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Autore: MystMG    13/12/2013    1 recensioni
[Creepypasta su Spiritomb]
Cos’hai da ridere?
Non c’è nulla di divertente in quello che hai fatto.
Nulla per cui essere allegri, nulla di cui andare fieri.
O forse pensi che io ti appartenga?
Oh, ti sbagli, ti sbagli di grosso.
L’unica cosa di te che non mi appartiene è il tuo corpo.
Per me, può anche rimanere qui a marcire, in eterno.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga
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Cos’hai da ridere?
Non c’è nulla di divertente in quello che hai fatto.
Nulla per cui essere allegri, nulla di cui andare fieri.
O forse pensi che io ti appartenga?
Oh, ti sbagli, ti sbagli di grosso.
L’unica cosa di te che non mi appartiene è il tuo corpo.
Per me, può anche rimanere qui a marcire, in eterno.
Non m’importa.
 
 
Davide è confuso.
Ha mal di testa, e tutto intorno a lui è dannatamente confuso.
I postumi della sbornia si fanno sentire, sebbene il ragazzo non ricordi gli avvenimenti precedenti al suo risveglio.
Le sue ultime memorie sono di un luogo indefinito, e ora si ritrova a camminare vacillando per un viale di cui vede solo luci abbaglianti e di cui percepisce solo il tanfo di dolci andati a male.
-E’ Capodanno-
Questo è il primo pensiero nitido che riesce a formulare.
Si riprende lentamente, iniziando a distinguere le figure di pochi mercatini tra le luci abbaglianti che gli sembrano essere puntate di fronte di proposito.
Non è solo, ci sono molte persone intorno a lui.
Adulti.
Ragazzi.
Genitori con i loro bambini.
Camminano tutti tranquillamente, superando Davide come se non esistesse.
In quel momento, vedendo tanta gente, i dolci e qualche giostra che si erge in lontananza sopra i tetti dei mercatini, il ragazzo capisce di essere a una fiera, o un iniziativa del genere.
Il mal di testa inizia a passare, e le figure diventano completamente nitide.
Si prende un istante di riposo, appoggiandosi con la schiena a una colonna di legno che permetteva a un grosso cartello pubblicitario di stare dritto.
-Venite gente, venite al Nightmare Circus!-
Il suono di una voce, amplificata grazie ad un altoparlante, attira l’attenzione di Davide.
A parlare è un uomo abbastanza corpulento, che indossa uno Smoking grigio lasciato sbottonato sul davanti, in modo da far vedere l’enorme pancia rotonda e la camicia a righe. Indossa anche un cilindro nero, che copre la testa al punto da non far capire se l’uomo sia pelato o siano i capelli a essere celati con grande maestria. La cosa che stupisce dell’uomo è la faccia: indossa un monocolo all’occhio destro, superstite di una moda estinta ormai da dozzine di anni. Inoltre, le labbra completamente nere lasciando intendere l’uso di un rossetto femminile in abbondanti quantità.
E’ circondato da un enorme folla, e la sua figura sarebbe completamente celata dai corpi dei passanti se non fosse per un palchetto, dalle dimensioni di circa tre metri quadrati, sopra il quale cammina, invitando la gente ad entrare nel tendone alle sue spalle, facendo scricchiolare il legno sotto i suoi piedi ad ogni passo, aggiungendo una goccia di saliva sull’altoparlante ad ogni frase.
Davide si avvicina.
Quel tendone, per qualche strano motivo, lo attrae come niente era mai riuscito a fare.
-Venite al Nightmare Circus! Vi divertirete un mondo! Un divertimento che vi ruba l’anima!-
Mentre Davide si fa strada tra la folla, i suoni intorno a lui si attutiscono, come se qualcuno stesse infilando pian piano dell’ovatta nelle sue orecchie.
Entra nel tendone a passo lento, per poi salire lentamente una scala e sedersi a uno dei posti più alti.
I sedili per gli spettatori sono posti tutt’intorno a una recinzione circolare, fatta eccezione per due spazi larghi circa tre metri, uno per far arrivare gli spettatori, l’altro probabilmente ad uso esclusivo per chi lavora nel circo.
