Film > Iron Man
Segui la storia  |       
Autore: Aout    09/12/2013    3 recensioni
Ehm, sì il tema è quello, ci siamo capiti.
Pepper e Tony, Tony e Pepper. Facile, no?
Tante diverse salse per tanti momenti diversi. Armature luccicanti, battute sarcastiche, retroscena succosi che non aspettano altro che essere letti.
Fatevi avanti e venite ad esplorare un po’ le gioie e i dolori dell'avere un fidanzato genio, miliardario, playboy, filantropo. Non è certo una cosa da tutti i giorni, no?
(Sono presenti anche one-shot Pre-Pepperony)
“Perché, ovviamente, se non fossero implicati ufficiali governativi infuriati, il gioco non sarebbe sufficientemente interessante, divertente. Non sarebbe sufficientemente alla Tony Stark.”
(Saltuariamente Fluff a palate, siete avvertiti)
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Nda. Capitolo post-IronMan 3. Avete presente quelle one-shot idiote su cui non dovete soffermarvi troppo? Quelle che sono talmente idiote da... beh, molto idiote.
Ecco, questa è una di quelle. Non giudicatela male, dai, è solo uno spaccato divertente.
Più o meno.
...
Dopo mi do all’ippica, tranquilli.
 
 

Image and video hosting by TinyPic
 



Tutti i nodi vengono al pettine
(letteralmente
)
 
 

Pepper stava riordinando una non indifferente pila di scartoffie che un colpo di vento aveva disperso per terra.
Grattacieli.
Avendo contribuito ben più del dodici per centro avrei dovuto impormi e costruire un edificio più basso. Ci sono innumerevoli vantaggi, diamine.
Aprire la finestra non avrebbe portato istantaneamente la stanza ad un clima artico, innanzitutto. In più, nessun super-cattivo avrebbe tentato di usare il tetto come portare dimensionale, il che era cosa addirittura migliore.
Chissà, magari sarebbe una buona idea per il futuro...
Pensò, in modo un po’ futile. Tuttavia, essendo appena uscita da quel suo ricovero post-non sputo più fuoco, qualche pensiero futile era profondamente convinta di meritarselo.
Con pochissima voglia di esercitare pressione su quel nuovo paio di tacchi che la stavano uccidendo, Pepper si chinò per raccogliere un ultimo stupido e inutile pezzo di carta e, a quel punto, sentì un grido provenire dall’altra stanza.
Era quasi certa si trattasse di un “Cosa?” di dieci ottave sopra l’ultrasuono, ma avrebbe anche potuto sbagliarsi.
Visto che viveva a stretto contatto con Tony da ormai ben più di... beh, si sa, dopo un po’ è meglio smettere di contare gli anni, sapeva per esperienza che andare a controllare era meglio di fare finta di niente. Non che non lo avrebbe desiderato, eh.
- Tony? – chiamò, appoggiando quel modulo sulla scrivania e avviandosi verso la porta del piccolo ufficio che aveva lì, vicino alla loro camera da letto, – È successo qualcosa?
Nel salottino lì a fianco, Tony era in piedi dietro al divano, le braccia lungo i fianchi e i pugni chiusi.
Per un secondo, Pepper ebbe paura. I primi dieci pensieri che le attraversarono la testa includevano nuovi guai interstellari, cattivi con aspirazioni politiche o missioni varie che si ricollegavano in qualche modo alla parola “vendetta” senza averne il titolo.
Poi però Pepper si accorse che lo sguardo di Tony era fissato su quello che sembrava niente di più che un semplice video musicale lievemente esplicito e quindi tentò di controllarsi.
Non ci sono sempre pericoli dietro l’angolo, Virginia. Fra l’altro, la settimana prossima il tuo fidanzato si toglierà quel neon azzurro dal petto e tutto andrà in ordine, come avrebbe sempre dovuto essere.
- Tony? – lo chiamò di nuovo e la voce le uscì non perfetta come avrebbe desiderato, ma molto meno tremante di come le sembrava nella sua testa, - Tony, si può sapere che cosa è successo?
A quel punto si aspettava che lui si girasse, facesse una battuta di qualunque tipo, le sorridesse, la guardasse, perlomeno.
Invece Tony non si girò, non sorrise e si limitò ad un pacato “Niente” detto velocemente. Poi si allontanò e uscì dalla stanza. Così.
Pepper rimase a fissare l’imbocco del corridoio per quasi dieci secondi.
Cosa doveva fare? Inseguirlo?
Cosa doveva pensare? Niente di brutto, vero?
Per un volta, e dentro di sé si giurò che sarebbe stata l’ultima, Pepper decise che fare finta di niente poteva anche andare bene.
 
