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Autore: Vavi22    03/12/2013    3 recensioni
Hilary una ragazza di 17 anni, frequenta il penultimo anno dell'istituto tecnico. una parola per descriverla? non basterebbe...è imprevedibile, distordinata, chiecchierona, distratta, permalosa, orgogliosa, piena di fobie...! fortunatamente con lei ci sono le sue due migliori amiche che l'appoggiano: Megan e Sophie.
poi c'è Aaron...lui è lui!
Il loro incontro non è stato il classico incontro delle fiabe. sin dalla prima volta che si sono incontrati o meglio scontrati lui non fa altro che prenderla in giro scherzosamente...lei cerca di evitarlo, ma è inutile anche perchè un giorno al ritorno da scuola scoprirà una bella sorpresa ad attenderla a casa.
Aaron e Hilary, così diversi..eppure così uguali.
si ritroveranno ad essre costressi a passare le giornate a stretto contatto.
e se Aaron non è il classico stronzo che crede Hilary? se Aaron si stesse nascondando solamente da un passato da dimenticare?
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Siamo semplicemente adolescenti…

…tutto qui!

<< Hilary…è tardi! >>

mmm…che succede? Allungo una mano al di fuori delle lenzuola affusolate e afferro il telefono…per guardare che ora sono…oh caspita sono le 7.15!

L’autobus…!
In meno di un secondo mi alzo dal mio amato letto…indosso la prima cosa che trovo nell’armadio, mi lavo e mi sistemo velocemente…come posso

<< Mamma vado…sono super in ritardo ciaooo! >>

<< Hylary…ma la colazio… >> non la lascio finire di parlare e mi richiudo la porta alle spalle, precipitandomi alla fermata.

Non ci posso credere la scuola è iniziata da appena un mese ed io ancora non mi sono abituata alla solita sveglia mattutina.

Arrivo giusto in tempo prima di perdere l’autobus.

<< scusa Fred…ho fatto tardi anche oggi! >>

<< oggi hai rischiato grosso signorinella…rischiavi di rimanere qua! >>

<< lo so… >>

Inizio a percorrere la navata del bus, notando che tutti i posti sono occupati…tranne gli ultimi due nell’ultima fila centrale.

Bene, non devo rimanere in piedi per venti lunghissimi minuti almeno!

Un secondo prima fisso il posto a sedere, dove intendo dirigermi, e il secondo dopo sto fissando per terra.

Che è successo?

Come ho fatto ad inciampare e finire stesa per terra?

Alzo la testa e la prima cosa che il mio sguardo incontra sono due occhi neri che ridono beffandosi di me…

Mi rialzo subito in piedi afferrando la cartella, peccato solo fosse aperta.

E peccato solo l’abbia presa al contrario…risultato?

Tutto il contenuto si è rovesciato per terra.

Mi piego nuovamente e raccolgo tutto in fretta…

<< oh Hilarity…scusa non l’ho fatto apposta! >>

Albert! Dovevo immaginarmelo…solo lui poteva farmi uno scherzo così idiota…siamo amici di infanzia. Siamo cresciuti insieme stuzzicandoci sempre in questo modo.

<< Albert…sei cretino o cosa? E poi…quante volte devo dirti che mi chiamo Hilary…non “Hilarity” ! >>

<< giusto, è vero. Ma preferisco continuare a chiamarti così…è più divertente! >> lascio perdere e mi siedo in uno dei due posti rimasti.

Il ragazzo dagli occhi più neri che io abbia mai visto continua a sghignazzare fra se e se…

Cerco di ignorarlo per un po’, ma la cosa mi infastidisce! Cavolo che cosa vuole?

<< hai finito di ridere? >> dico a denti stretti.

<< No! >>

Come? No? Che vuol dire no?
<< senti ma chi ti credi di essere…sei un grande maleducato! >>

<< Vedo che hai uscito gli artigli…miaaao >>

Miaoo? Mi ha presa in giro?

