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Autore: Ambros    12/12/2013    4 recensioni
CrissColfer natalizia :)
Dal testo:
-“Dare? Va tutto bene?” chiese, la preoccupazione ben evidente nella voce ancora impastata dal sonno.
“L’ho trovata, Chris!” Il ragazzo dovette allontanare un po’ il telefono, perché Darren era veramente troppo entusiasta, e lui si era appena svegliato.
L’irritazione e lo sgomento presero il posto della preoccupazione.
Erano le due di notte. E Darren sembrava essere in ottima salute. Fisica, per lo meno.
“Dare, ma di cosa stai parlando?” Chiese stancamente, passandosi una mano sul viso.
“La ricetta per la felicità. L’ho trovata!”
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci ho provato davvero a non scrivere una OS natalizia su Chris e Darren. Perché ho ben altro da fare, sto portando avanti una long Klaine ... Però non c'è stato niente da fare. Questi due sono una droga.
Quindi spero vi piaccia :)





 

                                                                         La ricetta per la felicità

Il trillo della suoneria sembrò squarciare il silenzio della notte quasi con violenza.
Chris si sedette di scatto sul letto, allungando immediatamente la mano verso il comodino; procedette a tentoni, finché le sue dita non incontrarono la sagoma familiare del cellulare.
Ancora inebetito dal sonno, socchiuse gli occhi per la luce dello schermo.

Chiamata in arrivo
Darren Criss


“Ma che diavolo …?” mormorò, passandosi una mano tra i capelli; lanciò un’occhiata veloce alla sveglia: erano passate da poco le due di notte.
Il panico iniziò a farsi strada nella sua mente: perché mai Darren avrebbe dovuto chiamarlo alle due di notte?
Fece scorrere un dito sullo schermo, avvicinando immediatamente il cellulare all’orecchio.
“Dare? Va tutto bene?” chiese, la preoccupazione ben evidente nella voce ancora impastata dal sonno.
L’ho trovata, Chris!” Il ragazzo dovette allontanare un po’ il telefono, perché Darren era veramente troppo entusiasta, e lui si era appena svegliato.
L’irritazione e lo sgomento presero il posto della preoccupazione.
Erano le due di notte. E Darren sembrava essere in ottima salute. Fisica, per lo meno.
“Dare, ma di cosa stai parlando?” Chiese stancamente, passandosi una mano sul viso.
La ricetta per la felicità. L’ho trovata!
“Ti ho detto di non chiamarmi dopo aver bevuto.” Ribatté Chris, senza scomporsi troppo, quasi sul punto di riaddormentarsi.
Darren ridacchiò “Non ho bevuto, genio! Non ti ricordi? E dai, ne avevamo parlato. La ricetta per la felicità! Quel giorno, sul set? A New York?
Chris si sforzò di ricordare, sbadigliando, perché sapeva che Darren non l’avrebbe lasciato in pace altrimenti; ripensò intensamente – per quanto glielo permettesse l’ora – alle poche puntate che avevano girato insieme a New York, frugando tra i propri ricordi per trovare quel fatidico momento in cui avevano parlato di una “ricetta per la felicità”.
Se non fosse stato così stanco, si sarebbe complimentato con se stesso quando finalmente riuscì a capire di cosa stesse parlando l’altro.

