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Autore: Piccina91    03/12/2013    1 recensioni
Un cuore è destinato a legarsi con un altro cuore. Un'anima è destinata a legarsi con un'altra anima.
Nella vita tutti sogniamo un amore unico, che ci consuma, che ci fa piangere, che ci fa ridere, che ci fa VIVERE.
La vita di Elena verrà sconvolta dall'entrata in scena di Roberto, un ragazzo che a tutto pensa tranne che all'amore.
Il cuore della nostra protagonista è ferito dagli ultimi avvenimenti, riuscirà lui a guarirlo o lo calpesterà definitivamente?
Dal testo: Due persone che camminano ognuno per la propria strada che, a volte, si fermano insieme ad un punto. Ma la fermata non può durare per sempre, solo per qualche minuto. Poi ripartiamo verso due direzioni diverse senza sapere quale sarà la prossima volta in cui ci fermeremo insieme.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Mi guardai allo specchio per l’ennesima volta. In quelle poche occasioni in cui ero andata in discoteca avevo indossato dei jeans stretti e un top ma stavolta avevo deciso di indossare un vestito. L’avevo trovato in fondo all’armadio e non mi era sembrato strano il fatto di vedere ancora il cartellino attaccato. Era rosa confetto, senza spalline e con delle perline sull’orlo. Avevo abbinato delle decolté nere e una pochette dello stesso colore. Avevo truccato leggermente il viso e avevo indossato il solito braccialetto. Non ero molto convinta però di uscire di casa in quel modo. Era da tempo che non indossavo un vestito e precisamente da quando Edoardo mi aveva lasciato. Non ero sicura che quello che provavo per lui fosse amore, ma mi aveva ferito. Federica mi era stata vicina, offrendomi la sua spalla su cui piangere. Si sentiva in colpa, in quanto si era appena fidanzata con Alessio e non aveva il coraggio di dirmelo in un momento del genere. L’avevo scoperto per puro caso leggendo un messaggio sul suo cellulare e avevamo litigato. Ma dopo cinque minuti avevamo già fatto pace. Il nostro rapporto era speciale, io sapevo che lei c’era per me e lei sapeva che io c’ero per lei. Qualsiasi cosa fosse accaduta, noi non ci saremmo mai perse. La vibrazione del mio telefono mi fece saltare in aria. Mi diressi verso il comodino e lessi il messaggio. Parli del diavolo..

 

<  Stiamo aspettando solo te, scendi  >

 

Respirai profondamente e scesi rapidamente le scale. Stavo per mettere piede fuori casa quando mia sorella Lily mi rivolse una frase non proprio piacevole.

 

<<  Ma dove vai conciata in quel modo? Sembri una troia  >> mi disse dal divano

 

<<  Ma stai zitta tu, che esci praticamente in mutande. Addio,stronza  >>

 

Le feci “ ciao, ciao” con la manina e chiusi la porta alle mie spalle. Alla fine del vialetto intravidi la macchina di Alessio e mi diressi verso di loro,traballando giusto un po’. Accanto ad Alessio, vi era seduta Federica che scese a salutarmi. Dal suo largo sorriso capii che le piaceva il mio abbigliamento.

 

<<  Ma sei bellissima! Finalmente hai tolto quei pantaloni!  >> esclamò

 

Anche lei indossava un vestito ma era molto più appariscente del mio. Era di colore nero e lasciava la schiena scoperta. Aprii lo sportello e mi sedetti sul sedile posteriore e solo allora mi accorsi che in macchina con loro c’era anche Davide. Fissò ogni mio centimetro di pelle scoperta e sorrise.

 

<<  Sono contento che sei venuta  >> disse spavaldo

 

<<  Grazie  >> risposi arrossendo

 

<<  Tu devi essere la sorella gemella di Elena, quella sexy  >> scherzò Alessio facendo ridere tutti

 

Dopo pochi minuti eravamo già dentro al locale. Il Paradise era un locale alla moda, con al centro un’immensa pista da ballo e ai lati c’erano dei divanetti con piccoli tavoli privati. Davide aveva prenotato proprio vicino al bancone del bar, così da poter fare rifornimento più velocemente. Mi accomodai sul divano e mi accorsi che Alessio e Federica erano già andati a ballare. Davide, invece, era in fila per prendere qualcosa da bere. Vidi arrivare Katia ed Emanuele e gli feci cenno di avvicinarsi.

