comete di proporzioni
abnormi, ma Bulma l’aveva derisa dichiarando
che i Kaioshin si sarebbero offesi nel vedere che una
signora ben informata dei fatti ancora si prodigava nel celebrare festività in
onore di un qualcuno che non poteva essere un dio.
Amy
però ci credeva.
Trunks e la sua ragazza non stavano
insieme da molto tempo e quello era in assoluto il loro primo Natale come
coppia ufficiale. Avrebbe desiderato senz’altro farle un bel regalo, ma non
sapeva esattamente cosa quella ragazza si aspettasse da lui. Certo, Amy sapeva
che il suo novello fidanzato proveniva da una famiglia ricca; ma cosa poteva
garantire a Trunks che presentarsi a casa sua con
un’automobile nuova di zecca non sarebbe parso eccessivo? Lui le avrebbe donato
il mondo intero, se solo lei lo avesse desiderato, e gli sciocchi gingilli
esposti nelle decoratissime vetrine del centro cittadino non sembravano affatto
rendere giustizia alla sua adorata ragazza.
Telefonini,
macchine fotografiche, addirittura microspie… Chi
diavolo poteva avere la malsana idea di regalare a qualcuno per Natale delle
microspie?
Trunks sbuffava e si lagnava tra sé.
Decisamente, quella di uscire alla ricerca di un regalo perfetto non era stata
una buona idea! Tra l’altro, Amy era in procinto di partire, e lui l’avrebbe
rivista soltanto il primo dell’anno.
Fu
in quel momento che il telefono squillò.
Trunks parve ridestarsi
all’improvviso. Detestava da morire il suono fastidioso dei cellulari, e tutto
ciò, unito al suo nervosismo, contribuì non poco a renderlo ancora più
irascibile. Prese l’odiato apparecchio in mano. Oh, era lei!
«Ehi,
tesoro! Allora, sono pronte le valigie?» cinguettò il ragazzo, cercando di
mascherare il più possibile il suo nervosismo.
«Ehm,
sì, quelle ormai sono pronte da giorni. Però, sai, non parto più…»
«Cosa?»
la interruppe Trunks. «Come sarebbe a dire, scusa?
Credevo ci tenessi particolarmente a questa vacanza!»
«Già,
è così,» rispose la giovane, senza nascondere un pizzico di amarezza nella voce,
«ma ho avuto un piccolo incidente, per cui non posso muovermi da qui.»
Trunks rimase immobile, preso da un
improvviso senso di terrore.
«Che
ti è successo? Stai bene?»
«Ma
sì, non è niente di grave! Ho avuto la brillante idea di salire le scale di
casa mia avvolta da una coperta e sono inciampata. Ho un braccio rotto. Mi
toccherà rimanere in ospedale per diversi giorni e…»
«D’accordo,
ho capito. Aspettami lì!» la interruppe il ragazzo.
«Cosa?
Ma che dici? Ehi, Trunks, mi senti? Trunks?»
Amy
guardò lo schermo del cellulare: il suo fidanzato aveva già riattaccato.
***
Dalle
finestre dell’ospedale in cui era ricoverata, la bella Amy riusciva a vedere
tutta Satan City: la torre, il centro commerciale, la
statua di Mister Satan. Con un po’ di attenzione
poteva persino scorgere il suo liceo, il luogo in cui sette anni prima aveva
conosciuto Trunks. Sorrise impercettibilmente. Quante
cose erano cambiate da allora! Le sembrava incredibile che entrambi avessero
lasciato correre anni e anni prima di innamorarsi l’uno dell’altra. Prima
compagni di scuola, poi compagni di università, infine – sperava – compagni di
vita. Quel ragazzo era una continua sorpresa. Di lui, a dire il vero, sapeva
ben poco. Se la sua amica Marron non le avesse
spifferato qualche dettaglio circa la famiglia di Trunks,
lei probabilmente ancora non avrebbe saputo che era figlio di Bulma Brief.
Forse
erano proprio tutti i misteri che circolavano intorno a lui a renderlo così
affascinante.
Sospirò,
poi tornò a voltarsi verso quel letto al quale avrebbe dovuto – sebbene nolente
– abituarsi in fretta.
E
a quel punto lo vide.
Amy,
per un istante, ebbe paura, senz’altro sorpresa nel trovarselo lì davanti in
quel preciso istante.
«Tru… Trunks, ma che diavolo ci
fai qui?»
Il
ragazzo l’afferrò, evitando alla sua fidanzata – indietreggiata bruscamente per
lo spavento – di cadere un’altra volta.
«Mi
spiace, non volevo spaventarti.»
La
ragazza sbuffò, dapprima leggermente irritata, poi rassegnata.
