AVVERTIMENTI: Questa è la traduzione di un racconto di un mio amico venezuelano. 
È davvero un ragazzo straordinario e quando ho scoperto che pubblicava questa storia su un blog e che non c'erano molte persone che lo seguivano, ho preso la decisione di condividerlo con tutti voi.
Il prologo è un pò corto, ma, già dal prossimo capitolo, inizierà lo svolgimento della trama.
Dategli una possibilità.


PROLOGO
Quando credi che tutto andrà bene e che le cose termineranno nel migliore dei modi, quando pensi che non potrebbe passare niente di terribile sotto la tua supervisione, quando prometti a le persone che ami che tutto andrà bene per non spaventarle…
Come fai a mantenere il controllo quando passano cose come questa?
Alcune volte mi è capitato di ascoltare storie di gente che ha subito  cose terribili e alle quali nessuno poteva credere.
Come avrei potuto immaginare di ritrovarmi nella stessa situazione di queste persone?
Anche se, a dirla tutta, non era esatto. Quello che stavo vivendo era mille volte peggiore dei loro racconti.
Mai, in tutta la mia vita, avevo sentito di un controllo psicologico e físico così potente da farti uccidere tutte le persone a te più vicine e più care.
Per farti poi suicidare senza rimorsi.
Chi avrebbe potuto immaginarlo.
Le voci che giravano riguardo a quel posto erano fondate.
Un luogo indescrivibile, nel quale tutti avevano smesso di credere.
Sudicio, inquietante, enigmatico.
Dopotutto lei aveva ragione.
Ma in quel momento non potevo credere che la persona che avevo di fronte, la persona che amavo piú di ogni altra cosa, stava davvero cercando di uccidermi.
Paradossalmente ricordo ogni più piccolo dettaglio.
Come se la mia mente volesse ricordare per sempre quella scena, quando l`unica cosa che volevo era dimenticare.
  L’odore del sangue impregnava ogni angolo.
Le pareti, il pavimento, le mie mani…
Sei mesi.
Sono bastati solo sei mesi per rendere quella persona così essenziale nella mia vita.
Inconsapevolmente iniziai ad amarla ed ora il mio destino è nelle sue mani.
Dopotutto quello che ci era successo…
Ma, in fondo, me lo aspettavo.
Non sembrava la ragazza che avevo conosciuto, sicuramente era sotto il controllo della stessa persona che ci aveva trascinato fino a qui.
Li aveva uccisi tutti, che crudele casualità essere gli unici due sopravvissuti.
O almeno per me lo era.
Per quanto possa sembrare banale, vidi la vita passarmi davanti agli occhi e in quel momento ricordai la ragione per la quale dovevo continuare a combattere.
Non c’era giustizia nel morire per mano di uno sconosciuto,  nel permettere che i nostri destini cambiassero così radicalmente.
Non volevo lasciare che terminasse in questo modo, anche se significava dimenticare tutto quello che amavo e distruggere quello che avevo creato.
Quale sarebbe il motivo della mia esistenza se abbandonassi tutto senza lottare?