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Autore: Ixumy    04/12/2013    1 recensioni
In questa storia parlo di Thane, del suo passato e, in particolare, di una sua missione assegnatogli poco dopo il primo “incontro” con Irikah. E’ un Thane giovane, quindi di carattere è leggermente diverso da quello visto nel gioco =)
Premessa: potrebbe andare molto fuori da ciò che succede veramente nella sua storia, ma è una fanfic.. Vedetela come una cosa leggermente a parte =)
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Thane Krios
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Un giovane drell si reggeva severo davanti ad una porta chiusa dall’aria semi trasparente, opaca. Si poteva intravedere un’enorme stanza con alcune sagome attraverso ad essa. Il tutto aveva un colore bluastro molto chiaro, in contrasto con le vesti grigio scuro del giovane asassino.
Fuori dall'edificio pioveva, come era solito su Kahje. 
Non riusciva a chiudere occhio da un paio di giorni, appena le palpebre si chiudevano poteva vedere quegli occhi scarlatti fissarlo, gli stessi di una settimana prima. Quello sguardo, o meglio, il ricordo di quello sguardo lo scaldava e gli faceva venire i brividi allo stesso tempo. Non gli era mai successo. Era ossessionato da quel ricordo: chi era quella donna? Chi sarebbe stato così coraggioso dal mettersi tra un assassino e la sua preda senza neanche conoscere l’uomo che da li a poco sarebbe morto?
Si strofinò gli occhi stanchi con la mano destra chiedendosi anche il motivo della convocazione dagli hanar: solitamente lo chiamavano per qualcosa di improtante o di grave. Riusciva a pensare solo ad una risposta, visto che non era riuscito a portare a termine l’ultima missione per paura di colpire quella drell dagli occhi rossi.
Questa volta ti sei ficcato in un bel guaio, Thane ” pensò tra se e se.
 
L’enorme porta si aprì con un fischio. Si fece avanti.
C’erano tre hanar, quelli che erano soliti dargli missioni . Era solo la seconda volta che li vedeva di persona, ancora gli incutevano una leggera paura, senza un apparente motivo.
La creatura rosea al centro degli altri due avanzò cordialmente.
« Krios, suppongo ci siano state delle complicazioni riguardo la sua ultima missione. » disse con una voce simile ad un sussurro appena accennato. Non sembrava arrabbiato.
« Chiedo scusa, io.. » riuscì a rispondere Thane con un filo di voce, il seguito della frase gli si smorzò in gola.
« Non c’è di che preoccuparsi. E’ sempre stato un ottimo lavoratore, dopo tutti questi anni è la prima volta che non porta a termine una missione. Non siamo arrabbiati, Krios. »
Un incontrollato sospiro di sollievo svuotò completamente i polmoni del giovane dall’aria trattenuta fino a quel momento.
Si udì un fischio.
L’hanar a destra del trio si rivolse verso lo stesso lato della stanza, dove si ergeva un’altra porta che fino a quel momento Thane non aveva notato.
Un Krogan dalla pelle rossissima con una pesante armatura entrò con passo lento e pesante e il volto ricco di cicatrici, tirato da uno sguado furente.
« Lieto di vedere che è riuscito a trovare del tempo per venire fin qui a conoscere il suo futuro collega.» disse il mollusco di mezzo.
Collega?”
Thane e il krogan si scambiarono un veloce sguardo.
« Krios, la sua prossima missione si svolgerà al fianco di Rusherot. Vi dirigerete su Omega, dove vi aspetta un umano. Avrete da lui tutte le informazioni necessarie. Potete andare. Che gli Illuminati possano proteggervi. »
Rusherot si diresse borbottante alla porta d’uscita, seguito dal drell.
 
L’intero viaggio da Kahje verso Omega fu un silenzioso scambio di sguardi interrotto solo dal borbottare del krogan. Thane poteva giurare di non aver mai conosciuto in vita sua qualcuno capace di imprecare sotto voce così tanto senza motivo prima di aver conosciuto quell’elemento.
 
