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Autore: xthis_is_berta    07/12/2013    0 recensioni
Attenzione! Questa storia non è stata scritta da me, ma è la traduzione di "Casi Angeles: La isla de Eudamòn" di Leandro Calderone.
Non c'è tempo!-si ascoltò con nitidezza. Fu un grido offuscato, impaziente e, tuttavia, divertente, sorto nel mezzo di un gruppo di muratori che davano i ritocchi finali alla grande villa che stavano costruendo. Era l'11 febbraio del 1854. Erano esausti e accaldati, volevano finire subito, ma un piccolo omino, che camminava a passi lunghi sostenendo un ridicolo parasole bianco, li tratteneva, mentre mostrava l'ora in un orologio da tasca.
Genere: Generale, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE! QUESTA STORIA NON E' STATA SCRITTA DA ME MA E' SOLO LA TRADUZIONE DI "CASI ANGELES: LA ISLA DE EUDAMON" DI LEANFRO CALDERONE!








                                           CASI ANGELES: L'ISOLA DI EUDAMON






-Non c'è tempo!-si ascoltò con nitidezza. Fu un grido offuscato, impaziente e, tuttavia, divertente, sorto nel mezzo di un gruppo di muratori che davano i ritocchi finali alla grande villa che stavano costruendo. Era l'11 febbraio del 1854. Erano esausti e accaldati, volevano finire subito, ma un piccolo omino, che camminava a passi lunghi sostenendo un ridicolo parasole bianco, li tratteneva, mentre mostrava l'ora in un orologio da tasca.
Il dottore Inchausti, elegante e solenne, si avvicinò al gruppo e mediò nella discussione. Anche se il sole di mezzogiorno era insopportabile e gli uomini correvano il rischio di prendersi un'insolazione, l'omino, vestito con dei pantaloni bianchi, camicia bianca, soprabito bianco e scarpe bianche, gridava molto irritato che dovevano finire di collocare l'orologio in quello stesso momento.
-E' molto importante, Inchausti!- disse con irriverenza e tono di sfida al dottore, che nessuno chiamava «Inchausti» a secco. Il dottor Inchausti non tollerava la sfacciataggine e, inoltre, era molto considerato e affettuoso con i suoi impiegati. Tuttavia, l'omino rispose come se ignorasse che si trattava di uno degli uomini più ricchi e rispettati della città, e con più influenza.
-Inchausti, questo orologio deve funzionare entro due ore. Non c'è tempo!- disse mentre inchiodava il suo sguardo nel dottore. Un'ora più tardi, i muratori e il falegname finirono di incorporare il grande orologio che coronava la mansarda della villa.
Subito dopo, cinque anziani di statura quasi identica, tutti con lineamenti e indumenti indigeni, entrarono nella casa e salirono fino alla mansarda, dove li aspettava l'omino vestito di bianco. Gli anziani indigeni aprirono i loro zaini, dai quali iniziarono a tirare fuori centinaia di pezzi di orologeria di ogni dimensione. Con una precisione ammirabile, in pochi minuti armarono il meccanismo del grande orologio. L'omino vestito di bianco aprì una piccola valigia bianca, dalla quale tirò fuori un cofanetto di legno, anch'esso bianco. E da questo tirò fuori un piccolo pezzo di metallo grigio. Tese la sua piccola e delicata mano, e colloco il pezzo dentro il meccanismo dell'orologio.
I cinque anziani e l'uomo vestito di bianco fissarono l'orologio per alcuni secondi, fino a che la lancetta segnò finalmente il primo minuto.
E così fu come l'imponente orologio costruito dai maestri orologiai pruni iniziò a funzionare. E funzionò alla perfezione, senza anticipare nè ritardare, nè fermarsi mai in esattamente 177 anni, 9 mesi, 11 giorni e 7 ore.
Una volta finito il lavoro, l'omino uscì nel giardino posteriore della villa, dove il dottore Inchausti mostrava alla sua giovane moglie e al suo figlioletto gli alberi che aveva fatto piantare. L'omino vestito di bianco interruppe la conversazione del dottore e sua moglie con la sua abituale irriverenza: -Non si romperà, però se dovesse arrivare a rompersi, cosa che non succederà, chiaro; ma se succedesse, nell'improbabile eventualità che si rompesse, anche se ripeto che è quasi impossibile che questo succeda, non chiami nessun orologiaio per fargli mettere le mani sopra. Verremo noi ad aggiustarlo. E' chiaro? -E' chiaro- rispose il dottore, contenendo l'irritazione che gli provocava questo trattamento impertinente -E lo tratti bene- avvertì l'omino mentre si serviva un bicchiere di limonata, senza che glielo avessero offerto. -Non come ci si prende cura di un orologio qualsiasi. nemmeno come si prende cura di un mobile, e molto meno come si prende cura di un oggetto. se ne prenda cura come si prende cura di un essere amato- indicò con precisione e bevve in un sorso la limonata. -Che bene che mi è venuta! Che estate insopportabile!- esclamò -Non capisco cosa piaccia alla gente dell'estate. Buon pomeriggio- e senza dire più niente si ritirò. La moglie guardò il marito, cercando una spiegazione alla sua insolita tolleranza, e domandò con grande curiosità -Chi è quest uomo?- E' colui chi mi salvò in Perù- Fu la schiacciante risposta del dottor Inchausti.
Quando l'omino passò vicino al figlioletto della coppia, che giocava nel giardino, il bambino lo guardò e gli chiese -Lei chi è?- L'omino lo guardò, gli sorrise e disse: -Se ti dessi a conoscere il mio nome e ti spiegassi realmente chi sono, non lo capiresti. dirò solamente che mi chiamano «Tic Tac»- e si allontanà aprendo il suo ridicolo parasole bianco. Il bambino avrebbe quasi giurato di averlo visto sparire tra le gardenie.



Nell'istante in cui la lancetta dei minuti dell'orologio della villa cominciava a girare, a 17,8 kilometri al nord-ovest della villa, in una stanza che era anche del dottor Inchausti, un altro gruppo di anziani pruni, comandati da un altro omino vestito di bianco identico a Tic-Tac, metteva in funzione un orologio uguale. E in questo stesso istante, a 17,8 kilometri a sud della stanza, nella parrocchia del piccolo paese di Escalada, un altro gruppo di anziani pruni comandati da un altro omino vestito di bianco, replica di Tic-Tac, metteva in funzione un terzo orologio, analogo agli altri due. Nell'anno 1854 non c'erano aerei nè satelliti. Se ci fosse stato qualcosa di simile, un osservatore, dal cielo, avrebbe potuto avvertire che durante una frazione di secondo tre punti emisero una luminosità azzurra, intensa, e i tre vertici si unirono attraverso il firmamento, formando un triangolo equilatero perfetto.


                                                                                                    


CIAO A TUTTI
E' la prima "storia" che scrivo in questa sezione. Beh, anche se non è effettivamente una storia, o almeno, non mia. 
Questo è il prologo di "L'isola di Eudamòn" completamente tradotto da me, come sarà per i prossimi capitoli che cercerò di caricare molto presto, anzi vi prometto che domani o dopodomani pubblicherò il primo capitolo! Lasciate qualche recensione se volete e seguitemi su Twitter (chiedetemi il follow back e ricambio )
@xthis_is_berta

 
  
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