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Autore: vero_91    09/12/2013    6 recensioni
Tre storie per tre amori non corrisposti:
- Rory / Prim: Avere
- Prim / Gale: Appartenere
- Gale / Katniss: Scegliere
"Mentre ora dovranno continuare a vivere in quello stato di incertezza latente, con il senso di colpa che grava dentro di loro come un macigno. Anch'io lo sento. Una parte di me non desidera altro che Katniss scelga Gale, così da poter mettere finalmente la parola fine a questo amore malsano e logorante.
Perché so che finché ci sarà una pur minima speranza, io continuerò ad aggrapparmici."
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Primrose Everdeen, Rory Hawthorne
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 “E poi c'è un altro tipo di amore, il più crudele, quello che quasi uccide le sue vittime, si chiama amore non corrisposto... La maggior parte delle storie d'amore è fra persone che si innamorano l'una dell'altra. Ma il resto di noi? Quali sono le nostre storie? Quelle di noi che ci innamoriamo "da soli". Noi siamo le vittime dell'amore unilaterale. Noi siamo i disgraziati fra gli innamorati, i non amati, i feriti in grado di camminare, gli handicappati senza il parcheggio riservato.”

[L'amore non va in vacanza]

 

  • Rory / Prim: AVERE

[Pre Hunger Games]

Toc toc.
Scendo in fretta le scale, saltando i gradini due a due e quasi inciampo all'entrata. Faccio un respiro profondo e quando apro la porta trovo proprio quello che stavo aspettando: i suoi occhi innocenti mi guardano e le due trecce si muovono leggermente mentre mi parla. “Ciao Rory! Scusa il disturbo ma mia mamma mi ha detto di portarvi questo.” Prim mi mostra un sacchetto con dentro una boccetta di vetro e vedendo che continuo a fissarla imbambolato aggiunge: “E' lo sciroppo per la tosse per tua sorella.”
Deglutisco e mi passo una mano fra i capelli cercando di darmi un'aria tranquilla e disinteressata: “Oh si certo, grazie.” Che strano. All'improvviso la mia gola è diventata secca e il cuore ha cominciato a battere più forte.
“Figurati, vedrai che con questo le passerà subito.” Prim sorride leggermente, e due piccole fossette le si creano ai lati della bocca. Non riesco a non pensare a quanto sia carina.
Abbasso gli occhi, imbarazzato, e armandomi di tutto il mio coraggio chiedo: “Ti va di entrare?” Lo sguardo è ben puntato sulle mie vecchie scarpe. “Mia mamma ha fatto la torta.” Accetta. Accetta. Accetta.
“Si va bene, grazie!” Prim sorride allegra alla mia richiesta e qualcosa di ancora più strano di prima succede al mio corpo: le labbra si tendono involontariamente in un ampio sorriso, e uno strano calore si diffonde nel mio petto. Questa dev'essere sicuramente la felicità.
Mi faccio da parte per farla entrare, ma un'ombra scura appare dietro di lei.
“Ehi Prim! Oh Rory ci sei anche tu, che state combinando?” Gale, appoggiato allo stipite della porta, guarda con aria interrogativa prima me e poi Prim, mentre tira fuori dalla bisacca un paio di conigli e uno strano uccello.
“Prim è venuta a portare lo sciroppo per la tosse per Posy.” dico, dato che Prim sembra essersi improvvisamente ammutolita.
“Bene, ne avevamo proprio bisogno. Grazie Prim.” Gale appoggia la mano sulla testa della ragazza, e a quel tocco le guance solitamente pallide di Prim si colorano di un rosso acceso, mentre il suo corpo s'irrigidisce visibilmente.
Gale però pare non accorgersene e dopo aver scompigliato giocosamente i miei capelli si dirige con passo tranquillo in cucina.
“Allora, ehm... la torta?” dico, sperando di attirare di nuovo l'attenzione di Prim. Lei però continua a tenere gli occhi puntati sulla porta in cui mio fratello è scomparso, come se sperasse di rivederlo comparire da un momento all'altro. Dopo quello che sembra un tempo infinito, sposta lo sguardo su di me e mi fissa come se si ricordasse solo ora della mia presenza; abbassa di nuovo gli occhi, arrossendo vistosamente e dice: “Scusa Rory, ma sarà meglio che vada ora, non voglio far preoccupare la mamma!”.
“Oh...sì certo, non preoccuparti.” dico forzandomi di sorridere. La felicità di prima si trasforma in uno strano dolore allo stomaco che non so spiegare.
“Ci vediamo! Ciao!” Prim mi fa un cenno con la mano e mi regala uno dei suoi sorrisi graziosi che tanto adoro ma che in questo momento sento di detestare.
“Rory, dov'è Prim?”mia mamma compare sulla porta e solo dopo nota la figura della ragazzina allontanarsi dalla nostra casa:“Insomma, è tutta mattina che insisti perché prepari la torta prima del suo arrivo e ora non gliela offri nemmeno?” esclama.
“Aveva altro per la testa.” mormoro, chiudendo la porta. “Altro? E cioè?” chiede, le mani sui fianchi e un'espressione interrogativa sul volto.
Scuoto le spalle, come se non sapessi di cosa sto parlando ne la cosa m'importasse. Gli occhi mi bruciano mentre rivedo il rossore sulle guance e quegli occhi azzurri puntati sulla sua schiena.
Gale. Aveva Gale.


