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Autore: when_the_sun_dies    06/12/2013    1 recensioni
ATTENZIONE: Questa è una traduzione di una storia inglese che non mi appartiene.
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Approvazione dell'autore: http://i43.tinypic.com/iml3k6.jpg
Introduzione:
Trevor è una una piccola media persona, forse un po' troppo media. Di solito è ignorato da tutti e imparò a chiudersi da queste persone. Ma quando incontrò il capitano della squadra di football e finì di aiutarlo negli studi, impararono molto altro che i libri. Possono gli ostacoli essere di intralcio nel loro amore crescente o diventareanno la fine di se stessi?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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ATTENZIONE: Questa è una traduzione di una fanfiction inglese che non mi appartiene.
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Spero che la traduzione sia scorrevole e senza errori, buona lettura c:

Capitolo 1

--Lunedì--

Sospirai e camminai fino all'ingresso. L'affollato salone mi prese molto tempo per attaversarlo.
Camminai attraverso tutti abbassando la testa come se non fossi lì.
"Si, troviamoci dopo scuola" Sentii uno dei giocatori di football mentre andarono all'esterno attraverso la porta di fronte a me, sbattendola, schiaffeggiandomi dritto in faccia; caddi all'indietro sul pavimento freddo.

"Oh, scusa fratello" disse il ragazzo, poi automaticamente mi ignorò. Mi alzai in piedi, strofinandomi la fronte.

Hey, mi chiamo Trevor Alisle, ho 16 anni. Ho i capelli mediamente lunghi, I miei, biondo sabbioso e gli occhi castano chiaro. Sono un ragazzo abbastanza basso.
Indosso jeans medi con una maglietta bianca, una felpa grigia con delle converse bianche e nere.
Sono piuttosto ignorato da tutti.
Mia madre dice che è perchè non sono coinvolto in club perchè sono molto focalizzato sugli studi.
Questo viene chiamato "essere invisibili".

Diventare un footballer è tutto nella mia scuola. Ogni ragazzo che pratica questo sport viene abbracciato, acclamato e lodato da tutti.
Non ho mai avuto molti amici vicini. Tutti sono troppo presuntuosi o stupidi dai miei punti di vista. 
Ho persone per parlare ogni giorno ma non voglio veramente fidarmi di nessuno. Mai.

La campana suonò e mi affrettai a ritornare in classe. A scuola sono onorato da tutti per i miei voti alti. Sto sperando di andare a Harvard o Stanford per una borsa di studio, faccio il più che posso. Entrai nell'aula musicale e presi il mio astuccio contenente il violino dall'armadio. Lo tirai fuori e iniziai a fare pratica per le prove.
Suono il violino da quattro anni, e solo ora posso dire vermante che sono diventato bravo.

John, uno dei miei pochi amici che suona il flauto, volle chiaccherare con me qui durante pratica.
Sfilai la felpa siccome la tarda primavera era iniziata e la misi via nel mio zaino.

"Accidenti!" John ansimò.

"Cosa?" Chiesi mentre spalancò gli occhi su di me.

"Sei pallido!" Alzai gli occhi sulla sua scortese osservazione solo perchè non praticavo nessuno sport e il sole rifiuta di darmi un'abbronzatura.
Non lavoro fuori, così rimango magro e debole. 
Tempo fa facevo ginnastica così mi tenevo sano e in forma.
Afferrai lateralmente la mia borsa marrone chiaro, la campanella suonó e mi diressi verso casa.
Saltai giù per i gradini, per tagliare diagonalmente il campo da gioco della scuola, per fare più veloce; ma poi realizzai che la squadra di football stava correndo attorno al contorno nelle loro uniformi.

"Oh, grandioso" scacciai di bocca un frustrante respiro. Hanno pratica oggi.
Corsi velocemente attraverso il campo quando improvvisamente sentii qualcosa di duro che mi colpì la testa come una tonnellata di mattoni.
Caddi a terra ma mi sedetti instantaneamente, causandomi di vedere doppio.
Mi sentii la testa leggera, la toccai e nel riprenderla vidi sangue rosso nelle mie pallide dita.

"Oh grandioso" ripetei in frustrazione.
Vidi una figura avvicinarsi verso di me. Focalizzai la mia visione per vedere Nathan, capitano e lanciatore della squadra di football. Era alto rispetto a me, da un minimo di 15 centimetri, aveva i capelli castani e occhi color cannella con una leggera abbronzatura e un delicato sorriso.

"Hey, ti senti bene?" Mi chiese quando si avvicinò a me. Vedevo fosco e doppio.

