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Autore: easter s    07/12/2013    5 recensioni
Le avventure dell' Orso Abbracciatutti Matthew Sanders, stufo di essere abbracciato e alla costante ricerca di un cuore arido che respinga la sua rosea cucciolosità, tra papere stalloni di nome James, porcellini ingordi, figli ribelli dei Grande Puffo, sexy guardaboschi e cancelli fascinosi e sinistri.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ebbene si, Idiot’s got Talent non era abbastanza. Per festeggiare adeguatamente il giorno ricordo della mia nascita (altrimenti detto compleanno), serviva una storia inedita.
Ovviamente, stupida (perché il giorno che riuscirò a scrivere qualcosa di serio, probabilmente pioveranno mototrebbie). xD
Bene, che altro fare se non lasciarvi al capolavoro (?) xD
Sempre avanti miei prodi fanti, recensite numerosi cercando di non essere cattivi o mi sale il crimine e stermino i miei schiavetti domestici –Avenged Sevenfold & My Chemical Romance (che vi salutano calorosamente tra una camicia da stirare e un’altra).
Scusatemi, ma il mio party hard con i procioni mi attende ♥
Addio ♥
La vetustamente (?) vostra Easter S
 
 
C’era una volta, tanto tempo fa, un gigantesco Orso Abbracciatutti di nome Matthew Sanders.
Viveva nel paese degli Orsi Abbracciatutti, e ogni giorno milioni di bambini venivano da lui per abbracciarlo. Il nostro Sanders infatti era di uno splendido colore rosato, aveva il pelo morbidissimo ed era enorme. Inoltre aveva due dolci fossette e due occhioni da cucciolo, che lo rendevano irresistibile, tanto che chiunque lo vedesse, non solo i bambini, lo abbracciava.
Dopo qualche tempo però, il nostro eroe si stufò di vivere nel mondo di zucchero, canditi e unicorni che era il paese degli Orsi Abbracciatutti, e di venire abbracciato da ogni essere vivente che incontrasse per strada.
Decise così di partire, e scelse come sua destinazione la Terra, che veniva descritta come un pianeta piano di gente egoista e malvagia.
:-Lì nessuno mi abbraccerà più!- pensò l’orso, e animato dalle migliori intenzioni partì.
Prima di salire sulla navetta, decise di comprarsi un paio di occhiali scuri, per nascondere i suoi dolcissimi occhioni e non farsi riconoscere.
Ma le sue fangirl lo riconobbero nonostante l’arguto travestimento, e Sanders trascorse il viaggio pigiato nella stiva insieme alle valigie, per non farsi trovare dalle accanitissime ragazzine, che volevano stritolarlo a furia di abbracci.
Finalmente, dopo sette lunghissime ore, la navetta atterrò sulla Terra, e Sanders poté  uscire dal baule in cui si era rintanato. Si stiracchiò e inforcò i nuovissimi occhiali da sole, che non servirono a evitare l’assalto degli altri passeggeri: appena lo videro, ci fu la gara a chi lo abbracciava per primo.
:-Forse sulla Terra non sono così egoisti e cattivi come credevo.- pensò deluso il giovane orso, una volta che si fu liberato dei fan.
:-Farò altri tentativi, finché non avrò trovato qualcuno che resti indifferente di fronte alla mia tenerezza.- decise l’orso.
Si comprò una bandana nera e un berretto nero, camuffando la voce e facendosi piccolo piccolo per non farsi notare dal negoziante, che gli saltò al collo lo stesso.
Completato così il suo look l’orso si mise a girellare in cerca del soggetto giusto per condurre la sua ricerca.
Una sera, in un parco, si imbatté in una papera piuttosto cresciuta.
L’animale aveva, caratteristica molto bizzarra, lunghi capelli biondi sparati intorno alla testa piumata, e occhi azzurri.
I due si fissarono per un luuungo momento.
Poi la papera emise un poderoso “quack” e si buttò addosso a Sanders, avvolgendolo in un mare di piume.
L’orso rimase sconvolto dall’esito del suo esperimento: preso dall’ira pestò a sangue la papera e si rimise in cammino. Ma il pennuto, stregato dall’aura di dolciosità che l’orso emanava inconsapevolmente, lo seguì, abbracciandolo ogni volta che ne aveva l’occasione.
I due camminarono per giorni e giorni, ma Sanders non trovò nessuno a cui porre la questione che lo assillava: sono condannato agli abbracci per tutta la vita?
Una sera, mentre la strana coppietta attraversava una cittadina, la papera sentì odore di cibo: camminava ininterrottamente da giorni e non aveva avuto nemmeno il tempo di mangiare una caramellino gommosa rosa, di cui l’Orso Sanders andava ghiotto, ma che non aveva condiviso con il suo compagno di viaggio.
Subito si slanciò in una vicina trattoria, e iniziò a volare e starnazzare in giro.
