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Autore: Alissya_Paglieri    08/12/2013    0 recensioni
“Dai Ajay, prendimi!” urlò una bambina mentre scappava dal suo fratellone.
“Forza Avani, è inutile che scappi, tanto sai che ti prendo sempre, dobbiamo andare a casa, è tardi!”
Ora Avani è cresciuta, non è più una bimba, ora è una donna e sta per sposarsi.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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"Today was a fairytale"
~ Taylor swift ~












«Salve, avete a disposizione una camera matrimoniale?»
«Aspetti che controllo…» Rispose la receptionist iniziando a smanettare con l’aggeggio infernale, detto anche computer «Eccone una, piano terzo, camera numero 36. Queste sono le chiavi, la colazione e la cena sono comprese nel prezzo e vengono servite rispettivamente dalle 6 alle 8 del mattino e dalle 6 alle 9 di sera. Le donne delle pulizie passano ogni mattina alle 9.»
«Grazie»
«Buona permanenza»
I due ragazzi si presero per mano e si diressero all’ascensore. Quante cose erano cambiate dall’ultima volta che Avani era stata in India. E quante cose erano diverse dai racconti che i genitori di Akash gli avevano rifilato. Sì, perché Akash era nato e cresciuto in Inghilterra e in India ancora non ci era mai stato. Mai prima di allora, se non quando aveva conosciuto Avani e quando le aveva chiesto di sposarlo, era stato tanto felice. L’India era decisamente incantevole.
«Akash, a cosa pensi?»
«Al fatto che è la prima volta che vengo in India e proprio non me l’aspettavo così… così…»
«È bella, vero?»
«È magica»
«Già, mi mancava tantissimo, io qui ci ho vissuto i primi dieci anni della mia vita. Ma è cambiata, sai?»
«Tanto?»
«Beh, è più moderna, ma rimane comunque molto bella con queste forme così rotonde, sembra una mamma. Una volta i miei genitori portarono me e Akash qui a New Delhi quando Mām̐ era incinta di Shaila. Io ero piccola, avevo solo quattro anni, ma ricordo esattamente come guardai incantata questa città e ricordo che pensai che sembrava una culla»
«Sai, avevo pensato per la luna di miele di portarti in Italia, ma penso di aver appena cambiato idea, potremmo venire qui se vuoi»
«No, va bene l’Italia, tanto abbiamo tre settimane per visitare New Delhi. Ti voglio portare anche ad Agra»
«Dov’è?»
«A due ore e mezzo da qui, circa»
«Ok»
«Andiamo a mangiare e poi a dormire, domani si iniziano le ricerche»
«Sì»
Si presero per mano, chiusero la porta e scesero in sala da pranzo. La cena prevedeva ovviamente un menù indiano e un menù invece meno “invasivo” per gli ospiti che non se la sentivano di avventurarsi nell’assaggio del cibo indiano. Quando finirono di cenare tornarono in stanza e si addormentarono stanchi per via del viaggio.
 
 
«Buongiorno» Sussurrò al suo orecchio Akash quando la sua bella aprì gli occhi e lo vide steso al suo fianco intento a guardarla.
«Buongiorno»
«Scendiamo a fare colazione e andiamo?»
«Sì, che ore sono?»
«Le 7»
«Facciamo colazioni fuori? Se c’è ancora conosco un posto dove fanno delle colazioni buonissime»
«Certo»
«Perfetto, puoi chiamare un servizio di noleggio auto mentre vado a prepararmi?»
