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Autore: cristal_93    13/12/2013    4 recensioni
[Prequel alla storia Una speranza per il futuro, prende spunto sia dal videogioco che dai brevi episodi della serie animata] Leah, una giovane apprendista sensitiva, è in viaggio nel mondo dei Pokémon. Arriva a Borgo Tesoro, e appena scopre che quella è una comunità di soli Pokémon, decide di esplorarla sotto le mentite spoglie di un Espeon di passaggio. Le sue capacità psichiche, però, sono notevoli anche per il Pokémon che ha scelto di impersonare, difatti attirano l’attenzione di un team di giovani esploratori...
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: N, Nuovo personaggio, Piplup
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Videogioco
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Dopo aver visto una ragazza umana distruggere una montagna con due sole dita della mano, Leah aveva pensato che nient’altro avrebbe potuto più stupirla in quel modo. Inutile dirlo: si era sbagliata, eccome se si era sbagliata. Sotto di lei, al di là dei rami degli alberi entro cui si era nascosta, vide una piccola comunità di Pokémon, ma completamente diversa rispetto a quella che era la sua idea generale di Pokémon selvatici.
Fino a quel momento aveva visto più di una volta piccoli aggregati di quelle creature, di tipi e razze diverse, che vivevano tutti insieme in grotte, foreste, ma anche campi aperti o vicino a insenature rocciose. Quella che vedeva ora era sì una comunità di Pokémon… ma totalmente diversa rispetto ai normali stereotipi. Apparentemente sembravano non avere niente di diverso, salvo il loro stile di vita, che non era paragonabile a quello dei comuni Pokémon selvatici, bensì ad un altro: quello degli esseri umani. 
Leah  osservò alcuni di loro  discutere in una piazzetta, altri invece che andavano verso quelle che sembravano veri e propri negozi i cui venditori erano sempre dei Pokémon in carne ed ossa. Contò sette strutture diverse disposte tre da un lato e quattro dall'altro di un piccolo fiume, che era possibile attraversare grazie ad un ponticello. Di tutti e sette, notò che solo due negozi non avevano dei rappresentanti, ma un’occhiata alla forma delle costruzioni le fece intuire perfettamente chi fossero i Pokémon responsabili di quei stabilimenti.
Dei restanti vide che erano occupati uno daun Kangaskhan, che sorrideva dolcemente a tutti quelli che andavano da lui , e un altro era gestito da una coppia di Kecleon, di cui uno era cromatico, e  apparentemente la loro sembrava l’unica struttura adibita alla vendita, vista la merce facilmente individuabile dietro il duo di Pokémon. Nei restanti negozi c’erano un Electivire, un Chansey e… un Duskull.
Alla vista di quell'ultimo Pokémon, Leah si ritrasse precipitosamente indietro, e per poco non cadde dall'albero. Si portò la mano sul petto e respirò affannosamente, chiuse gli occhi e contò mentalmente fino a dieci, poi prese un respiro profondo e li riaprì. Con molta, molta cautela sbirciò di nuovo attraverso i rami. Niente da fare: era proprio un Duskull. Prese a tremare, e lentamente si asciugò il sudore freddo che le aveva imperlato la fronte, imponendo a sé stessa di calmarsi.
Dopo tutti quegli anni ancora non era riuscita a capire perché i Pokémon Spettro le facessero tanta paura: forse perché avevano quasi tutti un aspetto inquietante,  forse perché avevano il brutto vizio di spuntare dal nulla per spaventare il malcapitato di turno, o forse perché, in un certo senso, erano creature dell'oscurità.
L'ultima, per la verità, era una supposizione idiota, perché i Pokémon Buio avevano forse più ragione di quelli Spettro di venire considerati esseri delle ombre, eppure Leah non nutriva il minimo timore nei loro confronti, mentre lo stesso, invece, non poteva dirlo per i Pokémon fantasma.
Ne aveva una vera e propria fobia: ogni volta che si trovava ad avere a che fare con uno di  loro, veniva assalita da una paura indescrivibile, che la paralizzava e la rendeva incapace di compiere qualsiasi azione.
