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Autore: pazzamenteViola    03/12/2013    4 recensioni
Giada e Alex. Alex e Giada.
Lui la ama, ma lei? Perché continua a fuggire?
E se un insospettabile diventasse il terzo incomodo? Chi sceglierà Giada? Alex, sé stessa o...
Se vi siete appassionati ai protagonisti di "I suoi occhi nei miei" e volete sapere come va a finire, siete nel posto giusto!
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Giada&Alex'
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[Giada]
 
Era un pomeriggio di metà settembre e per me era quasi arrivato il momento di lasciare Londra e tornare a Milano. Sarebbe stato un nuovo inizio: mi sarei trovata una nuova coinquilina e mi sarei concentrata sui due anni di studio che mi attendevano, così, magari, mio fratello avrebbe ricominciato a parlarmi. Non era cambiato molto in quei mesi: Andrea continuava ad ignorarmi, non rispondeva alle mie telefonate né alle mie mail quotidiane, dubitavo che le leggesse ma non potevo smettere di tentare. Mara mi spediva spesso delle foto di Mia, sapevo che quello era il suo modo per rassicurarmi, non c’eravamo più parlate dal litigio ma la capivo, la sua era una posizione scomoda e in fondo avevo deluso anche lei con il mio comportamento. Ah, se solo le avessi dato retta ....
Le poche notizie che avevo, le ricavavo da Marghe e da Internet. La mia amica, nonostante la distanza, era diventata una presenza costante della mia vita, ci sentivamo tutti i giorni, a volte anche più di una volta; dopo la luna di miele tra Messico e Stati Uniti, che lei e Giorgio erano riusciti a ritagliarsi nei dieci giorni di vacanza tra un ritiro e l’altro, era persino venuta a Londra per qualche giorno, era felice e radiosa come si meritava. Sapevo che Stefano si era infortunato a un dito in uno scontro di gioco, su Youtube il video del suo pollice schiacciato dal piede enorme di un avversario era abbastanza impressionante, sapevo anche che per lui le cose non si erano complicate poi molto, in un altro video avevo potuto constatare con i miei occhi che ci voleva più di una ragazzina stupida come me per distruggere il legame che univa i “magnifici cinque”. Io e lui c’eravamo scambiati qualche sms durante l'estate, c'era ancora una speranza che il nostro rapporto non fosse andato perduto per sempre, non saremmo mai stati una coppia, lo sapevamo entrambi, ma questo non voleva dire che non potevamo ancora fare parte uno della vita dell'altro ....
Il silenzio che più mi pesava, l'unico che non riuscivo a giustificare, era quello di Michele; non una telefonata, non un sms, mi aveva voltato le spalle e lo aveva fatto nel momento in cui avevo più bisogno di lui, se me l’avessero detto prima, non ci avrei mai creduto. Ormai era evidente che aveva preso posizione contro di me e le foto della sua vacanza tra Ibiza e Formentera, che aveva condiviso su Facebook, avevano fugato ogni dubbio: lui e il suo compagno di viaggio erano proprio uguali ....
Sarei una bugiarda se dicessi che Alex non tornava nella mia mente, che ogni volta che entrava un cliente una  parte di me non sperasse di incrociare di nuovo i suoi occhi, una volta mi era persino sembrato di scorgerlo tra la folla a Trafalgar Square …  Ma la verità era che ci eravamo fatti troppo male ed era arrivato il momento di voltare  pagina, quella volta per davvero.
 