Ma tutti i nodi vengono al pettine prima o poi.
Letteralmente.
 
Pepper se ne accorse la mattina dopo, quando andò nella piccola cucina che avevano vicino al salone, quella che nessuno usava mai, ma che comunque in un simil-appartamento doveva esserci, anche se erano all’ultimo piano di un grattacielo auto-alimentato a energia pulita.
Era vicino al ripiano del lavandino e aveva in mano un bicchiere d’acqua fresca.
Portandoselo vicino al viso, alzò gli occhi, tranquilla, e cacciò un urlo agghiacciante.
Subito dopo si coprì la bocca con la mano destra. Nemmeno lei si sarebbe aspettata una reazione così forte, ma... ma in fondo in fondo un senso l’aveva.
Tony era sulla porta della cucina. La posa rilassata e lo sguardo confuso.
- Che hai?
Pepper provò a spiegarglielo ma, dopo i primi tentativi fallimentari nei quali era riuscita ad emettere forse solo qualcosa di simile ad uno squittio, si limitò ad indicarlo sbigottita.
- Cosa? – chiese di nuovo lui facendo finta di niente.
Lo sapevo che non avrei dovuto lasciar perdere. Io e la mia pigrizia!
E adesso guarda, guarda dove siamo finiti!
- Come... perché? – le uscì alla fine e diciamo che il concetto meglio di così non poteva essere espresso.
Tony la fissò, sorrise di un sorriso pessimo e scrollò le spalle indifferente, il ciuffo blu di capelli che aveva in testa si spostò lievemente quando inclinò il capo.
 
