Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: upinthemaars    11/12/2013    0 recensioni
Perché capita che le persone carine escano con le persone sbagliate?
Stiamo parlando di qualcuno in particolare?
Bene.
Accettiamo l’amore che pensiamo di meritare.
E possiamo dirgli che meritano di più?
Possiamo provare.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Justin Bieber, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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─ The Last Of Us ─
 
“Samantha!” gridò Mary dall’altra stanza cercando il mio aiuto.
“Mary, cazzo, sbrigati!” gridai incavolata dalle scale.
“Sam ho bisogno di aiuto, porca puttana.” Disse stizzita.
Salì le scale di corsa, ed entrai in camera sua vedendola muoversi come un impedita di fronte allo specchio.
“Che cazzo c’hai?” dico guardandola.
“Aiutami, non riesco a far salire la zip.” Dice ridendo, come se fosse divertente.
“Dio santo Mary, siamo in ritardo con il programma!” dico aiutandola a salire la zip che, effettivamente, faceva un po’ di resistenza data la sbagliata cucitura.
“Non ti preoccupare Sam, c’è ancora tempo.”
Mi supera e scende le scale.
La seguo, metto il giubbotto e prendo le chiavi di casa.
“Pronta?” chiedo.
“Ovvio.” Mi dice ridendo.
 
La nostra destinazione è la casa di Marco.
Oggi da una festa e Mary è tanto emozionata, anche se non vuole ammetterlo.
E’ molto orgogliosa, quindi non posso neanche chiedere conferma che verrei mangiata.
Arriviamo fuori casa e la festa era iniziata già da un pezzo.
Mary aveva un vestito..io, invece, un pantalone nero, una maglia grigia e una giacca in pelle nera.
Parcheggiai nel vialetto ed entrammo in casa dove nessuno, data la musica, quindi approfittai di tutto ciò per andare subito via dalla massa e dirigermi in cucina.
Conosco bene quel posto, mia madre e la madre di Marco sono grandi amiche e da piccola venivo qui a giocare in piscina ma, in realtà, quel ragazzo mi ha sempre dato fastidio.
“Samantha! Amica mia!” gridò Marco ridendo sicuramente già ubriaco.
“Che vuoi Marco?” dissi ridendo per la sua goffaggine.
“Un bacino!” disse avvicinandosi ridendo.
“No grazie..vai via!” dico ridendo, superandolo e passando dall’altro lato della cucina.
Lui mi guarda, fa il labbro da cucciolo ed esce a testa bassa.
Lo guardo ridendo ed apro il frigo prendendo un analcolico.
Mi giro verso la porta, prendo un grosso respiro ed esco.
Non mi piace molto stare in mezzo alla gente ma Mary dopo la separazione dei miei cerca sempre di farmi stare meno tempo da sola a casa.
È una stanza di circa cinque metri per cinque, ma dentro siamo circa una cinquantina di persone, per non contare le altre nelle altre stanze e camere varie.
Mary mi prende per polso e mi porta su per le scale.
“Dove andiamo?” chiedo.
“Sopra, in terrazza..vedrai.” dice sorridendomi.
Arriviamo in terrazza dove c’è marco ed altri suoi amici.
Marco sembra essere più sobrio.
Si riprende in fretta, ma non del tutto, si vede.
“Salve!” dice Mary ridendo.
Ci sediamo intorno a delle candele e ci prendiamo le mani.
“Che sta succedendo qui?” chiedo quasi balbettando.
“Vogliamo vedere cosa c’è nell’Aldilà!” grida Mary ridendo istericamente, era seriamente ubriaca.
Un fulmine la seguì e il cielo diventava sempre più scuro.
“Mary non dire cazzate e alzati.” Dico alzandomi prima di lei.
Lei mi segue e mi guarda schifata.
“Fanculo Sam! Non sai divertirti! Andiamo, lasciati andare cazzo!” dice incazzata.
Poi prende Marco ed entra in casa.
Non la sopporto quando si ubriaca e inizia a gridare.
Entro in casa ripensando alle sue parole.
Se divertirsi per lei è bere birra su birra, lo farò.
Scendo velocemente le scale, facendo bestemmiare qualche povero cristo che ho colpito scendendo.
Arrivo di fronte al barista e lo guardo sicura pronunciando quelle parole che a Mary piacciono tanto: “Dammi una birra.”
Il barista esegue il mio ordine e mi apre la prima birra che si trova sotto mano.
Inizio a bere e forse si, ha ragione, bere non è poi così male.
La birra non mi piace molto perché è forte, ma già alla seconda non senti nulla, è tutto più sfocato, soprattutto se la unisci alla vodka.
Iniziai a ballare come se non ci fosse un domani e chi più si univa a me.
Sentivo corpi sudati attaccati al mio, finché una mano non mi fece scendere dal tavolino.
“Che ne dici di calmarti?” mi chiede un ragazzo biondo, serio.
“E tu chi sei?” chiedo cercando di vedere il suo volto.
“Il cugino di Marco. Sai dirmi dov’è?”
“Perché dovrei saperlo?” dico ridendo.
“Samantha! Andiamo, per favore.” Dice Mary seria.
“Mary che hai?” chiedo seria.
“Marco. Ma ora andiamo, per favore.”
“Dov’è?” chiede il ragazzo che mi aveva fatto precedentemente scendere.
“Sopra.” Dice lei piangendo.
“Sei suo cugino? Allora fa qualcosa per farlo ragionare, tipo..picchialo.” dico seriamente.
Lui mi guarda, mi fa un mezzo sorriso e poi annuisce serio.
“Lo farò, deve smetterla.”
“Mary tu va in macchina, io ora arrivo.” Dico abbracciandola rassicurante.
Lei annuisce e va.
Il ragazzo mi guarda e capisce che voglio che marco impari, quindi sale le scale e va.
Io mi avvicino al lettore e spengo la musica.
Parte una ola di “bu” e grido di andare via.
Pian piano escono tutti di casa, raccolgo da terra quel che posso e mi dirigo verso la porta prima di sentire dalle scale un grido.
“E ora va a dormire, coglione!”
Era il ragazzo di prima e proprio ora stava scendendo le scale.
Esco di casa, prendo un gran respiro e chiudo la porta, dirigendomi verso la macchina.
Mary mi guardava dispiaciuta.
Entro in macchina e metto in moto.
“Non c’è bisogno che tu dica niente, ho già capito, ne parleremo domani..ora sfogati se vuoi, ma non ti aspettare nulla da me per ora.” Dico seria.
Si innamora delle persone sbagliate, ogni volta.
Ed ogni volta sono io che devo starle accanto.
E’ la mia migliore amica e mi dispiace vederla così.

 
 
Ehilà.
Okay fa un po’ schifo ma è solo l’inizio.
Marco è stronzo si, ma non lo sarà sempre.
Samantha è responsabile si, ma non lo sarà sempre.
Mary altrettanto e il povero sconosciuto, beh..Non so che dire.
Non è ancora molto movimentata, ma inizierà ad essere molto più pericolosa dopo, ve lo prometto.
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With Love,
upinthemaars
  
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