Era un pomeriggio di metà settembre e l'amore era nell'aria, la mia prima impressione su Rodrigo si era rivelata esatta, avevo riconosciuto subito quella scintilla nei suoi occhi ed era stato divertente calarmi, per una volta, nei panni di Cupido: lui e Jay erano una coppia fantastica quanto insolita, ma si erano innamorati per davvero, si notava da come si guardavano, da come si cercavano. All’inizio era stato difficile per Jay ammettere la forte attrazione che li legava, ma superato quell’ostacolo iniziale … Avevo cominciato a stare fuori il più possibile e quelle poche volte che ero in casa, avevo imparato a girare con la musica a palla nelle orecchie! Dopo tutte le delusioni che aveva ricevuto, il mio amico si meritava un sentimento sincero e puro come quello che Rodrigo provava per lui. Avevo trascorso una bella estate, ancora una volta Londra mi aveva aiutato a ricominciare a volermi bene ed Amy e Jay avevano giocato un ruolo chiave facendomi ridere, ridere e ancora ridere,  non avevo raccontato loro tutto quello che era successo da quando ero rientrata in Italia a febbraio, ma avevano intuito qualcosa e Marghe, totalmente in buona fede, aveva fatto il resto … Ero consapevole di aver sbagliato, ma comunque non avevo nulla di cui vergognarmi;  non era perfetta, non ero infallibile, ma soprattutto non ero mia madre, non lo ero e non lo sarei mai stata: ero solo Giada e da lì dovevo ripartire.
 
Era un pomeriggio di metà settembre, io ed Amy avevamo appena smontato il turno, Jay ci aveva raggiunte per andare a cena quando il cellulare squillò.
“Ciao!” risposi senza controllare il mittente, a quell’ora si poteva trattare solo di Marghe o Jenny, le uniche che mi avevano telefonato in quei mesi.
“Dovresti venire a prendere le tue cose, tra qualche giorno arrivano i nuovi inquilini …”
“Andrea?” chiesi la voce tremante mentre incrociavo gli occhi sbalorditi dei miei amici. “Co….come stai?”
“Puoi venire o no?” domandò sbrigativo.
“Credo di sì” mi ritrovai a biascicare prima di sentire la voce di Mara in sottofondo: “Non avevamo detto questo!”  sembrava lo stesse rimproverando.
“E allora parlaci tu!” le rispose chiaramente mio fratello. Dopo un attimo di silenzio dall’altro lato sentii la voce di mia cognata: “Ciao, scricciolo!” sentirmi chiamare in quel modo mi fece scendere una lacrime. “Come stai?”
“Bene” risposi in automatico, anche se non ne ero più molto convinta. “Voi?” l’indecisione nella voce era più che evidente.
“Siamo indaffarati con il trasloco ma ….” Giusto: la Slovenia, la nuova avventura di cui io non avevo mai fatto parte. “… Giada ci sei ancora?”
“Sì, sì”
“E non dici nulla?” Non avevo la minima idea di quello a cui si riferisse e lei lo sapeva. “Abbiamo deciso di battezzare Mia prima di partire e per fortuna sono riuscita ad organizzare tutto in tempo per questa domenica. Ci sarai vero?”
“Io non …” cioè non ero sicura che mio fratello mi volesse lì.
“La madrina non può mancare!”
“Ma…madrina?” balbettai totalmente sorpresa.
“Certo! Non è mica una novità!” esclamò Mara con una sicurezza disarmante. “Allora ti chiamo domani per  i dettagli?”
“Va bene” mi ritrovai a rispondere.
Non appena allontanai il cellulare dall’orecchio. Amy e Jay chiesero all’unisono: “Allora?”
“Si torna a casa” annunciai con un sorriso stupito.
 