Era stato durante le riprese della quarta stagione; della quarta puntata della quarta stagione, ad essere precisi.
Stavano girando la scena del karaoke, quella in cui Blaine cantava “Teenage Dream” a Kurt.
Chris non sapeva esattamente cosa gli fosse successo, in quel momento.
Forse era stata la stanchezza, forse il non tornare a casa da tanto tempo. Forse stava vivendo troppo il proprio personaggio. O forse erano stati gli occhi e la voce di Darren, spezzati al punto giusto, così perfetti da fare quasi male. Forse era stato un insieme di tutte quelle cose.
Fatto sta che Chris non ce l’aveva fatta.
Si era dovuto allontanare dal set facendo dei respiri profondi, con una mano premuta sul petto e una davanti alla bocca, maledicendosi un milione di volte, perché non aveva davvero nessun motivo per piangere.
Aveva provato a camminare su e giù per la strada deserta, mentre il freddo trasformava i suoi respiri spezzati in delicate nuvolette translucide che scomparivano dopo qualche secondo; si era rilassato solo dopo qualche minuto, e si era tamponato gli occhi con le dita, attento a non distruggere la maschera di fondotinta che aveva sul viso.
Si era poggiato le mani sui fianchi, prendendo qualche altro respiro profondo. Si era concentrato sul movimento ritmico delle spalle, sul petto che si espandeva accogliendo con gratitudine l’ossigeno, sul battito del proprio cuore che rallentava lentamente.
“Ehi. Tutto bene?”
Aveva scosso la testa, avvolgendosi il busto con le braccia, senza nemmeno voltarsi; in un certo senso, sapeva già che Darren l’avrebbe seguito. Si preoccupava sempre troppo.
“Chris? Sul serio, cosa c’è che non va?”
Aveva inclinato lievemente il capo di lato, incontrando gli occhi dorati dell’altro ragazzo, che l’aveva raggiunto sul marciapiede, stringendosi nelle spalle per il freddo. “Niente” aveva mormorato alla fine con noncuranza “Non so cosa mi sia preso.”
Darren gli aveva poggiato una mano sulla schiena con delicatezza “Sei sicuro? Lo sai che se vuoi parlare …” Aveva lasciato la frase in sospeso, guardandolo con fare protettivo.
Chris aveva scosso di nuovo il capo “In questo periodo sono solo molto emotivo. Tutto qui. Davvero, sto bene. Ho solo bisogno di un momento per ricompormi.”
Darren aveva annuito lentamente, prima di guardarlo a lungo negli occhi; senza dire una parola, si era sporto e aveva catturato una lacrima sfuggita al ferreo controllo dell’altro. I loro sguardi erano rimasti incatenati per un lunghissimo istante “Non farlo più, okay? Vederti piangere è orribile.”
Chris aveva ridacchiato, con un mezzo singhiozzo liberatorio “Non sono sicuro che sia un complimento.”
Darren aveva sbuffato, alzando gli occhi al cielo con un mezzo sorriso “Con te non si può essere dolci nemmeno per un secondo. Intendevo dire” aveva aggiunto, tornando improvvisamente serio “Che quando piangi tu … Viene da piangere anche a me. Quindi non farlo più.” Aveva concluso con un’espressione a metà tra il soddisfatto e il finto severo.
Chris l’aveva guardato con un’attenzione nuova per qualche secondo, ma poi aveva scosso la testa con un leggero sorriso “Non posso certo decidere quando piangere, Dare. Devo dare sfogo alle mie emozioni, ti pare?”
Darren aveva tirato fuori l’espressione che gli incideva adorabilmente i tratti del viso tutte le volte che si metteva in testa qualcosa “Allora diventerà la mia nuova missione. Trovare la cura al pianto di Christopher Paul Colfer!” aveva annunciato con solennità.
Chris aveva alzato gli occhi al cielo con un piccolo sbuffo “Credo che sia quello che cercano tutti, Dare. Hai presente? La ricetta per la felicità? La cercano da secoli.”
“Bene, sarò io a trovarla.”
Chris aveva inarcato scetticamente un sopracciglio, e Darren si era finto offeso “Ehi! Per caso non credi in me?”
L’altro aveva sollevato le mani in segno di resa, intrappolando tra i denti il labbro inferiore per non ridere “Non oserei mai. Anzi, credo così tanto in te che esigo di essere la prima persona che chiamerai non appena avrai trovato la ricetta per la felicità. Che ne dici?”
Darren aveva annuito con soddisfazione, prendendo Chris sotto braccio per riportarlo sul set “Guarda che potrei prenderla alla lettera.”
“Oh, io voglio assolutamente che tu lo faccia.”
“Bene; allora sarai il primo a cui la dirò, non appena l’avrò scoperta!”


