Siamo
semplicemente
adolescenti…
…tutto
qui!
<<
Hilary…è tardi! >>
mmm…che
succede? Allungo una mano al di fuori delle lenzuola affusolate e
afferro il
telefono…per guardare che ora sono…oh caspita
sono le 7.15!
L’autobus…!
In meno di un secondo mi alzo dal mio amato letto…indosso la
prima cosa che trovo
nell’armadio, mi lavo e mi sistemo
velocemente…come posso
<<
Mamma vado…sono super in ritardo ciaooo! >>
<<
Hylary…ma la colazio… >> non la
lascio finire di parlare e mi richiudo la
porta alle spalle, precipitandomi alla fermata.
Non
ci posso credere la scuola è iniziata da appena un mese ed
io ancora non mi
sono abituata alla solita sveglia mattutina.
Arrivo
giusto in tempo prima di perdere l’autobus.
<<
scusa Fred…ho fatto tardi anche oggi! >>
<<
oggi hai rischiato grosso signorinella…rischiavi di rimanere
qua! >>
<<
lo so… >>
Inizio
a percorrere la navata del bus, notando che tutti i posti sono
occupati…tranne
gli ultimi due nell’ultima fila centrale.
Bene,
non devo rimanere in piedi per venti lunghissimi minuti almeno!
Un
secondo prima fisso il posto a sedere, dove intendo dirigermi, e il
secondo
dopo sto fissando per terra.
Che
è successo?
Come
ho fatto ad inciampare e finire stesa per terra?
Alzo
la testa e la prima cosa che il mio sguardo incontra sono due occhi
neri che
ridono beffandosi di me…
Mi
rialzo subito in piedi afferrando la cartella, peccato solo fosse
aperta.
E
peccato solo l’abbia presa al contrario…risultato?
Tutto
il contenuto si è rovesciato per terra.
Mi
piego nuovamente e raccolgo tutto in fretta…
<<
oh Hilarity…scusa non l’ho fatto apposta!
>>
Albert!
Dovevo immaginarmelo…solo lui poteva farmi uno scherzo
così idiota…siamo amici
di infanzia. Siamo cresciuti insieme stuzzicandoci sempre in questo
modo.
<<
Albert…sei cretino o cosa? E poi…quante volte
devo dirti che mi chiamo Hilary…non
“Hilarity” ! >>
<<
giusto, è vero. Ma preferisco continuare a chiamarti
così…è più divertente!
>> lascio perdere e mi siedo in uno dei due posti rimasti.
Il
ragazzo dagli occhi più neri che io abbia mai visto continua
a sghignazzare fra
se e se…
Cerco
di ignorarlo per un po’, ma la cosa mi infastidisce! Cavolo
che cosa vuole?
<<
hai finito di ridere? >> dico a denti stretti.
<<
No! >>
Come?
No? Che vuol dire no?
<< senti ma chi ti credi di essere…sei un
grande maleducato! >>
<<
Vedo che hai uscito gli artigli…miaaao >>
Miaoo?
Mi ha presa in giro?
<<
mi hai per caso scimmiottata? >>
<<
a quanto pare >>
Tutti
io me li trovo ogni volta..
<<
e poi io non miagolo! >> gli urlo in faccia.
<<
questo lo dici tu >>
Decido
di infilarmi le cuffie e ignorarlo. Che arrogante…
Metto
le cuffie a tutto volume per cercare di ignorarlo il più
possibile, cercando di
non sentire la sua vicinanza.
La
voglia di girarmi e guardarlo è tanta, ma mi
trattengo…
Continuo
a pensare e ripensare “ Non ti voltare, non ti
voltare…ignora il fatto che lui
continua a fissarti…ignoralo, ignoralo…”
all’improvviso sento un peso sulla spalla
sinistra…mi volto leggermente…e vedo
il tizio del mio fastidio appoggiato sulla mia spalla con gli occhi
chiusi!