Quella volta, lasciare Londra non fu poi così difficile, in fondo avevo anticipato la mia partenza solo di pochi giorni, ma soprattutto sapevo che avrei rivisto i miei amici molto presto: Amy e Jay avevano promesso di venire a Milano per la mia laurea. Arrivai all’aeroporto di Pescara nella serata di sabato, Marghe aveva insistito per venire a prendermi, non era necessario ma sapevo che quando decideva una cosa, era impossibile farle cambiare idea; inoltre sospettavo che volesse controllare come stavo e, infatti, durante il tragitto che separava l’aeroporto da casa mia, Marghe cercò di estorcermi più informazioni possibili riguardo il mio stato d’animo, avevo la sensazione che ci fosse qualcosa che la preoccupava e temevo riguardasse la persona, intorno a cui, seppur senza mai averla nominata, ruotava tutta quella nostra conversazione: Alex.
Arrivate a casa, Marghe si fermò giusto il tempo di un saluto; Mara mi accolse con uno dei suoi sorrisi e un lungo abbraccio, tra di noi non ci fu bisogno di parole: io capivo il suo silenzio,lei non era mai stata arrabbiata con me, almeno tra di noi, non era cambiato nulla. Mio fratello non era in casa, stava aiutando Michele, che come suo solito si era ridotto all’ultimo momento, a sistemare le ultime cose prima della sua partenza per Barcellona. Approfittai della sua assenza per spupazzarmi la mia nipotastra: quanto mi era mancata e quanto era bella! “Ma quanto sei cresciuta?” le dissi prendendola in braccio. “Ti è mancata la zia?” chiesi. “Certo che ti è mancata!” interpretai il suo sorriso e le sue manine sul mio volto.  Me la sbaciucchiai un bel po’ sotto gli occhi divertiti di Mara che mi raccontò della sua prima volta al mare, di cui mi aveva già spedito le foto. Più passavano i minuti, più mi sembrava che il peggio fosse alle spalle, ma, al suo arrivo, Andrea mi smentii immediatamente; mi strappò letteralmente la bimba dalla braccia: “È ora di metterla a letto, se no domani chi la tiene più!” disse alla moglie portando via Mia.
“Se mi deve trattare così perché mi ha fatto venire?” chiesi a mia cognata. Un sorriso dispiaciuto si dipinse sul suo volto mentre si stringeva nelle spalle. “Maraa?” la invitai a parlare.
“Potrei essere stata io a esigere che fossi ancora tu  la madrina!”
“Maraaaa” tentai di rimproverarla, ma lo apprezzavo molto.
“Tutta questa situazione è assurda!” mi disse “Tutto perché non vuole ammettere di aver esagerato! Lo sai, vero, che quelle cose non le pensa veramente …” Onestamente non ne ero poi così sicura. “Beh, te lo dico io!” affermò leggendo il dubbio nei miei occhi. “Se potesse tornare indietro Giada, sceglierebbe, sempre e comunque, di prendersi cura di te perché ne è valsa la pena. Chiaro?” Annuii. “Spero solo che Mia, abbia preso il mio carattere, perché due teste dure in famiglia bastano e avanzano!” riuscì a strapparmi un sorriso. “Ecco” commentò “questo è quello che voglio vedere! Si sistemerà tutto!” disse abbracciandomi di nuovo.
Andrea non si fece vedere per il resto della serata, Mara mi aiutò a impacchettare le poche cose che, da quando vivevo a Milano, erano rimaste a Pescara; mio fratello aveva mantenuto la parola e non aveva venduto la casa, però aveva deciso di affittarla, per me era praticamente la stessa cosa ma lui aveva pensato che non avevo più nessun motivo per tornare lì, avrebbe avuto ragione se non fosse stato per un piccolo ma significante particolare: quella era e sarebbe sempre stata casa mia. 
 
