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Autore: Euterpe_12    08/05/2008    5 recensioni
Quel che vi propongo con questa fanfiction è un esperimento. Love me infatti è una raccolta di one-shot che hanno come protagonisti un po' tutti i personaggi di Tokyo mew mew. All'inizio di ogni one-shot indicherò la coppia trattata in modo tale da avvisarvi subito. Le coppie saranno molteplici, per tutti i gusti insomma! spero vi piacerà. Un bacionea tutti, ichi_chan.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SOLO AMICI

Salve a tutti ^_^ esordisco in questo progetto con una one-shot diversa dal solito, con una coppia di cui non ho mai letto nulla. Spero vi piacerà. E ne approfitto per ringraziare in anticipo chi vorrà commentare!

 

Disclaimer: I personaggi di cui tratto in questa fanfiction appartengono  a Mia Ikumi ideatrice e creatrice del manga Tokyo mew mew.

 

Pairing:  Ryou-Key

 

 

CIELO INAFFERRABILE

-Mi raccomando Key, non dirlo a nessuno.- mi guardò con aria distrutta, probabilmente convinto che avrei tenuto fede alla richiesta che mi era appena stata fatta.

 E così fu.

-Certo Ryou, puoi star sicuro.- gli sorrisi lievemente, socchiudendo appena le labbra. Avrei voluto continuare quella frase. Avrei voluto dirgli che, purtroppo, il fatto che ora sapevo dei suoi sentimenti nei confronti di Ichigo non cambiava certo le cose. Perché è brutto dirlo, ma la rossina sembrava non essere minimamente interessata a lui. Amava Masaya, lo amava con tutte le sue forze. Mi voltai dalla parte opposta, stringendo convulsamente i pugni. Certo non potevo dimostrare proprio a lui, proprio a Ryou che dentro di me soffrivo come un cane.

Sì, soffrivo.

Una sofferenza che mi attanagliava l’anima ormai da tempo.

 Chiusi gli occhi, ordinando l’ennesimo coctel fortemente Halcoolico. Sapevo che tutto questo non mi avrebbe aiutato, ma per lo meno avrebbe alleviato per qualche ora il mio dolore.

Il dolore portato da un amore non ricambiato. Un dolore scaturito dal fatto che mi rendevo conto che probabilmente dovevo essere completamente pazzo.

Pazzo perché mi ero innamorato con tutte le mie forze del ragazzo che avevo cresciuto con affetto e disciplina per ben cinque anni.

Mi portai il bicchiere alle labbra, ripensando a tutte le volte che mi fermavo a guardarlo. Seduto al computer del laboratorio o impegnato a consumare la propria cena. Poi accendevo un discorso. Un discorso qualunque a dire la verità, apposta per sentire la sua voce. Per vederlo sospirare, per farmi guardare. Ed ogni volta che mi veniva in mente di quanto sarebbe stato bello sentire le sue labbra sulle mie, percepivo il suo sguardo che mi uccideva quasi. Quelle fredde lamine di ghiaccio mi squadravano perentorie, quasi volessero confessare il mio peccato. Era in quel momento che abbassavo lo sguardo avvilito, dicendomi che quell’amore non aveva alcun senso.

Perché?

Perché lui è un maschio, ed io sono un maschio.

Più semplice di così!

Eppure ogni volta che chiudo gli occhi, ogni volta che penso a ciò che mi renderebbe felice, mi viene in mente lui. E mi vergogno nel dire che quando penso a me e Ryou, intendo i nostri corpi legati. Legati in qualcosa di infinito, estremamente violento ma dolce allo stesso tempo.

Perché io lo amo.

Ed ogni volta che cerco di dirmi che non c’è niente di male in tutto questo, mi viene da sorridere. Proprio come adesso. Adesso che, terminato l’ennesimo coctel, sorrido. Uno di quei sorrisi malinconici, eredi di una sofferenza appagata soltanto dal dolore. Serro nuovamente gli occhi, poggiando il denaro sul bancone. Mi alzo in piedi, poi mi dirigo a passi irregolari verso la porta del bar da quattro soldi in cui avevo deciso di consumare le mie pene. Devo essere ubriaco, ma non mi importa. Già. Al buon Key, al perfetto Key per una volta non gli importa di nulla. O per lo meno, nulla che non riguardasse Ryou.

Serro gli occhi, rimembrando nella mia memoria un sogno fatto tanto tempo fa. Neanche troppo tempo fa ora che ci penso.

Respiri rotti.

Labbra infuocate chelasciano roventi segni sulla pelle mascolina.

Gemiti.

Forti. Alti.

Signori di una stanza che sa d’amore.

Di quell’amore violento, padrone di anime cacciatrici di sogni.

I miei sogni.

 I capelli dorati di Ryou che si spargono violenti sul cuscino bianco. Gli occhi acquamarina soddisfatti dal piacere, il profilo leggero del suo sorriso che compare nelle ombre della notte.