 

<<  Elena, ma sei uno schianto!  >> affermò Katia sbalordita

 

<<  Grazie, anche tu  >> risposi imbarazzata

 

Emanuele si posizionò in mezzo a noi due e ci circondò con le sue braccia.

 

<<  Siete favolose ragazze. Su, andiamo a ballare  >> disse poi sorridendo

 

Mi sentivo un po’ il terzo incomodo tra le due coppie mentre mi scatenavo sulla pista. Cercai di non pensarci perché quella sera volevo solo divertirmi dopo tanto tempo. Poi ad un tratto sentii delle mani sui miei fianchi. Mi girai , pronta a schiaffeggiare lo sconosciuto, ma mi scontrai con gli occhi verdi di Davide. Mi irrigidii all’istante, senza sapere cosa fare o cosa dire. Mi circondò la vita con le braccia e mi attirò verso di sé muovendosi a tempo con la musica. Ma da quando tutta questa confidenza? O era già ubriaco oppure il vestito aveva svegliato i suoi ormoni. Mi allontanai di qualche centimetro e iniziai a ballare con lui. L’occhio lucido mi dava conferma del fatto che avesse bevuto. Quando la canzone si fermò, prima che iniziasse l’altra, fuggii dalle grinfie di Davide e mi rifugiai al bar, più imbarazzata che mai. Odiavo l’alcool e tutti i vari miscugli tra liquori e quindi ordinai una coca. Mentre stavo sorseggiando la mia bibita , un ragazzo prese posto accanto a me.

 

<<  Ciao  >> disse semplicemente sorridendomi

 

Lo scrutai da capo a piedi. Il ragazzo era messo davvero bene ma ero convinta che gli incontri in discoteca non finissero mai bene. Convinzione accentuata dai servizi al telegiornale, sempre più popolati da racconti di donne violentate dopo una serata in discoteca. Non che si dovesse fare di tutta l’erba un fascio, ma prevenire è meglio che curare. Mi sistemai meglio sullo sgabello e gli risposi.

 

<<  Non mi interessa  >>

 

<<  Cosa non ti interessa? Non ti ho chiesto niente!  >> ribatté sorpreso

 

<<  So già perché sei venuto qui  >>

 

<<  Volevo solo conoscerti  >>

 

<<  E ti ripeto, non mi interessa  >>

 

Il suo sorriso svanì e la sua espressione divenne sempre più dura. Dal suo viso deducevo che fosse più grande di me di qualche anno e , vista la sua vasta esperienza, non accettava un no come risposta.

 

<<  Se vuoi scusarmi, ciao!  >> dissi alzandomi dallo sgabello

 

Con la mano mi bloccò il polso e mi portò di nuovo di fronte a lui. Feci per dargli un ceffone ma mi bloccò anche l’altro braccio. Cominciai ad avere paura e ad avere la sensazione che quel ragazzo non si sarebbe fermato solo a questo. Sorrise malefico di fronte al mio sguardo di terrore.

 

<<  Lasciami immediatamente  >> esclamai infuriata

 

<<  Altrimenti? Mandi il tuo paparino a riempirmi di botte?  >>

 

Mi sentii morire, come se una lama avesse trafitto il mio cuore. Gli occhi iniziarono a pungermi  e, prima che me ne rendessi conto, stavo già riempiendo di pugni il suo petto.

 

<<  Ti ho detto di lasciarmi  >> gridai

 

Nessuno si voltò nella nostra direzione, semplicemente perché nessuno ci aveva sentiti a causa della musica assordante. Poi quella voce, così ferma e decisa a tal punto da spaventarmi.

 

<<  Toglile le mani di dosso, adesso  >>

 

Il ragazzo sconosciuto mi lasciò andare all’istante e io mi voltai indietro per accertarmi di aver riconosciuto bene quella voce. Con gli occhi pieni di lacrime, lo fissai negli occhi e, non riuscendo a sostenere il suo sguardo, cominciai a correre in direzione dell’uscita.  Appena misi piede fuori, una leggera brezza mi scompigliò i capelli e raggelò il mio viso inumidito. Vidi una panchina in lontananza e mi ci sedetti sopra. Io e Roberto non ci eravamo mai rivolti la parola direttamente, eppure mi aveva aiutato. Mi aveva salvato da quello stronzo per eccellenza che si era permesso di nominare il mio defunto padre. Piansi sempre più forte fino a quando non vidi una figura maschile avvicinarsi. Così mi asciugai le lacrime.

