CAPITOLO
2
SUL TRENO, CIÒ CHE
ACCADDE E L’ASSISTENTE
Il treno filava rapido in aperta
campagna.
Era ormai sera, il crepuscolo
avanzava inesorabile, calando la sua nera coltre sul
mondo.
I passeggeri del treno erano tutti
riuniti nel vagone ristorante.
Envy e la sorella entrarono nel
vagone, stupendosi della tranquillità che ivi regnava, non si udiva quasi volare
una mosca: “Ma che diavolo succede?” esclamò il ragazzo, sedendosi nel tavolino
al centro della sala.
Il signor Bradley, attorniato da
tutti i passeggeri, s’alzò in piedi: “Qualcuno ha lasciato dei messaggi anonimi
nel mio scompartimento, voglio capire chi sia stato!” esclamò lui, furente,
sventolando un foglio di carta; il ragazzo moro si avvicinò e lo prese in mano:
“Gli assassini la pagheranno, la pagheranno cara. La vendetta colpirà
inesorabile e precisa come le frecce di Artemide.” lesse lui, era una chiara
minaccia.
Il giovanotto alzò la testa,
incrociando gli occhi di quell’uomo: “Ha un idea del perchè possano averle
recapitato questo messaggio? Ma soprattutto, chi può essere stato?” domandò con
tono piatto e freddo, “No, non ne ho la benchè minima idea, ma voglio sapere chi
diavolo è stato! Sono una persona rispettabile, non un assassino!” urlò l’uomo
d’affari; “Va bene, allora se me lo permette svolgerò qualche piccola indagine”
terminò, con tono gelido e professionale, accompagnando il tutto con un leggero
inchino. La signora Izumi, che si trovava poco distante da loro, s’alzò: “Scusi,
ma lei chi diavolo è? Chi le dà il diritto di intromettersi in questa faccenda?”
esclamò lei, gli occhi che mandavano
lampi.
Per tutta risposta, il ragazzo la
guardò, mostrando appena i denti in un ghignetto: “Sono Envy, detective in forze
al Tribunale Militare di Central City.” si
presentò.
Un mormorio diffuso percorse come una
scossa il vagone ristorante.
“Mio fratello potrà aiutarla, glielo
posso assicurare!” parlò Lust, fissandolo con i suoi profondi occhi neri come la
notte; “Lo spero, ma in ogni caso so come difendermi!” esclamò l’uomo d’affari
dalla pelle abbronzata, scostando leggermente il mantello nero che aveva sulle
spalle; estrasse una lunga sciabola: “Questa mia spada non ha mai sbagliato un
colpo, mi ha accompagnato in ogni singola guerra che ho combattuto, e ha
martoriato le membra di centinaia di nemici.” affermò con decisione, facendone
brillare la lama alla luce delle lanterne disposte sui tavoli, “e mi
accompagnerà anche in quest’ultima
lotta.”.
Lo sguardo di fuoco del moro
detective si posò rapidamente su ognuno dei presenti, i loro visi esprimevano
solo tranquillità e indifferenza.
Tutti, tranne
uno.
L’assistente dell’imprenditore era in
un angolo, scostato rispetto al gruppo, ed Envy poteva giurare che stesse
piangendo, le lacrime scivolavano e andavano a morire tra le sue labbra,
sembravano diamanti tristi, dalla luce non
comune.
Decise di
indagare.
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Malgrado tutto, la cena si svolse con
tranquillità.
Lust ed Envy sedevano al centro della
sala da pranzo, i due conti, marito e moglie, sedevano nel tavolo accanto al
loro, la donna aveva un comportamento molto protettivo nei confronti del marito,
notò il giovane.
Il tenente e la giovane donna bionda
sedevano in un separè all’estremità del vagone, sembravano molto ansiosi per
qualcosa; la principessa sedeva accanto alla cameriera e alla signora Curtis,
accompagnate dalla missionaria che pregava, sgranando un rosario, “è una fedele
della Chiesa di Leto, la missione giù nel Sud è uno dei centri nevralgici.”
mormorò il moro detective, non capendo per quale ragione avesse intrapreso un
viaggio così lungo. Il signor Hughes e il signor Brosh erano un po’ alticci e
ridacchiavano pochi tavoli in là del loro. Infine lo sguardo cadde sul tavolo
occupato da Bradley e dai suoi compagni di viaggio: “Ehi sorellina, hai visto
dov’è andato il signor Mustang?”, il moro era rimasto un po’ turbato da quella
reazione che aveva avuto durante il breve colloquio avuto poco prima col suo
capo; la sorella lo guardò, smettendo per un attimo di mangiare: “Mmm, mi è
sembrato di vederlo dirigersi verso la biblioteca, aveva un aria molto
afflitta.” spiegò lei.
