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Autore: sheswanderlust    11/05/2008    8 recensioni
Ma ... cos'erano quelle ombre sul vialetto principale? Mi avvicinai con il cuore in gola. Innumerevoli figure sfilavano davanti a me. Marciavano come fossero in parata. Erano nere, cupe, lievemente trasparenti. Non sembravano vedermi, tenevano lo sguardo fisso in avanti, gli occhi spalancati e innaturalmente grandi.
Genere: Dark, Sovrannaturale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nessuno può sfuggire alla parata nera

Questo breve racconto l'ho scritto inizialmente come tema scolastico, ma visto che mi piace abbastanza, ho deciso di pubblicarlo qui su EFP. I personaggi sono Gerard e, nel finale, Frank, ma potrebbero essere un Gerard e un Frank qualunque, non per forza quelli che tutti noi conosciamo, in quanto la loro figura non viene molto esaltata e i MCR nemmeno nominati. La mia professoressa l'ha definito inquietante, voi che ne pensate?

Mi raccomando, commentate!

Buona lettura


NESSUNO PUO' SFUGGIRE ALLA PARATA NERA


Il cielo era nero e senza stelle.

Attorno a me c'erano lapidi marmoree che si ergevano solenni e forti come il ricordo di chi è ormai scomparso. Io stesso ero accasciato su una di esse. Mi scostai per osservarla. Una scritta dorata, una cornice e una fotografia di un uomo che non conoscevo.

All'improvviso una terribile sensazione si impadronì di me. Avevo paura, tanta paura. Mi alzai e cominciai a correre verso il cancello. Volevo uscire da quel luogo malefico. Attraversai il cimitero, perchè questo era il luogo in cui mi trovavo, senza fermarmi, senza guardarmi intorno, conscio solo della paura che mi attanagliava lo stomaco.

Lo vedevo adesso, vedevo il cancello che mi avrebbe portato fuori da questo incubo così spaventosamente reale.

Ma ... cos'erano quelle ombre sul vialetto principale? Mi avvicinai con il cuore in gola. Innumerevoli figure sfilavano davanti a me. Marciavano come fossero in parata. Erano nere, cupe, lievemente trasparenti. Non sembravano vedermi, tenevano lo sguardo fisso in avanti, gli occhi spalancati e innaturalmente grandi.

<< E' la parata nera >> sentenziò una voce.

Mi voltai spaventato. Un uomo era accanto a me e osservava le figure marcianti. Lo guardai meglio: era lo stesso uomo raffigurato nella fotografia della lapide su cui mi ero svegliato.

<< Cosa ... cos'è? >> chiesi quando ritrovai la voce.

<< La parata nera. Una notte all'anno, una sola, sfila nel cimitero. Si dice che in questo modo recluti le anime degne di farne parte. I viventi che la vedono saranno dannati per sempre >>

<< Cosa intendi con ... dannati? Come sai queste cose? Chi sei? >>

<< Sono un'anima indegna di partecipare alla parata. Si dice che i viventi che la osservino impazziscano ... non riescano più a vivere >>

Il sangue mi si gelò nelle vene. Io non sarei più riuscito a vivere? Sarei impazzito?

I miei pensieri furono interrotti da un brusio proveniente da dietro di me. Mi voltai e rimasi impietrito. Ombre trasparenti camminavano lentamente verso di noi. Ci oltrepassarono e si unirono alla parata.

La mia mente venne annebbiata dalla paura. Non capivo più niente, sentivo solo le voci lamentose delle anime che mormoravano parole incomprensibili e mi riempivano le orecchie. L'uomo,anzi, l'anima accanto a me era sparita.

<< NOOOOOO! >> urlai, senza sentire la mia voce.

Le anime continuavano a parlare, sempre più forte, senza degnarmi di uno sguardo. Io però sentivo loro e impazzivo. Cominciai a correre verso l'uscita , attraversando la parata e sentendo un gelo atroce al contatto con le anime. Aprii con forza sovrumama il cancello di ferro battuto e me lo richiusi alle spalle, continuando a sentire il brusio che per me era assordante. Corsi, corsi per chilometri e chilometri senza voltarmi. Quando mi guardai alle spalle, me ne pentii amaramente.

La parata nera era dietro di me.

Camminava, ma era vicina, troppo vicina.

<< No ... vi prego lasciatemi in pace ... lasciatemi ... >> urlai.

Finalmente riconobbi le parole mormorate dalla parata.

<< Nessuno può sfuggire alla parata nera >> sussurravano, come una sola voce.

<< NOOOOO! >> urlai ancora.

<< Gerard! >>. Un urlo. Mi voltai. Il mio amico Frank era uscito di casa e mi correva incontro.

<< Gerard! Ma che succede? >>mi chiese.

Ma come? Non la vedeva? Indicai con un dito tremante la parata.

<< Gerard ... non c'è niente lì ... stai calmo ... >> mi sussurrò come se pensasse fossi pazzo.

Ma io non ero pazzo! Non ero pazzo!

A fatica il mio amico mi trascinò in casa, mentre io continuavo a gridare e guardare la parata, inorridito.


Ancora oggi, ogni notte sogno la parata e sento una sola frase.


<< Nessuno può sfuggire alla parata nera >>

  
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