- Tony, per l’amor del cielo, non hai diciotto anni. E nemmeno venti. E nemmeno trenta, se proprio dobbiamo specificarlo! Si può sapere cosa ti è venuto in mente?
Lui sbuffò. - Diamine, Pepper, stai facendo un dramma di qualcosa di così futile. Ti direi che assomigli a mia madre, se non fosse che lei di certo avrebbe approvato il cambiamento alla grande.
- Tony! – uggiolò lei, constatando segretamente che... beh, un po’ alla sua, di madre, doveva assomigliare, in piedi così, con le mani sui fianchi e il cipiglio severo sul volto.
Quante volte si era ripromessa di non sgridarlo? Che lui era adulto ed era il suo capo e non un bambino irrequieto?
Migliaia però... però adesso che era il suo fidanzato di certo qualche piccola concessione in più poteva anche farsela, soprattutto considerando che il suddetto fidanzato si era dipinto i capelli di blu. Dannazione. Di blu. Perché?
- Eri ubriaco? Spero non sotto l’influenza di altro altrimenti potrei arrabbiarmi sul serio. – ok, lo sto proprio sgridando. Non dovrei smettere?
Tony alzò gli occhi al cielo e, dannazione, ricordava distintamente un adolescente ribelle. A Pepper bastò quella fugace visione per provare un moto di compassione per chiunque avesse veramente dovuto averci a che fare a quell’età in cui tutti sono più odiosi ma in cui lui doveva essere stato assolutamente insopportabile.
Decise che avrebbe smesso di sgridarlo più tardi.
- Allora?
- Sai, credo che secondo la legge degli Stati Uniti d’America io sia piuttosto libero di disporre del mio corpo e, se non sbaglio, in esso sono compresi anche i capelli. Questi miei stupendi capelli color...
- Acqua sporca? Cloro? Tony, sai che io di queste cose ci capisco solo fino ad un certo punto, ma... ma, insomma, come hai potuto? Stravedevi per quel tuo taglio “alla Tony Stark”, piaceva a tutti e...
- Non piaceva a tutti. – la interruppe lui, alzandosi e dirigendosi verso la finestra, lontano da lei.
Pepper aveva distintamente sentito una nota di... tristezza? Cos’era, uno scherzo?
Era uno scherzo?
- Stai scherzando, vero?
Tony non le rispose e si limitò a fissare il panorama della metropoli davanti a lui, lo sguardo troppo serio per non esserlo veramente.
Eppure a Pepper veniva quasi da ridere... ma si trattenne e lo raggiunse. Un po’ di curiosità, a quel punto, era più che legittima.
- D’accordo, d’accordo. Spiegami la tua ultima affermazione, ti supplico.
- Non stai ridendo, vero?
Pepper tossì indifferente. – Affatto. Dicevi?
Tony prese un respiro profondo, lo sguardo sempre perso nell’orizzonte, manco stesse per dichiarare guerra eterna al suo acerrimo nemico. – Katy Perry. – disse, la voce roca e serissima.
Io dicevo per dire.
- Che? – chiese e la voce le uscì di molte ottave sopra al normale.
- Katy Perry.
- Sì, avevo capito, ma...
Ma non ha assolutamente senso?
Ma è assurdo?
Ma sei ancora ubriaco adesso?
- Sinceramente non capisco cosa significhi. – disse, mascherando in ultimo una risata con un colpo di tosse. Dentro di sé era abbastanza sicura che, più che far ridere, quella situazione doveva essere abbastanza preoccupante, soprattutto perché non ne intravedeva il filo logico.
E un filo logico c’era, giusto? Tony non era semplicemente impazzito, vero?
- Katy Perry, su Twitter, lei... ha più follower di me. Lo sai da quanto tempo sono su Twitter? Da sempre! Ho capito subito che sarebbe stato un successo, io le capisco sempre queste cose. E invece una cantante mi ha appena superato! Ti rendi conto? Ho come... perso il mio sex appeal. Io! Ti rendi conto?
Pepper stava per scoppiare a ridere. Era lì lì. Ma prese un respiro profondo e fissò Tony negli occhi.
- Ti sei dipinto i capelli di blu per avere più follower su Twitter? – gli chiese e, stranamente, il tono che usò era molto serio. Insomma, sembrava gli stesse chiedendo qualcosa di serio. Non era assurdo?
Tony abbassò lo sguardo verso il pavimento, quasi stesse ragionando su un problema fondamentale per la sua esistenza.
Pepper si morse la lingua.
Fai la persona seria, dannazione.