 

<<  Tranquilla, sono io  >> si annunciò

 

Roberto si avvicinò con calma e si sedette al mio fianco. Stette in silenzio per qualche minuto, poi cercò qualcosa nella tasca della giacca e avvicinò la sua mano alla mia. La aprì e riconobbi il bracciale che fino a poco prima avevo al polso e che sicuramente avevo perso nella piccola discussione.

 

<<   Grazie … per tutto  >>

 

Presi il bracciale dalla sua mano e sfiorai la sua pelle con le dita. Un brivido mi percorse la schiena e lui dovette provare lo stesso visto che ritirò la mano con una velocità disarmante. Chi l’avrebbe mai detto che Roberto Imperatore avrebbe fatto qualcosa di carino per me?

 

<<  Non l’ho picchiato, se è quello che ti stai chiedendo. Avrei voluto farlo ma non l’ho fatto. Ho visto quello stronzo strattonarti per i polsi e non ci ho visto più. So che non siamo amici ma non potevo lasciarti trattare da lui in quel modo. Cosa ti ha detto di tanto grave da sconvolgerti? Non ti conosco ma so che non sei una tipa che piange facilmente  >>

 

<<  Ultimamente piango spesso. Da quando è morto mio padre non faccio altro che piangermi addosso. Quel ragazzo me l’ha nominato e io..  >>

 

<< Oh, mi dispiace  >> rispose accarezzandomi la spalla

 

Un altro brivido. Gli sorrisi e poi riallacciai il bracciale al polso. Poteva sembrare un semplice accessorio, ma per me non lo era. Alzai lo sguardo e notai che lui stava seguendo ogni mio gesto.

 

<<  E’ importante per te quel bracciale vero? Lo guardi in modo .. strano  >> chiese

 

<<  Apparteneva a mio padre. Dopo il funerale, l’ho rubato dal suo cassetto e l’ho sempre indossato. Ogni volta che lo guardo legato al mio polso, è come se lui mi stesse tenendo la mano  >>

 

<<  Ti manca molto vero?  >>

 

Non capivo l’interessamento di Roberto nei miei confronti. Non mi aveva mai parlato e adesso mi stava facendo il terzo grado? Secondo me aveva preso una bella botta in testa.

 

<<  Si, tanto  >> risposi con gli occhi lucidi

 

<<  Ti chiedo scusa di non essere venuto al funerale  >>

 

<<  Non devi. Come hai detto, non siamo amici  >>

 

<<  Possiamo sempre diventarlo  >> propose sorridendo

 

<<  Okay  >> risposi semplicemente

 

<<  Federica sta arrivando. L’ho messa al corrente di quello che è successo e mi ha detto che ti avrebbe preso la giacca e la borsa e che ti avrebbe portato a casa. Quindi io vado..  >>

 

La mia amica fece capolino dalla porta e, non appena mi vide, mi venne incontro.

 

<<  Tempismo perfetto  >> commentai io

 

<<  Infatti. Ci vediamo Elena  >>

 

Annuii incantata e abbassai lo sguardo. Che imbarazzo parlare con uno bello come lui. Federica mi raggiunse e mi abbracciò stretta. Come sempre, lei era lì per me. Roberto tornò indietro, con le mani in tasca e un largo sorriso. Corrugai la fronte, perplessa.

 

<<  Non sei mai stata così bella, Elena. A lunedì  >> disse facendo spallucce

 

Gli rivolsi un sorriso a trentadue denti e lui se ne andò. Federica sgranò gli occhi e mi prese per le spalle.

 

<<  Che cosa è successo tra te e Roberto  >> domandò

 

<<  Non lo so  >>

 

Ed effettivamente non sapevo cosa fosse successo. Mi aveva parlato, mi aveva sorriso, mi aveva fatto un complimento e non dimentichiamoci che mi aveva salvato.

 

Oddio, sono cotta di Roberto!

Ciao ragazzi! Ecco il terzo capitolo. Spero che vi piaccia XD Vorrei sapere cosa ne pensate dei nostri protagonisti! Chi vedete sincero? Chi pensate abbia un doppio fine? Cosa succederà adesso? Sarà davvero amicizia? Avanti, non fate i timidi. Al prossimo capitolo,Piccina!

  
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