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Autore: Robstenina97    07/12/2013    1 recensioni
Ciao, questa è la mia prima one shot e non so proprio se sia venuta bene, ma comunque per fare qualcosa la pubblico. Spero che abbia qualche recensione su questa one shot :D
Tratto da una parte della storia:
lui alzò lo sguardo dal cellulare e mi venne incontro. Diventai rossa. Cavolo era straperfetto ed era mio cugino.
Questo pensiero mi fece salire la rabbia.
Questa fottuta parola la avrei voluta cancellare dal vocabolario.
Non ci potevo credere.
Mi piaceva mio cugino. Lui mi porse la mano e disse:
- piacere Federico
Genere: Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ero appena arrivata nella casa dei miei zii che non avevo mai visto in vita mia. I miei genitori li odiavano, ma essendo partiti per lavoro mi avevano affidato a loro e io ero tristissima. Mi mancavano i miei genitori. Non mi ero mai separata da loro. Loro erano due persone fantastiche.
Presi un lunghissimo respiro e bussai.
La porta si aprì e mi venne davanti un signore alto vestito formale. Mi sorrise gentilmente. Sorrisi.
  • Piacere signorina, sono il maggiordomo. Entri pure.- sorrisi sinceramente, ma imbarazzandomi davvero tantissimo. Questo signore era simpatico, ma mi metteva tristezza. I suoi occhi erano neri come la pece e mettevano tristezza mentre parlava. Mi portò in cucina dove c’era un ragazzo bellissimo che stava parlando al cellulare. Non fece nemmeno caso che fossi li. Era alto e muscoloso. Aveva i capelli castani tutti scompigliati e addosso aveva un paio di pantaloncini neri che mettevano in risalto le sue gambe muscolose ed era a petto nudo.
Cavolo che fisico perfetto.
  • Irene ciao sono tua zia.>> mi girai verso mia “zia” ed era una donna bellissima. Aveva i capelli castani con gli occhi azzurri. Era molto alta. Sorrisi e dissi:
  • Piacere di conoscerti zia.
Lei mi sorrise gentilmente e dolcemente come una mamma e sussurrò:
  • Chiamami Giusy.
Sorrisi e lei mi sorrise di nuovo. Si girò verso quel ragazzo perfetto e disse:
  • Federico e Marta venite qui che vi presento vostra cugina.- lui alzò lo sguardo dal cellulare e mi venne incontro. Diventai rossa. Cavolo era straperfetto ed era mio cugino.
Questo pensiero mi fece salire la rabbia.
Questa fottuta parola la avrei voluta cancellare dal vocabolario.
Non ci potevo credere.               
Mi piaceva mio cugino. Lui mi porse la mano e disse:
  • Ciao sono Federico.
  • Irene.-  dissi stringendo la sua mano. Lo guardai negli occhi. Aveva gli occhi più belli che avessi mai visto. Erano azzurri come il cielo. Deglutì. Lui levò la sua mano e riferendosi a sua madre disse:
  • Mamma ricordati che domani abbiamo le nozze dello zio.- arrivò anche un’altra ragazza bellissima. In questa famiglia sono tutti perfetti. Era alta e con un fisico perfetto. Mi sorrise e mi porse la mano presentandosi:
  • Ciao sono Marta.
  • Irene.- dissi stringendola gentilmente. Lei sorrise e sua madre sorridendo si riferì a Federico rispondendo alla cosa che aveva detto prima:
  • Lo so Federico.>>
Federico sbadigliò scompigliandosi di più i capelli e sussurrò:
  • Me ne vo a letto mamma. Ho sonno.
  • Irene deve dormire con te Federico.- diventai rossa e lui annuì cominciando ad andarsene. Sorrisi e mi avviai.
