Piccolo
Angelo.
Bulma
entrò nella
stanza, il figlio dormiva beato nella culla e sembrava un piccolo
angelo.
Lei
lo guardò con
dolcezza chiedendosi se
Provò
una stretta
al cuore.
Il
suo sguardo
scese e si posò sul visino roseo, illuminato dalla debole
luce dell’alba.
Fece
un respiro
profondo cercando di ignorare il turbamento che la rendeva ansiosa e
restò con
lo sguardo allacciato al bambino per lunghi istanti.
Gli
strinse la mano
e sorrise alla tenerezza della situazione.
Trunks…
Si
affidava a lui.
Senza
dubbio
sarebbe diventato forte e coraggioso come il suo alter ego giunto dal
futuro,
rivedeva quel ragazzo così bello e generoso che aveva
cambiato il corso del
loro destino. Si compiaceva a questo pensiero.
Appoggiò
la mano
sulla guancia calda del bimbo e qualche lacrima scese, se solo suo
padre fosse
tornato, si sentiva così svuotata senza di lui.
“Vegeta…”
Ebbe
una vertigine:
qualcuno percorreva il corridoio a passo lento, ascoltò il
rumore di quei passi
sempre più vicini tremando leggermente, pervasa da una
commozione
indicibile.
Una
figura
possente, quasi eterea, la guardava con fierezza, immobile sulla
soglia.
Bulma
inclinò il
capo per nascondergli il
suo turbamento,
essendo anch’essa orgogliosa e ascoltò il suo
respiro regolare mentre il cuore
gioiva.
Il
contegno di lui
non lasciò trasparire alcuna emozione, chissà
quali pensieri si nascondevano
nella sua mente.
Sperava
si
avvicinasse a lei e al bambino e quando questo si realizzò,
pochi istanti dopo,
il suo bel viso espresse un piacevole stupore poiché in
quegli occhi nerissimi
e profondi poteva scorgere una lieve emozione.
Lui
fece un piccolo
movimento verso il figlio: era impacciato e ansioso forse per le troppe
parole
inespresse e lo sfiorò solo per un istante.
Sconvolto
nel
provare un certo turbamento a quel contatto si fece
ancor più serio.
Lei
non smetteva di
guardarlo e con un timido sorriso dischiuse le sue labbra, i begli
occhi
azzurri e scintillanti erano dimentichi delle lacrime.
“Resterai
con noi?”
Ci voleva cautela
nel rivolgergli una
simile domanda, la donna trattenne l’aria trionfante quando
lo vide annuire,
severo e composto.
“Avrai
bisogno di rifocillarti, nel frattempo
ti preparo dei vestiti puliti.” era sempre stata molto
premurosa; Vegeta
distolse lo sguardo, i vestiti sporchi e logori che indossava facevano
parte
del passato, di una vita che sentiva non appartenergli più,
non dopo aver
conosciuto lei.
Si
mosse con
lentezza:allungò una mano, le dita erano irrigidite,
giacché sapeva quanto
Bulma fosse capace di fargli provare cose impossibili e anche se aveva
paura di
ammetterlo, l’amava.
Qualsiasi
parola
era inutile, ora.
La
sentì fremere e
la prese fra le braccia attirandola a sé, più di
tutto desiderava
baciarla.
La
scienziata gli
gettò le braccia attorno al collo e non ci furono titubanze;
fu un attimo
splendido, mentre accoglieva le sue labbra così calde.
Non
era un sogno e la
certezza giungeva dai troppi brividi che le scuotevano la pelle,
nessuno le
aveva mai fatto provare una tale bramosia, era pervasa da sensazioni
magnifiche.
Le
sue mani erano
così forti, le piaceva essere stretta, accarezzata, il cuore
le batteva troppo
svelto.
All’improvviso
uno
strillo lunghissimo destò il loro incanto.
Un
vagito potente,
degno di un piccolo saiyan, vibrò nell’aria ma
subito si acquietò al calore del
petto della mamma.
Bulma
si prodigò
per prestare attenzioni al bambino, lo ninnò e gli
parlò dolcemente, lui
non tardò a risponderle con larghi sorrisi.
“Trunks
c’è il tuo
papà, è tornato da noi.” Per il momento
Vegeta le dava le spalle, ma non esitò
a voltarsi.
Padre
e figlio si
guardarono in silenzio, mentre Bulma si sforzava di memorizzare quel
momento
irripetibile.
Vegeta
non disse
nulla, benché avesse di fronte a sé la miniatura
di quel giovane che aveva
tanto amato, risuonavano nel suo cuore le parole del loro addio e
adesso
avrebbe potuto riaverlo accanto, scrivere con lui nuove pagine di vita.
La
donna si limitò
a contemplarli, senza pretendere nulla, pensando che sarebbe venuto il
momento
della loro complicità, doveva solo aspettare, senza fretta.
Il
bambino senza
alcun motivo scoppiò in una risata di gioia e, battendo le
manine paffute, si
sporse con tutto il corpo verso quella sagoma scura, verso il suo
papà.
Un
sorriso si
insinuò nei tratti duri del principe, inatteso e magnifico;
il loro angelo aveva
ottenuto la sua prima grande conquista ed era un vero peccato che fosse
troppo
piccolo per comprenderne l’importanza.
Quella
serenità
fece riaffiorare in lei l’eco di un sogno perduto, era
abitata da un unico
desiderio: averlo accanto e poterlo amare…per sempre.
Si
sentì colmare da
una sensazione profonda, diversa da qualunque altra avesse mai provato:
presto
sarebbero stati una vera famiglia.
Fine.
Ciao a tutti e buona domenica ^^ piccola ispirazione improvvisa, ho dovuto cederle e mettermi a scrivere.
Dedicata alla mia adorata mamma.
Adesso torno a
scrivere “La scelta del cuore”
Mi farebbe
davvero piacere un vostro commento, vi ringrazio di cuore.
Un bacione ad
Alan che l’ha letta in anteprima.
Ciao a presto.
LORIGETA ^^