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Autore: Whiteney    07/12/2013    5 recensioni
[Grojband ]
Perché anche se Corey non capiva i suoi sentimenti, anche se non capiva che "il suo miglior amico" era in realtà una lei, le andava bene, perché a Laney bastava semplicemente la sua presenza per essere felice.
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~CoreyxLaney~
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Corey Riffin, Laney Penn
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Just You

 

Laney Penn lanciò, per l’ennesima volta quel giorno, un’occhiata poco convinta al ragazzo al suo fianco, mentre questo era intento a fissare intensamente un quaderno aperto su due pagine bianche, mentre milioni di fogli accartocciati giacevano martoriati al suolo; sul suo viso un’espressione concentrata faceva trapelare un grande sforzo mentale, mentre avvicinava sempre di più il naso tra le pagine del quaderno, con la mano destra che giaceva immobile –ormai da tutto il pomeriggio- sul legno del palchetto, inutilizzata.
La ragazza poggiò il gomito sulla stessa superficie, fissando con sguardo stanco il blu fino a quando con un tonfo, quest’ultimo non fece ricadere pesantemente la testa sul piano di lavoro, facendola sussultare.
Sbatté le palpebre nere, incerta, per poi sospirare afflitta: era il momento di farla finita.
«Core... – Iniziò poggiando una mano sulla spalla del ragazzo dai capelli blu - ...ti prego lascia stare, è tardi... l’ispirazione non ti è venuta prima e non ti verrà neanche adesso... andiamo a dormire…»
Tentò di convincerlo scuotendolo un po’- anche per accertarsi che fosse ancora vivo-, mentre in sottofondo si sentiva il russare dei gemelli Kin e Kon – spaparanzati comodamente sul divano del garage -, sprofondati nel mondo dei sogni da molto tempo, oramai.
La rossa si chiedeva come potesse il cantante di una rock band – di tredicenni sì, ma pur sempre rock band - non essere capace di scrivere i testi delle canzoni... dovendosi poi aggrappare al diario della sua – delirante - sorella.
Però poi... quando – alla fine di tutta quella maledetta storia - osservava il volto soddisfatto e brillante di lui impugnare quel semplice quaderno dalla morbida copertina rosa, non poteva fare a meno di provare quella calda sensazione in tutto il corpo in grado di farla sciogliere al minimo accenno. Per non parlare, poi, di quando l’abbracciava in uno dei suoi momenti di euforia... o quando con un sorriso a trentadue denti, affondava l’indice sulla punta del suo naso, facendole irrimediabilmente battere il cuore.
Perché era ormai palese che lei, proprio lei, avesse una cotta per il suo migliore amico. Ovviamente a suo insaputa.
Un cliché, insomma, al quale lei si era rovinosamente unita. Ma cosa poteva farci? Corey Riffin aveva la grande capacità di farle desiderare di sembrare... sì...
carina. Perché lei non era esattamente definibile come una ragazza... femminile o che si interessasse all’aspetto esteriore... anzi, alle volte le persone – Corey, Kin e Kon compresi - la scambiavano per un ragazzo... ma ci passava sopra – alla fine -, soprattutto perché, sinceramente, non le interessava particolarmente quello che la gente diceva... però poi... quando si trattava di Core... tutto era diverso.
«Ma Lanes!»
Tuonò all’improvviso il blu con tono disperato, alzandosi con uno scatto, facendo sussultare e sbilanciare la ragazza, che finì direttamente stesa al suolo, mentre osservava sconvolta il ragazzo agitarsi sul posto.
«Domani abbiamo un ingaggio e Trina è fuori città! Come faremo con il testo!?»
Domandò lui girandosi verso di lei, aiutandola ad alzarsi per poi scuoterla per le spalle, in piena crisi. Laney scosse il capo, confusa dallo sballottamento, lanciando uno sguardo poco amichevole all’amico.
«Non lo so – Iniziò corrugando la fronte - Ma so che se non andiamo a dormire avrai un altro problema domani, con me»