 

  • Prim / Gale: APPARTENERE

[Durante Mockingjay,
dopo aver recuperato gli ostaggi a Capitol City]

Quando entro nella piccola stanza dell'ospedale Gale, seduto su un lettino, è a petto nudo e si tampona distratto una scapola sanguinante. Osservo in silenzio suoi muscoli tendersi, mentre il mio sangue fluisce più velocemente nelle vene e il respiro accelera.
Perso nei suoi pensieri si accorge di me solo quando chiudo, un po' più forte del previsto, la porta.
“Prim!” esclama, sorpreso. E' chiaro che non sono io la persona che si aspettava di vedere.
Mi avvicino, cercando di mantenere la voce salda: “Ciao. Perché non ti sei fatto curare la ferita?” chiedo, indicando con il capo la scapola.
“Mi hanno tolto i pezzi di vetro che si erano conficcati dopo un'esplosione, ma poi c'è stato del tumulto in corridoio e ho preferito si occupassero prima dei feriti più gravi...sai quelli recuperati a Capitol City.” aggiunge, incupendosi.“E tu? Come facevi a sapere che ero qui?”
Arrossisco e le mani iniziano a sudare. Non sono brava a dire le bugie, anche se mi sono preparata con cura una risposta: “Mi hanno detto di venirti a curare la ferita.”
Mi sento una stupida, ma di certo non posso dirgli il motivo per cui, appena ho potuto, mi sono precipitata qui. Non posso dirgli che ero preoccupata per lui. Non capirebbe.
“Posso?” chiedo, togliendo delicatamente la garza che gli copre la ferita.
Annuisce, lo sguardo perso in un punto sulla parete. Osservo il suo profilo e mi accorgo che questa è la prima volta che siamo noi due da soli, così vicini. Così, guardinga, gli lancio veloci occhiate e mi perdo a memorizzare dettagli del suo viso che prima non ho mai avuto la possibilità ne il coraggio di osservare: la linea della mascella ben definita, le labbra carnose ma screpolate, le folte sopracciglia scure spesso aggrottate in un'espressione preoccupata. Le mani iniziano a prudermi, tanto è il desiderio di accarezzare il suo viso.
Quando Gale si gira a guardarmi abbasso velocemente lo sguardo sulla ferita ormai pulita, terrorizzata all'idea che possa leggere nei miei occhi pensieri indecenti. Fa che non noti che mi tremano le mani. Fa che non senta i battiti impazziti del mio cuore. Fa che non si accorga dei miei sentimenti per lui.
Per fortuna lui si limita a chiedere: “Come sta Peeta?” la voce è atona, ma so che probabilmente questa domanda gli stava morendo in gola da quando sono entrata.
“Non bene, purtroppo.” A queste parole sento i suoi muscoli irrigidirsi mentre gli bendo la ferita.
“Cos'è successo? Quando l'abbiamo trovato non sembrava così grave...”
“Non è fisicamente che sta male.” lo interrompo. Mi mordo il labbro, chiedendomi che impatto possa avere su di lui la notizia del depistaggio.
Alla fine del racconto Gale si alza dal lettino, scuotendo più volte la testa. “Non può essere successa una cosa del genere. E' impossibile che non si possa fare nulla! Ci sarà qualcosa per fargli tornare i suoi maledetti ricordi!” Quasi urla, mentre comincia a camminare avanti e indietro per la stanza.
“Ci stanno provando, ma non sanno come aiutarlo...”
In un moto di rabbia scaraventa per terra un vassoio posato sul comodino, facendo volare per la stanza il contenuto.“Maledizione! Dopo tutto quello che abbiamo fatto... come può Catnip in quello stato... e io che pensavo...” Alla fine si prende la testa tra le mani, abbandonandosi di nuovo a sedere sul letto.
So quello che sta pensando. So che sperava che con la presenza di Peeta ora lui e il ragazzo del pane avrebbero potuto combattere una battaglia alla pari; con Peeta sano e salvo nel Distretto13 Katniss sarebbe stata costretta a fare finalmente una scelta. Mentre ora dovranno continuare a vivere in quello stato di incertezza latente, con il senso di colpa che grava dentro di loro come un macigno.
Anch'io lo sento. Una parte di me non desidera altro che Katniss scelga Gale, così da poter mettere finalmente la parola fine a questo amore malsano e logorante.
Perché so che finché ci sarà una pur minima speranza, io continuerò ad aggrapparmici.
“Prim, scusami.” Gli occhi grigi di Gale sono puntati su di me, deve aver scambiato la mia espressione di dolore per paura. “Scusa ho perso il controllo, so che te non c'entri nulla.” sospira e stancamente si china a raccogliere gli oggetti sparsi a terra.
Scuoto la testa e mi chino ad aiutarlo, mentre sento le lacrime scorrere inarrestabili sul mio viso. Gale mi guarda colpevole, chiaramente a disagio per la situazione creatasi. “Scusa, Prim, scusa.” sussurra preoccupato, appoggiando una mano sulla mia testa per tranquillizzarmi.
Ma io non voglio questo. Non voglio la sua gentilezza, il suo tono rassicurante, le sue carezze leggere. Voglio di più, molto di più.
“Lo sai che per me sei come una sorellina minore vero?” Il suo tono è gentile ma le parole giungono a me taglienti come la lama di un rasoio.
Lo so. Certo che lo so. Ma non volevo sentirlo. Continuare a illudermi che forse un giorno si sarebbe accorto di me era più semplice, meno doloroso. Ma ora che l'ha detto ad alta voce, ignorare il vuoto che sento al petto è impossibile.
“Lo so, grazie Gale.” inghiotto aria, tirando le labbra in un sorriso forzato.
Non mi resta che questo ormai. Sorriderti e fingere che anche per me tu sei come un fratello.
Anche se non accadrà mai. Così capisco che in realtà è da anni che non c'è più speranza per me. Qualunque cosa succeda, qualunque persona venga scelta, il mio cuore appartiene a te, proprio come il tuo appartiene a lei.
Katniss. Appartiene a Katniss.


