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Autore: Tomocchi    04/12/2013    1 recensioni
Un gruppo di novizie divinità deve scendere su una Terra un po' fantasy per superare un esame, ma, ovviamente, questi ragazzini pensano più a divertirsi che ad effettivamente altro..
L'unico a cui sembra importare è Hi, il novizio dio del mattino, che oltre a dover esaudire le richieste dei propri fedeli e combattere entità malvagie come demoni, avrà a che fare con un amore non corrisposto e un po' scorbutico!
[Attenzione! Il rating diventerà rosso,non so quando ma lo diventerà.]
Genere: Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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The Novices

Il viaggio e il primo paese

 

Di fronte a loro, vi era una grande distesa di campi giallognoli e verdi sia a destra che sinistra.
Hi camminava al fianco di Yoru, sfiorandogli di tanto in tanto il braccio, con relativa occhiataccia del moro ogni qualvolta la mano toccava casualmente la sua.
“Yoruchan?” iniziò il novizio del mattino, guardando fisso davanti a sé.
“Smettila di usare quel nomignolo, è imbarazzante e poco…professionale! Sono Yoru, Yoru e basta! “ si impuntò il novizio della sera, stizzito e oltraggiato.
“D’accordo Yoruchan. Senti, sai dove stiamo andando e in che città ci stiamo avvicinando? “ domandò Hi preoccupato, senza badare al fatto di aver nuovamente offeso il compagno; questi diventò leggermente rosso di rabbia e di imbarazzo, ma cercò di dissimulare per non cadere preda dello stress troppo presto.
“Abbiamo appena lasciato la città di Cantala, dove hai incontrato quei tre pazzoidi…”
“Non sono pazzoidi! Mi hanno aiutato a ritrovarti. “li difese, gonfiando le guance.
“Ritrovarmi…certo! Si trattava solo di stare più attento durante la discesa qui sulla Terra… in quel caso ci saremo persi di vista! “
Hi distolse lo sguardo, mordendosi appena il labbro inferiore: non si perdonava ancora di aver perso concentrazione e aver lasciato Yoru, e il fatto che glielo rimarcasse lo faceva sentire in colpa.
Yoru lo guardò da sotto la frangia per una decina di secondi in silenzio, finalmente lo aveva zittito, anche se aveva dovuto usare un metodo piuttosto duro. Tornò a guardare davanti a sé, mentre riprendeva la spiegazione: “Cantala è una città commerciale, come avrai notato, quindi il centro di questa regione. Il prossimo paese che incontreremo se non erro è Proviel, non è molto grande, ma è rinomata per il formaggio che viene distribuito praticamente in tutto il nord. “
Certo che Yoru era proprio intelligente, al contrario di lui che a malapena si ricordava qualche città.
“ Dovremo darci parecchio da fare, hai capito? “
“ Da fare…come? “ domandò Hi, stranito. Certo dovevano mostrarsi alla gente, ma effettivamente non ne aveva idea di come fare la cosa.
Yoru alzò gli occhi al cielo, poco ci mancava che si mettesse le mani nei capelli!
“ Raccogliere fedeli! Dovremo andare al centro del paese, oppure andare dal sacerdote del luogo e poi aiutare chi ha bisogno con la nostra forza e la nostra magia. Siamo divinità, e come tali dobbiamo aiutare chi ci mantiene in vita. “ ricordò il moro, con un sospiro.
“ Oh. “ ma certo, che sciocco! Hi si portò una mano alla fronte, ora che ci pensava era così logico!
Sorrise, gonfiando appena il petto e camminando con un’andatura più sostenuta, entusiasta di potersi muovere.
“ Ehi ehi non così… veloce! “ lo chiamò Yoru, le mani strette a pugno lungo i fianchi. Possibile che quell’idiota dovesse andare così veloce?
Hi si voltò a guardarlo, fermandosi un attimo: in effetti era almeno a dieci passi da lui, com’era possibile che fosse così veloce? Forse il suo compagno era ancora stanco dal viaggio… In effetti aveva usato parecchia magia.