<<
ehi ti sposti! >> cerco di tirargli su la
testa…come osa! << senti,
spostati…sei pesante! >>
<<
appunto quindi rimani ferma…anzi dammi una delle tue cuffie.
>>la
quale me la sfila
dall’orecchio e la
mette lui.
<<
ma che cosa vuoi? Te ne vai? >>
<< voglio che tu la smetta di
parlare per cinque
minuti…sono stanco! >>
Preferisco
lasciar scorrere…non vedo l’ora di arrivare a
scuola!
Non
appena il bus si ferma, lo spintono via…e corro il
più velocemente possibile
verso l’uscita…non prima di sentirmi urlare
dietro…
<<
Ehi miagolio vai piano o potresti nuovamente subire un atterraggio
d’emergenza!
>>
Nemmeno
lo sconosco…ma già lo odio!
Non
lo sopporto per niente!
Corro
in classe il più infuriata possibile…ho un
diavolo per capello oggi! E non la
professoressa di italiano ha deciso di interrogare…davvero
una bella giornata!
Entro
in classe…e vedo le due salvezza della mia vita.
Megan
e Sophie.
Non
saprei davvero come fare senza loro due…ci siamo conosciute
iniziando le
superiori…ma dire che le considero come sorelle non
è poco!
Sanno
tutto di me…ogni mio pregio, difetto, vizi,
paranoie…eh si, persino le mie
fobie ( che fra l’altro loro sostengono che ne ho davvero
troppe! )
<<
Hilary…che ti è successo? >> mi
sorride Megan, percependo la mia ira, nel
mio sguardo.
<<
no ragazze davvero, quello stronzo ha passato il limite >>
Vedo
entrambe guardarsi curiose cercando di tradurre il significato della
mia frase.
<<
che ti è successo stavolta? >> sghignazza
Sofia.
Così
racconto tutto dettaglio per dettaglio, gesticolando ogni singola
scena…senza
tralasciarmi nulla dietro.
Attendo
le loro risposte…le quali mi fissano sorprese.
Attendo…attendo…
<<
ehm, ragazze? Ci siete? >>
Sophie
da una leggera gomitata a Megan…e scoppiano nuovamente a
ridere entrambe…
<< ahaha Hilary tutte tu le combini! Perché
l’hai trattato così male?
Ahaha povero ragazzo…non è che è nata
una cotta qui? >> la prima a
parlare è Sophie seguita da Megan
<<
ahahah ma si infatti. Maria Megan non se ne può
più con te >> e
riprendono a ridere…ignorando di proposito la mia faccia
sconvolta.
In
questo momento mi sento come in uno di quei tanti manga giapponesi, in
cui il
protagonista rimane sconvolto…e la scena lo riprende da
dietro circondato da
un’aura scura con una piccola lacrima che cade dietro la sua
testa. Segno di
totale demoralizzazione.
Ecco
così sono io in questo momento.
<<
speravo nel vostro conforto! >>
Ci
sediamo ognuno nei propri banchi. Megan e Sophie nei due banchi davanti
al
mio…ed io…bhe anche io ho una compagna di banco o
meglio un “ essere” che
respira. Poi non fa nient’altro.
Si
chiama Ariel…peccato solo che in comune con la sirenetta
abbia solo il nome.
Ariel sirenetta è solare, divertente, piena di luce e
colori…bhe lei no. È
l’opposto sembra provenga dalle tenebre.
Quest’anno
purtroppo è toccata a me.
Do
un calcio nella sedia a Sophie. << ehi, ma come mai oggi
siamo in
pochissimi? >>
<<
sarà perché c’è
interrogazione di italiano >>
<<
oh giusto. >>
Si,
nella mia classe funziona così…ogni qualvolta la
professoressa di Italiano
decide di interrogare molti di noi non vengono…è
davvero incredibile come in un
istituto tecnico si abbia più paura di essere interrogati in
una materia
letteraria che in quelle che ci riguardano personalmente.