Talvolta il terrore arrivava a tal punto che lei si mettevaa tremare convulsamente, e più di una volta era caduta a terra, rimanendo accucciata come una bambina, ma altre volte era addirittura svenuta, o si era semplicemente messa ad urlare.
Era più forte di lei, ma ogni volta che sentiva anche solo nominare la parola “ spettro” andava in crisi.
Per fortuna c’era sempre stato Vaporeon a guardarle le spalle, altrimenti sarebbe impazzita.
Ora, però… era tanto che non incontrava  un Pokémon Spettro, e da quando aveva cominciato il suo viaggio non ne aveva più visto nemmeno uno... fino a quel momento. Prese a graffiare soprappensiero la corteccia dell'albero su cui era appoggiata: era stata d'accordo con il suo amico sulla scelta di andare ognuno per la sua strada per imparare a badare a sé stessi, ma dubitava fortemente che sarebbe mai riuscita a superare quel tipo di sfida, era un ostacolo troppo grande da aggirare. 
Eppure, per una come lei, che era sopravvissuta a cose ben peggiori, quello avrebbe dovuto essere uno scherzo. Ancora una volta, brontolò contro Vaporeon, poi strinse forte il suo ciondolo e chiuse  gli occhi, e quando sentì finalmente i battiti regolarizzarsi, osò di nuovo sbirciare fuori. Percorse velocemente con lo sguardo il paesino, e notò che la strada proseguiva anche oltre il banco di  Kangaskhan.
Seguì quella direzione, sempre stando nascosta, ma si bloccò presto: gli alberi terminavano dopo poca strada, che si concludeva su un promontorio,  e più in là di quello c'era solo l'immensa distesa del mare.
Leah si ritrovò costretta a tornare verso l'incrocio. Rifletté per qualche istante, ma dopo pochi secondi non ebbe già più dubbi su cosa avrebbe voluto fare.
Prima, però, si guardò le mani: si trovava vicino ad una comunità, no, ad un villaggio di Pokémon, e non era per niente sicura che un essere umano come lei sarebbe stata ben visto.
A questo, però, poteva facilmente porre rimedio, come aveva già fatto tante altre volte. Posò il suo bagaglio, si concentrò un attimo, e il suo corpo fu pervaso da una luce intensa. Quando si attenuò, al posto della splendida fanciulla umana ora c'era un giovane esemplare di Espeon.
Si prese qualche secondo per ammirare il suo lavoro: si portò la coda davanti agli occhi e con quella frustò l'aria un paio di volte, poi saltellò sui rami e da ultimo simulò un agguato, che si concluse con un perfetto atterraggio su un ramo a diversi metri da  lei.
Sorrise soddisfatta: fingere di essere un Pokémon la rendeva sempre felice. Era qualcosa di più che celare la propria identità agli altri: per lei era come... diventare finalmente sé stessa.
 Allo stato selvatico, libera da qualsiasi vincolo, capace di poter andare ovunque senza attirare troppi sguardi curiosi, senza dover rispettare alcun tipo di regola imposta dalla società...ogni volta era come un sogno. Quando si trasformava, poi, aveva la possibilità di poter usare u suoi poteri liberamente, senza ricevere in cambio occhiate sospettose o di disprezzo.
Era come rinascere alla vita, e se non fosse stato che avrebbe dovuto passare la vita a mentire, sarebbe rimasta Espeon per sempre. La prima volta che aveva cambiato aspetto era stato quando aveva visto un gruppo di Pokémon minacciati da alcuni bracconieri, e allora aveva assunto le sembianze di un Alakazam, e li aveva dispersi.
Solo dopo averla ringraziata, però, quei Pokémon si erano accorti che la loro salvatrice aveva qualcosa di strano,e lei aveva capito presto che cos'era: umana o Pokémon, i suoi occhi rimanevano sempre gli stessi.
Per questo, dopo aver provato più e più volte a trasformarli insieme al suo corpo, aveva iniziato a cercare un Pokémon Psico che rispecchiasse, almeno in parte, le caratteristiche delle sue iridi, e per fortuna aveva scoperto che quelle degli Espeon ci si avvicinavano perfettamente. Le preoccupazioni relative all'assumere le sembianze di quel Pokémon erano state poche, ma neanche troppo gravi.