Tutto perfetto, troppo perfetto.

Riapro gli occhi, rendendomi conto che tutto questo non era normale. Ma non è neanche normale il fatto che ora piango come un bambino. Poggio entrambe le mani sul volante, stringendolo convulsamente. No, non è giusto tutto questo.

Io non vorrei sognarti, io non vorrei amarti.

Non vorrei neanche voler assaggiare il tuo frutto. Pensarti ogni voltaiche mi infilo sotto le coperte pronto ad affrontare una notte da solo. Solo senza te. Senza te che stai nella camera accanto, a pensare a lei. A lei che non sono io.

Guido velocemente, senza darpeso ai cartelli stradali od al colore dei semafori. Guido e basta, preda delle mie paure ed i miei incubi. E quando metto piede al caffè, noto che tutte le luci sono spente. Probabilmente Ryou è già a letto. Ma mi sbaglio. Mi dirigo verso le scale, ordinandomi di rimanere lucido e di non svenire per terra durante il tragitto verso la mia camera. Tuttavia una voce mi ferma. La tua voce.

-Key...- dici in un sussurro. Mi volto verso di te. Noto la tua figura definita solo dai tiepidi raggi di luna che filtrano capricciosi dalla finestra del caffè. Hai un gomito poggiato sul tavolino, mentre la mano sta a reggere il capo colmo di pensieri.

Pensieri che, naturalmente,non riguardano me.

-Ah... dimmi...- dico, sorpreso. Ti osservo fingendo disinteresse, in realtà vorrei cavarti ogni parola di bocca. Ti metti seduto meglio sulla sedia, poi mi preghi di ascoltare quel che hai da dirmi. Annuisco. So che non mi farà bene udire il discorso che mi farai. Perché ogni volta che vedo i tuoi occhi che brillano in quel modo, ogni volta che noto le tue labbra così corrucciate, so che pensi a lei. A lei che evidentemente, è meglio di me. -Cosa è successo?- domando, poggiando entrambe le mani sul tavolino. Sospiri leggermente, poi ti volti dala parte opposta. Ti hanno sempre messo a disagio questi discorsi.

-Credo di aver fatto una stronzata.- dici tutto d’un fiato, osservando distrattamente il pavimento. Faccio una smorfia, poi decido di approfondire la mia sofferenza.

-Sarebbe?- ti volti un istante verso di me. I tuoi capelli ciondolano appena, sembrano far notare ancor di più la tua innata bellezza.

-Ho detto ad Ichigo che... che l’amo.- sussurri, con aria pentita. Ed uno strano brivido mi coglie, non appena mi rendo conto che non deve esserti andata bene. Sospiri di nuovo, poi continui il tuo racconto senza nemmeno darmi il tempo di ribattere.  –Sai, forse avrei dovuto darti ascolto, o meglio, dare ascolto al tuo silenzio. Ogni volta che ti parlavo di lei... non mi hai mai dato false speranze, e nonostante questo io ho deciso di dirle dei miei sentimenti.- stringi un pugno, tornando a fissare il pavimento. –E come prevedibile, è andata male. Anzi, credo addirittura che non metterà più piede al caffè.-

Odio vederti soffrire così. Ma odio anche dovermi sentire uno straccio al solo guardarti mentre pensi a lei. A lei che ha rifiutato il tuo amore, fortunata inconsapevole. Scuoto il capo, sorridendo appena. Sono felice per me, ma infelice per te. Brutto controsenso, che rende la mia mente ancora più confusa. E mentre ti guardo dritto negli occhi, mi rendo conto che tu sei pazzo esattamente quanto me. Amante di qualcosa di impossibile, inafferrabile.

E tu Ryou, sei il mio cielo inafferrabile. Un cielo che, purtroppo, non sarà mai mio.

-Sai Ryou, credo sia quasi normale tutto questo.- mi alzo in piedi, avviandomi verso le scale. Sento il tuo sguardo interrogativo appiccicato contro la mia schiena, pronto a domandarmi tutto. Ma non te ne do il tempo. –Tutti noi amiamo ciò che non potremo mai avere.- mi volto appena verso di te, socchiudendo gli occhi. Noto che hai le braccia incrociate e lo sguardo sorpreso. –Tu Ichigo, io...- serro la bocca, rendendomi conto della grande idiozia che stavo per dire. Mi guardi ancora, convinto che avrei continuato la mia frase. –Io un giorno mi innamorerò di una donna che non mi guarderà neanche di striscio!- mi volto di scatto, con la fronte che gronda sudore freddo.

Idiota!

Stupido idiota, stavi per farti scoprire!

Prendo un lungo sospiro, e proprio prima di iniziare a salire le scale una tua frase mi blocca.

-Sai Key, spero proprio che tu non debba passare quel che passo io.- entrambi ci sorridiamo, piccoli amanti della sofferenza.

Ridacchio.

-Ti sbagli Ryou, non sai quanto ti sbagli.- 

 

THE END          

   
 
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