Ci sono sette file di sedili, ognuna su un dislivello di circa mezzo metro rispetto all’altra, alzandosi man mano che si allontanando dalla recinzione centrale.
Ci sono 107 persone nella struttura, compreso Davide.
Non capisce come riesca a saperlo, ma lui lo sa: precisamente 107, non una di più, non una di meno.
Per un intervallo di tempo indefinito, il ragazzo rimane immobile, fissando il centro del circo, dove è presente una piccola pietra leggermente crepata.
La sua mente inizia ad annebbiarsi, come'era successo poco prima, quando si era ritrovato a vagare tra le bancarelle della fiera.
La piccola luce che pende dalla parte superiore del tendone, precisamente sopra la pietra crepata, inizia ad abbagliare Davide, sebbene prima sembrasse davvero lieve, regalando al luogo un non so che di spettrale.
La stanza inizia a girare intorno al ragazzo, come se fosse su una sedia girevole con qualcuno che lo fa ruotare. Quel qualcuno è l’uomo che poco prima aveva invitato la folla a entrare nel tendone.
La sua figura appare e scompare dalla vista, muovendosi da destra verso sinistra.
Ogni volta che appare, si sente il suono di una campana riecheggiare.
Al centottesimo rintocco basta un battito di ciglia per far scomparire tutto questo.
Quando le palpebre si alzano, tutto quello che può essere distinto è una fiamma viola.
Non si muove verso l’alto, agitandosi e liberando scintille colorate nell’aria, ma si muove ignorando le leggi della fisica, muovendosi in ogni direzione.
C’è gente che grida, molta gente.
Sebbene si possa percepire solo un suono confuso e rauco, creato dal sovrapporsi di un centinaio di voci, Davide sa che sono 106.
Inizia a sentirsi male, come non gli era mai successo in tutta la sua vita.
E’ come se tutte le sbronze che si è preso in tutta la vita e tutte le sigarette che ha fumato si stessero vendicando sul suo corpo nello stesso istante.
Il petto gli scoppia di dolore, come se i suoi polmoni stessero prendendo fuoco.
La testa gli fa male da impazzire.
Sta per vomitare.
Si ma… da dove?
Non ha bocca. Non ha testa. Non ha corpo.
E’ solo un'anima. Solo una scintilla verde in un vortice di fiamme viola, capace solo di gridare, di pentirsi dei suoi peccati. Capace solo di gridare per l’eternità. Un grido che nessuno, se non chi condivide la stessa malaugurata sorte, riuscirà a udire.
L’uomo col rossetto nero si avvicina alla creatura, ignorando i 107 corpi che vengono consumati da fiamme viola sugli spalti.
-Ci sono riuscito!-
Urla sorridendo, osservando quello spettro.
Cos’hai da ridere?
Non c’è nulla di divertente in quello che hai fatto.
Nulla per cui essere allegri, nulla di cui andare fieri.
O forse pensi che io ti appartenga?
Oh, ti sbagli, ti sbagli di grosso.
L’unica cosa di te che non mi appartiene è il tuo corpo.
Per me, può anche rimanere qui a marcire, in eterno.
Avevo giusto bisogno di un'altra anima per la mia collezione.
Me ne servono esattamente 108.
 
 
 
 
 
[Angolo delle spiegazioni]
Questa è una storia che per essere compresa ha pieno ha bisogno di un minimo di cultura su Spiritomb.
Spiritomb è un Pokémon composto di 108 anime, sigillato nella Roccianima come punizione, almeno a quanto dice il Pokèdex.
Quello che molti non sanno però è che il 108 è un riferimento al Buddhismo.
Secondo questa religione, per raggiungere il Nirvana, ossia la liberazione del dolore terreno, bisogna rinunciare a 108 tentazioni. Una di queste tentazioni è l’attaccamento ai piaceri terreni di Davide, così come l’avidità dell’uomo che vuole creare Spiritomb.
Durante il capodanno, in Giappone una campana suona 108 volte per scacciare queste tentazioni.
  
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