 

  • Gale / Katniss: SCEGLIERE

[Post Mockingjay]

“Pensi basteranno?” Katniss solleva le prede che porta, due grossi tacchini per mano.
“Secondo te? Abbiamo anche le scorte a casa più questi.” dico indicando gli scoiattoli che ho legati alla cintola.
“Guarda che te e i tuoi fratelli mangiate per dieci.”
“Siamo tre uomini, che cosa ti aspetti scusa? E poi anche te non scherzi!” dico rimbeccandola.
Catnip mi fa lo sgambetto mentre scoppio a ridere. “Fai come ti pare. Se non ci sarà abbastanza cibo per tutti darò la colpa a te.” dice sorpassandomi con finta aria altezzosa.
Mi basta una falcata per raggiungerla, le strappo i due tacchini che ha in mano e stringo la mano libera con la mia. “Da quando ti importa così tanto di queste cene? Di solito è Prim quella che si preoccupa.”
Catnip abbassa lo sguardo, segno che sta per dire qualcosa che la imbarazza. “Non sono preoccupata. Vorrei solo che stasera fosse tutto in ordine, sai anche per l'annuncio...” e automaticamente si sfiora il ventre.
“Stai tranquilla, credo che la cena passerà in secondo piano quando sapranno dell'arrivo del bambino.” dico baciandole il palmo della mano.
Catnip sorride, quel sorriso “da bosco” di cui mi sono innamorato, quel sorriso che non è più riservato alle battute di caccia della nostra adolescenza ma anche alla nostra quotidianità, alla nostra vita famigliare, a me. A me e nessun altro.
“Ah ho invitato anche Haymitch stasera.”
“E quando pensavi di dirmelo?” chiedo, voltandomi di scatto.
Alza le spalle. “Te l'ho detto adesso. E poi sapevo che non avresti approvato in ogni caso.”
“Chissà perchè.” rispondo con tono eccessivamente seccato.
“Lui è il mio mentore Gale! Se non fosse stato per lui io e Peeta...”
“Lo so! Lo so!” dico interrompendola. “Lode a Haymitch e alla sua fantastica idea degli Innamorati Sventurati!”. Il disprezzo che provo è palpabile, ma non posso evitarlo. Catnip non ha vissuto sulla sua pelle il dolore di vedere la persona che si ama innamorata di un altro. Non sa cos'ho provato in tutti quei mesi. La rabbia e il dolore di un tempo ritornano a bruciare dentro di me come carboni ardenti.
Mi accorgo di aver accelerato il passo quando Catnip si blocca di colpo obbligandomi a fare lo stesso. “Gale per quanti anni dovrò ripeterti che è stata tutta una recita perchè tu te ne convinca?”
Il suo tono è quello di una maestra che spiega ad un bambino un concetto particolarmente difficile. Anche se continuo a evitare il suo sguardo, sento ben presto la gelosia lasciare spazio all'imbarazzo per la mia reazione eccessiva. Evidentemente nemmeno la guerra è riuscita a placare il mio carattere impetuoso.
“Non basta che abbia scelto te? Non basta che io sia tua moglie? Non basta che stia aspettando tuo figlio?” Catnip si avvicina e con una mano mi solleva il viso per cercare il mio sguardo.
“Hai scelto me?” Mi specchio nei suoi occhi grigi, mentre le stringo i fianchi avvicinando ancora di più i nostri corpi.