Il battesimo si sarebbe svolto nel primo pomeriggio, dopo la cerimonia in chiesa, ci sarebbe stato un piccolo rinfresco, più che altro era un’occasione per riunire tutti gli amici prima della partenza.
“Chissà quanto passerà prima che ci ritroveremo tutti insieme!” mi spiegò Mara e non aveva tutti i torti: saremmo stati sparsi per l’Italia e per l’Europa.  Mara m’informò che mi sarei dovuta recare in chiesa un po’ prima perché il sacerdote voleva parlare con il padrino e la madrina, mentre loro tre sarebbero arrivati poco dopo. Michele era già sul sagrato della chiesa, vedendomi arrivare sorrise, che faccia tosta!
“C.s.a!” esclamò non appena lo raggiunsi.
“Michele” ricambiai il suo saluto abbastanza freddamente, credeva davvero che gliela avrei fatta passare liscia?
“Siamo di buon umore” commentò ironico.
Non gli diede corda e lo precedetti all’interno, non avevo alcuna intenzione di rovinare quella giornata litigando con lui.
Il sacerdote ci congedò dopo aver cercato, per venti minuti, di farci prendere coscienza dell’immensa responsabilità che ci stavamo assumendo e bla, bla, bla … Era mia nipote, era ovvio che ci sarei sempre stata per lei! Non appena uscimmo dal suo ufficio scoppiamo a ridere entrambi. “No dico” se ne uscì Michele “ma hai visto la sua faccia! Ci ha preso per due miscredenti, speriamo non cambi idea ….”. Per un attimo ricambiai il suo sguardo complice, ma ben presto mi ricordai di essere arrabbiata con lui e tornai seria. “E dai Giadinaaaa” mi diede un’ amichevole spallata “non mi vorrai mica tenere il muso!”
Lo fulminai con gli occhi: “Fino a prova contraria sei tu che sei sparito! Non ti aspetterai che faccia finta di niente”
“D’accordo” alzò le mani in segno di resa “sono stato un idiota” Alzai il sopracciglio. “Un grandissimo idiota?” Annuii. Sorrise. “Allora sono perdonato?”
“Ci devo pensare … continuare a sentirti ripetere quanto sei idiota aiuterebbe!”
“Idiota, idiotissimo … che più idiota non si può!” esclamò con estrema serietà.
Non riuscii a trattenermi dallo scoppiare a ridergli in faccia. Michele esultò. “Non ti montare la testa” lo avvisai “posso sempre cambiare idea!”
“Agli ordini” rispose circondandomi le spalle con il braccio.
Raggiungemmo gli invitati che ormai avevano affollato il sagrato, Margherita e Giorgio stavano chiacchierando con degli amici di lunga data di Andrea, Mara stava parlando con i genitori, sorrise quando ci vide camminare verso di loro.
“Non avete fatto scappare il prete, vero?” chiese, sotto sotto la sua non era una battuta.
“Tranquilla” la rassicurò il fratello. “Nessun può resistere al mio fascino. Vero piccolina?” disse  prendendo Mia dalla carrozzina.
“Aspetta che cominci a parlare …” lo prese in giro la sorella, facendomi l’occhiolino.
“Andrea?”  le chiesi. Mara me lo indicò con un cenno del capo, le sorrisi e mi spostai verso di lui, dovevo almeno fare un tentativo.
“Come ci si sente, madrina?” domandò una voce alle mie spalle.
Mi voltai con un gran sorriso in viso. “Maledettamente vecchia!” risposi. “Il dito come va?” Stefano alzò la mano davanti al mio viso e cominciò a farlo roteare. Annuii ammirata: “Può sempre tornare utile!”
“È quello che penso anch’io!” sorrise, non pensavo di vederlo sorridere di nuovo in quel modo, almeno non con me ... Abbassai gli occhi leggermente imbarazzata. “Sono fuori luogo se ti dico che mi fa piacere vederti?” continuò Ste.
“Sono fuori luogo se ti abbraccio?” chiesi titubante.
“Solo se non lo fai!” fu la sua risposta.
I suoi abbracci erano una delle cose che mi erano veramente mancate.
 
[Alex]

Ero in ritardo, ero stato trattenuto a Modena più a lungo del previsto, non pensavo che per firmare un contratto ci volesse tutto quel tempo, soprattutto di domenica mattina … per fortuna che non avevo ancora svuotato gli scatoloni.
Arrivai poco prima dell’inizio della cerimonia, fortunatamente gli invitati affollavano ancora il sagrato della chiesa, individuai subito Marghe e Giorgio, poi Mara e Michele con i loro genitori, poco più là li vidi: Stefano e Giada si stavano abbracciando. Mi bloccai completamente, quella era l’ultima conferma di cui avevo bisogno.
 