"Non lo so" Dissi mettendo una mano sulla mia testa per aiutarmi.

"Non sembri stare molto bene. Ti puoi alzare?" Disse concentrato mentre mi afferró per un braccio cercando di alzarmi. Le mie gambe cedettero ma mi tenne stretto.

"Tizio stai sanguinando" disse guardando la mia testa.

"Dove?" chiesi.

"Qui" disse indicandomi il punto esatto dove poco fa avevo tastato con la mano.

"Oh no, se ho perso i miei preziosi punti del Ql, ti maderò all'inferno!" Dissi incrociando le braccia. Lui rise, fui sorpreso della delicata risata che suona molto piacevole.

"Grazie per aver risollevato la mia pelle, ora puoi per favore farmi andare, non sto cadendo più" Ribattei siccome mi sentivo scomodo tra le sue braccia.

"Oh scusa" tolse automaticamente le sue mani, io continuai a camminare in direzione di casa.

"Come minimo vai nell'ufficio infermeria!" Disse mentre io cercavo di allontanarmi da lui.

"Grazie ma no, grazie!" Gridai e continuai ad oscillare.

"Sei sicuro di poter camminare fino casa? Pensa..saresti senza il calore del sole, con il sangue che esce dalla tua testa, potresti svenire.." Urlò dopo di me. Mi bloccai e ruotai gli occhi.

"Bene" Borbottai mi girai e salii le scale. Nathan mi seguì dietro di me.

"Hai finalmente colpito qualcuno!" Sentii qualcuno urlare al ragazzo.

"Stai zitto Harvey!" Nathan urlò rispondendo. Andammo in infermeria e mi trattarono le ferite. Il telefono dell'infermiera suonò, lo prese e ci informò che doveva andarsene ma noi potevamo restare fin quanto volevamo. Mi sentivo scomodo stare solo con Nathan nell'infermeria dato che non lo conoscevo bene.

"Voglio andare a casa" Dissi nervoso.

"Aspetta" Ribattè quando mi vide che cercavo di alzarmi.

"Cosa?" Chiesi mettendomi seduto sul letto.

"Il tuo braccio" Ordinò. Senza nessuna domanda distesi il braccio. Sentii all'istante dolore. Lo battei quando caddi. Il ragazzo lo bandò per me.

"Grazie Nathan" Dissi mentre mi alzai dal letto.

"Tu conosci il mio nome?" Mi chiese un po' sorpreso.

"Perchè non dovrei conoscerlo?"

"Credevo eri nuovo in questa scuola...stavo per presentarmi.." Nathan disse.

"Sono venuto in questa scuola tempo fa, e da allora sono diventato una matricola" Pronunciai. Nathan mi guardò confuso. "Sono un fagiolo" Espansi "Oh.." Natahn rise leggermente. Ignoralo Trevor, mi dissi.

"Scusa" disse onestamente. "Nate va tutto bene; Io sono Trevor" mi presentai.

"Alisle? Non sei tu quel perfetto tizio onorato? Annuii.

"Ottimo!" sorrise. 

"No, non lo è! Nessuno sa chi sei quando sei così piccolo e "nerd" come lo sono io" Sottolineai.

"Nessuno capisce che esisti. Le persone ti sbattono sempre la porta in faccia e tutti dicono "scusa fratello" imitai il ragazzo di prima.

"Bhe, essere i riflettori della fama non significa essere felici e amati da tutti" Disse mentre io mi avvicinai alla porta, girai la maniglia, ma mise le sue mani da dietro di me, cercando oltre la mia spalla, chiuedendo la porta. La sua voce piatta e povera.
Potevo sentire il suo freddo respiro ancora da dietro il mio collo. Mi sentivo nervoso e terrificato ma provai a non mostrarlo.

La sua faccia era molto vicina, era solo a dodici centimetri dalla mia. Il suo cuore era vicino al mio petto. Nate vide di appoggiarsi.
Le nostre labbra si avvicinarono quando improvvisamente senz'anima Nate chiuse gli occhi e prese la mia testa.
La sua testa si appoggiò alla mia spalla. Mi sentii arrossire alla nostra vicinanza.
Cosa? Perchè sto arrossendo?! Questo mi fece peggiorare il mal di testa.

"Cosa pensi di questo?" Nata sussurrò nel mio orecchio. Sentii la mia faccia diventare rossa. Il mio cuore sembrava come esplodere.
Aprii la porta prima di fare una cosa stupida. I suoi sensi si spensero mentre io ero in grado di andarmene e correre via.
Il mio cuore era in corsa. Non so cosa sia successo.




  
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