Percy Jackson, 'I'm half a heart without you.' di Horan princess su EFP Fanfiction

CARTA N°3017

Nominativo: Alexa Green.
Età: 16 anni.
Residenza: Campo mezzosangue.
Genitori: Dea Afrodite – Mark Green.
Titolo: Studentessa.
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‘Perfezione’

Questo è il solito nome che mi affibbiano le persone che mi vedono.

Io sono l’esatto sinonimo di perfezione, a quanto dicono e, certamente, non è un caso.
Sono la figlia della Dea della bellezza e dell’amore, non potevo certo essere uno scarto della natura.

Sono una ragazza molto determinata, solare e amichevole con tutti, tranne che con Annabeth.
Arrivammo al Campo più o meno nello stesso periodo, lei figlia di Athena, io figlia di Afrodite, due dee destinate a non sopportarsi per l’eternità, di conseguenza, anche alle figlie era stato preservato lo stesso destino.
Appena la vidi, qualcosa mi disse che era lei, la bambina che la mamma mi aveva detto di non frequentare.

‘Quella bambina è cattiva, se ci giocassi, ti ruberebbe tutti i tuoi giocattoli.’
Queste furono le testuali parole di mia madre che, ovviamente, presi alla lettera.

Io e lei siamo in costante conflitto, entrambe abbiamo un obiettivo, lo stesso, Percy.
Percy Jackson, figlio di Poseidone, un ragazzo alto, moro, con gli occhi di un blu indescrivibile e con qualche accenno di muscoli qua e la.

Entrambe lo avevamo visto arrivare al campo, correva verso il cancello, aveva altre due persone accanto, Grover e quella che doveva essere sua madre.
Vidi che era inseguito da un minotauro, uscii in suo soccorso e salvai lui e Grover, sua madre era stata portata nell’Ade e non potevamo più aiutarla.

Nelle settimane successive gli mostrai il Campo, che ormai era la mia casa, gli insegnai delle tattiche di combattimento e fecimo alcuni duelli assieme, lui condivideva la camera con me e Grover.

Annabeth, ovviamente, era gelosa e cercò di portarmelo via, in tutti i modi, ma non ci riuscì, e, ovviamente, è ancora arrabbiata con me, e, spesso e volentieri cerca un modo per uccidermi.
Sono passati ormai cinque anni da quando io e Percy ci siamo conosciuti.

Io ho 16 anni e lui 17.

Nonostante sia passata un’eternità provo ancora un amore indescrivibile per Percy ma, ovviamente, non ho il coraggio di dirglielo.

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-Alex.- Sussurrò Grover nel sonno.
Stava sognando, di nuovo, la notte scorsa aveva detto ‘Alexa, spogliati, dai.’

Grover è innamorato di me da quando avevamo quattro anni e, come ogni ragazzo, ha anche lui le sue fantasie erotiche.

Ridacchiai ascoltando ciò che Grover balbettava nel sonno e mi incantai a guardare Percy che dormiva ancora.
Un vero e proprio angelo caduto in Terra, quella sua aria tanto dolce ed educata, che rispecchiava esattamente la sua personalità, lo rendeva ancora più bello.

Notai che iniziò a stiracchiarsi e scostai lo sguardo riportandolo sul libro che fingevo di leggere.
Percy si alzò dal letto e, come ogni mattina, mi venne a dare un bacio sulla guancia sussurrandomi all’orecchio ‘Buongiorno Alexa’, amavo questo momento della giornata.

Amavo la sua voce impastata dal sonno, amavo il modo in cui pronunciava il mio nome scandendolo bene.

-Giorno Jackson.- Risposi sorridendo e lasciandogli un bacio vicino all’angolo della bocca.

-Sei sveglia da tanto?- Chiese mentre si dirigeva in cucina e apriva in frigo prendendo la sua solita spremuta pre-confezionata e due fette biscottate con del burro.

-Mhm..da un po’.- Mi alzai dal letto e mi sistemai i capelli sulle spalle per poi andare in cucina e sedermi al bancone afferrando da uno sportello sotto, un pacco di biscotti al cioccolato.

-Oggi è la nostra giornata libera, ti va di fare qualcosa solo io e te?- Chiese mentre versava la spremuta in un bicchiere di vetro.

-Oh bhe, si, certo!- Optai per il mio sorriso migliore e glielo servii su un piatto d’argento appena si voltò, notai che rimase un po’ imbambolato ma si riprese subito dopo ricambiando il sorriso, sta volta fui io a rimanere imbambolata.

‘Dio’, sussurrai perdendomi nei suoi occhi.

Finimmo di fare colazione e ci vestimmo, ormai non avevamo problemi a cambiarci l’uno davanti all’altro ma rimanevamo sempre entrambi un po’ estasiati alla visione del corpo perfetto dell’altro e ogni tanto usciva qualche commentino sui suoi muscoli o sul mio seno, se non sul mio sedere.

Dopo esserci preparati uscimmo lasciando un bigliettino a Grover.

‘Siamo al solito posto.’

Solo noi tre sapevamo che, ‘il solito posto’ era una bellissima spiaggetta nascosta agli occhi di tutti, una spiaggia che io e Percy avevamo trovato per caso.

Li dettimo il nostro primo bacio, io a lui e lui a me.

Ci incamminammo e arrivammo poco dopo, il tempo era sereno e c’era un po’ di piacevole venticello.

Ci sedemmo sulla sabbia ancora un po’ umida per l’alta marea della notte precedente e restammo il silenzio per una decina di minuti guardando il mare che faceva sbattere le sue onde sulla sabbia con un rumore che era in grado di farti dimenticare tutto, era rilassante.

Percy:

Alexa:

EHILA!
Ecco a voi la mia prima FF su Percy Jackson.
AMO QUESTA SAGA, SANTO CIELO.
Bhe, che dire, i miei 'angolo autrice' fanno sempre cagare quindi vi saluto.

AH! Mi lasciate una recensione? Vorrei sapere che ne pensate.

Horan princess.