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Autore: miriel67    10/05/2008    0 recensioni
Un viaggio, un incontro fra due culture diverse, un periodo storico difficile.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Oriente e occidente 2 Le porte si aprirono e tutta la carovana entro nell'ampio cortile del palazzo.

Cate aveva conversato con Inu No Taisho nel breve tratto di strada e suo padre si era affiancato al giovane Sesshomaru.
Era stanchissima, desiderava solo togliersi l'abito da viaggio,il maledetto bustino e fare un bagno. Il loro ospite era un uomo affascinante e parlava discretamente la sua lingua.
Era stato in Italia tanti anni addietro, proprio per venire a trovare il famoso mercante di Venezia con il quale la sua famiglia da secoli ormai intratteneva rapporti commerciali e di amicizia.
Così aveva conosciuto suo padre Alvise e si ricordava di lei e di suo fratello Marco.
-Dovete essere fiera di vostro fratello, è morto da eroe in una grande battaglia!-Le disse annuendo con il capo Inu No Taisho.
-Grazie mio Signore, nella mia famiglia siamo fieri di lui-ma mentiva, avrebbe preferito mille volte rivedere il sorriso di Marco e la sua faccia quando la scongiurava di non dire niente al padre riguardo alle sue scappatelle e ai prelievi dal baule degli zecchini,ovviamente non autorizzati.
Cate sorrise , ma era un sorriso amaro.

La dimora dei Signori dell'Ovest era splendida, sull'ampio cortile si affacciava l'entrata principale di una costruzione centrale con due grandi ali laterali che chiudevano lo spazio interno. Cate girava la testa riempiendosi gli occhi, cercando di memorizzare ogni dettaglio:i tetti all'insù, il colore del legno,il pozzo centrale, ogni piccolo particolare.
Suo padre ordinò ai carri di fermarsi e di cominciare a scaricare;subito un nugolo di servitori apparve dal nulla,come per magia.Cate girò il cavallo verso il carro dove la sua preziosissima arpa viaggiava. Voleva essere sicura che venisse trattata con ogni riguardo. Stava per smontare da cavallo quando qualcune le trattenne le briglie: -Non è bene per una donna salire e scendere da cavallo senza aiuto, non è bene per una donna andare a cavallo-
La lingua era perfetta,l'accento anche,Cate si girò, Sesshomaru era di fronte al suo cavallo con le briglie in mano
-Sesshomaru -sama,voi parlate molto bene la mia lingua- gli rispose Caterina,spalancando gli occhi per lo stupore, ma riprendendo subito tutto il suo contegno di nobildonna -Aiutatemi a scendere,dunque, in Europa è buona abitudine aiutare le dame,anche se in verità,vado a cavallo da quando avevo 5 anni- e qui le sfuggì un piccolo sorriso ironico -e potrei farcela anche da sola.- Lui si mise al fianco dell'animale e senza farle quasi finire la frase le prese la mano e velocemente la tirò verso di se prendendola per i fianchi e facendola atterrare con brusca dolcezza a terra.

-Grazie mio Signore-disse Cate, cercando di non fare vedere che era arrossita.Ma come diavolo si era permesso di toccarla!
Pensò mentre si sistemava la lunga amazzone: li lasciò la mano subito,sembrava scottasse.Nell'alzare lo sguardo da terra incrociò i suoi occhi,glaciali e divertiti.Cate sostenne lo sguardo mentre i suoi occhi verdi lo guardavano senza timore.
-La mia Arpa!-esclamò Cate e poi subito in giapponese-Fate attenzione è uno strumento delicato,ha fatto tanta strada per arrivare fino a qui-

Alvise sorrise guardando la figlia,mentre Inu No Tahiso gli si avvicinava-che cos'è quell'oggetto a cui Caterina tiene così tanto?- -E' la sua Arpa, uno strumento musicale,mio figlio Marco gliela ha comperata in Francia quando ha compiuto 15 anni...-la voce gli si velò leggermente -Cate suona divinamente e non se ne separa mai-
-Sarà un piacere ascoltarla questa sera ,se vorrà deliziarci con la sua arte-
disse il Signore dell'Ovest prendendo l'amico sottobraccio.