“Io sceglierò sempre te.” Sussurra Catnip prima di posare le labbra sulle mie. Sento le sue mani aggrapparsi al mio collo man mano che il bacio diventa più profondo, intimo, passionale. Delineo con la lingua il contorno delle sue labbra mentre il suo respiro diventa affannoso. Le sue mani si fanno spazio sotto la mia maglietta, avide, voraci, ed è così che anch'io mi sento. Le mordo il labbro inferiore, pronto a cercare il suo seno, ma quando sento in bocca il sapore del sangue capisco che c'è qualcosa che non va.
Apro gli occhi, spaventato all'idea di averle fatto male, ma non trovo i suoi occhi grigi ad attendermi, ne il bosco, ne il distretto 12. Solo una parete bianca.
Ad un tratto, come un'onda, i ricordi, il dolore e la realtà mi travolgono.
Prim è morta. L'ho uccisa io. Sono scappato nel Distretto 2. Catnip vive con Peeta.
“Io sceglierò sempre te.” Solo un sogno. Non è la realtà. E' una bugia.
Eppure sembrava tutto così vero, così autentico, così giusto.
L'unica cosa reale invece è il labbro sanguinante che devo essermi morso durante il sonno. Solo sangue, sangue e lacrime.
Mi afferro la testa fra le mani mentre le onde di dolore di prima ritornano, prepotenti, devastanti, portandomi alla deriva. Qualcosa dentro di me si rompe definitivamente quando una vocina nella mia testa sussurra:
Peeta. Ha scelto Peeta.






--- angolo autrice ---
Oddio! Non so neanche da dove cominciare... Allora per prima cosa se siete arrivati fin qui, be grazie! XD Non so come mi sia venuta un'idea del genere ma pensando mi sono accorta che c'erano parecchi amori (crack pairing e non) che potevano essere collegati fra loro e da qui la mia OS!
Ammetto che è stato difficile scriverla, perchè per ogni personaggio volevo riuscire a trasmettere sentimenti diversi, anche perchè hanno età diverse.
La parte di Rory è quella più adolescenziale. Troppo giovane per essere amore, ha comunque una cotta per Prim anche se non riesce ancora a riconoscerne i sintomi.
La parte di Prim è quella che mi preoccupa di più: ci ho pensato parecchio, subito volevo renderla più adolescenziale ma poi mi sono accorta che Prim è una ragazza molto matura per la sua età, quindi oltre alle sensazioni fisiche che prova per Gale mi sembrava giusto andare un po' più a fondo, spero non sia OCC.
Il povero Gale invece è quello che ci prende sempre peggio. Nel suo immaginario è sempre stato convinto che lui e Katniss sarebbero stati insieme un giorno, perchè qualsiasi altra alternativa è impensabile. Da qui il sogno, in cui vede proprio quello che si è sempre immaginato e poi la realtà, dove Katniss invece ha scelto Peeta. (detto così sembra che odi Gale ma non è vero giuro!)
Ok basta, se vi va ditemi cosa ne pensate, anche se una parte vi è piaciuta e le altre due vi hanno fatto schifo o se tutta la OS è uno schifo in generale! XD
A presto spero!
Vero

p.s: la frase iniziale non c'entra niente con Hunger Games ma credo esprima bene i sentimenti di quelli che almeno una volta nella vita non sono stati ricambiati!


 

  
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