Volevo dedicare qualcosa al tenero personaggio di Kenny e in una noiosa ora di francese ho scritto questa flashfiction di 265 parole ( si può dunque considerare anche una tripla drabble ).
Il titolo mi sembrava un po' crudo, ma mi ha fortemente ispirato l'album dei Traffic, John Barleycorn must die.
C'era già una fanfiction, la prima su EFP, dedicata a Kenny, Perchè io? di Ike Psycho dunque non nego che la sua lettura mi ha ispirato, vi sono connotazioni simili, ma non voglio assolutamente plagiare la fiction, la mia flash è nata dal desiderio di scrivere qualcosa non-slash su South Park, che portasse i caratteri tipici del mio genere di scrittura ( anche se qui sono solo accennati ) e che fosse incentrata sul personaggio di Kenny che purtroppo vien poco considerato.
Detto questo non poso che agurarvi buona lettura, anche se è qualcosa di forse banale, semplice... ma ci tenevo a pubblicarla.
Prompt: 087.Life.
Dedico la fiction a tutti i fan di Kenny, essendo essa un tribute a lui dedicato.
Kenneth McCormick Must Die
Si dice che il destino di ognuno sia scritto.
E Kenneth McCormick ne aveva la certezza: il suo era stato scritto e firmato dal Signore. Talvolta come sacrificio, talvolta senza motivo, qualche volta come un eroe, qualche volta come un idiota, brutalmente, Kenny doveva morire.
La vita non gli riservava certo gioie: miserabile era la sua condizione, in quella povera casetta con i genitori alcolizzati, che tutti i suoi amici gli ricordavano costantemente.
Kenny non conosceva Schopenauer ma lo sapeva: la vita oscillava incessantemente tra il dolore e la noia e passava per brevi e illusori attimi di piacere, che per lui portavano il nome di pornografia.
Era destinato all'Inferno senza aver commesso crimini, era solo un bambino e l'Inferno lo accoglieva con calorosa accoglienza; tanto valeva avere qualche -sciocco- motivo per andarci, anche se esser legato ai beni materiali non era qualcosa di peccaminoso ma... umano.
Aveva imparato ad accettare, col tempo.
Si era seduto sul marciapiede innevato in attesa che il suo destino si compisse: che un autobus lo investisse, che cadesse un elicottero, che un terremoto facesse crollare su di lui un palazzo, che un serial killer lo assassinasse.
Sospirò in attesa del freddo abbraccio della morte e di quelle famose parole:
<< Hanno ammazzato Kenny! >>
<< Brutti bastardi! >>
Avrebbe voluto qualcosa in più di quelle frasi.
Avrebbe voluto almeno una lacrima dai suoi cari, una piccola goccia del loro affetto, un frammento del loro cuore.
Una lacrima che potesse lasciare una traccia della sua esistenza, che potesse testimoniare che Kenneth McCormick era esistito.
Una traccia che non fosse una macchia scarlatta.
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