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Autore: Mon    09/12/2013    4 recensioni
[Seguito di Just Because I Really Love You]
La porta dello studio si aprì e Willow seguì Billie al suo interno, si guardò attorno, era parecchio tempo che non metteva piede lì dentro. Respirò profondamente; quel momento le ricordava qualcosa di già accaduto. Era la stessa scena che lei e Billie Joe avevano vissuto quando erano tornati nella loro casa di San Francisco dopo il lungo viaggio che avevano fatto, quello che era servito loro per ricaricare le pile e per riordinare le idee. Erano stati per un lungo periodo lontano da casa e quando erano tornati Willow aveva provato quella sensazione di calore che solo qualcosa di familiare riesce a darti.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Billie J. Armstrong, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sveglia sul comodino segnava le 7.41 quando Billie Joe aprì gli occhi; si mosse nel letto, accorgendosi della mancanza di Willow al suo fianco. Tese l’orecchio e sentì i piatti sbattuti in cucina; la ragazza, probabilmente, stava preparando la colazione. Billie rimase ancora qualche minuto sul letto, accese il cellulare e diede un’occhiata ai messaggi; uno era di Jakob che chiedeva al padre quando poteva passare per una cena con lui e Willow. Non rispose subito, scese le scale e si diresse verso la cucina dove trovò la fidanzata girata di spalle, impegnata a versare il latte nella tazza. Si appoggiò allo stipite della porta e la guardò, mentre questa prendeva un cucchiaino di caffè solubile e lo faceva sciogliere nel latte, mescolando delicatamente. Versò dentro qualche cereale e poi si girò, sussultando leggermente alla vista di Billie Joe. Un po’ di latte cadde a terra e Willow chinò la testa. «Non ti ho sentito, mi hai spaventato!» 
«Scusami, lo sai che mi piace guardarti quando sei concentrata a fare qualcosa...»
«Grazie. Il tuo caffè latte è pronto, se mi passi una spugna pulisco anche il casino che ho fatto rovesciando il mio!»
Billie Joe guardò la fidanzata, non era certamente quello che voleva sentirsi rispondere, gli sarebbe bastato anche solo un piccolo accenno di romanticismo dopo la frase che le aveva appena detto, invece lei sembrava averla quasi ignorata. Si avvicinò al lavello della cucina, aprì lo sportello dei detersivi e passò a Willow una spugna. Lei raccolse il latte e si sedette al tavolo, poco dopo anche Billie Joe la raggiunse.
«Sei pronta per oggi?» chiese l’uomo.
«Non lo so. Billie non ho idea da dove riprendere in mano le cose. Ci ho pensato tutta notte, non sono quasi riuscita a dormire e continuo a non trovare l’ispirazione per buttare giù una canzone. Non so dove andare a scavare stavolta per ritrovare ciò di cui ho bisogno.» 
La ragazza scosse la testa e si lasciò scivolare sul tavolo; Billie Joe ne approfittò per prendere la mano di Willow e intrecciare le sue dita con quelle della fidanzata. Lei alzò lo sguardo e piantò i suoi occhi verdi su quelli dell’uomo, dello stesso colore. «Mi aiuterai?»
«Ti ho già detto di si. Finiamo di mangiare e andiamo allo studio di registrazione!»

