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Autore: _ClyssiasChange_    06/12/2013    2 recensioni
Ma il momento della giornata che preferisco è quando la campanella dell’ultima ora suona e possiamo andare a casa, tu vivi in un altro mondo, ti accorgi più tardi degli altri cosa è successo, smetti di pasticciare quel banco di cose che sai solo tu e prepari lo zaino arancione velocemente, poi dalle tasche tiri fuori il cellulare e le cuffiette, scorri il dito sullo schermo e con indecisione scegli la canzone adatta a quel momento, forse per capirti dovrei semplicemente leggere la tua playlist.
{Riflessione di un ragazzo che osserva da tempo una ragazza apparentemente invisibile, spero che vi piaccia (:
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Ti vedo ogni giorno, mi rapisci in quell’istante.

 
Ti conosco da quando andavamo alle elementari, non so però quando è stato il momento effettivo in cui mi sono accorto di te.
Durante le lezioni, sei come eri, distratta, disegni qualcosa su foglietti che tieni per te o sul banco, ti vedo spesso scarabocchiare per poi cancellare, e disegnare ancora, fino al suono della campanella. Così silenziosa da sembrare invisibile, non si nota differenza quando ci sei e quando non, anche quando sei in un gruppo non sembri esserci davvero, sei strana.
So a malapena qual è la tua voce adesso, non che da bambina parlassi di più, vorrei conoscerti meglio, ma forse nemmeno tu conosci te stessa.
Non sei nemmeno tanto bella, sei solo carina, capelli lunghi fino alle spalle castani, da che ho memoria li hai sempre avuti così, che non cerchi di curare particolarmente, sempre sciolti, spesso in disordine, è capitato forse un paio di volte che li hai ordinati in una coda ma ad essere sincero, ti preferisco quando non li leghi.
Ti vedo quando resti davanti alle macchinette da sola, sembri invisibile anche quando fai aspettare gli altri, con quei jeans e quelle felpone colorate in cui sembri affondare, un mare di mille colori dove nascondi il tuo fisico, forse te ne vergogni, forse vuoi essere più comoda, onestamente non l’ho mai capito.
Non porti gioielli come le altre ragazze, anzi, ripensandoci hai un braccialetto col simbolo dell’infinito, ironico, dato che il “per sempre” probabilmente non avrà memoria nei tuoi confronti.
Non vieni derisa, non vieni accettata, non vieni tantomeno vista, mi chiedo se vieni mai amata.
Probabilmente sì. Ma non quando sei qui, così.
Al contrario delle altre non ti preoccupi di essere sempre impeccabile, spesso entri struccata o con solo matita nera, ti si vedono le occhiaie, e credo di saperne solo io il motivo. Anche da bambina eri così, quando eri in un gruppo di bambine, dove solo tu tenevi il grembiule bianco, sebbene aperto, e vi buttavate dalla collinetta che era nel giardino della scuola, ora che ci penso era uno dei pochi momenti in cui parlavi, ridevi, urlavi. Ti rialzavi e ti pulivi, e poi ridevi sguaiatamente, senza preoccuparti degli altri, forse è da lì che ho cominciato a notarti, a studiarti.
Più ti guardavo, più sembravi piatta, non avevi personalità, cambiavi in base alle persone con cui stavi, anche se non hai mai sputato cattiverie.
Rido guardandoti strofinarti la testa in cerca della risposta a quel rompicapo di fisica che non riesci a risolvere, continuo a ridere quando finisci e quando la tua bocca per un attimo si contrae in un sorriso soddisfatto, e quando consegni la verifica, torni al tuo posto accanto alla finestra e guardi il cielo con una mano sotto il mento a pugno, la luce del sole primaverile ti esalta il profilo dai tratti non così fini e per un attimo sembri non essere più così invisibile. A quel punto non rido più, torno a concentrarmi sul compito, anche se parte della mia mente è assente.
Ma il momento della giornata che preferisco è quando la campanella dell’ultima ora suona e possiamo andare a casa, tu vivi  in un altro mondo, ti accorgi più tardi degli altri cosa è successo, smetti di pasticciare quel banco di cose che sai solo tu e prepari lo zaino arancione velocemente, poi dalle tasche tiri fuori il cellulare e le cuffiette, scorri il dito sullo schermo e con indecisione scegli la canzone adatta a quel momento, forse per capirti dovrei semplicemente leggere la tua playlist.
I tuoi occhi si illuminano, e finalmente sembri viva, io esco con i miei amici e mentre parlo con loro di una qualsiasi cavolata ti osservo, per fortuna facciamo una parte di strada insieme, il venerdì è la giornata migliore, i miei amici hanno gli allenamenti di calcio, così io posso concentrarmi su di te.
Non vai a casa subito, ti fermi nel parco della città e ti siedi sotto un albero, stesso punto, sia con la pioggia che con il sole.
Io mi metto nell’albero più vicino, ti guardo e tu non te ne accorgi, ed è questo il momento che preferisco in assoluto, tiri fuori dal tuo zaino un libro, ogni settimana lo cambi, a volte capita che ne leggi due in una settimana, e sei tu.
I tuoi occhi diventano lucidi mentre ti immergi nella lettura di storie, le tue labbra rosee e mangiucchiate si accentuano verso l’esterno, sembrando più invitanti di quanto non siano, la tua carnagione normale e in più punti arrossata per chissà quale motivo diventa improvvisamente la più liscia, le mani piccole, che sembrano ancora quelle di una bambina, con sempre almeno un cerotto sulle dita, a nascondere chissà quali ferite provocate dalla tua distrazione, che tengono saldamente il libro che stai leggendo (questo lo stai rileggendo, deve esserti piaciuto molto, “Ragazzo da parete”, dovrò leggerlo anche io un giorno), e ridi, e la tua voce risuona melodica e qualche pagina dopo piangi, e hai il trucco colato sulle guance, e non te ne importa.
E sei bellissima.
E in quell’attimo, in questi istanti mi rapisci completamente, mi lasci spiazzato e solo in questi momenti me ne rendo conto.
Sono innamorato.
 
 
 
IT’S STALKERING TIME
Beeene, spero che questa nonsocosasia vi piaccia!
A me piaceva l’idea, ma boh, ditemi voi c:
tornerò presto con una one-shot horror,
quindi preparatevi eue
Kiss Clyss
p.s- comunque questa cosa è tra le più tenere che abbia scritto, aw
 
   
 
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