“Darren” bofonchiò “pensavo stessimo scherzando.”
Ovviamente io non stavo scherzando” ribatté l’altro con ovvietà “E infatti sto mantenendo la mia promessa. Ho trovato la cura al pianto di Christopher Paul Colfer, quindi gliela voglio comunicare.
“Questa ricetta implica svegliarlo, il povero Christopher Paul Colfer?”
Non necessariamente” Chris avrebbe potuto giurare che Darren si stesse stringendo nelle spalle con espressione innocente “Ma ne vale la pena. Davvero.
Chris sospirò, scompigliandosi i capelli per l’ennesima volta “D’accordo, spara. Cosa mi serve? Un chilo di gelato al cioccolato? Un centinaio di gatti?”
Aprimi e te lo faccio vedere.
“Aprimi …? Darren, ma sei sotto casa mia?!”
Indovinato” rispose il ragazzo con una risatina soffocata.
Chris si scostò immediatamente le coperte dal letto, e rabbrividì quando l’aria fredda di Dicembre lo colpì prepotentemente da sopra il pigiama “Sei pazzo, te ne rendi conto?!” sibilò nel telefono, andando a passo svelto verso la porta; la spalancò per trovarsi di fronte il sorriso mozzafiato di Darren, che aveva le guance arrossate per il freddo e il viso sepolto in una sciarpa di lana blu.
“No, non direi ‘pazzo’.” Mormorò “Ho solo una missione di estrema importanza.”
Oltrepassò il padrone di casa senza fare una piega, e si guardò attorno con soddisfazione.
“Bene” si strofinò le mani cercando di riattivare la circolazione nelle dita “Adesso tu ti siedi sul divano del salotto e lasci fare a me. Okay?”
“Non ho scelta, vero?” Domandò stancamente Chris, avvolgendosi le braccia attorno al busto.
“No, non direi” rispose l’altro con una certa soddisfazione, dirigendosi verso la cucina.
Chris sbuffò sonoramente, prima di lasciarsi cadere pesantemente sul divano afferrando con malagrazia un plaid che vi aveva lasciato qualche ora prima; si coprì rannicchiandosi sotto la coperta, tendendo le orecchie per cogliere dei rumori di stoviglie spostate che venivano dalla cucina.
“Darren? La ricetta per la felicità non include il distruggermi l’appartamento, vero?”
In risposta ottenne solo un sonoro sbuffo esasperato.
Chris si arrese, e si lasciò cullare dal calore del plaid; scivolò in un piacevole stato di semi-incoscienza in qualche secondo, pensando che comunque aveva l’assicurazione che copriva anche gli incidenti casalinghi.