<< mi hai per caso scimmiottata? >>

<< a quanto pare >>

Tutti io me li trovo ogni volta..

<< e poi io non miagolo! >> gli urlo in faccia.

<< questo lo dici tu >>

Decido di infilarmi le cuffie e ignorarlo. Che arrogante…

Metto le cuffie a tutto volume per cercare di ignorarlo il più possibile, cercando di non sentire la sua vicinanza.

La voglia di girarmi e guardarlo è tanta, ma mi trattengo…

Continuo a pensare e ripensare “ Non ti voltare, non ti voltare…ignora il fatto che lui continua a fissarti…ignoralo, ignoralo…”
all’improvviso sento un peso sulla spalla sinistra…mi volto leggermente…e vedo il tizio del mio fastidio appoggiato sulla mia spalla con gli occhi chiusi!

<< ehi ti sposti! >> cerco di tirargli su la testa…come osa! << senti, spostati…sei pesante! >>

<< appunto quindi rimani ferma…anzi dammi una delle tue cuffie. >>la quale  me la sfila dall’orecchio e la mette lui.

<< ma che cosa vuoi? Te ne vai? >>

<<  voglio che tu la smetta di parlare per cinque minuti…sono stanco! >>

Preferisco lasciar scorrere…non vedo l’ora di arrivare a scuola!

Non appena il bus si ferma, lo spintono via…e corro il più velocemente possibile verso l’uscita…non prima di sentirmi urlare dietro…

<< Ehi miagolio vai piano o potresti nuovamente subire un atterraggio d’emergenza! >>

Nemmeno lo sconosco…ma già lo odio!

Non lo sopporto per niente!

Corro in classe il più infuriata possibile…ho un diavolo per capello oggi! E non la professoressa di italiano ha deciso di interrogare…davvero una bella giornata!

Entro in classe…e vedo le due salvezza della mia vita.

Megan e Sophie.

Non saprei davvero come fare senza loro due…ci siamo conosciute iniziando le superiori…ma dire che le considero come sorelle non è poco!

Sanno tutto di me…ogni mio pregio, difetto, vizi, paranoie…eh si, persino le mie fobie ( che fra l’altro loro sostengono che ne ho davvero troppe! )

 

<< Hilary…che ti è successo? >> mi sorride Megan, percependo la mia ira, nel mio sguardo.

<< no ragazze davvero, quello stronzo ha passato il limite >>

Vedo entrambe guardarsi curiose cercando di tradurre il significato della mia frase.

<< che ti è successo stavolta? >> sghignazza Sofia.

Così racconto tutto dettaglio per dettaglio, gesticolando ogni singola scena…senza tralasciarmi nulla dietro.

Attendo le loro risposte…le quali mi fissano sorprese.

Attendo…attendo…

<< ehm, ragazze? Ci siete? >>

Sophie da una leggera gomitata a Megan…e scoppiano nuovamente a ridere entrambe… << ahaha Hilary tutte tu le combini! Perché l’hai trattato così male? Ahaha povero ragazzo…non è che è nata una cotta qui? >> la prima a parlare è Sophie seguita da Megan

<< ahahah ma si infatti. Maria Megan non se ne può più con te >> e riprendono a ridere…ignorando di proposito la mia faccia sconvolta.

In questo momento mi sento come in uno di quei tanti manga giapponesi, in cui il protagonista rimane sconvolto…e la scena lo riprende da dietro circondato da un’aura scura con una piccola lacrima che cade dietro la sua testa. Segno di totale demoralizzazione.

Ecco così sono io in questo momento.

<< speravo nel vostro conforto! >>

Ci sediamo ognuno nei propri banchi. Megan e Sophie nei due banchi davanti al mio…ed io…bhe anche io ho una compagna di banco o meglio un “ essere” che respira. Poi non fa nient’altro.