Una aveva riguardato la coda: le prime volte aveva sempre avuto l'impressione che ci fosse qualcuno alle sue spalle.
Passato lo spavento iniziale,  si era allenata molto, e aveva trasformato la sua appendice in una sorta di terzo braccio, nonché in una terribile arma per i suoi avversari. Non era mai riuscita ad eguagliare mosse come Codacciaio o simili, ma nel complesso si era ritenuta molto soddisfatta. Altro e ultimo cruccio era stato il suo nome: sapeva bene che i Pokémon portavano tutti il nome della propria razza di appartenenza, ma lei non aveva mai modificato il proprio.
Farlo avrebbe voluto dire mentire e confondere  sé stessa, oltre che a confonderla tra la massa; assumere un altro nome quando cambiava aspetto, poi, avrebbe significato anche diventare qualcun'altro, far sì che, da umana a Pokémon, si trasformasse in tutt'altra persona, completamente diversa da ciò che lei era.
Si era rifiutata categoricamente di farlo, e aveva mantenuto il suo nome per entrambe le forme, decisa a difendere la sua identità a qualunque costo.
Girò un paio di volte su sé stessa, poi si portò una mano al petto: il ciondolo era ancora lì. Era l’unica cosa del suo corredo che restava tale anche dopo  la trasformazione, ma non ci pensò a nasconderlo. Tirò poi  fuori uno specchietto : inutile, non ci era riuscita neanche stavolta.
I suoi occhi spiccavano sul musetto di Espeon come due fari lampeggianti. Erano troppo grandi, troppo luminosi per essere scambiati per occhi di Pokémon. Forse, però, il problema era solo nella sua testa, e lei stava involontariamente diventando paranoica.
Almeno non aveva avuto seri problemi fino a quel momento, e tutti i Pokémon con cui era entrata in contatto non si erano accorti della differenza, anche se qualcuno l’aveva guardata con sguardo ammirato, se non estasiato. Sospirò: normale o trasformata, ovunque andasse attirava comunque l’attenzione, e la colpa era forse da attribuire ai suoi occhi.
Cominciava a pensare che forse avrebbe dovuto trovare un modo per andare in giro senza farli vedere, tanto per evitare che troppi ne cadessero vittima. Con un altro sospiro, guardò la strada sotto di sé, e dopo aver appurato che non ci fosse nessuno nelle vicinanze, si rimise lo zaino in spalla e saltò giù, poi si guardò intorno con attenzione e vide dei cartelli che prima non aveva notato, sul bordo della strada.
Uno indicava la direzione delle scale, e diceva  “Gilda di Wigglytuff”,un altro la strada che portava alla spiaggia, e un altro ancora indicava la direzione della cittadina, e diceva “Borgo Tesoro”.
 
Leah non ci pensò su molto e prese quel’ ultima direzione. Dovette chiudere gli occhi e prendere dei respiri profondi, perché il negozio del Duskull era proprio al’inizio del viale, ma alla fine si ritrovò in centro, proprio nel cuore del Borgo.
C’erano tantissimi Pokèmon, impegnati tutti nelle loro faccende, e nessuno le prestò attenzione. Qualcuno intratteneva una conversazione con altri Pokémon, qualcun’altro discuteva con i commercianti dei vari negozi, qualcuno stava sul bordo della strada, su uno spiazzo d’erba, a rilassarsi al sole.
Sembravano tutti molto felici, e si salutavano tra di loro con un sorriso, quando passavano. Leah osservò affascinata, e il cuore le si scaldò: era evidente che quei Pokémon non conoscevano il terrore della cattura da parte degli umani, anzi, probabilmente non sapevano neanche chi fossero questi ultimi. Era una piccola oasi di pace per i Pokémon, lontano dal mondo di terrore in cui Leah era cresciuta, un luogo loro potevano vivere liberi e felici, senza dover temere niente e nessuno.
