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Autore: ofarrowsandbows    07/12/2013    1 recensioni
Alexis è stanca di vivere sotto l’ombra del padre, che ora per una convention, ora per un libro, è sempre al centro dell’attenzione. Decide così di tentare la fortuna e richiedere di entrare ad Oxford, ma si sa, Alexis non potrebbe sopportare nemmeno di avere A- come gruppo sanguigno. Arriva il giorno della partenza, un biglietto di cui non le importa tanto le darà un motivo per ricominciare tutto da zero.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alexis Castle, Nuovo personaggio, Quasi tutti | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Così ero stata cacciata da Oxford, avevo buttato nel cesso tutti gli anni di sudore e fatica che avevo fatto per arrivare sin qui eppure, mentre decidevo se prendere o no il volo per New York, mi sentivo felice.

Avevo parlato con Campbell e mi aveva detto di tenere in considerazione la Columbia. Mamma e papà all’inizio avevano dato di matto, ma poi papà se n’era uscito con la fatidica frase “te l’avevo detto” e il tutto si concluse lì.

Il cellulare mi vibrò in tasca e lo sbloccai per vedere chi fosse. Marie.

“Mi dispiace per averti messa in mezzo, so quanto ci tenevi ad Oxford. Prova con Bristol!”

Alzai gli occhi al cielo e poi decisi di dare una rapida occhiata al sito dell’università. Rimasi allibita: se avessi guardato anche l’università di Bristol avrei fatto un favore a me stessa.

Decisi di chiamare mia nonna per chiederle se sapesse qualcosa riguardo all’università e dovetti aspettare cinque minuti prima che si decidesse a rispondere al telefono.

“Alò?”

“Nonna?”

“Alexis, cara! Tuo padre mi ha raccontato dell’università… ma stai tranquilla cara, quando si chiude una porta si apre un portone!”

Sorrisi immaginando me e la nonna stile Dante e Virgilio, solo in giro per l’Inghilterra.

“Lo spero nonna, perché non ho intenzione di tornare a New York, per adesso.”

“Perché non provi con Bristol?”

No. Anche la nonna provava a convincermi con Bristol. Questo poteva diventare un incubo per me.

“Nonna cosa c’è a Bristol?”

“Chi c’è cara, chi c’è. Comunque – asserì vagamente cambiando discorso – ho provato a farvi iscrivere tuo padre e anche i tuoi fratelli maggiori, nessuno di loro mi ha mai dato ascolto.”

Sbuffai cercando di non farglielo capire. Sembrava quasi che stesse cercando di fare come quando mi diede il foglietto e mi disse della chiesa. Certo, dopo avevo incontrato Finnegan, ma poi ero stata espulsa da Oxford.

“Proverò anche con Bristol, contenta?”

“Si cara, molto. Devo andare, tuo padre sta dando di matto perché ha captato Bristol. Au revoir!

“Ciao nonna, saluta tutti.”

Così, con questa allegra chiamata sullo sfondo, decisi di inviare una mail all’indirizzo di posta elettronica dell’università, sperando in una risposta positiva.

Sarebbe stato il periodo più lento e stressante della mia vita.

Comunque, immagino vi starete chiedendo dove spendessi le mie inutili – e senza istruzione – giornate. In realtà avevo messo da parte un bel gruzzoletto prima di partire per Londra, quindi non fu difficile affittare una stanza.

Una settimana dopo ricevetti una mail da Bristol: avevo un colloquio.

Non potete immaginare la mia gioia, credo. Insomma, appena espulsa da Oxford, forse accettata a Bristol e… non sapevo ancora cosa fare.

Voglio dire, mi piaceva parlare con le persone, ascoltarle e aiutarle a risolvere i loro problemi, ma non ero mai riuscita a capire perché fossi sempre così a disagio con me, me stessa, medesima.

Avevo diverse possibilità eppure oltre a psicologia e farmacologia nulla mi sembrava adatto alle mie competenze. Non mi sentivo un genio per via dei miei voti, intendiamoci, anzi, molto spesso li ritenevo il problema di tutto e tecnicamente erano stati anche il motivo per cui il preside teneva gli occhi puntati su di me aspettando un altro crollo emotivo-psicologico.