Così, in silenzio e dopo una mezz’ora circa, fecero capolino delle case color mattone, con i tetti a spioventi di  legno e ornate dai fiori alle finestre; già si sentivano delle voci, quindi gente per la strada, e incrociarono un contadino che portava la sua capra verso Cantala.
I due lo guardarono curiosi, lo salutarono con un cenno educato e lui ricambiò con un sorriso entusiasta, fermandosi a guardarli.
In effetti era un pochino imbarazzante sentirsi fissati a quel modo: se prima Hi era triste nel sentirsi ignorato, beh, ora avrebbe volentieri voluto sparire o risultare invisibile; sentiva nuovamente una leggera ansia, quella di voler venire accettato dal resto del mondo e della responsabilità che aveva nei confronti di quelle persone.
Persone che, appena messo piede in città, si fermarono e guardarono la coppia con sorpresa.
“Sono arrivati! Sono arrivati! “ esclamò un giovane ragazzo alla madre, la quale mise fuori la testa dalla porta; altri corsero via, probabilmente ad avvisare i compaesani dell’arrivo delle due divinità.
I due vennero subito circondati da un folto gruppo di persone, di tutte le età, e dopo essersi schiarito la voce, fu Yoru a parlare per primo.
“ B-buongiorno. “ la voce gli tremava un po’, forse per l’emozione, e le guance si erano tinte di un leggero rosato, ma non si perse d’animo: “ Io sono Yoru, il novizio dio della sera, e lui è Hi, il novizio dio della mattina – Hi alzò la mano in un timido cenno di saluto- siamo qui per a-aiutarvi. “
“ Siam pronti a far tutto! “ esclamò allora il ragazzo dai capelli bianchi, in attesa di ricevere ordini.
La gente li fissò. Li fissò ancora e scoppiò a ridere.
I due novizi non capirono cosa ci fosse di divertente. Si erano espressi male? O avevano sbagliato approccio? L’ansia era tanta, ed entrarono in leggero panico.
Nel mentre arrivò una figura piuttosto appariscente, un uomo di mezza età vestito di azzurro, con un bastone e con una leggera barba bianca che gli donava una certa imponenza.
“ Ben arrivati, novizi dei! Sono il sacerdote di questa città. “ notate le risa della gente, rivolse un’occhiata interrogativa ad una donna vicino a lui.
“ Hanno chiesto se abbiamo bisogno di una mano. “ specificò la signora, ancora divertita, e allora il sacerdote sorrise.
“ Questa è la prima città giusto? Ieri era arrivata comunicazione che sareste arrivati oggi. “ Domandò a i due, i quali annuirono.
“ Siamo arrivati da Cantala e volevamo… beh darci da fare. “spiegò Hi, grattandosi la testa in attesa di una spiegazione per quelle risa.
“ Capisco. Prima di svolgere una qualsiasi attività, sarà il caso che riposiate. Vedete, non è saggio fare sforzi dopo il viaggio che avete affrontato. E dopo, vi spiegherò come muovervi e comportarvi in questi casi. “ spiegò l’uomo, facendogli cenno col bastone di seguirlo.
La coppia venne guidata fino ad una locanda, e fatta alloggiare in una stanza. L’ oste assicurò loro che non avrebbe fatto pagare, in cambio di qualche lavoretto che Hi accettò con un sorriso.
Yoru storse un po’ il naso per il fatto di dover dividere la camera con Hi, ma non disse nulla e si coricò a letto, seguito dal compagno.
“ Yoruchan? Sei sveglio?
“ Mmmmmhhhhh. “ era più un lamento.
“ Come ti sembra questa città? Sono gentili vero? “
“ Dormi per fav- “
“ Non vedo l’ora di iniziare. “
“ Anche io, però sono stanco e dobbiamo riposare. Quindi zitto. “
“Okay. Buonanotte Yoruchan. “
“ è giorno. “
“ Allora Buongiorno Yoruchan! “
“ Stai diventando ridicolo. “
“ Buon riposo allora… “
“ Anche a te. “
Dopo quell’assurdo dialogo, Hi chiuse gli occhi, e in poco tempo cadde in un sonno profondo.