Si chiama Ariel…peccato solo che in comune con la sirenetta abbia solo il nome. Ariel sirenetta è solare, divertente, piena di luce e colori…bhe lei no. È l’opposto sembra provenga dalle tenebre.

Quest’anno purtroppo è toccata a me.

Do un calcio nella sedia a Sophie. << ehi, ma come mai oggi siamo in pochissimi? >>

<< sarà perché c’è interrogazione di italiano >>

<< oh giusto. >>

Si, nella mia classe funziona così…ogni qualvolta la professoressa di Italiano decide di interrogare molti di noi non vengono…è davvero incredibile come in un istituto tecnico si abbia più paura di essere interrogati in una materia letteraria che in quelle che ci riguardano personalmente.

<< Ehm…Megan. Potresti spiegarmi questa differenza fra ciclo bretone e ciclo carolingio? >>

Sghignazzo fra me e me. Povera Megan, vanno tutti sempre da lei per gli ultimi chiarimenti…essendo una delle più brave della classe.

<< allora Sebastian, è semplice…ciclo bretone, basta che pensi alla Gran Bretagna, dove regnava Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda… >>

Entra l’insegnante in classe…quindi sono costretti a rimandare il “ripasso”.

Le prime due ore passano piuttosto velocemente nonostante io non abbia parlato nemmeno un po’…( aggiungo che io amo chiacchierare in qualsiasi momento! )

Durante la terza ora entra il nostro amatissimo Signor Giuca, è italiano…ed è incredibilmente divertente. Perché non riesce bene a parlare la nostra lingua, ha un accento tutto suo…

<< ragazzi, sabato prossimo ci sarà l’assemblea per eleggere i rappresentanti d’istituto, della consulta e di classe. E domani vi sarà un’assemblea di presentazione dei candidati, tutto chiaro? Segnatelo sul diario >>

Bene…questo è il mio anno. Essendo in una scuola maschile, ovvero Geometra, in una classe piena di maschi…e solo 4 ragazze, quest’anno voglio sia una di noi ragazze a rappresentare la classe!

<< ragazze quest’anno deve salire una di noi quattro! Non è possibile che salgano sempre i maschi! >>

<< sisi super d’accordo! Candidati tu! >> mi risponde Sophie.

<< siiiiiiii…daiii! Sei perfetta! >>

<< non so vedremo…mica per forza io…potete salire anche voi Megan, Sophie…o… >> mi costa dirlo, ma non posso fare altrimenti! << …Ariel! >>

<< no, che dici…tu sei perfetta per prendere decisioni! Hai un carattere decisivo! >> urla la presenza, al mio fianco.

Alt!

Un momento…ha parlato?

Non ci posso credere!

<< ahah ehm…ok allora! Per me andrebbe più che bene! >>

Bene…la giornata prosegue finché non arriva l’ora x!

Eh si, propria quell’ora in cui ti rendi conto che devi mettere in atto tutta la tua capacità sia fisica che mentale, per potercela fare.

Quell’ora che segna il susseguirsi delle altre.

Quell’ora che ti lascia senza aria.

Nel vero senza parola.

Quell’ora…l’ora di educazione fisica!

OK, molti diranno…ma che c’è di male? Anzi ti alleni, ti mantieni in forma.

Ma a tutti coloro che mi domanderebbero una cosa del genere, bhe risponderei semplicemente che non hanno il mio professore.

Si, perché essendo in una scuola maschile è convinto che può permettersi di fare un addestramento militare!

Non scherzo! Mai stata così seria.

Quindi io e le mie compagne di sventure/avventure…ci dirigiamo verso la palestra, insieme ai nostri compagni.

Come al solito in palestra fa freddissimo.

<< Fanciulli, bene siamo tutti? >>

<< sisi >> rispondiamo in coro

<< Ohh…John, perché non hai la tuta? >>

<< professore avevo la febbre fino a ieri…sono tornato oggi a scuola. >>

<< Si, anche io ho avuto la febbre. Nell’84. >> risponde prontamente il prof, con una delle sue solite battutine, le quali non possono far altro che suscitare una risata collettiva.