L’Orso Sanders si godette la scena del proprietario del locale che correva dietro alla papera imprecando in tutte le lingue conosciute, la agguantava per il collo e iniziava ad agitarla nell’aria. Quando però afferrò un coltello da cucina e poggiò la povera anatra su un tavolo, decise di intervenire. Entrò nel locale, e la sua sola vista fu sufficiente a far scattare tutti i clienti, i camerieri e il proprietario della trattoria, che dimentico della papera si scagliò con gli altri per abbracciare l’orso. Mentre Sanders distraeva il pubblico, l’anatra ne approfittò per scappare via. Quando Sanders la raggiunse, il palmipede lo abbracciò con tanto impeto che fece cadere il puffoso orso.
Mentre Matthew stava cercando di staccarsi di dosso la bestiola, capì da dove proveniva l’odore che aveva fatto impazzire il suo compagno di viaggio. Un roseo e grufolante porcellino si stava ingozzando di torte sotto un albero poco lontano. Non appena sentì i passi di Sanders si girò e fissò l’orso e la papera.
Poi abbracciò l’orso con un grugnito di gioia.
Sanders non ci vide più: pestò il povero maialino e corse via, ma la papera e il suino lo seguirono, decisi a non allontanarsi mai più da quella morbida apparizione rosa.
I tre camminarono in lungo e in largo.
Visitarono Disneyland, Topolinia, Paperopoli, il paese degli Unicorni Rosa, il Paese delle Meraviglie e tornarono sulla Terra.
Capitarono anche a Puffolandia, dove il povero Sanders causò involontariamente una strage. L’orso era infatti enorme, e senza volerlo calpestò e distrusse tutte le case dei Puffi, uccidendo ahimè tutti i minuscoli occupanti.
Non appena l’orso si accorse del disastro si buttò per terra e iniziò a piangere in modo poco virile, mentre la papera e il porcellino cercavano inutilmente di consolarlo.
All’improvviso, dai cespugli fece capolino una testolina bionda e castana. Un minuscolo omino, le braccia coperte di tatuaggi, osservò per un attimo la scena, e appena vide Matthew gli saltò al collo e lo abbracciò.
:-Sei … sei bellissimo!- disse, gli occhi lucidi.
:-Anche qui! Non è possibile!- sbraitò l’orso, buttando poi l’omino contro un albero. L’esserino atterrò tra le fronde, tramortito, ma venne prontamente raccolto dalla papera, impietosita.
I quattro lasciarono così il paese dei Puffi per tornare sulla Terra.
Una sera Sanders si accampò in un boschetto, e i suoi tre compagni ne approfittarono per chiacchierare un po’ (di giorno erano troppo rapiti dalla contemplazione dell’orso rosa).
La papera disse di chiamarsi James, The Rev per gli amici.
Il maialino rivelò di essere un umano di nome Zacky V, costretto in quella forma da una malvagia strega per punirlo della sua ghiottoneria.
Lo gnomo disse di chiamarsi Johnny Christ e di essere il figlio ribelle del grande Puffo.
:-Ma … i Puffi non erano tutti blu e con un cappello bianco?- domandò perplesso James.
:-Tutta una montatura per attirare turisti.- disse il piccolo Johnny.
I tre osservarono rapiti l’enorme massa rosa del loro amico, che si era addormentato.
:-Secondo me smetterebbe di essere così chiuso se trovasse una ragazza.- disse critico Zacky, masticando una torta al cioccolato.
All’improvviso si vide una luce tra gli alberi e una bellissima, minutissima e biondissima guardaboschi comparve tra gli alberi.
:-Ehi, voi! È vietato campeggiare qui, figuriamoci accendere fuochi!-
L’Orso Sanders sgranò gli occhi. Era la cosa più bella che avesse mai visto (dopo se stesso, ovviamente).
:-Ehm … come ti chiami? Io sono Matthew Sanders … -
:- Valary DiBenedetto … - la guardaboschi illuminò il viso rotondo di Matt e rimase stregata. :-Bello!- disse solo prima di stringerlo in un abbraccio stritola costole.
:-Aaargh! Non è possibile!- urlò Matthew, e per quanto gli dispiacesse non poté fare altro che pestare la povera guardaboschi e riprendere il cammino.
Lo gnomo, la papera e il maiale si guardarono, scossero la testa e proseguirono.
Dopo molto tempo incapparono in un cancello, di aspetto sinistro e fascinoso.
:-Dimmi cancello … hai voglia di abbracciarmi?- chiese esasperato Sanders.
Il cancello rimase impassibile.
:-Siiiiii! Ce l’ho fattaaaa!- urlò Matthew, improvvisando una danza di gioia intorno al cancello. Ma purtroppo inciampò e di cadde dritto sulle sbarre puntute dello stesso.
I suoi tre compagni impazzirono alla vista del cadavere del loro amato, e per il dolore si buttarono anche loro sulle sbarre.
Così non rimase che il cancello che continuò a farsi gli affari suoi e si preoccupò solo di essere ancora più figo di quanto non fosse già.
 
  
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