***

Era pomeriggio inoltrato quando Hi si svegliò. Yoru era già in piedi, e sembrava in forma e pronto all’azione. Hi sorrise, perdendosi un attimo a guardarlo. Era come lo ricordava lui, decisamente era proprio il suo Yoru.
Chissà cos’era successo in quel periodo in cui si erano persi di vista…
“ Alzati pigrone, andiamo, il sacerdote ci aspetta! “ lo incitò il moro, uscendo dalla porta.
Hi si stiracchiò e lo seguì, fermandosi prima dal locandiere: “ tu vai pure avanti, io ritarderò per aiutare il signore. “ e indicò l’uomo.
Il novizio della sera annuì e sparì alla sua vista, mentre il locandiere portava Hi sul retro.
“ Potresti spostare quel tronco? Un mese fa c’è stato un brutto temporale e un fulmine ha colpito quell’albero, che è caduto proprio davanti alla porta dello sgabuzzino degli attrezzi. Ho chiamato un paio di amici ad aiutarmi a spostarlo ma… “
“ Lasci fare a me signore! “ esclamò Hi, andando verso il tronco.
Si sfregò le mani e afferrò l’albero con entrambe le braccia; non era molto pesante a suo parere, perciò lo spostò con facilità da una parte, dove era certo che non avrebbe disturbato nessuno.
“ Grazie grazie grazie! Finalmente posso prendere le mie cose! “ esclamò l’uomo contento e Hi sentì un piccolo calore nel petto, contento di aver potuto aiutare qualcuno.
Era una sensazione piacevole, non vedeva l’ora di fare altro!
“ Mi potrebbe indicare la strada per …ehm… andare dal sacerdote? “ domandò poi, sulla porta d’uscita.
Dopo le spiegazioni, una corsetta e qualche saluto per strada, Hi arrivò al tempio del paese, un edificio azzurro chiaro, come la veste del sacerdote in effetti, ben strutturato e di forma quadrata, con una scalinata piuttosto larga e un’entrata piuttosto ampia.
Appena entrato, si guardò attorno: le pareti ospitavano alcuni quadri raffiguranti delle scene di battaglia contro i demoni, in cui comparivano le divinità che conosceva bene (quello pareva proprio il papà del suo amico Ho!), mentre in fondo alla stanza c’era un altare con ai lati due statue raffiguranti il suo bisnonno e quello di Yoru: Hibyaku e Yorukuro erano state le primissime divinità, i prime nati dalle preghiere della gente, e che davano quindi il nome alla religione: il Yoruhismo.
Ed era là che stavano Yoru e il sacerdote, che parlavano animatamente di qualcosa che Hi capì solo avvicinandosi.
“ …suo padre era un tipo più taciturno, parlava tutto il signor Hisyooziki… un vero leader! Il mio vecchio predecessore ne parlava con affetto in un manoscritto che tengo nel mobiletto sotto l’altare… “
Parlava dei loro genitori. Suo padre era già un mito fin da novizio! Avrebbe dovuto seguire il suo esempio.
“Buon pomeriggio! Cosa si fa? “ domandò Hi entusiasta, alzando il braccio e mettendosi vicino a Yoru, che sospirò esasperato per non si sa quale motivo.
“ Buon pomeriggio. Ora che anche Hi è arrivato, posso spiegarvi come porvi in ogni città: quello che vi consiglio è quello di salutare e poi riposare. Poi fate un giorno per il paese per accertarvi delle condizioni di esso, perché spesso molta gente si vergogna a chiedere aiuto e dovrete essere voi a farvi avanti. Parlare con le persone, e se avranno problemi in tal caso aiutatele. “ spiegò quindi con pazienza e calma l’uomo. “ è tutto chiaro? “
I due ragazzi annuirono, non aveva dubbi. Certo avrebbero speso molto tempo in questo modo, ma dopotutto avevano trent’anni per girare il mondo.
Salutarono, ringraziarono il sacerdote e si avviarono di nuovo al centro di paese: la gente li fissava con curiosità più flebile, in modo da non farsi notare troppo.
Hi sorrise loro e si avvicinò ad un gruppo di bambini che cercava di recuperare una palla su un albero, mentre Yoru si incamminò verso una via di case per osservare il luogo e dare qualche sistemata.
Una signora anziana in compagnia di una giovane ragazza castana guardava il moro senza particolare espressione, e questo interessò il giovane novizio della sera.
“ Le serve una mano signora? “ domandò, mentre l’anziana distoglieva lo sguardo: probabilmente era una di quelle persone orgogliose.
“ Nonna ha un male tremendo alla gamba destra, ma non vuole farsi vedere da nessun medico… Ha paura di ogni tipo di ago e di medico ecco. Non ci faccia caso… ormai sopporta il dolore. “ spiegò quella che allora doveva essere la nipote, e Yoru sorrise appena.
“ La mia bisnonna Hari, dea della medicina e pratica dell’ago puntura, mi ha insegnato alcune magie semplici per guarire le persone. Non le farò nulla che lei non voglia –aggiunse, vedendo che la signora iniziava ad agitarsi appena- ma giuro che le toccherò solo la gamba con le mani per qualche minuto. Nient’altro. “ promise il moro, e l’anziana attese qualche minuto prima di accettare.
Il novizio dio allora appoggiò entrambe le mani sulla gamba destra della nonnina, si concentrò sul male e di estirparlo.
Revalesco. “ recitò a bassa voce, ma con un’energia tale che le mani assunsero un leggero color verde, come una luminescenza, e l’anziana donna rimase a bocca aperta.
Yoru alzò la testa e guardò le due, che ricambiarono il suo sguardo con una faccia sorpresa.
“ Non sento più male. “ gracchiò la nonna alla nipote “ Non sento più le fitte. “
“ Grazie grazie grazie! “ esclamò la ragazza, portandosi le mani alla bocca con una gioia trattenuta.
“ Era una microfrattura del perone. Stia attenta signora. “ la informò Yoru, intrecciando le mani. “ Io le ho semplicemente levato il dolore e risaldato l’osso, ma consiglierei di fasciare la gamba e stare a riposo per parecchio. “
“ Sono sempre a riposo. Sono stufa di stare a riposo. “ mugugnò la signora, e la ragazza scosse il capo. “ Non sei più una ventenne! Devi avere più riguardo… “
Il novizio dio della sera si allontanò, lasciando che le due parlassero senza terzi incomodi: il suo dovere l’aveva fatto, ed era molto gratificante sentirsi ringraziati e aver fatto qualcosa di utile, decisamente.
Tornò da Hi, per vedere come se la stava cavando, e quasi inciampò su un sasso nel vedere il compagno giocare con i bambini e il pallone che aveva tirato giù.
Ma che diamine!
“ Yoruchan, vuoi unirti anche tu? “ domandò il novizio del giorno durante un palleggio, mentre i ragazzini si fermavano per sapere la risposta e formare eventualmente le squadre per una partita.
Yoru arrossì un po’, non era abituato a quei… giochi, e non era un tipo atletico, no, perciò rimase in disparte e scosse il capo.
Preferì recarsi da altre persone e aiutarle con la propria magia piuttosto che perdere tempo a quel modo come lui! Non aveva capito proprio nulla del discorso del sacerdote, quell’idiota.