Perché non potevo dormire con Marta? Giusy intuendo la mia confusione rispose alla mia domanda muta sorridendo:
  • Marta ha una camera singola e invece Federico la ha grande- mi fermai sorridendo verso Marta che mi sorrideva.
  • Vai che sennò Federico ti lascia fuori.- disse scherzando Marta. Sorrisi riavviandomi.
  • Notte Irene a domani.
  • Notte zia… no scusa Giusy.
  • Notte Irene.- urlò Marta dalla cucina
  • Notte Marta.- urlai di tutta risposta. Federico si fermò davanti ad una porta e poi la aprì. Entrai in una stanza bellissima. Era tutta bianca con qualche poster di cantanti che non conoscevo. Guardai il letto. Era matrimoniale. Federico si  mise a letto togliendosi i pantaloncini.
  • Vieni dai. Tanto mi giro.-  disse girandosi a pancia sotto. La poca luce della luna metteva in risalto i suoi muscoli perfetti della schiena. Deglutì e entrai nel letto.
  • Notte cuginetta.- deglutì e strinsi i pugni.
Odiavo quella fottuta parola.
Presi un respiro e sussurrai:
  • Notte.
Lui non rispose. Sbuffai e mi girai dalla parte del mio letto. Mi addormentai quasi subito.
Lo squillare del mio cellulare mi svegliò dal mio sonno profondo. Presi il cellulare stiracchiandomi. Senza guardare chi era risposi:
  • Pronto.
  • Piccola ci manchi tantissimo. Veniamo a riprenderti.>>
Saltai giù dal letto per la felicità e sussurrai:
  • Davvero?
  • Si piccola mia. Siamo già in viaggio. Domani mattina siamo li.>>
  • Oddio grazie.
La porta della camera si aprì e vidi Federico con una camicia bianca e dei jeans neri. Oddio che persona perfetta. Scossi la testa.
Cazzo è mio cugino.
  • Vestiti che dobbiamo andare al matrimonio.
Annuì incapace di parlare davanti a quell’essere perfetto. Mia madre mi aveva staccato il cellulare. Federico aprì la mia valigia e tirò fuori un vestito blu scuro. Lo scrutò attentamente e sussurrò:
  • Che abito carino.
Lo presi dalle sue mani e lo guardai male. Lui sorrise e prese una cravatta mettendosela al collo. Uscì dalla camera dopo avermi detto:
  • Muoviti che siamo gli ultimi.-  annuì, ma lui era già uscito. Mi cambiai con quel vestito che mi aveva regalato mio zio. Sorrisi e mi misi un paio di tacchi. Uscì dalla camera facendo attenzione a non cascare giù per le scale.
Federico era alla porta. Sopra alla camicia indossava un giacchetto di pelle nero.
Oddio che figo pazzesco.
Mi morsi il labbro e lui si girò verso di me. Mi squadrò sorridendo e poi mi porse un giacchetto di jeans.
  • Andiamo dai.- presi il giacchetto e me lo misi. Uscimmo fuori e entrammo in una macchina. Dentro c’era anche Marta. Mi misi dietro con lei e Federico sorrise. Mise in moto e io parlai con Marta per tutto il tragitto. Federico mi lanciava occhiatine che mi facevano battere il cuore.
Marta era una persona fantastica. Era solare e timida, ma se si metteva in testa di parlare era simpaticissima.
Arrivammo davanti alla chiesa che era tutta addobbata con rose e altri fiori. Era bellissima. Federico scese e ci aprì la portiera. Scendendo mi ritrovai davanti a lui che mi sorrideva così sensualmente da farmi quasi sciogliere. Si avviò verso la chiesa.
Mi misi a sedere e per tutta la cerimonia guardavo quella perfezione che avevo davanti a me. In un momento mi rattristai dal fatto che domani mattina non lo avrei mai più rivisto, ma la sera avrei dormito con lui.
La cerimonia finì.
 