«Non
c’è niente da fare con te. Sei e rimarrai sempre un enorme mistero! Si può
sapere come hai fatto a raggiungere Satan City in
dieci minuti? Io credevo che ti trovassi nella città del Nord!»
«Infatti,»
rispose prontamente il giovane, «ma ormai dovresti aver capito che sono imprevedibile!
Allora, come stai?»
Amy
si sedette sul letto, sorseggiò un bicchiere d’acqua e tornò a fissare il suo
innamorato. Aveva freddo – l’impianto di riscaldamento dell’ospedale non era
proprio il massimo dell’efficienza! – e sentiva ancora un leggero fastidio al
braccio, nonostante le avessero già somministrato degli antidolorifici.
«Per
favore, mi toglieresti da davanti agli occhi questa ciocca di capelli?» proferì
la giovane, scuotendo il capo.
Trunks le si avvicinò, prese tra le
mani i biondi capelli della ragazza e li accarezzò dolcemente, come se fossero
l’oggetto più prezioso al mondo.
«Non
mi hai risposto. Come stai?»
«Nemmeno
tu mi hai risposto. Come hai fatto ad arrivare fin qui?»
Il
saiyan prese a ridere di gusto; poi sospirò, avvinto
dalla situazione. Prima o poi avrebbe dovuto dirle tutta la verità! Il ragazzo
si era chiesto più volte se fosse davvero possibile portare avanti una
relazione tenendo segreta la propria identità. Ovviamente, si era anche dato un
bel no come risposta.
«C’è
qualcosa di speciale in te che non vuoi condividere» insistette Amy.
Trunks le si avvicinò e le cinse la
vita, sfiorando le labbra della ragazza con le sue. Era un bacio casto,
innocente, dato quasi come se fosse una palese richiesta di scuse.
«Ne
parleremo, prima o poi. Ma non ora…» sentenziò Trunks,
cercando di mostrarsi meno odioso possibile. «E quindi, ti toccherà passare il
Natale in ospedale! Fa anche rima…»
«Già,
gran belle vacanze! Per colpa mia, anche la mia famiglia ha rinunciato alla
settimana bianca. Susy già mi odia!»
«Ah,
ma figurati! Sono sicuro che tua sorella saprà come divertirsi anche a Satan City! Piuttosto, devi scusarmi, ma…
ecco, mi sono presentato qui a mani vuote. Pensavo che non ti avrei più rivista
fino a capodanno, per cui me la sono presa comoda coi regali» disse, vagamente
imbarazzato, il giovane guerriero.
Amy
scoppiò a ridere.
«Ma
figurati! Come se fossero i regali la cosa più importante a Natale!»
«E
quale sarebbe, invece, la cosa più importante?» sospirò il ragazzo,
avvicinandosi di nuovo alle sue labbra.
Amy
lo guardò torvo, e in parte incuriosita. Dietro a quegli incantevoli occhi
azzurri, la ragazza immaginava ci fossero chissà quali indicibili segreti. A
volte, pensava addirittura che Trunks venisse da un
altro mondo e, nei momenti di più spiccata razionalità, si vergognava di aver
fatto partorire alla sua mente certe scemenze.
«Tu
sei ateo, non è vero?»
Il
saiyan sgranò gli occhi. Lo stupore nel suo sguardo
era evidente.
Amy
aveva sempre avuto la stramaledetta capacità di sorprenderlo, mettendolo anche
in imbarazzo, ma stavolta si era proprio superata. Lui non le aveva mai detto
niente su come fosse davvero strutturato l’universo, così come aveva sempre
taciuto sulle divinità che regolavano il mondo dei vivi e quello dei morti.
Sarebbe stato davvero eccessivo sbatterle in faccia la verità. I terrestri
avevano le loro tradizioni, le loro credenze; che diritto aveva lui di
distruggerle?
Un
ultimo sospiro accompagnò le sue labbra, mentre tentava di rispondere qualcosa
di sensato.
«Amy,
ascolta, mia madre è una scienziata – tra le più brillanti, aggiungerei – e mio
padre… be’, mio padre non è
esattamente il tipo di persona che farebbe affidamento a Dio nei momenti di
difficoltà. Sinceramente… be’,
ecco… non ho mai preso molto sul serio il Natale o
una qualunque altra festività,» cercò di giustificarsi il ragazzo, «ma ciò non
significa che io non abbia rispetto per chi ci crede! Insomma, lo spirito
natalizio non prevede discriminazioni, giusto?»
Amy
avvicinò la testa al petto del ragazzo. Lo amava, e quanto lo amava! Trunks sapeva essere il migliore in ogni occasione. Chissà
perché quel giovane bello, affascinante e ricco sfondato aveva scelto proprio
lei come compagna! A volte temeva di non essere alla sua altezza, e il sapere
così poco sul suo conto non aveva di certo reso le cose più facili.