 [Giada]
 
Nessuno era in grado di evitarmi come mio fratello, non mi aveva ancora rivolto la parola ed il bello era che lo faceva come se fosse la cosa più normale al mondo. Stavo parlando con un gruppetto di amiche di Mara, quando Michele cominciò a battere il coltello sul bicchiere, non ero sicura che fosse previsto un discorso, non era mica un matrimonio!
“Un attimo di attenzione “ si schiarì la voce “mi sembra giusto in qualità di padrino” l’orgoglio che provava per quel ruolo era più che evidente nella sua voce “Dire due parole alla mia nipotina per dimostrarle che sono io  lo zio migliore” mi lanciò un’occhiata di sfida.
“Idiota” mimai con le labbra.
“Non vale!” lo riprese Mara.
“Ottima osservazione sorellina e infatti ho assunto un regista” indicò Ste che lo stava già riprendendo con una videocamera ”Così che tra qualche anno la nostra piccola Mia saprà tutto!” Mara lo guardò tra il divertito e il sorpreso. “Ah … una piccola nota tecnica: il destro è il profilo migliore!” si rivolse al regista.
“Non credo tu abbia un profilo migliore!” gli urlò dietro Alex provocando una risata generale. Risentire la sua voce mi fece un certo effetto, non c’eravamo neanche salutati, come se fossimo due completi estranei; era quello che saremmo stati da lì in poi,due completi estranei? Lo cercai tra gli invitati e lo trovi accanto a Stefano, stavano scherzando insieme, anche quello mi fece uno strano effetto ….
“… Potrà sempre contare su di me” Mi accorsi solo in quel momento che Michele aveva cominciato il suo discorso. “Innanzitutto prometto di insegnarle a giocare a basket perché, resti tra noi …” si coprì la bocca con la mano e guardando in camera si rivolse direttamente a Mia “… tuo padre è un po’ scarso” Scoppiammo tutti a ridere e Andrea sorridendo lo fulminò con gli occhi. “Prometto di accompagnarla in discoteca, di darle saggi consigli sull’amore …”
“Siamo a posto!” commentò Mara provocando un’altra risata.
“Prometto di impedire che Andrea spezzi le gambe a tutti i suoi pretendenti e se mai dovesse innamorarsi di un cestista ….” Fece una lunga pausa poi si rivolse di nuovo, direttamente, a nostra nipote “Fossi in te eviterei ma se proprio devi … Beh, allora dovresti parlarne con zia Giada, è lei l’esperta in materia!” Non potevo credere che l’aveva detto veramente: che razza di idiota! “A proposito di zia …” continuò non crederle quando ti dirà che sono un idiota, la mia è sola una copertura!” strappò altri sorrisi. “Parlando seriamente …” disse “… nella classifica delle notizie più belle che abbia mai ricevuto in vita mia, quella che Mara sarebbe diventata mamma occupa i primi posti, seconda solo all’annuncio che aveva trovato un fidanzato:  non potete capire il sollievo che ho provato quando ho scoperto che non sarebbe rimasta zitella a vita!” Che macchietta! Non ce la faceva proprio a fare il serio. “Scherzi a parte” riprese quando le risate cessarono “Ho sempre pensato che non esistesse una donna sulla faccia della terra in grado di farmi perdere completamente la testa, ed era vero, almeno prima che conoscessi la mia nipotina …” Mara era commossa “… e sarà così per sempre!” partì un applauso e Michele tornò ad essere il solito buffone “Grazie, grazie” accennò degli inchini “e adesso lasciò la parola alla madrina ….” disse invitandomi a raggiungerlo. Cosa? Feci di no con la mano. “E dai non fare la timida!” mi prese in giro.
Mara mi incoraggiò con gli occhi, alzai gli occhi al cielo e mi avvicinai a Michele: “Questa me la paghi” gli sussurrai all’orecchio poi mi rivolsi agli invitanti: “Come molti di voi sapranno, i discorsi non sono proprio il mio forte!“ i loro sorrisi mi confermarono che si ricordavano ancora il mio discorso da testimone “A differenza del suo padrino …” guardai Michele con finta aria di sfida: “… non credo che Mia avrà molto bisogno di me. Ha due genitori fantastici, che saranno al suo fianco sempre e comunque, ci metto la mano sul fuoco … Nell’ultimo anno ho combinato un bel po’ di casini perciò so di non essere la persona migliore a cui chiedere consiglio, ma se per qualche assurdo motivo Mia vorrà confidarsi con me” guardai Mara “mi impegnerò ad essere per lei quello che sua madre è stata per me: una sorella maggiore pronta ad ascoltarti senza giudicarti mai.” Sentii alcune lacrime minacciare di scendere: ecco perché odiavo fare discorsi. Presi fiato e le parole uscirono da sole: “Un po’ di tempo fa una persona mi  ha detto che sarei sempre stata il suo scricciolo,  molti penseranno che è solo una parola come tante altre, ma non lo è per me. Scricciolo vuol dire biscotti bruciati insieme, canzoni stonate durante lunghi viaggi in auto, corse al pronto soccorso per una stupida caduta, un cono gelato per festeggiare qualsiasi cosa; scricciolo significa brutti voti, cuori spezzati, litigi, anche i più furiosi, risolti con un sorriso e un lungo abbraccio. Per farla breve, rappresenta l’amore nella sua forma più pura perché viene donato senza aspettarsi nulla in cambio e allora una delle poche cose di cui oggi sono certa è che Mia sarà sempre il mio scricciolo … così come Michele sarà sempre un idiota!” aggiunsi per sdrammatizzare e alleggerire la tensione, provocando una sana risata. Guardai mio fratello, ma neanche quello aveva funzionato: aveva la testa più dura della mia!
 