Eravamo tornati a casa quasi alle 10 di sera. Ero stanca morta.
<> disse Giusy appena entrati. Sorrisi stiracchiandomi e andai di sopra dopo aver salutato tutti con un caloroso bacio sulla guancia, ma appena volli salutare Federico lui andò in cucina. Disperata e abbattuta mi cambiai con un pigiama nero che avevo  nella valigia. Mi misi nel letto e mi addormentai.
  • Ei Irene svegliati.-  aprì gli occhi e vidi Marta che mi sorrideva.
  • I tuoi sono giù.- mi alzai di scatto sorridendo e Marta mi abbracciò fortissimo. Sussurrò:
  • Mi dispiace che tu te ne vada Irene. Spero che ci sentiremo.
  • Lo spero anche io Marta.-  ammisi sorridendo. Mi vestì con un paio di jeans e una maglia. Scesi di sotto ridendo e scherzando con Marta. Giusy mi abbracciò forte.
  • Arrivederci mia piccola nipotina.-  sorrisi e mi guardai intorno. Federico non c’era. Dopo altri mille baci da parte di Marta e mia zia Giusy entrai in macchina dei miei.
 
Erano passati ormai 4 mesi e non sapevo cosa provassi per Federico, ma lo sognavo ormai tutte le notti e mi svegliavo piangendo. Un giorno mi misi al pc e cercai Marta su Face book e pure Federico e li trovai.
Nel giro di qualche mese restaurai un rapporto bellissimo di amicizia con tutti e due, ma di più con Marta con cui ogni giorno messaggiavo.
Un giorno Marta mi invitò al suo compleanno. Ero felicissima di vederla.
 
Ero preoccupata e ansiosa di vederli. Arrivai davanti a casa dei miei zii e i miei genitori andarono via. Bussai e Marta mi venne ad aprire tutta contenta e tutta perfetta. Mi abbracciò. La strinsi a me felice di vederla felice e contenta come sempre.
  • Irene grazie di essere qui.
  • Grazie a te di avermi invitata Marta.- entrammo dentro e guardandomi intorno non vidi Federico. Mi salirono le lacrime e la rabbia.
Ero solo una cogliona, ma poi venne davanti ai miei occhi. Perfetto come sempre. Mi resi conto di essermi innamorata e lo sapevo davvero.
Ero innamorata di mio cugino. Quella parola mi fece davvero schifo. Tremavo dalla voglia che avevo di lui. Tremavo da quella sensazione di poterlo vedere sorridermi. Ma sapevo benissimo di poter solo sognare. Eravamo cugini e non poteva succedere nulla.
  • Dai ragazzi cominciamo a divertirci.-  appena Marta disse questo Federico sorrise facendomi sciogliere e diventare rossa dalla vergogna. La sala si riempì di amici di Marta. Mi misi a sedere e Federico si mise accanto a me rifiutando tutte le offerte di ballare con delle ragazze bellissime.
  • Quanti anni hai? Sai qualche mese fa non ti ho chiesto nulla. Non ti ho mai chiesto l’età>>
  • Non preoccuparti comunque ho 16 anni e tu?
  • 19 … che scuola fai?
Sorrisi mordendomi il labbro e sussurrai:
  • Linguistico…
  • Bella scuola, ma è anche pesante no?
  • Basta studiare.-  ammisi sorridendo. Lui sorrise annuendo. Mi stavo facendo mille illusioni e lui voleva essere solo cortese.
  • Vuoi ballare?
  • Non so ballare.- ammisi nascondendo il viso tra le mani.
Che cogliona che ero.
Sentì una mano stringermi dolcemente una mia. Guardai la mano. Era quella di Federico. Sorrise sinceramente alzandosi. Mi guardò negli occhi e sussurrò:
  • Balla con me.- eccitata dalla proposta mi alzai. Lui mi strinse a se. Il suo petto era così bello. Ci muovevamo a ritmo della musica. Il mio viso era sul suo petto. Aveva un odore così buono.
 
La festa finì. La sala oramai era deserta. I miei genitori erano già fuori. Abbassai la testa per non piangere. Marta mi abbracciò piangendo.
  • Mi mancherai. Ti vorrei qui con me per sempre, ma so che non è possibile.
  • Anche io vorrei stare qui Marta.- ammisi abbracciandola più forte. Marta dopo avermi abbracciato andò in cucina perché doveva rispondere al cellulare. Era arrivato il momento di salutare Federico. Ero tristissima a quel pensiero.
  • E’ ora che tu vada.
Annuì e lui mi abbracciò dolcemente a se e poi mi diede un piccolo bacio sui capelli. Sorrisi. Stavo scoppiando dalla gioia di quel momento. Ero felicissima che forse avrei saltato per tutta la casa come un kanguro.
 