<<
Ehm…Megan. Potresti spiegarmi questa differenza fra ciclo
bretone e ciclo
carolingio? >>
Sghignazzo
fra me e me. Povera Megan, vanno tutti sempre da lei per gli ultimi
chiarimenti…essendo una delle più brave della
classe.
<<
allora Sebastian, è semplice…ciclo bretone, basta
che pensi alla Gran Bretagna,
dove regnava Re Artù e i cavalieri della tavola
rotonda… >>
Entra
l’insegnante in classe…quindi sono costretti a
rimandare il “ripasso”.
Le
prime due ore passano piuttosto velocemente nonostante io non abbia
parlato
nemmeno un po’…( aggiungo che io amo chiacchierare
in qualsiasi momento! )
Durante
la terza ora entra il nostro amatissimo Signor Giuca, è
italiano…ed è
incredibilmente divertente. Perché non riesce bene a parlare
la nostra lingua,
ha un accento tutto suo…
<<
ragazzi, sabato prossimo ci sarà l’assemblea per
eleggere i rappresentanti
d’istituto, della consulta e di classe. E domani vi
sarà un’assemblea di
presentazione dei candidati, tutto chiaro? Segnatelo sul diario
>>
Bene…questo
è il mio anno. Essendo in una scuola maschile, ovvero
Geometra, in una classe
piena di maschi…e solo 4 ragazze, quest’anno
voglio sia una di noi ragazze a
rappresentare la classe!
<<
ragazze quest’anno deve salire una di noi quattro! Non
è possibile che salgano
sempre i maschi! >>
<<
sisi super d’accordo! Candidati tu! >> mi
risponde Sophie.
<<
siiiiiiii…daiii! Sei perfetta! >>
<<
non so vedremo…mica per forza io…potete salire
anche voi Megan, Sophie…o…
>> mi costa dirlo, ma non posso fare altrimenti!
<< …Ariel!
>>
<<
no, che dici…tu sei perfetta per prendere decisioni! Hai un
carattere decisivo!
>> urla la presenza, al mio fianco.
Alt!
Un
momento…ha parlato?
Non
ci posso credere!
<<
ahah ehm…ok allora! Per me andrebbe più che bene!
>>
Bene…la
giornata prosegue finché non arriva l’ora x!
Eh
si, propria quell’ora in cui ti rendi conto che devi mettere
in atto tutta la
tua capacità sia fisica che mentale, per potercela fare.
Quell’ora
che segna il susseguirsi delle altre.
Quell’ora
che ti lascia senza aria.
Nel
vero senza parola.
Quell’ora…l’ora
di educazione fisica!
OK,
molti diranno…ma che c’è di male? Anzi
ti alleni, ti mantieni in forma.
Ma
a tutti coloro che mi domanderebbero una cosa del genere, bhe
risponderei
semplicemente che non hanno il mio professore.
Si,
perché essendo in una scuola maschile è convinto
che può permettersi di fare un
addestramento militare!
Non
scherzo! Mai stata così seria.
Quindi
io e le mie compagne di sventure/avventure…ci dirigiamo
verso la palestra,
insieme ai nostri compagni.
Come
al solito in palestra fa freddissimo.
<<
Fanciulli, bene siamo tutti? >>
<<
sisi >> rispondiamo in coro
<<
Ohh…John, perché non hai la tuta? >>
<<
professore avevo la febbre fino a ieri…sono tornato oggi a
scuola. >>
<<
Si, anche io ho avuto la febbre. Nell’84. >>
risponde prontamente il
prof, con una delle sue solite battutine, le quali non possono far
altro che
suscitare una risata collettiva.
<<
bene, >> dice inforcandosi gli occhiali da
sole… << andiamo fuori.
>>
Ed
il problema sta proprio qui. Andare fuori, vuol dire fare tre giri in
torno
alla scuola…da premettere che la mia scuola è la
più grande della mia città!
