Anime & Manga > My HiME - My Otome
Ricorda la storia  |      
Autore: Shainareth    10/05/2008    4 recensioni
[Mai HiME - anime] «Il nonno è rimasto molto soddisfatto dell’aiuto che gli abbiamo dato l’altra volta» prese a spiegare Shiho, nel frattempo, annotando alcune cose sul taccuino che aveva cacciato fuori dalla sua cartella.
Mai si grattò uno zigomo, perplessa, mentre alle sue spalle un cliente chiamava l’altra cameriera. «Davvero?» domandò, non capendo come potesse, il sacerdote del Tempio Fuuka, essere soddisfatto di un magazzino ridotto in condizioni pietose per via dell’improvviso attacco di un Orphan.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Punti deboli

 

 

Yuuichi si portò la tazzina alle labbra. «Il nonno è rimasto molto soddisfatto dell’aiuto che gli abbiamo dato l’altra volta» prese a spiegare Shiho, nel frattempo, annotando alcune cose sul taccuino che aveva cacciato fuori dalla sua cartella.

   Mai si grattò uno zigomo, perplessa, mentre alle sue spalle un cliente chiamava l’altra cameriera. «Davvero?» domandò, non capendo come potesse, il sacerdote del Tempio Fuuka, essere soddisfatto di un magazzino ridotto in condizioni pietose per via dell’improvviso attacco di un Orphan.

   Shiho annuì con energia, facendo sobbalzare i suoi buffi codini. «Per questo, ora che s’è fatto male alla schiena, mi ha subito chiesto il vostro aiuto.»

   «Un altro matrimonio?» volle sapere Takumi, felice di potersi mettere in gioco in prima persona per poter guadagnare parte del denaro che sarebbe servito per la sua operazione negli Stati Uniti.

   La ragazzina annuì di nuovo. «La sorella dello sposo dell’altra volta è rimasta talmente entusiasta del Tempio, che ora vuole celebrare lì anche il suo matrimonio.»

   «Beh, è una bella cosa, no?» sorrise Mai, stringendo al petto il vassoio vuoto.

   «Mi aiuterete?»

   «Conta pure su di noi!» esclamò. «Vero, Takumi? Mikoto?»

   «Certo!» rispose subito il ragazzo, mentre dovettero aspettare che Mikoto finisse di leccare la grossa coppa vuota in cui Mai le aveva servito un gustoso gelato alla crema e al cioccolato, per ottenere una parola da lei.

   Quando finalmente diede il suo assenso, Shiho alzò di nuovo lo sguardo verso la maggiore dei Tokiha. «Però… il nonno non può fare sforzi, quindi ci servirebbe un altro ragazzo.»

   «Un altro ragazzo, eh?» ripeté la rossa, portandosi un dito al mento con fare pensoso. «Uhm… Tate, conosci qualcuno che possa aiutarci?»

   Lui mise via la tazza di caffè. «Volevo chiedere a Kanzaki-senpai, ma pare sia fra gli invitati anche questa volta, per cui…»

   «Ah!» sussultò Mai, battendo il pugno nella mano come colta da un’illuminazione. Si rivolse verso il fratello e domandò: «Takumi, credi che Akira-kun possa darci una mano?»

   Quello rimase un attimo spaesato, non aspettandosi una soluzione del genere. «Ehm… Non so, dovrei chiederglielo…»

   Shiho si accese tutta. «Oh, sì! Ti prego, ti prego!» esclamò, dimostrando grande entusiasmo per quella trovata.

   «Vedrò quel che si può fare, ma non prometto nulla» rispose Takumi con un sorriso di circostanza.

 

«Neanche morta.»

   «Ma Shiho-san ha bisogno di aiuto…» tentò di farla ragionare lui, sedendo sullo sgabello accanto al suo ed esibendo la sua tipica espressione da cucciolo ferito.

   Sentendo già di essere pronta a cedere per via di quegli occhioni azzurri che la fissavano supplichevoli, forse il maggiore dei suoi punti deboli, Akira premette con forza il pennello sulla tela, allargando su di essa una macchia verde cupo. «Non è un problema mio» cercò quindi di dare un tono aspro alla voce, come a voler dimostrare anzitutto a se stessa di essere insensibile alle richieste del giovane.