Stavo tagliando un pezzo di torta per il figlio di Paki, quando Marghe si avvicinò. “Ecco” dissi al piccolo Lucas scompigliandogli i capelli e sorrisi vedendolo correre via.
“Tieni” disse Marghe offrendomi un calice di spumante.
“No, grazie” rifiutai mostrandole il mio bicchiere d’aranciata. “L’ultima volta che ho bevuto, ho combinato un po’ troppi casini” mi riferii al suo matrimonio.
“Come va?” mi disse.
“Procede … anche se speravo in qualcosa di meglio” ammisi.
Marghe mi sorrise. “Non so se può esserti d’aiuto ma … con tutto quel discorso sullo scricciolo ti sei guadagnata ufficialmente la nomina a madrina!”
La guardai leggermente perplessa. “Cosa …?” Marghe mi guardava sorridente. “Aspetta un attimo non sarei mica …” Annuì con la testa “Oddio” esclamai mettendomi una bocca sulla bocca “Sei incinta!” l’abbracciai di slancio.
“Shh” mi rimproverò “Non lo sa ancora nessuno!”
 “Giorgio lo sa, vero?” la guardai leggermente preoccupata.
“Certo che lo sa!” tirai un evidente sospiro di sollievo. “È che è stato decisamente inaspettato e considerato tutto tra partenze e il resto, abbiamo pensato di aspettare ma …  sono settimane che muoio dalla voglia di dirtelo!”
“È fantastico!” dissi abbracciandola di nuovo.
 
[Alex]
 
Andrea era in disparte, stava osservando Giada e Marghe abbracciarsi, sembrava fossero sul punto di mettersi a saltellare dalla gioia, chissà poi il perché …
“Gran bel discorso” commentai sedendomi al suo fianco.
Si girò a guardarmi. “Tu dici? chiese.
Giusto il tempo di vedermi annuire, poi tornò a guardare la sorella. “È sempre la stessa, Andrea” gli ricordai.
“Forse” rispose ancora titubante.
“Dovresti andare a parlarle” gli suggerii.
“Perché?”
“Perché siete Giada e Andrea ….”
“Andrea e Giada” mi corresse con un timido sorriso.
“… niente e nessuno potrà mai cambiarlo” continuai.
Per un attimo mi guardò sorpreso, poi si alzò. Sorrisi quando lo vidi camminare verso la sorella: era giusto così.
 