Città più che altro tutta in collina! Quindi
posso solo lasciar trapelare cosa
voglia dire, correre sotto il sole…
<<
bene ragazzi… >> urla il professore. Tutti ci
prepariamo per iniziare a
correre, stile maratona…<< iniziate
>> e così iniziamo.
Inutile
dire che i ragazzi iniziano a correre e non li vediamo più
nemmeno
all’orizzonte…come fanno ad essere così
veloci?
Quindi io, Megan e Sophie corriamo secondo i nostri tempi…e
finalmente finiamo
i tre giri.
<<
bene ragazzi, siete liberi adesso. >> ma invece di
giocare a pallavolo,
decidiamo di ripassare italiano…perché non
è mai da sottovalutare
un’interrogazione del genere.
<<
bene ragazze potremmo anche farcela. Speriamo solo non se ne esca con
una delle
sue domande intraducibili da capire.. >> esclamo affranta.
<<
ahah Dai Hilary…non ci pensare! >> risponde
ridendo Megan.
Ritorniamo
in classe nel più totale silenzio, sembra quasi stessimo
andando al patibolo…quanto
invece è solo un’interrogazione!
Ci
sediamo ognuno ai propri banchi, rimanendo sempre in silenzio.
Guardo
le mie tre compagne di classe…
…e
ancora silenzio. Non parlano. Nulla tabù. Ognuna
è immersa nelle proprie
preoccupazioni…pure io lo farei volentieri, ma propria non
riesco a rimanere in
silenzio…io adoro parlare!
Quindi
più che altro sto cercando di concentrarmi a rimanere zitta
senza disturbarle…fin
quando…
<<
ragazze! Ma ci credete che la scuola è iniziata da un mese e
ancora non vi ho
raccontato bene, tutti i dettagli del mio ferragosto? >>
esclamo non
sopportando più quest’odiosa agonia silenziosa.
La
prima a girarsi verso di me è Sophie. <<
potresti raccontarcelo dopo? Non
che non interessi…solo…ecco devo ripassare, non
so niente! Ieri non ho aperto
libro.. >> ed è in questo momento che ogni
volta che pronuncia la sua
frase su di lei scenda un’aureola luminosa….
Quando
dalla sua bocca esce questa piccola frase, alquanto insignificante per
chi è
all’esterno, ma piena di significato per me…
“ieri non ho aperto libro”…
Sento
di non sentirmi più sola in questo mondo.
Le
sorrido, mi volto verso Megan che è intenta a parlottare da
sola, ripassando la
lezione…e vabbè ci sono ormai abituata.
Con
la coda dell’occhio…guardo l’essere
seduto accanto a me…e bhe…come era
prevedibile si mangia le pellicine delle unghie!
CHE
COSA ORRIBILMENTE ORRIBILE!
Non
credo potrò mai abituarmi a vederla fare
così…
Bleah!
È
più forte di me, mi fa troppo senso.
Entra
la professoressa in classe…e la nostra ultima ora inizia.
***
<<
Ciao ragazze ci vediamo domani! >> esclama una pimpante
Megan.
<<
Ciao
Megan, a domani! >> risponde un altrettante pimpante
Sophie.
<<
ciao…
>> sussurro debolmente demoralizzata io.
Che
dire, la
professoressa ha fatto delle domande in generali, ed ovviamente si
è
concentrata su di me. Le prime domande le sapevo troppo bene, avevo
studiato
veramente tanto…solo che siccome io sono la più
sfortunata dell’universo…mi ha
fatto una domanda risalente ad un argomento di un anno prima, ed
ovviamente non
la ricordavo…
E
mi sono beccata
un “6- “ per una stupida di cavolissima domanda!
<<
ahaha dai
Hilary, non scoraggiarti… >>
<<
la fai
facile tu. >>
<<
ahah lo so
hai ragione. Dai su non pensarci, ci vediamo domani! >>
<<
si, ciao
Sophie. >>
Salutata
la mia
amica, indosso le mie cuffie ed alzo al massimo il volume della musica
mentre
aspetto l’autobus.