***

La porta dello studio si aprì e Willow seguì Billie al suo interno, si guardò attorno, era parecchio tempo che non metteva piede lì dentro. Respirò profondamente; quel momento le ricordava qualcosa di già accaduto. Era la stessa scena che lei e Billie Joe avevano vissuto quando erano tornati nella loro casa di San Francisco dopo il lungo viaggio che avevano fatto, quello che era servito loro per ricaricare le pile e per riordinare le idee. Erano stati per un lungo periodo lontano da casa e quando erano tornati Willow aveva provato quella sensazione di calore che solo qualcosa di familiare riesce a dare. Era successo lo stesso in quel momento, quando aveva visto la porta dello studio aprirsi, quando sotto i suoi occhi si era presentato il lungo corridoio che portava alla sala di registrazione, quella dove lei aveva prodotto i suoi primi due album. Per quanto non avesse la più pallida idea di cosa scrivere essere nuovamente in quello che era il suo habitat naturale le faceva piacere. Respirò profondamente e si richiuse la porta alle spalle, lei e Billie salutarono poi James e Patty, entrambi furono contenti di rivedere la ragazza, ricambiando il saluto e chiedendo dove fosse stata tutto quel tempo. 
«Ho cercato l’ispirazione e ancora non l’ho trovata...»
Billie finì la sua frase: «Per questo è tornata. Ha bisogno di ritrovarla, magari lo studio di registrazione può darle una mano.»
I due ragazzi sorrisero a Willow, augurandole buona fortuna poi lei, insieme al fidanzato, si diresse nello studio che aveva visto nascere i suoi primi due lavori. Si fermò sulla soglia e si guardò attorno, era davvero come tornare a casa. Sistemò la sia chitarra e si sedette sul divano, Billie fece lo stesso, appoggiando tra loro un blocchetto di appunti e una penna. Willow sapeva perfettamente cosa significava quel gesto: avrebbe dovuto mettere mano al suo terzo lavoro. 
«Dimmi tutte le idee che hai, perché lo so che ne hai tante in questa testolina!» disse Billie Joe, arruffando i capelli rossi della fidanzata. 
Lei sorrise leggermente e cominciò ad elencare alcuni degli argomenti che le sarebbe piaciuto trattare nel suo nuovo disco. Billie Joe sembrava convinto tanto da darle in mano la penna e il blocchetto degli appunti e le disse: «Tu scrivi, io provo a buttare giù qualche nota.»
Willow annuì. Cominciarono il lavoro, ma dopo poco più di un’ora interruppero tutto. La ragazza lanciò la penna e si alzò di scatto dal divano, passandosi una mano sul viso. 
«Ti rendi conto che quello che provo a scrivere fa schifo? Non c’è niente che vada bene, non mi piace niente e io sono terribilmente arrabbiata con me stessa!»
Billie Joe si alzò, si avvicinò alla fidanzata e la prese per un braccio, tirandola a sé. «Willow, io non so cosa ti stia succedendo, oppure, credo di saperlo, ma solo tu puoi aiutarmi a capire.»
La ragazza strinse tra le mani la maglietta a righe di Billie Joe, affondando il viso tra il collo e la spalla del fidanzato. «C’è poco da capire, non so dove andare a trovare l’ispirazione e la voglia di ricominciare a scrivere e a suonare il mio strumento. Non pensavo lo avrei mai detto, ma in questo momento la chitarra è una delle cose che sto odiando con tutta me stessa!»
«Amore...» sussurrò Billie, accarezzandole i capelli. Willow scoppiò a piangere e l’uomo decise di non aggiungere altro, lasciando che la ragazza si sfogasse. Solo quando lei si allontanò, tornando a sedersi sul divano e asciugandosi gli occhi, Billie parlò: «Facciamo così, ti calmi poi prendiamo in mano la chitarra e suoniamo qualcosa io e te, come ci piace fare quando vogliamo staccare dal mondo. Ti va?»
Willow annuì, respirando profondamente, la gola, provata dopo il pianto, bruciò. Prese una bottiglia d’acqua appoggiata sul tavolino posto davanti al divano e ne bevve un sorso. «Quando sei pronta dimmelo. Ti va di suonare qualcosa di country?»
«Va bene qualsiasi cosa...» si limitò a rispondere Willow.
Billie Joe rimase a guardare la fidanzata mentre sorseggiava delicatamente l’acqua dalla bottiglia. Era preoccupato e allo stesso tempo si sentiva inutile; avrebbe voluto aiutare la ragazza che da ormai cinque anni era al suo fianco e che lui amava con tutto sé stesso, ma sapeva che era lei stessa a dover trovare la forza per riprendere in mano la sua chitarra e per scrivere le canzoni del suo nuovo album. L’unica cosa che lui poteva fare era spronarla a ritrovare la passione per la musica, quella che sembrava aver smarrito. Billie sapeva benissimo che, per un musicista, ci sono momenti difficili da affrontare, sapeva bene cosa voleva dire il rifiuto di prendere in mano uno strumento, la sensazione che quello che fai e che scrivi non vada bene, conosceva tutte quelle dinamiche e non voleva forzare in nessun modo Willow. Temeva che facendolo l’avrebbe messa maggiormente sotto pressione, con conseguenze non piacevoli nemmeno per la loro storia d’amore; temeva che quella situazione avrebbe potuto incrinare il loro rapporto, già complicato dal fatto che, oltre ad essere una coppia, lui era anche il produttore di Willow. A volte conciliare le due cose era davvero difficile, il lavoro si intrometteva spesso nel loro rapporto, quello che i due avevano al di fuori delle mura dello studio di registrazione; per questo, quel periodo di stacco totale da quella vita aveva fatto bene ad entrambi, ma adesso era ora di ricominciare e tutti e due lo sapevano. 
Billie guardò la fidanzata avvicinarsi alla chitarra, poggiare le dita sulle corde e passare il plettro delicatamente. Si avvicinò alla ragazza, prese la sua chitarra acustica e insieme decisero di cominciare a suonare qualcosa di uno dei loro cantanti preferiti: Johnny Cash.







Eccomi qui! Di nuovo. Allora, innanzitutto grazie della stima che mi avete dimostrato con il primo capitolo. Grazie per le recensioni, grazie per aver aggiunto la storia tra le seguite e tra le preferite. Io non so più come dirvelo che vi voglio bene!
Detto ciò, oggi è stata una giornata tutta di corsa, sono riuscita a mettermi al pc per rilassarmi solo due ore fa. Ho scritto il capitolo, perché avevo ispirazione e perché vi ho lasciato in sospeso troppi giorni. Non l'ho riletto, solo velocemente, quindi perdonatemi se ci sono errori o cavolate varie. Spero vi piaccia.
Ora vado a morire sul letto, magari mi guardo The Avengers per la milleemillesima volta (quel film lo so a memoria ma non mi stanco mai!). 
Al prossimo capitolo.
Mon

  
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