Il giorno della convocazione, decisi di indossare una camicia, un paio di jeans blu scuro, francesine color grigio e giacca nera. I capelli per una volta li avrei tenuti sciolti e avrei fatto in modo che nessuno della commissione potesse obiettare qualcosa su di me.

“Signorina… Castle. Perché ha deciso di iscriversi dopo due mesi e mezzo dall’inizio delle lezioni?”

Mostrai uno dei miei migliori sorrisi e risposi “L’università che frequentavo non mi dava più gli stimoli dei primi giorni, studiare stava iniziando a diventare faticoso e io credo che finché c’è l’interesse lo studio è piacevole.”

Una signora alzò lo sguardo perplessa.

“Qui dice che è stata espulsa per cattiva condotta.”

Chiusi gli occhi e feci un respiro profondo, così raccontai la storia degli strike, omettendo la parte della festa e conclusi il tutto con un “sono una persona che tiene alla media scolastica”.

Il più anziano della commissione annuì e mi fece segno di avvicinarmi a lui. Mi alzai lentamente e presi il foglio che mi stava porgendo.

“Chieda di Jackson Harries, Miss Castle. Le spiegherà dove si trovano I dormitori e dove potrà sistemare le sue valigie.”

Sgranai gli occhi, cercando comunque di rimanere mentalmente lucida.

“Mi avete accettata quindi?”

“Ci faccia sapere che corso vuole frequentare al più presto.” disse semplicemente per poi liquidarmi con gesto della mano.

Annuii e uscii dalla stanza salutando mille volte la commissione; una di loro scoppiò a ridere. Probabilmente mi aveva preso per scema, e non la biasimavo per nulla.

Quando mi ricordai che non avevo la minima idea di dove cercare il ragazzo in questione, mi voltai di nuovo verso la porta alzando l’indice, ma questa mi fu chiusa in faccia. Molto divertente.

Così mi incamminai per i corridoi dell’università chiedendo di Jackson Harries, e ogni santa volta tutti davano di matto e poi dicevano che non sapevano dove fosse.

Dopo aver vagato a zonzo per mezz’ora decisi di visitare il teatro, giusto per farmi un’idea di come studiassero. Sì, avevo preso in considerazione l’idea di cambiare il mio percorso di studi.

Non ero impazzita, sia chiaro, anzi, avevo sempre adorato il teatro e l’opera, spesso andavo alle messe in scena della nonna e quando ero piccola avevo partecipato in alcuni ruoli secondari.

Stavo seguendo i cartelli di vetro che indicavano dove andare, quando notai una sala piena di strumenti. Mi fermai davanti alla porta, indecisa, poi mi feci coraggio ed entrai.

Sembrava il paradiso in versione musicale, probabilmente c’erano più strumenti lì che in un negozio.

Era noto a chi mi conosceva come “la figlia di Richard Castle” che oltre ad essere una brava studentessa sapevo suonare anche molti strumenti musicali, tra cui violino, violoncello, pianoforte, chitarra acustica ed elettrica e batteria.

Una volta mi dissero “Non hai perso tempo, Alexis.” Beh… è diverso: non ho tempo da perdere.

Nell’angolo vi era un violoncello molto più fico di quello che avevo a New York, così, sperando che nessuno mi avrebbe vista, lo spostai dalla sua pedana e mi misi a sedere.

“Guarda che non si possono suonare questi strumenti!”

Ecco, la solita fortuna. Alzai lo sguardo e quasi mi cadde la mascella da quanto ero sconvolta.

“Finnegan?”

“Spero tu stia scherzando.” asserì il ragazzo, gelido, rimanendo appoggiato alla porta con le braccia conserte.

“No. Che ci fai qui?”

“Gesù Cristo, sono Jack. JACK. Anche la più stupida delle persone ci riconoscerebbe. Sono sempre io quello che parla!”