<< bene, >> dice inforcandosi gli occhiali da sole… << andiamo fuori. >>

Ed il problema sta proprio qui. Andare fuori, vuol dire fare tre giri in torno alla scuola…da premettere che la mia scuola è la più grande della mia città! Città più che altro tutta in collina! Quindi posso solo lasciar trapelare cosa voglia dire, correre sotto il sole…

<< bene ragazzi… >> urla il professore. Tutti ci prepariamo per iniziare a correre, stile maratona…<< iniziate >> e così iniziamo.

Inutile dire che i ragazzi iniziano a correre e non li vediamo più nemmeno all’orizzonte…come fanno ad essere così veloci?
Quindi io, Megan e Sophie corriamo secondo i nostri tempi…e finalmente finiamo i tre giri.

<< bene ragazzi, siete liberi adesso. >> ma invece di giocare a pallavolo, decidiamo di ripassare italiano…perché non è mai da sottovalutare un’interrogazione del genere.

<< bene ragazze potremmo anche farcela. Speriamo solo non se ne esca con una delle sue domande intraducibili da capire.. >> esclamo affranta.

<< ahah Dai Hilary…non ci pensare! >> risponde ridendo Megan.

Ritorniamo in classe nel più totale silenzio, sembra quasi stessimo andando al patibolo…quanto invece è solo un’interrogazione!

Ci sediamo ognuno ai propri banchi, rimanendo sempre in silenzio.

Guardo le mie tre compagne di classe…

…e ancora silenzio. Non parlano. Nulla tabù. Ognuna è immersa nelle proprie preoccupazioni…pure io lo farei volentieri, ma propria non riesco a rimanere in silenzio…io adoro parlare!

Quindi più che altro sto cercando di concentrarmi a rimanere zitta senza disturbarle…fin quando…

<< ragazze! Ma ci credete che la scuola è iniziata da un mese e ancora non vi ho raccontato bene, tutti i dettagli del mio ferragosto? >> esclamo non sopportando più quest’odiosa agonia silenziosa.

La prima a girarsi verso di me è Sophie. << potresti raccontarcelo dopo? Non che non interessi…solo…ecco devo ripassare, non so niente! Ieri non ho aperto libro.. >> ed è in questo momento che ogni volta che pronuncia la sua frase su di lei scenda un’aureola luminosa….

Quando dalla sua bocca esce questa piccola frase, alquanto insignificante per chi è all’esterno, ma piena di significato per me… “ieri non ho aperto libro”…

Sento di non sentirmi più sola in questo mondo.

Le sorrido, mi volto verso Megan che è intenta a parlottare da sola, ripassando la lezione…e vabbè ci sono ormai abituata.

Con la coda dell’occhio…guardo l’essere seduto accanto a me…e bhe…come era prevedibile si mangia le pellicine delle unghie!

CHE COSA ORRIBILMENTE ORRIBILE!

Non credo potrò mai abituarmi a vederla fare così…

Bleah!

È più forte di me, mi fa troppo senso.

Entra la professoressa in classe…e la nostra ultima ora inizia.

 

 

 

***

 

 

<< Ciao ragazze ci vediamo domani! >> esclama una pimpante Megan.

<< Ciao Megan, a domani! >> risponde un altrettante pimpante Sophie.

<< ciao… >> sussurro debolmente demoralizzata io.

Che dire, la professoressa ha fatto delle domande in generali, ed ovviamente si è concentrata su di me. Le prime domande le sapevo troppo bene, avevo studiato veramente tanto…solo che siccome io sono la più sfortunata dell’universo…mi ha fatto una domanda risalente ad un argomento di un anno prima, ed ovviamente non la ricordavo…

E mi sono beccata un “6- “ per una stupida di cavolissima domanda!