Disse guardandolo storto; per tutta risposta il blu sbatté per la seconda volta la testa sul palco dove solitamente si esercitavano, afflitto. Laney alzò un sopracciglio, grattandosi il retro della nuca, indecisa: non riusciva proprio a vederlo così avvilito. Sospirò, avvicinandoglisi.
«Andiamo Corey, fa strano vederti così giù... troveremo una soluzione, come sempre del resto»
Tentò nuovamente lei avvicinandosi al ragazzo, posando una mano su un fianco. Corey alzò lo sguardo verso la sua migliore amica, esibendo un’espressione da cucciolo bastonato.
«Ti prego Lanes, devo farcela entro sta sera! Ma da solo non riuscirò mai a scrivere nulla, aiutami!»
La pregò, inginocchiandosi con uno slancio davanti a lei, congiungendo le mani e, come tocco di classe, con due lacrimoni agli occhi. Laney lo guardò dritto in viso per qualche istante, per poi distogliere lo sguardo, cercando di simulare indifferenza, annuendo afflitta.
«Va bene Core, ti aiuterò»
Acconsentì con un sospiro; Corey si alzò di scatto con gli occhi brillanti, abbracciando la rossa in una presa stritolante che la fece arrossire inevitabilmente, mentre il cuore prendeva a battere più forte.
«Sei il migliore!»
Laney aprì la bocca per replicare ma la sua voce venne soppressa da uno strano – o meglio
inquietante - rumore proveniente dal deretano semi scoperto di Kon, che si lasciò sfuggire un’espressione liberatoria, che causò quella disgustata dell’amica, che si alzò in piedi rapidamente, scuotendo la mano davanti a sé, tentando di dissipare quella nube tossica creatasi nella stanza, il tutto, condito dalla risata divertita di Corey.
«Sì, sì, ma la scriveremo fuori, la canzone!»
Esclamò poi, afferrando la manica bianca della maglietta del ragazzo, trascinandolo nel cortile posteriore di casa Riffin, con il naso tappato.
Laney prese una profonda boccata d’aira fresca non appena misero un piede fuori nel cortile, la brezza serale tirava leggera ed indisturbata in quella notte d’estate, inducendo così i due ragazzi a sedersi sull’erba armati di quaderno e penna. La rossa si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio non appena il vento glieli smosse leggermente, pizzicandole fastidiosamente il naso; lanciò un’occhiata al cielo tappezzato di stelle argentate che contornavano, come la cornice di un quadro, la luna piena alta nel cielo, che irradiava con la sua luce argentata i profili dei due ragazzi, donando alla scena un che di... romantico.
Questo, ovviamente, non era un pensiero condiviso dal ragazzo al suo fianco, che era concentrato al cento per cento sul foglio candido come la neve, smanioso di essere imbrattato con la sua penna a sfera blu.
«Alloooora... - Iniziò Corey, con tono del tutto perso - ... da cosa partiamo...?»
La ragazza lo guardò perplessa per qualche istante, con un sopracciglio ampiamente incarnato, sentendo uno strano desiderio di prendere e andare a dormire premere, lasciando il suo migliore amico lì, da solo.
Perché, decisamente, stava crollando dalla stanchezza.
Ma poi... lo guardò negli occhi... e sentì il cuore nel suo petto agitarsi in preda alle convulsioni, mentre gridava a gran voce di rimanere lì, con lui.
E così fece, perché quando si trattava di Corey, allora Laney era in grado di reprimere quel suo lato menefreghista e freddo che faceva parte del suo essere, ma che quel maledetto ragazzo al suo fianco era in grado di abbattere come niente fosse, senza nemmeno rendersene conto.
Perché era quello a farle male: il fatto che lui non si rendesse conto dei suoi sentimenti. Era quello, quello, il vero problema che la faceva star male. Sembrava quasi che, nonostante tutti gli sforzi fatti, lui non riuscisse a capire.
Sospirò, massaggiandosi le tempie, conscia che quella sarebbe stata una lunga, lunghissima notte.
«Come prima cosa – Disse lei –
Su che cosa diavolo dobbiamo scrivere
Infondo, la sua sola presenza le bastava.