   Il quale, come sempre, non desistette. «C’è un motivo particolare per cui non vuoi venire con noi?»

   Beccata in pieno, la ragazzina mise via il pennello per un attimo e fece scorrere lo sguardo attorno all’aula d’arte con aria imbarazzata. Ishigami-sensei ed un altro paio di studenti erano intenti anche loro alle attività del club. Akira sospirò pazientemente e mise il broncio, mentre il suo viso iniziava a pennellarsi di rosa. «Dovrei indossare un kimono e un hakama da uomo, no?» bofonchiò a voce bassa, evitando gli occhi dell’amico.

   Takumi inarcò le sopracciglia, stupito che fosse quello il problema. Sorrise intenerito. «Non credo» rispose quindi con fare rassicurante. «A noi serve solo una mano per pulire e trasportare della roba dal magazzino, quindi penso che il giorno del matrimonio tu possa evitare di farti vedere in kimono e hakama.»

   «Davvero?» pigolò per conferma la kunoichi, alzando timidamente le iridi purpuree verso di lui.

   «Se così non fosse, in ogni caso nessuno può obbligarti a farlo, ti pare?»

   Akira rimase in silenzio, valutando la possibilità di accontentarlo senza doversene poi pentire. Infine sospirò una seconda volta. «D’accordo, mi hai convinta» si arrese, regalandogli un nuovo sorriso.

 

«Onii-chan!» chiamò Shiho, battendo la mano sulla superficie impolverata di un tavolo antico. «Porta giù anche questo» gli ordinò, passando uno straccio sul legno e depennando poi l’oggetto dalla lista sul taccuino.

   Yuuichi lasciò da conto alcune scatole e si diresse verso di lei. «Ah, questo era pesante, me lo ricordo…»

   «Aspetta, ti aiuto» si offrì subito Takumi, volenteroso come sempre.

   «Sei sicuro di farcela?» si preoccupò l’altro, afferrando il tavolo da un lato.

   «Sta’ tranquillo» lo rassicurò il minore, portandosi di fronte a lui ed aiutandolo a sollevare l’antico mobile.

   «Vuoi che lo faccia io?» si propose invece Akira, timorosa che l’amico potesse affaticarsi. Ma lui scosse il capo e ringraziò.

   «Non sforzarti troppo, Takumi! E attenti ai gradini!» si raccomandò ansiosa Mai, vedendo i due giovani uscire lentamente dal magazzino.

   Subito dopo, però, lei ed Akira furono distratte dalla voce di Shiho. «Okuzaki-kun, potresti aiutarmi a spostare questo?» La kunoichi annuì ed in un attimo sollevò un grosso scatolone pieno di cianfrusaglie. «Caspita, come sei forte!» si compiacque la sua senpai, battendo le mani con fare ammirato.

   «Va bene se lo poggio qui?» domandò invece l’altra, senza far caso ai suoi elogi.

   «Va benissimo, grazie» rispose la nipote del sacerdote, tornando a prestare attenzione al proprio lavoro. Quando però scostò un piccolo altarino da tavolo in disuso, la sua mano tremò e l’oggetto cadde a terra con un tonfo sordo, mentre dalle viscere del corpo della ragazza usciva un urlo agghiacciante.

   Ripresesi dallo spavento dovuto a quella sua reazione improvvisa, Mikoto ed Akira, temendo l’attacco di un Orphan, scattarono l’una a protezione di Mai e l’altra di Shiho. «Che succede, Shiho-chan?!» si allarmò la maggiore del gruppo.

   Ma Shiho non era esattamente in grado di parlare perché terrorizzata da qualcosa che risultava al momento invisibile alle altre. Levò quindi il braccio teso e tremante verso il muro, ed indicò un punto da sopra la spalla di Akira. Questa e le altre seguirono la direzione data loro dalla compagna ed un attimo dopo anche Mai lanciò un grido di paura, nascondendosi, come Shiho, dietro la schiena di Akira, apparentemente l’unico ragazzo del gruppo, eppure troppo minuta per proteggere anche soltanto la fanciulla dai capelli rosa.