Envy s’alzò, e si mosse verso
l’uscita.
Voleva
capire.
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La biblioteca dell’Amestris Express
era molto ben fornita.
Migliaia di volumi, soprattutto di
alchimia, occupavano gli scaffali. Anche numerose biografie delle personalità
più importanti del passato e presente del
Paese.
E fu proprio davanti allo scaffale
delle biografie che trovò l’assistente dell’imprenditore, seduto in una
poltrona, che sfogliava lentamente un volume, piangendo
sommessamente.
Tra le braccia, aveva un drappo
rosso. Bagnato di lacrime.
Envy rimase un istante nell’ombra, si
sentiva turbato.
“Ragazzo, è inutile che ti nascondi,
ti ho visto.”.
La voce dell’uomo fece trasalire il
detective: “Gomenasai, non era mia intenzione, mi perdoni.”, Envy fece un
leggero inchino nell’entrare nella stanza, “Avvicinati pure, non ti mangio
mica.”, la sua voce era triste, spenta.
“Mi scusi, l’ho vista molto triste ed
abbacchiata, e volevo vedere se potevo aiutarla.”, il moro sentiva che lo
sguardo che l’uomo gli rivolgeva era denso di tristezza, “Non preoccuparti,
stavo solo pensando al passato.” affermò lui a mezza voce, invitandolo a sedersi
nella poltrona davanti a lui.
“Sai, Envy, giusto? Sono partito per
dimenticare, ma qui i ricordi sono più forti di prima; dicono che viaggiare in
treno sia un inizio per dimenticare il proprio passato, e ritrovare felicità.”
affermò Mustang, guardandolo, “Ma come puoi essere felice se ciò che ti rendeva
tale è morto, e con lei il tuo cuore?” sussurrò sibillino, “Ma che cosa le è
successo?” chiese il moro, alzandosi in piedi, “Forse un giorno capirai che vuol
dire aver il cuore spezzato, e cercare disperatamente la felicità. Spero solo
che tu non lo capisca nel modo più doloroso possibile.” rispose Mustang,
alzandosi a sua volta e dirigendosi verso le cabine, quello strano drappo rosso
ancora tra le braccia.
Aveva lasciato lì il libro che stava
leggendo.
Era una
biografia.
La biografia di un
alchimista.
La costa dorata rifletteva a chiare
lettere il nome: “Edward Elric, l’Alchimista
d’Acciaio.”.
“Strano, perché mai dovrebbe
interessarsi di un argomento simile?” si domandò Envy, lasciando a sua volta la
stanza, non accorgendosi minimante di una foto che, infilata nella copertina,
era scivolata fuori per metà.
Un ragazzo biondo che sorrideva
felice, abbracciato a un moretto e a due giovani, anch’essi dai folti capelli
color oro.
Edward Elric in
persona.
L’Alchimista
d’Acciaio.
HOLA!!!! (Sto diventando sempre più simile a BG… XD).
Volevo ringraziarvi tutte per il supporto!!! Sono felice che sia piaciuta così
tanto!!! Beh, questo capitolo è breve, ma veramente
importante.
Spero che vi sia
piaciuto!!!
Ora passiamo ai
ringraziamenti:
SHIKADANCE: Benvenuta e grazie per il supporto! Spero che Envy ti
entusiasmi come sta entusiasmando me! E anche Lust! Ho preferito cambiargli il
colore dei capelli, non potevo metterli verdi, no? XD Alla
prossima!
ALLSECRETS2: Su questo non posso rispondere, altrimenti
metà storia sarebbe rivelata! Comunque, grazie mille!!
XD
ED92: CIAO!!!! Grazie, mi han fatto molto piacere i tuoi
commenti positivi!!!! Ti voglio bene!!!! XD XD
XD
CHIBISIMO: Ciao! Sono onorata di un tuo commento!! Certo
che Al comparirà, è uno dei personaggi più importanti. Il prossimo capitolo
dovrebbe essere per gran parte incentrato su di lui!!! Spero tu continuerai a
seguirmi!!
ELISETTA: Benvenuta tesora!!! Mi ha fatto piacere
ricevere tue notizie e tuoi commenti
positivi!!!
LIENA: CIAO!!!!!!!!!!!! Grazie per avermi sopportato
sabato sera all’osservatorio!!! Sai che ti voglio tanto bene!!!!! Grazie di
tutto!!!!!!
BG: MA CIAO!!!! Non avrei mai pensato che la leggessi!!!
Sono onorata!!! Grazie mille di cuore, sai che ti voglio bene!!! Sto diventando
un po’ troppo simile a te, mi stai influenzando!!! GRAZIE MILLE!!!! Sono onorata
dei tuoi complimenti!! >////////<
ALLA
PROSSIMA!!
SHUN