Erano passati giorni interi da quel giorno. Piangevo ogni notte per questa fottuta distanza che mi separava da Federico. Ogni notte pensavo:
Ma perché sono innamorata di lui? Lui non mi amerà mai. Sono io la cogliona che lo ama. Lui non mi amerà mai. Sono sua cugina.
Quei mesi infernali passavano sempre in fretta. Ogni giorno amavo sempre di più Federico. Ci chattavo spesso. Era così dolce e coccoloso verso sua sorella. Quando si facevano le video chat scherzavamo sempre tutte e tre insieme.
Quando chattavamo mi chiedeva sempre come andasse la scuola ecc…. ma l’argomento amore preferivo evitarlo. Avevo paura che mi dicesse che era fidanzato.
Un giorno però presi coraggio e gli chiesi se era fidanzato. Lui rispose di no e io ero stracontenta. Cominciai a saltellare per tutta la stanza.
Forse avevo una piccola possibilità con lui.
Ero stufa di non vederlo mai. Una mattina senza dire nulla ai miei presi il treno e dopo un paio di ore infernali arrivai davanti a casa di Fede.
Volevo confessarli tutto.
L’ho amavo con tutta me stessa.
Volevo baciarlo e stringerlo a me. Sentire la sua voce. Bussai e Marta e Federico aprirono. Erano felici e sorpresi di vedermi. Accettai l’invito di Marta di restare li quel pomeriggio. Ero vicinissima a Federico e mi innervosiva moltissimo.
Era perfetto e il suo dolce odore mi invadeva le narici. Marta dopo una mezzoretta andò in camera sua perché si sentiva poco bene.
  • Vuoi fare un giro assieme?-  guardai Federico che mi sorrideva. Annuì sorpresa e il mio cuore batteva all’impazzata.
Eravamo in un parco e stavamo zitti da quando eravamo usciti.
Avevo paura, troppa paura di confessarli tutto.
  • Che mi racconti di bello?
  • Nulla di che.-  ammisi sorridendo. Lui sorrise e cominciammo a parlare di cose stupide. Toccavo il cielo con un dito. Era un momento bellissimo e perfetto.
  • Si sta facendo sera. Non devi tornare a casa?
  • I miei sono fuori tanto.>> ammisi sorridendo. Lui annuì. Presi un respiro e sussurrai: imbarazzata
  • Hem … Fede …. C’e una cosa che … hem dovrei  dirti ….
Lui mi sorrise e rispose:
  • Dimmi pure.
Presi un altro respiro profondo e sussurrai:
  • Ecco … io … ehm … io …>> lui tratteneva una risata e poi chiese:
  • Tu cosa?-  stetti zitta e scossi la testa. Non volevo dirli nulla. Ero agitata e impaurita. Sussurrai:
  • Nulla.
Lui fece una faccia e sussurrò:
  • Okay va bene.-  sbuffai. Mi stavo per pentire di no aver detto nulla. Arrivammo a casa che era tarda sera. Era quasi mezzanotte passata.
  • Vuoi dormire con me o vuoi dormire sul divano?
Deglutì rumorosamente e sussurrai:
  • Come ti pare …
Lui mi sorrise e poi mi porse una sua maglia. Sussurrò:
  • Mettitela così starai molto più comoda.- sorrisi e ringraziandolo andai in bagno.
 
Appena entrai nella camera Federico stava dormendo di già. Era così perfetto. Mi misi nel letto con la convinzione che domani gli avrei detto quello che provavo per lui.
  • Ei svegliati … andiamo che ti accompagno alla stazione…-  aprì gli occhi e vidi Federico sorridermi. Mi alzai e in poco tempo mi vestì.
 
Arrivammo davanti alla stazione e il treno dopo 10 minuti arrivò. Federico mi sorrise e poi mi abbracciò e poi mi diede un piccolo bacio sulla fronte.
Le sue labbra erano così perfette e dolci. Sorrisi e dissi:
  • Ci vediamo domani.
  • A domani.-  disse sorridendomi e andandosene. Entrai nel treno e pensai che ero una cretina di merda. Lui non mi amava e io ero solo un’illusa.
 
