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Autore: darkrin    11/05/2008    1 recensioni
[ Dedicata a Chiara ]
Ma nessuno poteva volare.
Non in quel mondo almeno.
La Bambina sapeva che in altri mondi qualcuno in grado di volare c’era sicuramente. Lei una notte l’aveva anche visto.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Chiara (L).
Perché è una persona semplicemente adorabile.
Perché c'è sempre stata.
Perché alle volte non so come farei senza di lei.
Perché è la mia Maestra.
Perché ieri avrei voluto essere con te a prendere un gelato in quel bar
e a cantarti: "Tanti Auguri a Te!".
Semplicemente perché:
Ti voglio bene
Anima Mia.
    
E’ strana.
Non è normale. Dicevano.
La accusavano di essere diversa.
Ma lei non dava loro retta, persa com’era, in altri mondi.
  
Illusion of Normality
  
<< Dov’è ora quella? >> domandavano tutti.
Voci che si sovrapponevano creando una cacofonia di suoni inutile ed insopportabile. La piazza del piccolo paesino era gremita di gente che cercava ed accusava.
Chi, probabilmente non lo sapeva nessuno.
L’importante era semplicemente cercare, adeguarsi al resto della popolazione.
Se qualcuno avesse visto la scena dall’alto probabilmente avrebbe scambiato quegli orgogliosi e rudi uomini di campagna per uno sciame di formiche impazzite.
Ma nessuno poteva volare.
Non in quel mondo almeno.
La Bambina sapeva che in altri mondi qualcuno in grado di volare c’era sicuramente. Lei una notte l’aveva anche visto.
Aveva cercato di catturarlo, ma le era sfuggito dalle mani.
Il fallimento però non aveva importanza. Un giorno le avrebbe insegnato a volare e lei sarebbe scivolata via, sulle ali del vento.
  
La bambina era sdraiata sul prato, la testa posata sulla sua mantella rossa, lo sguardo vacuo che guardava oltre.
Il gatto dei vicini, acciambellato a scaldarle il cuore.
Sull’erba, posati, accanto a lei un vecchio blocco consunto ed una matita spuntata.
Un rumore di passi destò il gatto dal suo fragile sonno.
Ma non disturbò lei.
Un sassolino colpì la testa del gatto che si alzò e si allontanò sdegnato ed infastidito.
<< Ehi, Stramba, cosa fai? >>
<< Al villaggio ti cercano tutti. >>
<< Questa è la volta buona che te la fanno pagare. >>
<< Già. Sei nei guai, Stramba. >>
La Bambina, come di consueto, alzò appena lo sguardo vuoto sui ragazzi del villaggio e tornò al suo mondo.
Si portò distrattamente una mano dove prima c’era stato il gatto e dove forse avrebbe dovuto sentire battere qualcosa.
Ma nelle orecchie aveva solo il fischio di treni in partenza, l’abbaiare di mille cani, il suono dell’infrangersi delle onde di un oceano lontano e delle pioggia che batteva tormentando una piccola città di periferia.
Voltandosi sulla pancia la Bambina raggiunse il blocco e la matita senza doversi alzare e, con l’erba fresca che le solleticava la pancia, appuntò qualcosa su un foglio pieno di scarabocchi e annotazioni varie.
    
Quand’era nata l’avevano chiamata Fiamma.
Fiamma per via dei capelli color del fuoco che spuntavano sulla testolina rosea.
Dopo tanti anni – trascorsi in altri mondi – i capelli erano rimasti dello stesso colore, erano solo diventati più stopposi e incorniciavano un volto dal colorito pallido.
Perfino in quel momento l’unica nota di colore erano i capelli che si mischiavano alle fiamme che la circondavano.
Violente.
E fameliche.
Il suo volto era privo di qualunque espressione, anche se le fiamme le lambivano il corpo.
Gli occhi, guardavano le stelle senza vederle veramente, persi in un altro azzurro.
Intorno alle fiamme la folla urlante aizzava sé stessa contro la Bambina.
Strega, dicevano. Strega, gridavano. Strega, urlavano.
Non c’erano lacrime per lei che era colpevole – solo – di vedere altri mondi e di amarli.
Più di quello in cui era nata.
Un sussulto lo scosse e un fremito attraversò anche la folla, in attesa di un urlo di dolore che avrebbe squassato persino la terra.
D’altronde lei era strana.
Era la figlia di un Demonio.
No?
Ma non accadde nulla di tutto ciò.
    
Fiamma aprì appena la bocca, come per parlare. Ma non lo fece.
Non lo faceva mai.
Forse non ne era in grado.
Poteva solo vedere, lei.
E vedeva in quel momento.
Vedeva più nitidamente di quanto avesse mai fatto.
Vedeva quel ragazzo volare, davanti a lei e sbeffeggiarla dall’alto con le sue belle ali piumate.
Pareva un Angelo.
Istintivamente gli tese la mano.
    
La folla vide soltanto le fiamme avvolgerla, divorandola.
Premessa dell’Inferno a cui l’avevano destinata.
E gridavano, e ridevano, loro, all'Inferno.
   
Fiamma, Fiamma.
Brucia per noi Fiamma.
Brucia e Splendi.
Illuminaci la strada.
Brucia per noi Fiamma.
Brucia e Splendi.
Ardi ancora per noi.
Brucia per noi Fiamma.
Brucia e Splendi.
Muori per farci luce.
Brucia per noi Fiamma.
Brucia e Splendi.
Muori e diventa una stella.
Brucia per noi Fiamma.
Brucia e Splendi.
Ardi nel nostro cielo, Fiamma.
     
   
     
~ oOo ~
   
N/A:
E' la mia prima Originale ed è anche  abbastanza Non-sense. ò.ò
In tutta sincerità spero che non faccia troppo schifo però non so ...
E' strana ... ecco. ò.ò
Però ci tengo, ecco. u.ù
   
 
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