«Te
lo confesso: ho chiesto qualcosa a Marron su di te.
Non volevo impicciarmi degli affari tuoi, per carità, però per me sei davvero
un mistero. Marron mi ha detto che i suoi genitori e
i tuoi sono molto amici, e quando le ho chiesto se avreste passato il Natale
insieme, be’… è scoppiata a ridere e mi ha risposto
che nessuno di voi crede a queste sciocchezze!»
«Accidenti,
che finezza!» sussurrò Trunks, piuttosto infastidito.
«Oh,
in realtà non credo volesse essere scortese. Forse dava per scontato il fatto
che tu me ne avessi parlato!» proferì, con tono accusatorio, nascondendo
malamente uno sguardo accigliato.
Effettivamente,
dovette ammettere con sé stesso Trunks, con lei non
si era affatto comportato bene. Le aveva nascosto molte cose, forse troppe, e
tacere anche sul fatto che non credesse nel Natale era stata forse la più
ignobile delle sue bugie. Perché mentire anche su una cosa del genere? In
confronto ai mille segreti che si portava dietro, questa era proprio una
piccolezza.
«Be’,
mi dispiace ma… Insomma, non credevo che questa cosa
avesse chissà quale importanza. Spero… be’, spero che per te non sia un problema se non…»
Amy
lo zittì posando un indice sulle labbra del ragazzo.
Sorrise,
e immediatamente la sua allegria contagiò anche Trunks.
Come aveva davvero potuto pensare il suo ragazzo che le loro divergenti
opinioni circa il Natale potessero divenire motivo di discordia? Di nuovo, le labbra
dei due giovani si toccarono, ma stavolta fu Amy a prendere l’iniziativa.
«Ovviamente,»
sussurrò la ragazza, «a me non importa niente di ciò in cui credi o non credi.
Mi importa solo che mi ami! Prima mi hai chiesto quale sia la cosa più
importante a Natale… Be’, per me è il fatto che tu
sia qui, in questa tristissima camera d’ospedale, a tenermi compagnia e a farmi
sentire la donna più felice dell’universo. E per te?»
«Per
me è trascorrere una festività a cui la mia fidanzata tiene tantissimo in sua
compagnia. Quello a cui credo io, in questo momento, non ha alcuna importanza!»
FINE
Angolo
dell’autrice
Sebbene la storia abbia una trama
estremamente semplice, credo sia giusto comunque dare qualche spiegazione. Ciò
che salta subito all’occhio – e che può lasciare perplesso un lettore – è il
fatto che io abbia deciso di presentare un Trunks
totalmente indifferente alla festività natalizia. Il mio intento, infatti, era
quello di creare una storia che amalgamasse il più possibile il mondo di Dragon
Ball con le nostre feste tradizionali. Esiste però un ostacolo insormontabile:
il filo conduttore del manga si lega a eventi – naturali e non – che non hanno
nulla a che fare né con la cristianità in generale, né col cattolicesimo in
particolare. È evidente che Akira Toriyama
non ha concepito Dragon Ball immaginando l’influenza del Dio cristiano.
Ora, è chiaro che nell’universo di
Dragon Ball, dove alla spiegazione della nascita dell’universo e alle gerarchie
divine vengono date ben precise e inequivocabili spiegazioni, è impensabile che
i protagonisti festeggino il Natale, se non altro perché sono tutti a
conoscenza di chi siano le vere divinità. Ci tengo a precisare che non voglio
essere blasfema – a prescindere dal mio credo religioso, il cristianesimo non si
sposa affatto con un manga come Dragon Ball! – ma comunque, dato l’interesse
che ha suscitato in me il contest a cui questa storia partecipa, ho pensato che
sarebbe potuto venir fuori qualcosa di buono.
Infatti, se anche i protagonisti non
possono essere cristiani, non è detto che gli altri terrestri debbano credere
per forza in Kaioshin! Anzi…
direi proprio che nessun umano “normale” possa sapere della sua esistenza. Ecco
perché ho scritto questa storia (che può facilmente essere considerata come un
cross-over tra il mondo reale e Dragon Ball): Trunks,
fidanzandosi con una ragazza “normale”, ha dovuto per forza fare i conti con
tradizioni “normali”!
Ovviamente, lo scopo ultimo di questa
mia OS è dimostrare che nessuna barriera ideologica può davvero considerarsi
tale quando esiste l’amore. Non credete anche voi che sia così?
Grazie a chiunque abbia
letto/seguito/ricordato/preferito/recensito questa piccola storia!
9dolina0