nel mezzo del dubbio stallo tra il giorno
e la sera imperante.
Rifulge l'anima mia senza nessuno attorno
con una luce flebile e costante.
E il Crepuscolo mi accoglie
col suo colore rosato, quali autunnali foglie.
Non ho mai conosciuto il candore
dell'ancestrale condivisione
del pane della felicità,
e non ne riconosco l'odore.
Senza compagni e affetti,
che a poco a poco son venuti meno,
forgio con il fuoco crepuscolare
il pianto - unico nettare che mi rende sereno -
battendo forte il martello su questa incudine,
sintesi di ogni sorta di solitudine.
E ora che sono avvolto di luce oscura,
in questo tramonto opaco e sepolcrale,
la Lacrima è sorella della Paura
e il Crepuscolo è solo un immenso mare
al cui centro si erge il simulacro
di questo canto solitario, che ha pretese amare
di essere sacro.