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Autore: blackswam    08/12/2013    3 recensioni
Cari lettori e lettrici di EPP, buonasera.
Rieccomi con una nuova flashfic che ha come protagonista la coppia Marcesca.
Questa fiction mette in evidenza la neve, il freddo, e come questo posso portare all'amore.
Un pretesto per abbracciarsi, coccolarsi davanti al camino, no?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Francesca, Marco
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il freddo è sinonimo di indifferenza, no?


Fuori il tempo non prometteva niente di buono. Le nuvole avevano perso il loro colore allegro e spumeggiante lasciando il posto a un colore tetro e macchiato, il sole non penetrava e non sorgeva all'orizzonte, e non annunciava più il "buongiorno".
Il cielo appare sempre scuro, proprio come se fosse sera, anche se la luna non appariva. Il vento gelido attraversava i suoi vestiti imbottiti e il suo corpo munito di sciarpa, e un capello.
Un soffio di aria gelida lascia cadere il capello, lasciando la fronte e il capo scoperto, mentre i suoi capelli svolazzavano liberi per aria. Le mani, senza alcuna protezione, erano rosse e non accennavano a muoversi. La neve, molto simile alla pioggia, cadeva con violenza sul terreno ricoprendo le strade che l'avrebbero portata a casa. Gli stivaletti riuscivano a riscaldarla e a farla camminare più facilmente. Raccoglie il capello rimettendolo al suo posto, beandosi del nuovo calore che le attraversava la nuca.

Volta lo sguardo guardando il lungo tragitto che gli rimane da raggiungere e le viene spontaneo abbracciarsi da sola, come per darsi un po di coraggio. Gli occhi, per il troppo freddo, avevano iniziato a lacrimare, ma nessun lacrima si permetteva o aveva il coraggio di scendere, anzi restavano nel loro posto, rinchiusi nella cavità dell'occhio.
Lungo il tragitto, la ragazza, nota della case piccole e vecchie ricoperte dalla bianca neve, e dei bambini troppo piccoli per patire il freddo dell' inverno. Un senso di pietà la travolse, tanto da togliersi spontaneamente capello, sciarpa e giubbotto e donarli a quei poveri piccoli orfanelli.
La bambina affonda il viso sul giubbotto beandosi di tutto il suo calore, e ringraziando la signorina, mente il fratellino acconsentiva con lo sguardo.
La ragazza sorride radiosa e dentro di se sentiva una luce, un calore che non poteva mai essere paragonabile a quello sentito venti minuti fa, ma il freddo tornò a bussare alla sua porta.
Mancavano pochi passi per entrare nella sua casa, pochi attimi e sarebbe stata anche lei al cado, sotto le coperte a guardare il freddo sciogliersi.
Un passo e avrebbe varcato quella porta, un passo e avrebbe respirato di nuovo.
Aperta la porta di casa sua, un ondata di sensazioni la avvolse portandola fin dentro la sua stanza stendendosi a peso morto sul letto mentre due braccia le trasmettevano un dolce calore.

- Buongiorno, amore mio.-

Il sorriso di Francesca era luminoso che riscaldava l'anima del giovane Marco de Leon. Era rimasto ad aspettarla per un intera mattinata, a braccia aperte.
Francesca era appena tornata dal suo lavoro mattutino, il quale serviva per mantenere la retta della sua casa. Quello stesso giorno si era licenziata dal locale per cui lavorava, visto perchè in pochi giorno il suo fidanzato, presto marito, sarebbe venuto ad abitare nella sua residenza pagando lui stesso la retta.
Un bacio solcò sul suo collo che prese a tremare dall'eccitazione, le gambe le diventarono molli e le mani incominciarono a vagare nel corpo del compagno.

- Ho freddo.-

Un bacio a stampo, un bacio sul collo, sulla guancia, sull'occhio. Marco la stringe a se come prepotenza e possessione.

- Ti riscalderò.-

Un bacio pieno di passione e profondo racchiude e termina il riquadro. I sorrisi sui loro volti trasmettevano felicità, amore, e soprattutto fortuna. La fortuna di avere il pretesto di abbracciarsi ogni giorno, senza mai lamentarsi. Questo è ciò che porta l'inverno, può mai portare l'indifferenza?
  
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