<< ahaha dai Hilary, non scoraggiarti… >>

<< la fai facile tu. >>

<< ahah lo so hai ragione. Dai su non pensarci, ci vediamo domani! >>

<< si, ciao Sophie. >>

Salutata la mia amica, indosso le mie cuffie ed alzo al massimo il volume della musica mentre aspetto l’autobus.

Guardo il cielo, amo questo periodo dell’anno…ci sono sempre tante nuvole bianca e il sole brilla in cielo. Si prospetto davvero una bella giornata.

“ Bloo Bloo “

Oh mi è arrivato un messaggino!

Abbasso lo sguardo per vedere chi mi ha scritto…oh è Megan! Non ci siamo salutate nemmeno un minuto fa…

“ Mi mancano le mie penne…chissà dove saranno finite non è vero? “

Le sue penne?

Oh…mamma mia..non ci credo. Non ditemi che le ho io!

Bhe si, ho anche questo difetto, non so come mai ma ogni volta nello zaino mi ritrovo sempre qualche oggetto che non mi appartiene. Non so davvero come faccio, nemmeno me ne accorgo. Quando conservo tutto nella cartella prendo tutto quello che mi capita sotto mano…e bhe, come si può dedurre molto spesso non prendo solo le mie cose.

Rispondo velocemente al messaggio e mentre sto per mettere via il telefono, sento cadermi qualcosa di bagnato e piccolo addosso.

Cos’è?

Mi guardo intorno…fantastico! Sta piovendo!

Meno male che fino a poco prima ero sicura che sarebbe stata una bella giornata!

Finalmente vedo l’autobus arrivare. Salgo velocemente dentro esso.

<< signorinella, sei tutta bagnata! >> mi rimprovera l’autista.

<< ottima intuizione >>. È colpa sua se sono bagnata! Perché deve arrivare sempre in ritardo?

Cammino lungo il corridoio e noto il ragazzo di stamattina, seduto nello stesso posto, il quale ovviamente non smette di ridere…o meglio di prendere in giro la sottoscritta. Decido di ignorarlo e mi siedo sul primo sedile libero che trovo.

Mi giro verso il finestrino, guardando come la pioggia stia aumentando…

Grandioso oggi non credo potrò uscire!

<<  detto sinceramente non ho mai incontrato una persona più sfortunata di te >> mi sento sghignazzare all’orecchio.

Mi volto per vedere chi è che mi disturba, fantastico il tizio di stamattina.

<< ti hanno mai detto che potresti essere fastidioso? >> rispondo e mi volto nuovamente verso il finestrino.

Sento uno spostamento d’aria, ma cerco di resistere alla tentazione di voltarmi per vedere se è andato via. Stringo forte le palpebre e mi concentro realmente nella mia impresa. Per una persona curiosa quanto me è davvero difficile non farlo.

<< si, da stamattina me lo sento ripetere spesso. >>

Mi volto di scatto, trovandomelo a due centimetri dal naso.

<< che cavolo fai? Ti allontani? >>

<< stavo cercando di sentire dal mio posto giù in fondo che cos’era quest’odore che sentivo…cercavo di capirne la provenienza. >>

<<  e cosa centra con me? >>

<< sei tu. >> risponde semplicemente.

<< io cosa? >>

<< sei tu, che lasci andare una scia di profumo. >>

Sento le guance andarmi in fiamme. << bene…ora che…che sei arrivato a capo della situazione…bhe puoi andare… >>

Fortunatamente l’autobus si ferma, ed è la mia fermata. Quindi lo spintono via ed esco di corsa dal bus.

Che tipo strano che è quello!

Davanti il portone di casa trovo mia mamma intenta a chiacchierare con un’altra donna mai vista prima.

Sorrido al solo vederla, è di famiglia. Ci chiacchierare all’infinito.

<< ciao mamma. >> la saluto.