“Ma che problemi hai?—aspetta, sei Jackson… Jackson Harries?” chiesi leggendo il foglio. Lui me lo tirò dalle mani per poi leggerlo, contrariato.

“Ma sei quella nuova! Piacere, Jack!” esclamò porgendomi la mano. Lunatico.

“Alexis.”

Jack sorrise facendo vagare lo sguardo da uno strumento all’altro.

“Okay, questo è imbarazzante… ma avremmo tutto il tempo per conoscerci, voglio dire, abbiamo appena iniziato l’anno e si prospetta davvero fantastico!”

O mio Dio quanto parlava questo ragazzo. Eppure a me ricordava incredibile Finnegan. Stavo seriamente iniziando a pensare di essere ad una specie di candid camera.

“Sicuro di non essere Finnegan?”

Jack sbuffò spazientito portandosi la mano sugli occhi.

“Non sono idiota, anche se può sembrare vista la mia incredibile bellezza, quindi si, ne sono abbastanza sicuro. Finn è mio fratello gemello. Ma lo guardi il JacksGap?”

Ebbi un’illuminazione. JacksGap era lo stesso nome che figurava in tutta la cronologia del mio portatile.

“Sei tu il ragazzo sexy!”

Non fu una bella mossa urlarlo davanti alla porta aperta, soprattutto perché la gente che passava iniziò a ridacchiare.

“Sei una celebrità in questa scuola, vero?”

Jack scoppiò a ridere, e lì capii che non era Finn, la sua risata aveva un non so che di frivolo.

“Ho una canale YouTube, anche molto seguito. Secondo te?”

Non capivo, Finn era un grafico designer e suo fratello aveva un canale YouTube? Poi ricordai la conversazione in chiesa, quando Finn mi chiese se davvero non sapevo chi fosse.

“Tu sei il fratello a cui piace storia dell’arte, giusto?” jack annuì sbalordito.

“Come lo sai?”

“Mistero. Abituati a questa cosa Harries Jackson.”

“Jack.” specificò.

“Come ti pare.” asserii sorridendo.

“Cosa studierai?”

Rimasi un po’ in silenzio a pensare, poi guardai verso Jack e… oh, aveva gli occhi verdi, che verde strano però, a tratti sembrava blu. Che fico, come Chris Colfer! Ehm… comunque, no, non somiglia a
Finn, come ho fatto a scambiarlo per lui? Colpa del passare del tempo, vabbè. Ma chissà che cosa studia…

“Tu che cosa studi?”

“Teatro, televisione e cinema. Pensa, un paio di settimane fa è venuta qui Martha Rodgers, la conosci? È tipo una forza, fortunata sua nipote…”

Sgranai gli occhi maledicendo l’intero albero genealogico dei Castle.

“Ti ha parlato di sua nipote…”

Jack annuì euforico. “Si, è tipo la migliore delle studentesse, sa suonare ogni tipo di strumento ed è… beh è fantastica. Studia psicologia ad Oxford.” Quando vide che lo stavo guardando come si guarda un criminale si giustificò dicendo che “si era informato.”

“L’hai mai vista?” scosse il capo con disappunto.

“E allora come… perché la trovi interessante?” okay stavo parlando di me stessa in terza persona, cercando di sembrare vaga, con un tipo sconosciuto, fratello del ragazzo della chiesa che è il nipote dell’amico della no… nna.

All’improvviso studiare a Bristol iniziava a preoccuparmi. “Musica, comunque.” risposi forzando un piccolo sorriso.
 
 
 
ANGOLO AUTRICE

MARTHA MORE LIKE MANIPOLATRICE NELL’OMBRA(?) – Cit. libro di storia su Livia Drusilla Claudia(?) – however(?) spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, ringrazio chi recensisce e chi segue in silenzio. Ah, si, dimentiavo: LEGGETTE DI NOTTE? (?) cioè, alle 23.00 spengo definitivamente il computer con una ventina di visualizzazioni per poi riaccenderlo il pomeriggio del giorno dopo e trovarne 150 :’’)

Un bacione e al prossimo capitolo, awkward_girl <3

 
   
 
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