Alle 4 e mezzo del pomeriggio ero davanti a casa sua. Federico mi aspettava sulla soglia della porta. Sorrise e mi diede un piccolo bacio sulla guancia che mi fece andare in tilt il cuore e il cervello.
  • Andiamo a prendere un gelato?
Sorrisi annuendo.
Arrivammo alla gelateria e scoprì che come me amava il gusto cocco e bacio. Sorrisi a quel pensiero. Era così dolce e perfetto. Cominciammo a ridere per delle battute sceme.
Una ragazza corse verso Fede e lo baciò.
Mi cadde il cono dalle manie lo fissai scioccata sentendo le lacrime pungermi gli occhi.
Mi aveva mentito.
Mi aveva detto che non era fidanzato.
Lui si girò verso di me e guardandomi negli occhi disse:
  • Lei è la mia ragazza. Ci siamo messi assieme ieri sera dopo che ti ho accompagnato alla stazione.
Presa da una rabbia allucinante risposi:
  • Beh fino ad oggi sta qui non l’hai mai nominata. Fino ad ieri eri single.
Lui mi guardò sconvolto e rispose:
  • Beh che c’e? non sei felice per tuo cugino?
Strinsi i pugni e con le lacrime agli occhi dissi:
  • Siiii certo che sono felice cuginetto. Spero che tu sia felice con lei.- detto questo scappai di corsa. Sentì qualcuno correre verso di me. Arrivai fino alla spiaggia.
Avevo per sempre perso il mio principe.
Il principe delle favole era uno stronzo di merda.
Mi ero illusa di avere una sola fottuta possibilità con lui, ma lui era mio cugino cazzo.
Ero proprio una cretina.
Sono sempre stata una cogliona e basta. Ho sempre pensato di poter vivere in questo mondo, ma in effetti non ci faccio niente.
Sulla spiaggia c’erano così tanti vetri affilati.
Ne presi uno affilatissimo e cominciai a fare una cosa che non facevo da secoli.
Tagliarmi.
Era l’unica cosa che mi faceva stare bene.
Volevo solo morire in quel fottuto momento.
Ero un’illusa.
  • COSA CAZZO FAI IRENE? LASCIA IMMEDIATAMENTE QUEL FOTTUTO VETRO. SMETTILA TI PREGO.-  Mi fermai accasciandomi sulla sabbia. Federico si inginocchiò davanti a me e sussurrò:
  • Oddio mio. Che cosa hai fatto? Perché?
  • Fede io ti amo e non posso sopportare di perderti.-  sussurrai.
  • Oh mia adorata ti amo anche io. Non lasciarmi. Pensavo che tu non mi amassi e avevo deciso di dimenticarti perché credevo fosse la cosa giusta da fare. -  scoppiai a piangere. Stavo perdendo troppo sangue. Federico scoppiò a piangere ed era così brutto quel momento. Era colpa mia che quel viso così tenero si rigava di lacrime.
  • Non lasciarmi Irene.
  • Se avessi avuto il coraggio di dirti che ti amavo non sarei qui Fede.-  dissi sul punto di crollare. Lui mi accarezzò dolcemente i capelli stringendo i denti.
  • Ieri avrei voluto dirti che ti amavo Irene, ma sono un coglione e basta e ora tu sei qui che stai morendo per colpa mia.
  • Fede non è colpa tua. Non dovevo tagliarmi le vene e basta. Sono una cogliona, ma la mia vita fa schifo.
Lui strinse di nuovo i denti e io ripresi a parlare:
  • Ho rovinato tutto Fede. Ora non possiamo mai più stare assieme. Ti ho perso per sempre.
Lui scosse la testa stringendo la mascella. Sussurrò:
  • No andiamo in ospedale amore.
Mi aveva chiamato amore?
  • Alzati ti prego.
Annuì alzandomi. Il polso non smetteva di sanguinare. Federico avvicinò le sue labbra alle mie. Con un movimento annullai la distanza tra le nostre bocche.
Come avevo sognato erano così soffici e belle.
Era un bacio così dolce che in un momento diventò passionale.
Era un momento perfetto, ma anche il più brutto della mia vita.
  • Ti amo Irene.
  • Ti amo anche io Federico.
  • Da quanto?
Sorrisi debolmente e guardandolo negli occhi ammisi:
  • Forse da quando ti ho visto.
  • Oh mia adorata principessa.
  • Addio Federico.- Dette quelle parole cascai sulla sabbia e morì sentendo Federico urlare:
  • NO TI PREGO. IRENE NO. NON MI LASCIARE.
  
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