«Sì, tranquilla»
«L’elenco dei numeri utili l’ho visto ieri sul comodino all’ingresso»
«Ok»
Avani si diresse in bagno e accese l’acqua della doccia. Aveva bisogno per riprendersi completamente di una bella doccia calda che le riscaldasse i muscoli. Si sentiva strana, forse la consapevolezza che oggi avrebbero cercato Ajay si stava facendo strada lasciando che lei realizzasse realmente quello che stava per succedere. Aveva sempre amato il fratello, era stato fin da piccolissima la sua ancora, il suo tutto. Solo Akash aveva preso il suo posto. Sia chiaro, Akash non avrebbe mai potuto prendere il posto di Ajay nel cuore di Avani, ma lo aveva fatto nella sua vita. Ora era Akash la persona a cui Avani avrebbe sempre fatto riferimento. Lui era diventato il suo tutto, lui era diventato un’altra parte importante di lei. Si domandava come avrebbe reagito il fratello rivedendola dopo così tanti anni. L’ultima volta che si erano visti lei era una bambina di dieci anni e lui un ragazzo di diciassette.
«Avani! Il servizio di noleggio ha detto che hanno solo un’audi a5 al momento, va bene?»
«Sì, basta che sia una macchina Akash!»
«Ok»
Avani scosse la testa e rise sommessamente. Certo che a volte Akash era veramente buffo. Sapeva che a lei piacevano molto le auto, così le chiedeva se andava ben un’audi a5, sapendo che le sarebbe piaciuta sicuramente. Il suo fidanzato era decisamente una delle migliori persone del mondo.
«Maiṁ tumasē pyāra karatā hūm̐ (Ti amo)!»
«Lo so Avani!» Disse ridendo «E ora muovii a finire la doccia che dobbiamo andare»
«Sì Akash»
«Brava bambina»
«Lo so»
«Tira dentro la lingua»
«Come facevi a sapere che ti stavo facendo la linguaccia?»
«Perché ti conosco come le mie tasche»
«Inquietante»
«Forse volevi dire dolce»
«Nono, volevo dire proprio quello che ho detto»
«Strega»
«Però mi ami»
«Sì, Maiṁ tumasē pyāra karatā hūm̐ (Ti amo
«Ho finito» Disse la ragazza entrando in camera
«Come sei sexy»
«Zitto va!»
«Come desidera la principessa. Vado a lavarmi anche io»
«Ok»
Avani si avvicinò alla valigia e iniziò a vedere cosa mettersi, alla fine optò per vestirsi semplice e comoda (  ), sistemando il resto dei vestiti nell’armadio. Poi legò velocemente i capelli in una crocchia senza nemmeno asciugarli, riconoscendo le temperature della sua amata terra d’origine. Infine si mise un po’ di matita nera e un filo di mascara.
«Io sono pronta»
«Anche io, prendo le chiavi della stanza che dobbiamo lasciare giù e andiamo»
«Ok, io ho preso la borsa, devi metterci dentro qualcosa?»
«Sì, metti dentro il mio portafoglio per favore, è lì sul letto»
«Fatto, possiamo andare»
 
 
«Hai impostato il navigatore?»
«Sì e meno male che abbiamo preso da mangiare»
«Sì, è piuttosto lunga la strada, lo so»
«Tipo 4 ore e mezza»
«Lo so, musica?»
«Mettiamo la radio?»
«No, ho portato l’ipod, lo attacchiamo?»
«Certo»
Avani smanettò un po’ con l’impianto stereo e poi lasciò che nell’abitacolo risuonasse la loro canzone
«Mi piace questa canzone» La canzonò Akash
«Vero? Anche a me»
«Today was a fairytale,
you were the prince  […]»
«You told me I was pretty when I looked like a mess»
«But can you feel this magic in the air?
It must have been the way you kissed me
Fell in love when I saw you standing there
It must have been the way
Today was a fairytale
It must have been the way
Today was a fairytale...» Cantarono insieme
«La mia amata Swift!»
«Non esageriamo, diciamo che questa canzone ci rappresenta piuttosto bene»
«Non ti azzardare a sminuire la mia bionda eh!»
«Non sia mai!»
«Ecco!»
«Come stai?»
«Riinizi?»
«No, a parte fisicamente, mi riferivo a tutta questa situazione»
«Non lo so, mi sento… strana! Non so come spiegare quello che sto privando in questo momento»
«Pensi che abiti ancora lì?»