Dopo quelli che gli parvero solo secondi, una presa leggera sulla sua spalla lo costrinse ad aprire gli occhi.
“Andiamo, sveglia, Bell’Addormentato. La felicità aspetta.”
Chris sollevò pigramente le palpebre, bofonchiando qualcosa di incomprensibile “Oh, allora sei qui davvero.”
Darren ridacchiò lievemente “Sì. Sono qui per salvarti, ricordi?”
Chris, per tutta risposta, si stiracchiò indolentemente con un piccolo mugugno; l’altro lo osservò per un attimo con sguardo perso, prima di risollevarsi e metterglisi davanti con espressione decisa.
“Dunque. Sei pronto?”
Colfer annuì trattenendo a stento uno sbadiglio.
Darren fece qualche passo indietro per raggiungere l’albero di Natale che si trovava nel salotto; armeggiò un po’ con la presa della corrente, ma alla fine riuscì ad accendere le luci a intermittenza che lo decoravano: premette un po’ a casaccio il bottone sul telecomando per cambiarne la frequenza, ed emise un piccolo verso soddisfatto quando le lucine presero a lampeggiare placidamente, con dolcezza. Poi corse fino alla cucina, e ritornò con due tazze fumanti; ne porse una a Chris, che la afferrò senza dire niente, gli occhi spalancati e attenti.
L’ultima cosa che fece Darren prima di sedersi sul divano accanto a lui, fu spegnere le luci, cosicché fosse solo l’albero di Natale ad illuminare la stanza, con un bagliore lievissimo e sfavillante.
Chris fu invaso improvvisamente da una pace che lo lasciò senza parole; riuscì solo a rivolgere uno sguardo incredulo al ragazzo di fianco a lui, avvertendo vagamente il calore piacevole che proveniva dalla tazza ancora stretta tra le sue mani.
Darren ci mise un po’ ad accorgersi del suo sguardo, perché era troppo impegnato ad osservare le luci dell’albero con un sospiro soddisfatto, sorseggiando distrattamente il tè dalla propria tazza; “Che c’è?” chiese sottovoce, incrociando gli occhi dell’altro.
Ma Chris non rispose, limitandosi a scuotere la testa; osservò la scena attorno a lui con aria sognante, avvicinando le labbra alla tazza: Earl Grey. Il suo tè preferito.
Sorrise quasi inconsciamente.
Le luci proiettavano piccoli bagliori colorati nell’oscurità.
Il buio e il silenzio lo facevano sentire al sicuro, protetto.
Il tè aveva un sapore delizioso, ed era piacevolmente caldo.
Era raggomitolato sul divano con ancora addosso quella meravigliosa sensazione di torpore tipica di chi si è svegliato da poco.
Forse Darren aveva davvero trovato la ricetta per la felicità. Anche se mancava qualcosa. Non sapeva esattamente cosa, ma gli sembrava che qualcosa non fosse ancora al proprio posto.
Rimasero fianco a fianco sul divano finché non finirono il tè; il riccio portò le loro tazze in cucina senza dire una parola, prima di sedersi di nuovo accanto a lui.
Chris respirò profondamente con un piccolo mugolio soddisfatto, stringendosi ancora di più nel plaid, e si ritrovò ad osservare l’effetto quasi magico delle luci di Natale che si riflettevano negli occhi dorati di Darren.
“Grazie” sussurrò con un piccolo sorriso.
Criss gli regalò uno sguardo dolce “Non devi ringraziarmi. Una promessa è una promessa.”
“Lo so, ma … Sei venuto fin qui, nel bel mezzo della notte, e fuori si gela … E non dovevi, davvero. Io … Grazie, Dare. Davvero. Non dovevi.”
Darren scrollò le spalle, continuando a guardare l’albero di Natale “L’ho fatto anche per me, in realtà.”
Chris gli rivolse uno sguardo interrogativo, accomodandosi meglio sul divano.
L’altro sospirò in maniera quasi impercettibile, prima di rispondere tormentandosi le mani “Ero a casa mia, in salotto; ero sul divano, e stavo guardando l’albero con il tè e … Non lo so, mi ha colpito questa … consapevolezza. Che sì, era una sensazione bellissima. Ma non era la ricetta per la felicità. Non ancora.” Le ultime parole le mormorò guardandolo dritto negli occhi “Sai qual è stata la prima cosa che mi è venuta in mente quando me ne sono reso conto? Che mancava un solo ingrediente.” Esitò un attimo, scrutando con attenzione e timore gli occhi azzurri pieni di aspettativa “Te.”
Si sporse in avanti esitando, senza lasciare il tempo a Chris per assimilare quelle parole e il loro significato.
Le loro labbra si incontrarono per un attimo brevissimo, prima che Darren sussurrasse “Ho capito che sei un ingrediente fondamentale nella mia ricetta per la felicità.”
E solo allora Chris sentì che tutto era esattamente come avrebbe dovuto essere.
Le luci proiettavano piccoli bagliori colorati nell’oscurità.
Il buio e il silenzio lo facevano sentire al sicuro, protetto.
Si sentiva ancora riscaldato dal calore del tè.
Era raggomitolato sul divano con ancora addosso quella meravigliosa sensazione di torpore tipica di chi si è svegliato da poco.
E le labbra di Darren erano sulle sue, delicate e attente.
Sì.
Darren aveva davvero trovato la ricetta per la sua felicità.
Per la loro felicità.


                                                       The end.



**********

*si fa largo a fatica tra gli arcobaleni e i cuoricini*
Salve ( a voi anime pie che siete arrivate fin quaggiù)!
Due parole veloci (promesso).
Spero sinceramente che vi sia piaciuta, perché questa è seriamente la mia ricetta per la felicità - purtroppo senza Chris e Darren. O Chris. O Darren. *forever alone*.- e ieri sera mi è venuta in mente questa scena e ho dovuto scriverla.
Quindi fatemi sapere!
Bacioni a tutti e buona atmosfera natalizia!
P.S. L'Earl Grey è il mio tè preferito. Sorry Chris. 

 

  
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