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Autore: _transmarine    04/12/2013    1 recensioni
L'indifferenza e la freddezza di Peeta nei confronti di Katniss prima del Tour della Vittoria mi hanno lasciata un po' spaesata. Quindi ho scritto questa breve One Shot che spero possa colmare un po' di quel vuoto. Ambientata qualche settimana prima del Tour della Vittoria. The rain won't stop falling.
One shot-1619 parole
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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~The rain won't stop falling

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Suzanne Collins; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

POV Peeta

Da quando sono ritornato a casa non ho più parlato a Katniss. Spesso la vedo aggirarsi per le strade con un po' di selvaggina fresca da barattare. E' incredibile come, nonostante tutto, sia sempre la mia Kat. Non ha smesso di andare a caccia anche se ora è praticamente più ricca di tutto il distretto messo assieme, come me. D'altronde neanche io ho smesso di lavorare alla panetteria. Anzi, ci lavoro più di quanto non facessi prima, regalando giorni liberi ai miei fratelli che, anche se all'inizio  erano più che contenti ora cominciano a preoccuparsi del mio atteggiamento. Anche mia madre non capisce. Continua a ribadire che dovrei riposare un po' di più, lei sicuramente lo ha fatto da quando sono tornato dagli Hunger Games. La nostra situazione economica attuale la fa essere molto più serena, ora la sua principale preoccupazione è che io dorma abbastanza la notte e non salti neanche un pasto. Devo dire che non adoravo il suo perenne broncio e, ora che riesce ad essere un po' più affettuosa con i suoi figli, soprattutto con me, vorrei tornasse ad ignorarmi come faceva una volta. L'unico a capirmi sembra essere mio padre. Capisce che devo distrarmi da tutt'altri pensieri e che la notte, anche se mi rinchiudo nella mia camera, non dormo affatto. Dipingo. La mattina mi alzo presto e apro la panetteria io stesso. Haymitch, spesso, verso le 5 del mattino passa per farmi visita e, tra un bicchiere di liquore e l'altro, si appisola sul bancone. Ah, se lo vedesse mia madre! Non appena arriva mio padre mi lascio andare anche io tra le braccia di Morfeo, consapevole del fatto che lui sarà sempre lì a vegliare su di me.
A ora di pranzo mi risveglia, se prima a farlo non è stato qualche incubo, e insieme ci avviamo a casa. Le prime volte quando mi capitava di avere degli incubi mi sentivo incredibilmente imbarazzato: che cosa assurda! Mio padre però sapeva come farmi calmare. Lo vedevo sempre precipitarsi verso di me il più velocemente possibile e nel mentre si toglieva il grembiule sporco di farina e lo gettava dove capitava. Poi mi afferrava la testa e mi stringeva forte fino a quando il mio respiro non tornava di nuovo regolare. Allora si allontanava quanto bastava per guardarmi negli occhi e farmi uno dei suoi caldi sorrisi. Amavo i sorrisi di mio padre. Non era uno di quei sorrisi in cui si mostrano tutti i 32 denti o che facevano comparire due graziose fossette agli angoli della bocca,  ma un sorriso dolce, che sapeva di casa. Quando ero piccolo mi sorrideva sempre così quando tornava da lavoro e, anche se era incredibilmente stanco, giocava con me.
Stamattina ero intento a preparare piccole meringhe colorate quando qualcuno entra dalla porta sul retro. Istintivamente penso si tratti di Haymitch che stamattina è incredibilmente in ritardo rispetto al solito, ma dopo pochi istanti una vocina sottile chiede “Posso?”. Per poco non mi viene un colpo a sentire quella voce, assomiglia incredibilmente a quella di Katniss. “Certo Prim, accomodati pure.” Le porto uno sgabello e lei appoggia i gomiti sul freddo tavolo di marmo dove fino a poco fa stavo lavorando. E' incredibilmente cresciuta dall'ultima volta che l'ho vista. Non è più la ragazzina che urlava disperata a sua sorella di non andare, ma lei non poteva fare altro. E' anche diventata più alta, ora è di una decina di centimetri più bassa di me. Le porto subito una delle mini-tortine che lei ammirava sempre ogni volta che passava davanti alla panetteria e che allora non poteva permettersi. Mi ringrazia e dice che la mangerà più tardi a casa con la sua famiglia. E, ricordandomi di Katniss, le do anche delle focaccine al formaggio. Parliamo del più e del meno, andiamo incredibilmente d'accordo. Mi fa piacere che sia venuta a trovarmi.

E' quasi ora di pranzo, mio padre è visibilmente preoccupato perché non mi sono fermato un attimo. Mi sento un po' stanco, è vero, ma sto abbastanza bene. Chiudo la vecchia porticina di legno della panetteria e insieme ci avviamo verso la nostra nuova casa al Villaggio dei Vincitori. Odio questo posto: tutto uguale. Aiuole perfettamente potate, fiori disposti con cura maniacale, stesso colore per ogni abitazione.. Lancio una veloce occhiata alla casa di Katniss e, prima che la malinconia si impossessi di me, distolgo lo sguardo e assaporo appieno l'odore dello squisito pranzetto che ha preparato mia madre.

Stamattina,quando mi sono svegliato, c'era un sole che spaccava le pietre. Poco fa, improvvisamente, il cielo si è riempito di nuvole scure e ha cominciato a piovere a dirotto.