Cate seguì i servitori,mentre le portavano i bauli e la sua preziosa arpa nelle sue stanze. Per fortuna si era ricordata di levare le scarpe prima di entrare,come Kento si era tanto raccomandato. Quella casa era come un gioco di scatole cinesi,porte e pareti che scorrevano,corridoi che si aprivano e si chiudevano.Un labirinto.
Finalmente entrarono in quella che sembrava una stanza, i suoi bauli appoggiati a terra,il futon di seta appoggiato al tatami, un piccolo tavolo con una brocca di acqua e asciugamani e la sua arpa.Cate fece scorrere uno degli shoji scoprendo una piccola sala da bagno.Era giusto quello che le ci voleva, un bel bagno. Le due serve che l'avevano accompaganta fino a lì, le chiesero se desiderasse fare un bagno,le avevano letto nel pensiero. Cate cominciò a spogliarsi:Cominciò a slacciare il corpetto dell'abito e a sfilarsi la lunga gonna, poi la camicia di fine batista e la sottogonna in seta,infine l'odiato bustino.Si inginocchio su uno dei cuscini posati a terra vicino al futon e tirò fuori da uno dei bauli uno specchio per guardare mentre si scioglieva i capelli. Comiciò a togliere forcine e pettinini e i lunghi capelli mogano le ricaddero morbidamente sulla schiena e sulle spalle
-Nobile Signora il bagno è pronto-
Le due serve la osservarona alzarsi dal cuscino, i capelli le coprivano come un mantello anche il bacino ed era rimasta con dei buffi calzoni con gli sbuffi e una sottile camiciola di mussola.-Grazie,adesso posso fare da sola-disse loro Cate, congedando le due donne che si ritirarono camminando all'indietro. Cate si liberò degli ultimi indumenti rimasti e si immerse in quella delizia, non prima di aver versato nell'acqua un po'di essenza di rosa e qualche goccia di olio di bergamotto.

-Cos'era quel profumo?-
Si chiese Sesshomaru, non lo aveva mai sentito prima, dolce e intenso.Proveniva dalle stanze assegnate alla ragazza occidentale.Il Giovane principe dell'Ovest aspirò l'aria, era molto forte,come il carattere di quella giovane donna.Non gli era sfuggito lo sguardo di fuoco che gli aveva rivolto quando l'aveva "aiutata" a scendere da cavallo.Per nulla intimorito dai suoi occhi d'ambra o dal fatto che lui era il principe delle terre dell'Ovest.Sapeva che lei era nobile quanto lui e che veniva da una delle città più belle che il padre avesse visitato in gioventù.
-L'Italia è uno scrigno di pietre preziose e Venezia è l'unica perla di questo scrigno"-glielo aveva ripetuto mille volte. Il profumo si dissolse lentamente,lasciando una scia delicata nell'aria.Sesshomaru guardò verso le stanze della ragazza e poi con passo silenzioso si avvio verso il retro della casa.

Cate si stava asciugando e stava pensando a cosa indossare per la sera e per la cena.Aveva fame.Si infilò veloce in una vestaglia tirata fuori al volo dal baule e cominciò a spazzolarsi i capelli.Non li avrebbe legati e avrebbe indossato quello splendido abito che il padre le aveva comperato in Cina, la tunica di seta azzurra con quel magnifico ramo di pesco ricamato e i comodi e morbidi pantaloni in tinta.Basta bustino per oggi.
Si avvicinò all'arpa e la sfiorò con la mano -Ciao-le disse.
il suono dolce e armonioso risuonò per la casa.Scostò un altro shoji e apparve uno stupendo giardino separato dalla sua camera da un piccolo portico.Non c'era nessuno e senza pensarci Cate mise uno dei cuscini sopra il tavolino, pizzicò le corde per controllare che l'accordatura fosse giusta e cominciò a suonare.

La casa si fermò ad ascoltare, Alvise stava parlando con Kento su come predisporre il ritorno dei carri ad Edo per ritirare il resto del carico, quando il suono lo raggiunse.
-Non ha aspettato stasera-sorrise fra se e se.Kento alzò gli occhi al cielo-Oh kami-pensò.
Tutti si fermarono mentre piano piano quella musica si allargava dolcemente, e anche il Signore Dell'Ovest sorrise,riconosceva quel suono e gli riportava alla mente i suoi viaggi di gioventù.
Accordi e Arpeggi si diffondevano con infinita grazia,Caterina suonava, gli occhi socchiusi, le mani sulle corde,il corpo ad abbracciare sensualmente lo strumento musicale, i capelli sciolti mossi dalla brezza.
Sesshomaru l'osservava dal giardino, gli occhi fissi su quelle mani dalle quali provenivano quei suoni che mai aveva udito.
Una strana sensazione nel petto, fece un profondo respiro e si allontanò.Era quasi ora di cena.
























   
 
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