Guardo
il cielo,
amo questo periodo dell’anno…ci sono sempre tante
nuvole bianca e il sole
brilla in cielo. Si prospetto davvero una bella giornata.
“
Bloo Bloo “
Oh
mi è arrivato un
messaggino!
Abbasso
lo sguardo
per vedere chi mi ha scritto…oh è Megan! Non ci
siamo salutate nemmeno un
minuto fa…
“
Mi mancano le mie penne…chissà dove saranno
finite
non è vero? “
Le
sue penne?
Oh…mamma
mia..non
ci credo. Non ditemi che le ho io!
Bhe
si, ho anche
questo difetto, non so come mai ma ogni volta nello zaino mi ritrovo
sempre
qualche oggetto che non mi appartiene. Non so davvero come faccio,
nemmeno me
ne accorgo. Quando conservo tutto nella cartella prendo tutto quello
che mi
capita sotto mano…e bhe, come si può dedurre
molto spesso non prendo solo le
mie cose.
Rispondo
velocemente al messaggio e mentre sto per mettere via il telefono,
sento
cadermi qualcosa di bagnato e piccolo addosso.
Cos’è?
Mi
guardo intorno…fantastico!
Sta piovendo!
Meno
male che fino
a poco prima ero sicura che sarebbe stata una bella giornata!
Finalmente
vedo l’autobus
arrivare. Salgo velocemente dentro esso.
<<
signorinella,
sei tutta bagnata! >> mi rimprovera l’autista.
<<
ottima intuizione
>>. È colpa sua se sono bagnata!
Perché deve arrivare sempre in ritardo?
Cammino
lungo il
corridoio e noto il ragazzo di stamattina, seduto nello stesso posto,
il quale
ovviamente non smette di ridere…o meglio di prendere in giro
la sottoscritta. Decido
di ignorarlo e mi siedo sul primo sedile libero che trovo.
Mi
giro verso il
finestrino, guardando come la pioggia stia aumentando…
Grandioso
oggi non
credo potrò uscire!
<<
detto sinceramente
non ho mai incontrato una
persona più sfortunata di te >> mi sento
sghignazzare all’orecchio.
Mi
volto per vedere
chi è che mi disturba, fantastico il tizio di stamattina.
<<
ti hanno
mai detto che potresti essere fastidioso? >> rispondo e
mi volto
nuovamente verso il finestrino.
Sento
uno
spostamento d’aria, ma cerco di resistere alla tentazione di
voltarmi per
vedere se è andato via. Stringo forte le palpebre e mi
concentro realmente
nella mia impresa. Per una persona curiosa quanto me è
davvero difficile non
farlo.
<<
si, da
stamattina me lo sento ripetere spesso. >>
Mi
volto di scatto,
trovandomelo a due centimetri dal naso.
<<
che cavolo
fai? Ti allontani? >>
<<
stavo
cercando di sentire dal mio posto giù in fondo che
cos’era quest’odore che
sentivo…cercavo di capirne la provenienza. >>
<< e cosa centra con me?
>>
<<
sei tu.
>> risponde semplicemente.
<<
io cosa?
>>
<<
sei tu,
che lasci andare una scia di profumo. >>
Sento
le guance
andarmi in fiamme. << bene…ora
che…che sei arrivato a capo della
situazione…bhe puoi andare… >>
Fortunatamente
l’autobus
si ferma, ed è la mia fermata. Quindi lo spintono via ed
esco di corsa dal bus.
Che
tipo strano che
è quello!
Davanti
il portone
di casa trovo mia mamma intenta a chiacchierare con un’altra
donna mai vista
prima.
Sorrido
al solo vederla,
è di famiglia. Ci chiacchierare all’infinito.
<<
ciao
mamma. >> la saluto.
