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Autore: quindici    09/12/2013    2 recensioni
Cos'è accaduto a Johanna, Beetee e Wiress allo scoccare della prima ora? L'ora in cui l'acqua si è tramutata in sangue cadendo come un temporale rosso.
Rotella è a terra, diversi metri la dividono da te. I tuoi sudici piedi non hanno ancora placato il loro bisogno di calcare il terreno, così osservi la scena allontarsi, un ricordo lontano che si dissolve. Osservi Beetee – è strano chiamarlo col suo nome, non gli si addice quanto Lampadina – fermarsi, com'era immaginabile accadesse; lo osservi chinarsi sulla cara compagna svitata, tentanto di darle soccorso, col solo risultato di imbrattare ancor di più entrambi. "Devo aiutarli." Lo pensi, ma non lo fai. Perché la distanza che metti fra te e i Tre aumenta a una velocità allucinante: la stessa con cui le tue agili gambe scavalcano arbusti e rami.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Beetee, Johanna Mason, Wiress
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ora Uno.
 
“ They can't hurt me. I'm not like the rest of you.
There's no one left I love.

Johanna

Rotella e Lampadina ti precedono, tenti di sospingerli in avanti, ma per quelle loro gambe tozze la corsa pare una scoperta ancora incompresa. Rotella due, forse tre, volte è riuscita pure a spiaccicarsi la faccia contro il suolo; ora umido e caldo. In questi casi l'hai afferrata per quel suo gracile braccio, trascinandola come faresti con un ceppo particolarmente leggero. In questa vostra – o sarebbe meglio dire tua? – corsa verso la sopravvivenza ti sei chiesta più volte come quei due siano riusciti a scampare alla follia degli Hunger Games, ma non riesci davvero a capacitartene. A Lampadina sono caduti gli occhiali in una di quelle pozze di melma e sangue. Recuperi le lenti unte e spingi il proprietario in avanti, che per poco non rotola per il pendente. "Forse sarebbe più veloce, in questo modo." Scacci il pensiero: probabilmente i due scienziati rimarrebbero impalati su qualche ramo sporgente dopo qualche metro.
Continui a correre e cominci a temere che il vischioso liquido sulle tue gambe non provenga solo dal cielo. Ignori questa orribile sensazione, – passare oltre è l'unica via che non conduce alla follia – scansando un albero in caduta con un balzo degno di uno stambecco. Ecco, la vedi, offuscata dal denso e rossastro liquido che vi ha condannati, ma la salvezza c'è: sabbia dorata e acqua in tempesta, sono dinnanzi a te. Pochi arbusti ti dividono dalla vita. Spingi di più, corri come non hai mai fatto, dimenticandoti del nauseante retrogusto di vomito che aleggia fra le tue labbra. Dai il massimo, il primordiale istinto di sopravvivenza fa leva su di te, senza preoccuparsi di cosa ti circonda. Andare avanti sembra l'unica possibilità, e infondo lo è. Un tonfo alle tue spalle. Non ti fermi, volti semplicemente il capo. Rotella è a terra, diversi metri la dividono da te. I tuoi sudici piedi non hanno ancora placato il loro bisogno di calcare il terreno, così osservi la scena allontarsi, come un ricordo lontano che si dissolve. Osservi Beetee – è strano chiamarlo col suo nome, non gli si addice quanto Lampadina – fermarsi, com'era immaginabile accadesse; lo vedi chinarsi pallido e rosso sulla compagna, nel tentativo di darle soccorso ma col solo risultato di imbrattare ancor di più entrambi. "Devo aiutarli." Lo pensi, ma non lo fai. Perché la distanza che metti fra te e i Tre aumenta a una velocità allucinante: la stessa con cui le tue agili gambe scavalcano arbusti e rami. Il tuo collo è ancora in tensione, rischi di inciampare su qualcosa se non torni a guardare avanti; eppure non riesci a fare nemmeno questo. Lampadina ti sta guardando. Dietro quelle lenti insaguinate i suoi occhi neri e placidi ti fissano. Non ti biasimano, né ti osservano con rancore. Si limitano a guardare nella tua direzione, come se tu fossi soltanto un altro albero. Passano alcuni secondi senza che nessuno distolga lo sguardo. Attimi preziosi, attimi vitali. Uno, due, tre. Eccoti a sistemarti il corpo della donna di mezz'età in spalla e a ripartire, troppo esausta per avvertire davvero la stanchezza. Ci vuole tempo per raggiungere la meta. Molto più tempo di quanto sarebbe occorso se fossi stata sola. Eppure arrivi ad avvertire la sabbia cocente sulle piante dei piedi, arrivi a quella benedizione che è l'acqua, col suo incredibile potere di far scivolare via ogni cosa. Arrivi e, nel sentire la voce di Finnick chiamare il tuo nome, sai di aver fatto la tua scelta: sai di non essere più sola.



 

-- Edit -- Prima storia sul fandom. Volevo scrivere qualcosa sull'amicizia fra Johanna e Finnick, invece è uscito questo.
Vedo tanta gente che scrive terribilmente bene qui intorno, speriamo bene ♡
  
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