[Giada]
 
Mi stavo divertendo a prendere in giro Giorgio, che ci aveva appena raggiunte, sulla sua futura paternità, quando mio fratello ci interruppe: “Posso?” chiese.
Marghe mi fece l’occhiolino e trascinò il marito via con sè. Rimanemmo in silenzio per alcuni secondi poi Andrea parlò: “Io non ho mai bruciato biscotti!”
Sorrisi: “Oh, sì che l’hai fatto! …”
“Ho sbagliato!” confessammo contemporaneamente.
“Prima tu” gli concessi.
“Ho detto un sacco di cattiverie …” ammise.
“Me le sono cercata …” lo pensavo davvero.
“Non ho mai pensato che …”
Lo interruppi di nuovo: “E io non ho pensato alle conseguenze. Mi dispiace”
Scosse il capo.“Dovrei essere io a chiedere scusa, non tu!” mi rimproverò con un sorriso. Mi strinsi nelle spalle. “Scusa” disse.  “Ho veramente superato il limite questa volta.”
“Ti voglio bene, fratellone”
“Ti voglio bene anch’io, scricciolo!”
Un sorriso e un abbraccio e tutto, finalmente,era tornato al posto giusto.
 
[Alex]
 
“Le mie congratulazioni” disse Mara occupando la sedia dove fino a pochi istanti prima sedeva il marito. “Toglimi una curiosità: cosa gli hai detto per riuscire a convincerlo? Io ci ho provato invano per mesi!”
“Hanno fatto tutto da soli” le risposi.
“Già” commentò guardandomi con una strana espressione. Dopo alcuni istanti di silenzio disse: “Mio fratello c’è rimasto male … L’hai mollato a Ibiza dopo appena un giorno!”
“Non credo abbia sentito la mia mancanza!” risposi restando sul vago.
Mauro ci aveva visto giusto, la convivenza forzata con Stefano mi aveva fatto capire che la sua unica colpa era quella di essersi innamorato di lei e io ero davvero l’ultima persona che potesse biasimarlo …  Michele mi aveva convinto a partire con lui per goderci quei pochi giorni di vacanza divertendoci tra Ibiza e Formentera: sole, mare, alcol e belle donne, la vacanza perfetta. Pensavo che così avrei risolto tutto, che quel vuoto,che sentivo dentro, si sarebbe riempito ma mi sbagliavo … La prima sera vedendo Michele che si divertiva mentre io non ci riuscivo, capii che non era quello che volevo, non lo era più; la mattina dopo presi il primo aereo per Londra. Sì, avete capito bene, mi mancava da morire! Sarebbe potuta essere ovunque, pensavo di cercarla al pub o al vecchio appartamento dove avrei trovato almeno Jay, invece, non so perché,  andai diretto a Trafalgar Square e lei era lì. Era seduta su un muretto, le cuffiette nelle orecchie, teneva gli occhi chiusi e il volto rivolto verso il sole: era persino più bella di quanto ricordassi. Stavo per avvicinarmi quando una vocina nella mia testa mi bloccò: non era giusto, suo fratello non le parlava, Michele non le parlava, non avrei fatto altro che incasinare ancora di più la situazione e ci saremmo fatti solo altro male …
“Cosa hai intenzione di fare?” chiese Mara riportandomi alla realtà, nella sua voce non c’era rimprovero anzi …
Non risposi e lessi un po’ di delusione nei suoi occhi. “Devo andare, me lo saluti tu Andrea?” le chiesi. Annuì.
Mi alzai e mi avviai all’uscita.
 
[Giada]
 
Quando Andrea sciolse l’abbraccio notai che Mara ci osservava sorridente, dietro di lei c’era Alex: era di spalle e se ne stava andando via. Sospirai e tornando a guardare mio fratello, sorrisi: ancora per un po’ sarebbe stato lui l’unico uomo della mia vita.
 
 
Ciao a tutti/e!
Anticipo qui i ringraziamenti per non “sporcare” l’ultimo capitolo!
Grazie di cuore per aver letto questa storia frutto della mia, a volte esagerata, fantasia!
Grazie a chi ha recensito e a chi, spero molti, lo farà ancora!
Mi auguro vi siate divertiti, leggendo questa storia scritta senza troppe pretese se non quella di giocare a fare la “scrittrice” dopo aver passato un bel po’  del mio tempo libero a divorare libri.
Non vi annoio oltre e ringraziando ognuno di voi, vi do appuntamento al prossimo e ultimo capitolo.
  
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