in questa tempesta fuori di me.
La sento. Si abbatterà senza fragore
e senza un perchè,
ma la aspetto al varco del confine.
Su questa mia nave solitaria
lo scafo si incrina già;
Collassa l'albero maestro di niente
perché è nel niente che tutto questo
finirà.
Mi sembra un ciclone un solo anelito
d'aria.
Su queste vele di carta straccia
spargo i neri semi del mio avvenire
ma mi entusiasma la sfrontatezza
delle onde
e mi pervade l'acqua, e mi fa trasalire.
E, come un insulto, il buio del cielo mi segna
in faccia.
Come la spuma
si infrange la differenza
tra la vita e la morte.
Ora
è giunto per me il momento:
condurrò la nave sull'orlo
dell'abisso.