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Autore: angelica e triglia    07/05/2008    13 recensioni
oggi, di nuovo, mi hanno fatto notare che i miei protagonisti finiscono sempre o per tagliarsi le vene, o per rinunciare, o per avere la peggio XD...beh, è vero. ho un debole per i finali tristi, ma mi concedo una pausa. questa è a lieto fine. spero vi piaccia!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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allooora...come ho detto questa fic avrà un lieto fine, cosa insolita per me. ora non aspettatevi un "vissero tutti felici e contenti" perchè non sarebbe nel mio stile. è un lieto fine plausibile rispetto al contesto. certo non ho intenzione di farmi venire gli occhi a cuoricino e cominciare a leggere riviste per ragazzeXD va beh, ora la pianto di annoiarvi, eh...




"Beh, non si saluta?"
ebbe un infarto, come sempre. Dio, quante volte gli aveva detto di non arrivarle alle spalle. Inutile.
Eh, lui e la sua accidenti di distrazione! lui sorrise e le sue labbra si incresparono in una sorta di -va beh, dai, non l'ho fatto apposta-. Ma sì. A lei non importava nulla.
Era pieno di difetti: mangiava solo porcherie, aveva costantemente la testa altrove e le sue mani puzzavano di tabacco, malgrado la ormai nota favoletta "me ne faccio solo un paio il sabato".
Completamente diverso da quello che lei aveva sempre cercato: debole, incerto, un po' maleducato, sciatto, fancazzista, biondissimo, persino!
Tutte le sue amiche la prendevano in giro. -lo vedi? Mai dire mai!- dicevano. E davvero avrebbe voluto strozzarle, però avevano ragione, diceva la vocina del grillo parlante.
-appunto!- avrebbe voluto rispondere; ma tanto che importanza poteva avere? lui era cotto, a dir poco, della biondona di turno: scema, oca, età cerebrale quattro anni; perfetta, praticamente.
-se solo potessi essere più razionale-
-se soltanto riuscissi a mettere da parte questa cotta stupida, quanto sarebbe più facile!-
Ma nulla. Quello non era un ragazzo, era una piaga d'Egitto, una tragedia.
-Cheppalle! ma chi l'ha detto che li devo avere per forza sedici anni? non potrei saltarla questa parte?- No.
E tutti i giorni lui era lì, due banchi più avanti, e non spariva mai. Sarebbe stato tanto più facile mandare al diavolo lui e la sua media del cinque, ma continuava a dargli ripetizioni.
E più lei urlava paradigmi, più lui chiedeva consigli per conquistare la sua bella "Paris Hilton". Che tristezza. Il cervello di un pavone che non sa aprire la coda.
All'ennesima interruzione lei perse le staffe.
"Senti bello" la rabbia la dominava.
"domani quello apre il registro, si accorge che non hai valutazioni, ti chiama, e tu, per quello che sai, ti becchi un tre a penna!"
Si sentiva una cretina, perchè il motivo non era quello, neanche in minima parte. "Se prendi un'altra insufficienza a questo punto dell'anno nessuno ti salva più: quest'anno dici addio alla promozione!"
Lui era perplesso, lei chiuse il libro facendo parecchio rumore.
"Questa è una cosa seria. SERIA! non come l'erezione che hai quando quella gallina passa per il corridoio!" A questo punto respirò forte, si portò le mani alla fronte e parlò, senza la minima irritazione nella voce.
"fuori di qui".
"Va beh, scusa...cioè, dai, sto attento..."
"FUORI!"
Lui prese i libri e uscì, senza poterla guardare negli occhi.
Lei era stesa sul letto; era un'idiota e ligabue, dalle casse dello stereo, provvedeva a ricordarglielo.

"Quando questa merda intorno,
sempre merda resterà,
riconoscerai l'odore,
perché questa è la realta"

No. Non andava a finire così.
Si alzo, indossò la prima maglietta trovata nell'armadio e uscì sbattendo la porta.
Sentendo suonare il campanello lui pensò che fosse l'inquilino del piano di sotto, che veniva a restituiirgli lo skateboard.
"Era ora!" disse aprendo, ma resto, per così dire, interdetto.
"Io...cioè...almeno entra, no?". Entrò.
"Io ti volevo chiedere scusa...sì, cioè...anche se non ho proprio capito, ma mi sa che stavolta ho fatto qualche stronzata..."
Era il solito tono di chi recita una battuta non sua. Lei sorrise, scoraggiata e divertita.
"Shhhh!" Ci fu una pausa e lo sguardo di lui espresse grande dubbiosità.
"Ti prego, per una volta, una volta almeno, taci. Davvero. Per favore" non fece in tempo a proferire un anonimo "ok" perchè le labbra di lei erano già incollate alle sue.
Lei sembrava soddisfatta, lui aveva il sopracciglio destro enigmaticamente alzato.
Non so se durò un giorno, un mese o un anno; certo, non credo potesse durare per sempre.
In fin dei conti è il lieto fine di un racconto, non di una favola.
Principesse e cenerentoli fanno fatica a far coppia stabile; ma lei, per la prima volta, aveva ascoltato il suo cuore, fregandosene. Questa era la vittoria e il resto non era che circostanza.
  
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