Random.
Un paio di scarpe grigie, dei jeans, una maglia grigia, una camicia azzurra, una lattina di the al limone.
Sei tu quello seduto sulla sedia in corridoio. Ti tiro uno schiaffetto sulla nuca e mi allontano senza parlarti. Sento la tua voce che mi chiama e mi saluta.
Vorrei tornare indietro, sedermi sulle tue ginocchia, metterti un braccio intorno al collo e rimanere così.
Per un’ora, per un secondo, per sempre.
E invece continuo a camminare, la tua voce non chiama più.