Autrice: kuma_cla
Titolo: May your dreams come to reality (probabilmente provvisorio e tratto dalla canzone Scotland, che apre ogni puntata)
Personaggio: Mary
Rating: verde
Genere: introspettivo, malinconico
Avvertimenti: flash fic
Prompt: 98. Pericolo costante (500themes)

Note: urgono spiegazioni, perché Reign sta scombussolando i miei ormoni. Il mio cervello urla "ma che è questa cosa", ma poi eccomi a cercare lo streaming dell'ultima puntata. Ormai ho smesso di interrogarmi sul perché mi piaccia questo telefilm (io che in materia sono molto severa e parca di giudizi positivi, io che con gli anni restringo il numero di serie tv amate) e mi accontento di quel "c'è Francis che è discretamente gnocco" che sicuramente mi avrete già sentito dire e che ho rubato ad alister. Quindi, c'è Francis e beh, mi pare un motivo sufficiente; grande quanto basta per farmi chiudere un occhio sulle inesattezze storiche (anche se gli outfit di Mary&Dame mi turbano ancora e non poco) e pure su certi ridocoli scambi di battute. Mary non la odio (e sarebbe un pg che in linea di massima non rientrebbe tra le mie grazie) solo perché, in modo molto molto davvero molto distorto, mi fa pensare a Sansa Stark e a me Sansa piace discretamente; quindi Mary si salva per il rotto della cuffia, giusto perché la shippo con Francis e spero di vederla crescere e maturare (tirare furi le palle, ecco). Non sono certa diventerà mai una badass e di sicuro non tramerà cospirazioni come la regina madre (donna, in un certo senso, da ammirare per il dispendio di energie che ci mette per far fuori Mary), quindi mi riservo la possibilità di scrivere, uno di questi giorni, una vergognosamente what if e OOC Killer!Mary.
Mi scuso per questi sproloqui che sono certa nessuno leggerà, ma è il mio ingresso nel fandom e sì, il mio era un tentativo di stordivi in modo tale da farvi piacere la storia. Volevo partire con una bella Mary/Francis, ma poi mi sono ritrovata a scrivere questa cosa e boh, spero di non aver esagerato. Se da una parte non sopporto i vittimismi ingiustificati (e anche quando lo sono non li gradisco), dall'altra adoro quei pg su cui la sorte, il destino, lo sceneggiatore o chi per lui ha deciso di infierire.

98. Pericolo costante

Mary ha imparato a vivere come il cerbiatto che attraversa la radura nel bosco: sempre all'erta, i sensi che fremono e i muscoli pronti a scattare al minimo rumore, perché il cacciatore è in agguato e basta un errore, una distrazione e la freccia centra il bersaglio.
Il pericolo si annida in ogni angolo del castello, nel suo letto, alla sua tavola, si insinua nelle sue stanze e non risparmia nessuno. Una volta è nel vino che non beve, nel gesto disperato di un ragazzo che non ha colpe, un'altra volta si maschera di modi affabili e intriganti sorrisi, si cela dietro un provvidenziale aiuto e si manifesta con un cervo sgozzato, serpeggia nella corte e allo stesso tempo si muove silenzioso e crudele nella foresta, parla una lingua antica che sa di sangue e sacrifici o ha i toni insinuanti di chi non cela la propria ostilità. Intacca ogni cosa, ogni rapporto, ogni sentimento; instilla il dubbio, la fa svegliare di notte, la fa gridare e piangere, la fa rifugiare tra le braccia di Francis.
La morte la segue fedele ovunque lei vada, miete vittime tra quelli che ama, fa strage dei suoi nemici: è compagna di vita, è presenza costante — la sente ogni sera quando, sopravvissuta alla giornata, si corica e ogni mattina quando apre gli occhi e scopre di essere ancora viva.