<<
oh Hilary,
piccola mia. Ti sei bagnata tutta. Ti presento la nostra nuova
inquilina. Con la
sua famiglia si sono trasferiti nell’appartamento di fronte
al nostro. >>
<<
capito. Salve
signora, sono Hilary. >>
<<
puoi chiamarmi
semplicemente Sandra. Sai anche io ho un figlio della tua
età. E parlavo con
tua mamma che andate pure nella stessa scuola chissà se lo
conosci >>
<<
come si
chiama? >>
<< Aaron
>>
<<
mmm…no,
non lo conosco. Forse è in un altro corso. >>
<<
potrebbe
essere >>
<<
Hilary,
aiutiamo Sandra a salire gli ultimi scatoli a casa sua, ti va?
>>
No
che non mi va…per
tutto il rispetto della signora, che mi sta pure simpatica, ma a me
secca! Sono
tutta bagnata, sento freddo…e vorrei pranzare.
<<
certo
mamma >> le sorrido, ma lei capisce solo dal mio sguardo
quanto la cosa
non mi va giù.
Con
mia mamma, ho
questo tipo di rapporto…la considero più come un
sorella. si, la mia sorella
maggiore e dispettosa aggiungerei dire.
<<
oh ma
davvero Katy, non è il caso. Povera piccola è
tutta bagnata, vorrà riposarsi.
>>
Stavo
per
rispondere che ha ragione Sandra, ma mia mamma mi precede.
<< ma
figurati, è il minimo che possiamo fare per aiutarti e poi a
Hilary fa piacere.
>>
Preferisco
non
rispondere e afferro uno scatolone che è poggiato a terra
davanti il portone.
Che
poi vorrei
sapere da mia mamma quando avrei detto che mi fa piacere.
Prendo
l’ascensore
e salgo al quinto piano. Con un po’ di fatica riesco ad
aprire le porte ed a
trascinarmi dietro lo scatolone. Fortunatamente la porta
dell’appartamento è
aperto.
Lo
poggio a terra
vicino agli altri, presumo in quello che sia un salone.
Non
sapevo che i
due appartamenti per ogni piano fossero tagliati diversamente. Studio
al
Geometra, quindi questo è il mio campo…comincio a
curiosarmi intorno…quest’appartamento
è più bello del mio. Mi piace come sono
predisposte le camere.
<<
Tohò…chi
rivedo qua! >>
Sussulto
spaventata, sono stata scoperta a ficcanasare in una casa che non
è la mia! In fin
dei conti non è colpa mia, mi è stato chiesto di
dare una mano…
Un
attimo!
“Chi
rivedo qua?”
Quindi mi conosce?
Un
attimo ancora!
Io…io
conosco quell’orribile
e fastidiosa voce!
Mi
volto, e noto
con orrore che non mi sbaglio. Ho ragione.
<<
COSA
CAVOLO CI FAI TU QUA? >>
È
lui! Non ci credo…l’antipatico
bell’autobus!
<<
ehm…ci
abito? >> mi risponde beffandosi di me.
Note
finali:
Eccomi
qui con una nuova storia? Che ve ne pare?
È
completamente diversa dal genere su cui mi sono
indirizzata fin ora…spero sia di vostro
gradimento…e che l’appreziate tanto
come l’altra storia che sto finendo di scrivere “Ce
la faremo insieme” !
Mmm…ecco
qui il primo capitolo. Più che altro in questo
si inquadrano i personaggi…le quattro compagne di classe,
Hilary ( la
distrattona piena di difetti del gruppo ), Sophie ( divertente,
saggia…e
decisamente imprevedibile!), Megan ( la studiosa, la romanticona e
super
dolcissima! ) e per finire lei…Arile, colei che viene
definita l’essere
vivente!
E
per finire vi è la presentazione di un primo ragazzo.
Aaron…bhe lui, è lui. Lo scoprirete solamente
continuando a leggere…
Che
altro posso aggiungere?
Ah
si…
Questa
mia nuova storia è tratta da una storia vera, la
mia storia.
Io
rappresento Hilary!
Vi dico solamente questo lascio a voi capire cosa è vero o semplicemente frutto della mia invenzione.