«Sinceramente non lo so»
«Smettila di fare quella faccia poco convinta, ti ho detto che lo troveremo»
«Lo so, è che non posso fare a meno di pensare che noi non ci conosciamo più!»
«In che senso?»
«Lui adesso dovrebbe avere 29 anni, il che significa che è sicuramente sposato e probabilmente anche con qualche bambino appresso, significa che io ho dei nipoti e non li conosco, significa che non conosco la persona che rende felice mio fratello, significa che io non so più niente di lui. Chi mi dice che mi troverò davanti la stessa persona che ho lasciato qui undici anni fa?»
«Smettila di darti la colpa di quello che è successo»
«Non ci riesco!»
«Cerca di riuscirci! Spero che riusciremo a trovarlo in fretta… non vorrei che ti tornasse mal di testa»
«No, starò bene»
«Tu non starai mai completamente bene finchè non realizzerai che non è colpa tua quello che è successo e che non è colpa tua se tua sorella non conosce Ajay e se tua madre non l’ha visto diventare un uomo. Non è colpa tua se tua nonna è morta e voi non c’eravate, non è colpa tua se tuo padre non fosse più vivo, non è colpa tua se non c’eri al matrimonio di tuo fratello! Niente di tutto questo è colpa tua»
«Razionalmente lo so, il problema è la mia parte irrazionale che proprio non vuole liberarmi da questa stupida convinzione»
«Guarda, non è bellissimo?!»
«Te l’avevo detto che l’India era fantastica!» Disse lei sospirando capendo che Akash le aveva appena offerto una scappatoia da quella discussione
«Non immaginavo così tanto!»
«Dovresti imparare a fidarti di più della tua ragazza»
«Ma io già mi fido di lei mia cara futura moglie»
«Ah sì?»
«Ovviamente»
«Come quella volta che mi urlasti contro perché ero uscita a pranzo con un mio amico?»
«Stavamo insieme da due mesi!»
«Io già mi fidavo di te»
«Anche io, solo che non sapevo ancora che tu ci tenessi a me quanto io tenevo a te»
«E avevi ragione, perché già allora tenevo a te più di quanto tu potrai mai tenere a me»
«Puttanate»
«No, la verità»
«Non credo proprio. Sappi che al mondo nessuno ha mai amato qualcuno quanto io amo te»
«Io sono l’eccezione che conferma la regola»
«No, tu sei una strega con la risposta sempre pronta»
«E tu uno scimmione»
«1-0 per Avani»
«Come sempre»
«Ma vai va!»
«Accetta la realtà mio caro»
«Taci»
«Nel duemilacredici» Akash scoppiò a ridere «L’avrai sentita ottanta milioni di volte e ancora ridi?!»
«È che con quello mi freghi sempre»
«E siamo 2-0 per me»
«Va bene»
«Basta poco per tirarti scemo!»
«Basti tu per farlo»
«Vorrei ben vedere» Rispose lei facendo la finta offesa
«La solita»
«Ahahah ma sei tu che me le porgi su dei vassoi d’argento»
«Mi scusi principessa»
«Certo mio re»
«Fai poco la leccaculo»
«Come chiede sua signoria»
«Ti sto per lasciare in mezzo alla strada»
«Lasceresti la tua futura moglie in mezzo a una strada, lasciando che vaghi per chissà quanto tempo senza spere dove andare, senza cibo, con possibili aggressori in giro?»
«Okok ho capito, ritiro quello che ho detto»
«Bravo» Lei si sporse a dargli un bacio sulla guancia e si rimise seduta composta sul sedile, inclinandolo un po’ per poi lasciarsi cullare in un dolce sonno dalle parole della canzone che stava andando in quel momento.
«Grazie della compagnia, Mērā pyāra (Amore mio)» Fu l’ultima cosa che sentì prima di addormentarsi con un sorriso sulle labbra.
  
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