 

Corey guardò con espressione a dir poco estasiata le parole scritte sul quaderno, quasi fosse sul punto di piangere, mentre delle triple borse sotto gli occhi andavano a mostrare – quasi fossero state un trofeo – la lunga battaglia avvenuta tra lui, Lanes e quel maledetto testo che, alla fine, erano riusciti a scrivere.
Non si sapeva ancora come.
Sbadigliò soddisfatto, sentendo quella voglia impellente di prendere la sua chitarra ed iniziare a provare farsi più forte – come sempre del resto -, e lo avrebbe anche fatto, se non avesse improvvisamente avvertito una leggera pressione sulla sua schiena, che lo portò a girarsi, sorpreso.
Laney si era addormentata sulla sua schiena.
Buffo, all’inizio credeva – anzi temeva – che se ne sarebbe andata da lì a pochi minuti – conoscendola il dubbio sorgeva spontaneo -, però sorprendentemente era rimasta lì, con lui, ad aiutarlo nonostante fosse più che conscia di quanto lui fosse negato nello scrivere i testi delle loro canzoni.
Non per altro, Lanes era la sua migliore amica!
Con un sorriso, Corey osservò per qualche istante il volto addormentato di Laney illuminato dai raggi della luna, mentre il vento lieve che soffiava spostava pigramente i capelli rossi come una ciliegia, che le ricaddero lentamente sul naso pizzicandoglielo fastidiosamente, da quel che poteva leggere dalla sua espressione improvvisamente infastidita. Con una risata divertita, il blu scostò la ciocca scarlatta dal suo viso, sfiorandole leggermente il volto con i polpastrelli, sistemandola dietro l’orecchio, mentre sul viso di questa un improvviso sorriso nasceva spontaneo. Corey si arrestò all’improvviso, soffermandosi ad osservare il suo viso, in qualche modo diverso rispetto al solito, indugiando per qualche secondo dallo staccare le dita dal suo volto.
Avvertì una sorta di magnetismo che gli impediva di scostare la mano da lei, ma non riusciva a darsi una spiegazione logica a quello strano impulso, che lo confuse ulteriormente quando una fastidiosissima sensazione alla bocca dello stomaco l’invase… era come avere le farfalle allo stomaco per quanto se lo sentiva contorto su se stesso. Era da qualche tempo che provava quella strana sensazione… ed era strano, perché la provava solo quando c’era Laney nei dintorni… con Kin e Kon non gli era mai successo… con nessuno gli era mai successo… nemmeno prima di un concerto si era mai sentito così… era strano, ecco.
Con un sospiro e forza di volontà, Corey distolse lo sguardo e allontanò la mano da Laney, con una sorta di insoddisfazione.
Scosse leggermente il capo, poggiandosi a sua volta sulla schiena di lei, alzando lo sguardo verso l’alto, osservando verso il cielo.
Che cosa gli stava succedendo?
Fu con questi ultimi pensieri, che il sonno prese il sopravvento.

 

Il mattino dopo sul presto il signor Riffin, guardando fuori dalla finestra della cucina, vide suo figlio e la sua migliore amica dormire placidamente schiena contro schiena, sereni e con un sorriso leggero sulle loro labbra.
A quella vista sorrise a sua volta, bevendo un sorso di caffè; finalmente anche Corey stava crescendo.

 

 

Angolo Autrice
Prima di tutto sì, il finale fa schifo… ma non mi veniva in mente altro >.>
In secondo luogo… eh ehm… salve… ^w^
Beh, non so che dire… mi finisce la fissa di “A tutto reality” e quei maledetti mi propinano un nuovo cartone di cui mi innamoro a prima vista… sono senza speranze X,D
Beh… quindi… sì… guardo e adoro il cartone “Grojband”… e spero di non essere l’unica, anche se non ci spero più di tanto =_)
Che altro posso dire…? Ah si! Io amo Corey e Laney, non c’è che dire *w*
E anche se credo che Corey pensi che Laney sia un maschio – e lo odio per questo –.- - sono certa che lui provi qualcosa per lei, anche se non capisce cosa! Ùwù
Questo ovviamente per la mia mente contorta >w>
Beh… non ho molto da dire, ci tenevo a scrivere qualcosa su questo cartone che per me è molto carino! Quindi, se per caso, conoscete il cartone – che fa su K2 XD – mi farebbe piacere sapere la vostra opinione ^-^
Nient’altro da dire =)
Vi saluto
Ciao e
A preeesto
Whiteney 

   
 
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