<< oh Hilary, piccola mia. Ti sei bagnata tutta. Ti presento la nostra nuova inquilina. Con la sua famiglia si sono trasferiti nell’appartamento di fronte al nostro. >>

<< capito. Salve signora, sono Hilary. >>

<< puoi chiamarmi semplicemente Sandra. Sai anche io ho un figlio della tua età. E parlavo con tua mamma che andate pure nella stessa scuola chissà se lo conosci >>

<< come si chiama? >>

 << Aaron >>

<< mmm…no, non lo conosco. Forse è in un altro corso. >>

<< potrebbe essere >>

<< Hilary, aiutiamo Sandra a salire gli ultimi scatoli a casa sua, ti va? >>

No che non mi va…per tutto il rispetto della signora, che mi sta pure simpatica, ma a me secca! Sono tutta bagnata, sento freddo…e vorrei pranzare.

<< certo mamma >> le sorrido, ma lei capisce solo dal mio sguardo quanto la cosa non mi va giù.

Con mia mamma, ho questo tipo di rapporto…la considero più come un sorella. si, la mia sorella maggiore e dispettosa aggiungerei dire.

<< oh ma davvero Katy, non è il caso. Povera piccola è tutta bagnata, vorrà riposarsi. >>

Stavo per rispondere che ha ragione Sandra, ma mia mamma mi precede. << ma figurati, è il minimo che possiamo fare per aiutarti e poi a Hilary fa piacere. >>

Preferisco non rispondere e afferro uno scatolone che è poggiato a terra davanti il portone.

Che poi vorrei sapere da mia mamma quando avrei detto che mi fa piacere.

Prendo l’ascensore e salgo al quinto piano. Con un po’ di fatica riesco ad aprire le porte ed a trascinarmi dietro lo scatolone. Fortunatamente la porta dell’appartamento è aperto.

Lo poggio a terra vicino agli altri, presumo in quello che sia un salone.

Non sapevo che i due appartamenti per ogni piano fossero tagliati diversamente. Studio al Geometra, quindi questo è il mio campo…comincio a curiosarmi intorno…quest’appartamento è più bello del mio. Mi piace come sono predisposte le camere.

<< Tohò…chi rivedo qua! >>

Sussulto spaventata, sono stata scoperta a ficcanasare in una casa che non è la mia! In fin dei conti non è colpa mia, mi è stato chiesto di dare una mano…

Un attimo!

“Chi rivedo qua?” Quindi mi conosce?

Un attimo ancora!

Io…io conosco quell’orribile e fastidiosa voce!

Mi volto, e noto con orrore che non mi sbaglio. Ho ragione.

<< COSA CAVOLO CI FAI TU QUA? >>

È lui! Non ci credo…l’antipatico bell’autobus!

<< ehm…ci abito? >> mi risponde beffandosi di me.

 

 

 

 

Note finali:

 

Eccomi qui con una nuova storia? Che ve ne pare?

È completamente diversa dal genere su cui mi sono indirizzata fin ora…spero sia di vostro gradimento…e che l’appreziate tanto come l’altra storia che sto finendo di scrivere “Ce la faremo insieme” !

Mmm…ecco qui il primo capitolo. Più che altro in questo si inquadrano i personaggi…le quattro compagne di classe, Hilary ( la distrattona piena di difetti del gruppo ), Sophie ( divertente, saggia…e decisamente imprevedibile!), Megan ( la studiosa, la romanticona e super dolcissima! ) e per finire lei…Arile, colei che viene definita l’essere vivente!

E per finire vi è la presentazione di un primo ragazzo. Aaron…bhe lui, è lui. Lo scoprirete solamente continuando a leggere…

Che altro posso aggiungere?

Ah si…

Questa mia nuova storia è tratta da una storia vera, la mia storia.

Io rappresento Hilary!

Vi dico solamente questo lascio a voi capire cosa è vero o semplicemente frutto della mia invenzione.

                                                                                               

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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