***

Ormai a tarda sera, Hi sentì un certo languorino e anche i bambini si fermarono perché le mamme li chiamavano dalle porte delle case o venivano a recuperarli per le orecchie.
“ Signor Hi, grazie mille dei giochi! Stasera dirò una bella preghierina. “ cinguettò uno dei bambini più piccoli, mentre la mamma ridacchiava e ringraziava a sua volta. “ Non l’ho mai visto divertirsi così tanto. “ confidò, e a Hi quasi dispiacque lasciarli andare, dato che un pochino, com’era inevitabile, si era affezionato. Anche gli altri bambini promisero una preghiera al novizio e a tutta la sua famiglia, e Hi sentì nuovamente quel calore nel petto.
Ora doveva cercare Yoru…. O forse no, dato che il moro era silenziosamente arrivato dietro di lui.
Forse giocare con i bambini non era stato così inutile come credeva.
“ Sono stanchissimo e ho una gran fame. “ mormorò il ragazzo dai capelli bianchi, stiracchiandosi ben bene e facendo scricchiolare un paio di ossa, e Yoru lo portò al tempio.
“ Il sacerdote stamattina mi ha spiegato che dobbiamo sempre pranzare o cenare nel tempio della città ospite, quindi… “ spiegò il moro, camminando a passo spedito, e stavolta era Hi a far fatica a stargli dietro. Com’era possibile?

La cena fu… incredibile. Non tanto per la creatività dei piatti in sé o per la suntuosità o rarità dei cibi, ma perché quelle portate avevano il sapore di casa.
Hi stava per commuoversi nel sentire quel gusto e quell’odore così familiare, ma si tratteneva per non risultare ridicolo e perché in fondo si vergognava ad avere quella nostalgia dopo nemmeno un giorno; così non si accorse di Yoru, che aveva gli occhi lucidi a sua volta.
Fu una cena silenziosa per questo, e il sacerdote sorrise divertito.
“ Questi piatti li hanno cucinati proprio le vostre mamme. – e i due sgranarono gli occhi e si guardarono attorno come a coglierne la figura- Me li hanno inviati poco fa tramite incantesimo. Vedete, non tutte le divinità lo fanno, ma ci sono quelle che, come le vostre, inviano il cibo ai propri figli, per non farli sentire del tutto sperduti ed estranei; altri che invece li lasciano a loro stessi apposta, ma nessuno viene criticato, perché ognuno fa ciò che ritiene più giusto. “ disse con una punta di amarezza, era evidente che disapprovava la seconda categoria.
“ Sono padre anche io e capisco cosa vuol dire quando i figli vanno via… specie così giovani come voi!”
Hi sorrise ampiamente, era bello non essere del tutto abbandonato a sé stesso, e se già con Yoru si sentiva al sicuro, con il sacerdote lo era ancora di più.
Finita la cena, i due tornarono alla locanda per dormire ancora, dopotutto nell’arco della giornata avevano consumato molte energie.
Hi chiuse gli occhi, sentiva stanchezza ma anche una gran soddisfazione.
Si addormentò col sorriso sulle labbra.

 

Note Finali: Finalmente i nostri eroi(?) hanno raggiunto il primo villaggio e fatto la prima esperienza di divinità! Una cosa semplice e magari poco impegnativa, ma sono tutti consci che sono solo all’inizio del loro mestiere e quindi ci vanno piano. Al prossimo capitolo conto di movimentare un po’ le cose, vedrete! °w°
Per questa volta niente disegni perché voglio lasciare questi personaggi che fan numero alla vostra immaginazione! Li ho descritti poco apposta, in modo che voi riempiate gli spazi vuoti (o forse la mia è solo pigrizia gh. )
Un grazie di cuore a Saviour e Skayler perché seguono la storia  *O*

   
 
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