   «U-Uno scarafaggio!»

   «Che schifo!»

   «Uccidilo!»

   «Io non mi avvicino a quell’orrore!»

   «Okuzaki-kun!» risolsero all’unisono Mai e Shiho, convinte di poter contare sull’aiuto di un uomo in un momento tanto drammatico.

   Peccato solo che l’uomo in questione, al quale fu messa una scopa in mano senza che potesse aprire bocca, fosse in realtà una ragazza proprio come loro, e per quanto forte e coraggiosa potesse sembrare nei panni del “segreto ninja che difende la scuola dai mostri”, come la chiamava Takumi, al momento la povera Akira appariva pallida quanto e più delle due principesse che avrebbe dovuto proteggere e, similmente, tremava anche lei da capo a piedi. Come HiME, e come kunoichi, era da sempre stata abituata a combattere, arrivando così a risultare insensibile agli orribili mostri che Nagi si divertiva a sguinzagliare indiscriminatamente per il Gakuen, e persino alle grosse quantità di sangue. Ma davanti ad un bacherozzo dalla corazza nera e lucente…

   «Forza, toglilo di mezzo!» la supplicarono ancora.

   Akira deglutì a vuoto, sentendo le gambe sul punto di cedere, le lacrime agli occhi per lo schifo, e quando fu sul punto di schiudere le labbra per prendere tempo e spiegare che forse non era il caso di ammazzare quel povero insetto la cui unica colpa era quella di non avere un aspetto gradevole, Mikoto si frappose fra lei ed il muro, lo sguardo ambrato che scrutava con curiosità quel puntino nero inerte.

   «Mikoto?»

   L’intrepida Minagi allungò una mano e prese il bacherozzo fra pollice ed indice con sommo disgusto delle altre tre. «Scarafaggio?» mormorò a se stessa. Rimase per qualche interminabile secondo a fissarlo da vicino, ed infine si voltò verso le compagne, tendendo la bestiola nella loro direzione e mostrandone il ventre giallo e molle, le zampine e le antenne che si agitavano velocemente nel vuoto.

   «KYAAAAAH!!!» fu l’ululato stridulo che annunciò il fuggifuggi generale. E mentre la scopa volava in terra abbandonata, le tre ragazze si precipitarono a rotta di collo fuori dal magazzino verso il quale Yuuichi e Takumi, di ritorno, si stavano invece dirigendo. D’istinto, il terrorizzato trio saltò addosso ai due giovani, facendoli spaventare a loro volta.

   «Ma che diavolo…?!» annaspò Tate, rischiando di cadere all’indietro, lungo la lunga scalinata che portava fin lì. Shiho gli stritolava il torace con un abbraccio, mentre Mai, balzatagli in braccio, gli premeva involontariamente i grossi seni contro il volto, e se non gli avesse soffocato in tal modo le vie respiratorie, di sicuro Yuuichi avrebbe non poco approfittato della situazione.

   «Akira-kun?» chiamò un meno sofferente Takumi, ritrovandosi l’amica stretta al collo.

   Ma dal momento che nessuna delle tre fuggiasche era in grado di spiccicare parola, dovettero attendere che Mikoto uscisse alla luce del sole per comprendere la situazione. «Scarafaggio» annunciò lei, mettendo di nuovo in bella mostra l’insetto.

   Takumi scoppiò a ridere, Yuuichi gridò. «E fate tutto questo chiasso per così poco?!» stentò a crederci, liberandosi, suo malgrado, di uno dei seni di Mai che gli impediva di vedere, oltre che di respirare. «Okuzaki,» iniziò quindi, voltandosi verso di lei con aria di rimprovero, «che razza di uomo sei, se ti lasci impressionare da una cosa del genere?!»

   «Sta’ zitto!» gli intimò la ragazzina, furiosa perché ferita nell’orgoglio, sciogliendo di colpo l’abbraccio che la stringeva a Takumi. «E metti via quell’accidenti, tu!» urlò con voce malferma, quando Mikoto le avvicinò lo scarafaggio al viso.

   «Sarebbe meglio lasciarlo andare» intervenne il minore dei Tokiha, lasciando che Akira lo usasse per farsi poco coraggiosamente da scudo.