- A quanto sembra sto andando... fuori moda. Non è incredibile? Non avevo mai cercato di essere... piacente, ma lo ero, punto. Mentre adesso... sai che esiste un gruppo di fan di quel dio nordico fricchettone che ha cercato di conquistarci? Dico, ti sembra possibile? Ha ucciso ottanta persone in due giorni, dannazione! Lui e quella cantante, io...
Pepper scoppiò. Insomma, non ce la faceva più.
Cominciò a ridere e le vennero addirittura le lacrime agli occhi.
Tony la fissò offeso (per quanto potesse capire da dietro le lacrime) e si allontanò scotendo la testa, sussurrando, da buon adolescente frustrato, quello che assomigliava spaventosamente a un “tu non capisci”.
Pepper fece appena in tempo ad afferrarlo per il braccio prima che se ne andasse. – Tony... neanche due mesi fa abbiamo sventato il tentativo sovversivo di quel pazzo di Killian e tu mi vieni a dire che sei preoccupato di andare fuori moda? Mi prendi in giro? – gli chiese, un sorriso che non sapeva nemmeno da dove venisse stampato sulle labbra. Poi però osservò gli occhi di Tony, sembravano... spenti. Tristi. Qualcosa non andava davvero. – Tony, cosa... cosa c’è sotto? – gli chiese, niente più sorriso o risate.
Lui si svincolò delicato dalla sua stretta e probabilmente in modo involontario portò la mano sinistra al petto.
E allora Pepper capì e desiderò ardentemente di tirarsi qualcosa di pesante sui denti.
Sono un’idiota.
Perché era chiaro come il sole cosa non andasse e lei era davvero una stupida a non averlo capito prima.
- Ah.
Lui alzò lo sguardo e la fissò, le sopraciglia lievemente corrugate. – Ah, cosa?
- Non ho idea di cosa ti sia passato per la testa, quella che avevi prima, di un colore normale, ma anche senza il rettore arc... insomma, sarai sempre tu, Tony. Lo sai questo, giusto? Non è che questa storia di Twitter... insomma, continuerai a piacere lo stesso anche senza un piccolo reattore termonucleare nel petto, te ne rendi conto, vero?
Tony sbuffò e scosse la testa dubbioso. – Pepper, che cosa stai...
- Perché, con o senza, a me tu piaci lo stesso, lo sai questo?
Era un discorso strano, quello. Talmente stupido e profondo allo stesso tempo che non sembrava nemmeno stesse succedendo davvero.
Se era un sogno, Pepper desiderava svegliarsi subito.
Tony finalmente si aprì in un sorriso. – Ottimo, arguto e profondamente interessante. Ma questo non c’entra niente con Twitter. Come potrebbe? Come puoi credere che io, Tony Stark, abbia avuto una... crisi d’identità? Insomma, come?
- Già, come? – lo rimbeccò lei, sorridendo.
Lui alzò gli occhi al cielo. – Senti, facciamo che adesso vado a farmi rifare una tinta scura dal parrucchiere così sei contenta, d’accordo?
- Grazie, molto carino da parte tua farlo per me.
Tony le si avvicinò e le stampò un bacio leggero a fior di labbra. - Bene. – disse, prima di allontanarsi.
- Bene. Ah, Tony, potresti sempre pubblicare un video musicale di te mezzo nudo, no? Scommetto che i tuoi follower di Twitter aumenterebbero a vista d’occhio. – gli disse di sfuggita, scherzando.
Tony si girò poco prima della porta e annuì pensieroso.
- Tony? Tony, io scherzavo, lo sai? Tony?
 
 
 

 
Note: Prendetelo così com’è, senza pretese. So che non è un gran che, ma avevo bisogno di un mezzo capitolo di stallo per questa raccolta e, ahimè, è uscita questa cosa qui.
Tutto nasce, nella mia testa, quando tipo un mesetto fa ho sentito che Katy Perry (contro cui non ho niente, eh. Prendetevela con Tony) era il personaggio più popolare di Twitter. Siccome sono strenuamente convinta che, se Tony esistesse, avrebbe certamente un profilo e, ovviamente, sarebbe il personaggio famoso con il più alto numero di follower, non c’è nemmeno bisogno di puntualizzarlo, il passo successivo è stato chiedersi: come l’avrebbe presa?
Questo è il risultato, spero che l’insicurezza che di lui traspare da queste righe non vi sia sembrata OOC, ma ho preso spunto da IronMan 3 e lì mi pare che certo lui non fosse presentato come un uomo di ferro (battuta pessima, lo so, ma lasciatemela passare).
Mi rimetto alla clemenza della corte.
Passo e chiudo.
Alla prossima,
Aout ;)


 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Iron Man / Vai alla pagina dell'autore: Aout