La navetta finalmente si fermò, erano attraccati su Omega. Thane scese quasi di corsa in cerca di aria e altre persone, o meglio, lontananza da quell’individuo: preferiva lavorare da solo, lo sapevano tutti! Che gli era venuto in mente a quei malati di metterlo in coppia con uno così scontroso come quel “Rusherot”?
Appena poggiò piede fuori dal portellone dell’hangar d’attracco, un umano incappucciato si avvicinò a lui.
« Sei il drell mandato con Rusherot? » chiese a bassa voce con fare minaccioso. Aveva la voce roca, consumata dagli anni.
Thane annuì, mentre si immaginava in quanti modi avrebbe potuto atterrarlo o bloccarlo contro il muro, scartando subito i poteri biotici ancora poco controllabili.
Col solito passo pesante, arrvò anche il krogan.
« Facciamo in fretta. » disse con voce molto scocciata.
L’umano si guardò intorno. C’erano solo due persone in lontananza.
« Non qui. Seguitemi. » disse infine subito prima di avviarsi verso un posto ai due ignoto.
Non potevano farmi chiamare al factotum come al solito? Non solo sono in squadra con un odioso krogan, mi fanno fare anche cinquanta giri diversi per avere un solo incarico! Forse mi stanno veramente punendo per non aver portato a termine la missione dell’altro giorno...” pensò Thane nervoso e sconsolato coprendosi capo e volto col cappuccio dell’abito da assassino che gli era solito portare. Non amava farsi vedere in volto, sprattutto prima e durante una missione.
 
L’umano scortò i due in una stanza di un alloggio apparentemente affittato dallo stesso. Si sedette e fece accomodare gli altri con un cenno.
« Qui possiamo parlare con calma. » affermò accavallando le gambe e intrecciando le dita sul ginocchio.
« Facciamo in fretta: che dobbiamo fare? » grugnì il krogan.
« Distruggere la base di una banda di mercenari dall’interno. Non avete possibilità di rifiuto, a meno chè voi non vogliate almeno una minima possibilità di vivere ancora a fine missione. »
Per gli dei, che intende dire?”
Rusherot ghignò. « Tranquillo, a me piace distruggere. Dammi i dettagli e vado subito. »
L’umano tirò fuori un pad dalla tasca del cappotto, il volto venne illuminato di una luce arancione che rendeva possibile distinguere meglio i tratti fini e taglienti del suo viso e i piccoli occhi circondati da profonde rughe.
« Vi avverto subito, se non collaborerete potrà essere un viaggio di sola andata. »
« Una missione suicida?! » chiese stizzito Thane
« Qualcosa del genere. Vedete.. » disse porgendo il pad all’assassino e al krogan. Sopra c’era una mappa molto dettagliata di una serie di stanze. Da una delle centrali dei cerchi concentrici si  muovevano da un punto preciso all’esterno per alcuni  centimetri. « ...Se non sapete muovervi in fretta potreste essere colpiti in pieno dall’esplosione. »
« Esplosione? » chiese di nuovo il drell senza alzare lo sguardo dall’apparecchio.
« Esattamente. Dovrete portare con voi questo gioiellino. » continuò porggendo loro una sorta di pacco di cartoncino e nastro isolante con un display attaccato sopra: doveva essere una bomba artigianale, pensò Thane. « Dovrebbe avere un raggio d’esplosione di circa 2 chilometri, impostato su due minuti per l’esplosione. Voi dovrete solo tenere un dito per qualche secondo sullo schermo, finchè non sentite un “tic!”. »
« Poi? » chiese il krogan.
« Credo che il resto sia ovvio... »affermò l’umano. Sembrava quasi divertito. « Allora, ci state? Tutto chiaro? »
L’assassino osservò a lungo la mappa. Mancavano i condotti d’aria, passaggio da lui preferito per le innumerevoli vie percorribili senza farsi notare.
« Avanti, mettetela così: se non tornate vivi sarete ricordati come eroi! In caso contrario vi pagherò profumatamente. » continuò l’umano rompendo il breve silenzio.
« Non mi basta, voglio i condotti. »
L’affermazione del drell lasciò quasi di stucco l’uomo, che appena si riprese fece per accendere il suo factotum. « Chiedo scusa, mi ero dimenticato di metterli nel pad. »
Thane accese il suo e lo osservò finchè non arrivò una notifica.
“Condivisione file in corso... Accettare? SI NO”.
Dopo aver accettato l’intra mappa dei condotti saltò fuori.
« Ho una piccola cosa da dirvi. » disse l’umano alzandosi dalla sedia. « L’attacco alla base avverrà tra quattro giorni, in quelli precedenti voi dovrete rimanere qui per conoscervi al meglio e studiare un piano d’azione. Ricordate che senza lavoro di squadra non resisterete a lungo. » poi uscì chiudendo la porta alle sue spalle.
Quattro giorni col krogan?? Arashu, dammi la forza di non farlo fuori la prossima volta che incontro quell’umano, proteggilo da me per favore.” Pensò tra se e se il drell, rassegnato.
  
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