POV Katniss
Questa pioggia improvvisa proprio non ci voleva. La selvaggina che porto alla cintura non può più essere d'aiuto a nessuno, e questa pioggia è così fitta che non riesco a capire fin dove ho camminato.  Riesco a scorgere in lontananza delle luci. Due lanterne che emettono una luce bluastra si fanno strada nel mio campo visivo. Spero solo che il palazzo sporga un po' per ripararmi. Mentre mi avvicino capisco che non dovrei farlo, che dovrei tornare indietro. Ho capito dove mi trovo, posso provare a trovare la strada di casa, ma proprio non ce la faccio. Il secondo figlio dei Mellark ricordo   fosse un piccolo genietto e andava praticamente pazzo per la pirotecnica o qualsiasi cosa al di fuori dell'abituale. Fu così che costrinse il padre a istallare fuori alla panetteria due lanterne di luce blu: le uniche in tutto il distretto. Arrivo alla vetrina e, come da una vita a questa parte, rimango incantata dalle varie leccornie che mi si presentano davanti agli occhi. Credo di stare per andare a sbattere con il naso contro il vetro quando un piacevole calduccio mi scalda le membra. Peeta è sulla porta che mi guarda con sguardo fisso e indecifrabile. L'invito ad entrare è mostrato da un suo lieve spostamento di lato. Non posso fare a meno di entrare. E, mentre entro e il profumo di Peeta mi riempie le narici, dei brividi corrono lungo tutta la mia schiena, ma forse non hanno nulla a che fare con il freddo. 

POV Peeta
Non potevo di certo lasciarla sotto la pioggia nonostante l'idea di averla qui con me non mi renda particolarmente entusiasta. Da quando mi ha detto la verità riguardo i suoi sentimenti sul treno di ritorno dagli Hunger Games non ci siamo più parlati ma tra poco dovremo ricominciare a fingere di amarci alla follia per le telecamere: ci aspetta il Tour dei Vincitori. Non ho smesso di amarla, certo. Come potrei smettere di amare una persona dalla quale sono praticamente ossessionato da una decina d'anni?! Non so se un giorno smetterò di amarla, non credo.
Ero talmente immerso nei miei pensieri che non mi sono accorto che lei trema visibilmente. Quanto posso essere idiota? Mi rivolgo a lei con un tono di voce vuoto, che non lascia trasparire nessun' emozione, tanto che io stesso faccio fatica a riconoscere la mia voce. “Vieni, accendo il fuoco nel forno così ti riscaldi un po'”. Non può più fare tanto la dura, sta morendo di freddo, così obbedisce senza nessuna obiezione. Si siede di fronte a me e, mentre aspetto che la fiamma cresca, prendo un asciugamano e le asciugo i capelli a poco a poco. Non dice nulla, mi da sui nervi. Si limita a fissare un punto fisso.
“Sei troppo gentile” esordisce. Mi sento avvampare e non riesco a pronunciare nessuna frase di senso compiuto. Non è di sicuro da ritenersi un complimento, più che altro una critica, un rimprovero, una colpa. Vorrei risponderle che lei non lo è, che dovrebbe imparare ad esserlo, ma mi mordo la lingua. Aspettandosi una risposta che non arriva si volta verso di me e chiede: “Perchè lo fai? Non me lo merito.” e continua: “Non me lo merito e ogni volta tu fai di tutto per mettermi in difficoltà, per aiutarmi. Non dovresti farlo ora e non avresti dovuto farlo quella notte, mi hai salvato la vita Peeta, e io non so come ripagare. Credimi, so che lo faresti per chiunque altro, ma non farlo con me, non farlo più!”. Detto questo si alza e si dirige verso la porta. “Magari potresti dirmi grazie qualche volta, magari potresti capire che non avrei perso solo una gamba se non fosse stato per te. L'hai detto anche tu, ci siamo salvati entrambi, e allora cos'altro vuoi? Un pretesto perchè non vuoi essermi neanche amica? Non ci comportiamo neanche come amici, non ci parliamo da settimane, non c'è bisogno di allontanarmi ulteriormente!” ora sto urlando e mi meraviglio di quanta forza ci ho messo nel farlo.

POV Katniss
Riesco a scorgere una vena pulsare sulla sua tempia destra. Non l'ho mai visto così arrabbiato, e sono terrorizzata da quello che potrebbe farmi. Come posso? Come posso pensare una cosa del genere? Lui non mi farebbe mai del male. So che mi ha sempre protetta, ma io provo una vergogna enorme. Dopo quello che gli ho fatto, che gli ho detto, come può far finta  di niente? Io se fossi in lui non mi rivolgerei neanche la parola. Sto per piangere, lo so, e non voglio che lui mi veda così debole, non voglio che capisca che mi dispiace. Io non lo merito e posso solo approfittare di questo momento per andare via perchè forse, una volta per tutte, grazie a tutta la rabbia che prova in questo momento riuscirà ad odiarmi. Mi volto, e senza neanche salutarlo mi allontano in fretta dalla panetteria, piove ancora. Mormoro un sommesso “Scusa” quando sono troppo lontana perchè lui mi senta. La pioggia copre il rumore dei miei passi.
Legna verde, sangue, aghi di pino, nebbia.



Angolo autrice.
Grazie a tutti voi che siete arrivati fin qui. Fatemi sapere cosa ne pensate. Ah, e scusatemi per eventuali errori presenti nel testo.
Un bacio,
_transmarine
  
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