   «Non devo ucciderlo come hanno detto loro?» chiese Mikoto, indicando Mai e Shiho.

   «Ma no, non ce n’è bisogno, poverino» rispose Takumi, dimostrando come sempre una bontà fuori dal comune.

   La giovane Minagi allora allentò la presa sullo scarafaggio che fu libero di volare via. Tutti lo seguirono con lo sguardo, chi con la paura che planasse nuovamente su di loro, chi augurandogli una dolorosa morte per infarto.

   Quindi, calmatasi, Mai si rese conto della situazione in cui si trovava. Lanciò un gridolino scandalizzato, balzò in terra e schiaffeggiò Yuuichi per bene. «Pervertito!» lo accusò ingiustamente, coprendosi il petto con entrambe le braccia.

   Ma prima ancora che il poveretto potesse avere il tempo di protestare, una furiosa Shiho prese a dargli ripetutamente dei pugnetti contro la spalla. «Onii-chan, pervertito! Pervertito!»

   «Ma è stata lei che…!» tentò una blanda difesa Tate. «Ohi, Takumi! Diglielo anche tu!»

   «Non puoi negare di averci goduto, però!» tornò alla carica Mai, senza aspettare che suo fratello rispondesse.

   «Certo, sono un uomo!» affermò orgogliosamente Yuuichi, meritandosi altre sonore legnate dalla ragazza e da Shiho. «Se volevate farvi proteggere da qualcun altro, dovevate pensarci prima!» continuò poi, cercando invano di parare i pugni e gli schiaffi.

   Mikoto rivolse lo sguardo verso Akira e la indicò poco educatamente. «Lui è scappato insieme a loro.»

   «Non c’è bisogno di urlarlo ai quattro venti, cretina!» scattò l’accusata, facendosi sempre più piccola dietro Takumi per via dell’imbarazzo.

   Quest’ultimo sorrise divertito. «Beh, non c’è nulla di male, visto che…»

   «Takumi!» esclamò Akira, timorosa che lui potesse spifferare agli altri la verità sulla sua identità di ragazza.

   «…ognuno di noi ha almeno un punto debole» concluse invece il giovane in tutta tranquillità.

   «Giusto» convenne Mai, cercando anche lei di rincuorare l’amica del fratello. «E se il punto debole di Akira-kun sono gli scarafaggi,» ruotò gli occhi chiari verso Yuuichi e cambiò radicalmente espressione, «sappiamo anche qual è quello di questo porco!» finì, assestando un altro scappellotto al compagno di classe che nel frattempo aveva approfittato di quella sosta da legnate per lanciare uno sguardo malandrino alla sua scollatura.

   E mentre Shiho tornava a starnazzare insulti al suo Onii-chan ed Akira continuava a tenere il broncio per quella ridicola dimostrazione di eroismo che aveva dato poc’anzi, Takumi si volse a fissare Mikoto. «Però… Mikoto-san ce l’ha un punto debole?»

   Quella sorrise ed annuì con vigore. «Il seno di Mai!» annunciò, correndo felice verso l’amica ed appolipandosi vergognosamente a lei, anche per far dispetto a Yuuichi che le aveva, seppure per pochi istanti, usurpato il posto.







Dal momento che ho avuto poco tempo per battere questa shot al PC, vi invito a farmi notare eventuali sviste, per cortesia.
Hinata-chan, se ti stai chiedendo se ho tratto l'idea per questa shot dal nostro discorso sulle formiche di ieri, la risposta è no: mi era già balzata alla testa una scena del genere, ma grazie a te ho trovato l'ispirazione per poterla mettere per iscritto. ^*^
Chiarucciapuccia, ho riso come una demente per la tua recensione a Natale in famiglia. XD
Infine, ringrazio come sempre i miei lettori ed i miei recensori, sperando di cuore di non tediarvi troppo con queste mie insulse ed innocenti fantasie riguardo questa serie. ^^;
Shainareth
P.S. Approfitto di questo spazio per augurare buon compleanno a NicoDevil! ^O^





  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > My HiME - My Otome / Vai alla pagina dell'autore: Shainareth