Per la prima volta in vita sua, la ragazza si sentì a casa: aveva sempre sognato di poter vivere in un posto così, in cui i Pokémon potessero essere liberi di vivere la propria vita senza il costante terrore di diventare vittime degli umani. Le scese una lacrima dagli occhi: anche a Vaporeon sarebbe piaciuto tanto. 
Sarebbe stato il posto perfetto dove stare, un luogo in cui poter essere sé stessi, senza dover più scappare o nascondersi dagli altri.
Anche con tutta la buona volontà, però, sapeva bene che quello non sarebbe mai diventato il suo luogo di appartenenza: lei era un' umana, e sebbene più vicina ai Pokémon che ai suoi simili, non avrebbe mai passato la vita a illudere gli altri e sé stessa, perché quella non sarebbe mai stata una vita felice, ma solo un mero sogno, una pura illusione. Prima o poi avrebbe trovato davvero la sua dimensione e la sua felicità, e solo allora, forse, avrebbe smesso di cercare.
 << Ehi, tu! >> urlò una voce. Leah guardò a destra e sinistra, ma nessuno sembrava essersi accorto di nulla.
 << Sì, tu. Tu con lo zaino sulle spalle >> chiamò di nuovo la voce, e questa volta lei la udì chiaramente,
dietro di sé. Si voltò e vide che a parlare era stato uno dei Kecleon che gestivano quella specie di emporio.
 << Stai parlando con me? >> urlò in risposta, indicando sé stessa.
 << Sì, proprio con te >> rispose quello, facendole segno di avvicinarsi. Leah avanzò adagio verso il negozio,
e prese ad agitare la coda, come faceva sempre quando era nervosa.
 << Buongiorno >> disse gioviale il Kecleon.
 << Salve… >> disse la ragazza, intimidita.
<< E’ la prima volta che vieni qui? Non mi sembra di averti mai visto da queste parti >>.
 << Be’, sì… sono appena arrivata >>.
 << In questo caso… >> dissero entrambi i Pokémon, poi saltarono al’indietro e aprirono le braccia. << … ti diamo il benvenuto a Borgo Tesoro e ai Magazzini Kecleon, di proprietà dei fratelli Kecleon >> dissero al’unisono, facendo una piroetta e terminando la loro presentazione con un inchino. Leah sorrise divertita.
 << Come ti chiami? >> disse poi uno dei due.
<< Leah >> rispose lei. Come previsto, i Pokémon la guardarono perplessi.
<< Leah? Nome strano per un Pokémon… >>
<< Praticamente me lo sono dato da sola >> disse pronta, la ragazza. << Sapete… >> aggiunse << ... sono un’orfana cresciuta per strada, non ho mai conosciuto i miei genitori,e di conseguenza… mi sono dovuta arrangiare.. >> . Si morse la lingua in tempo per non aggiungere altro. I Kecleon si guardarono l’un l’altro, poi chinarono il capo, mortificati.
 << Ci dispiace tanto, perdonaci se ti abbiamo mancato di rispetto >>.
 << Non c'è problema >> disse Leah, agitando la coda. << Ci sono abituata >> aggiunse, sorridendo. I Pokémon sorrisero a loro volta.
 << Allora, bella fanciulla >> disse uno dei due.<< Cosa ti porta qui a Borgo Tesoro?>>. Leah represse  a stento uno sbuffo : era evidente che stavano cercando di rimediare alla gaffe di poco prima, ma comunque si chiedeva come fosse possibile che potesse essere considerata carina in qualunque forma si presentasse. Chissà se direbbero altrettanto  se mi presentassi coperta di fango dalla testa ai piedi…pensò, poi agitò la coda e rispose:
<< Nessun motivo in particolare, in realtà: viaggio per il puro piacere di farlo, adoro esplorare e scoprire tante cose nuove >>.
 << Allora sei un’esploratrice? >> aggiunse il Kecleon cromatico. La ragazza lo guardò perplessa.
<< Bé,sì... possiamo dire così...>>
<< E fai parte di una squadra d'esplorazione? >> insistette l'altro. Leah li guardò sbattendo le palpebre.
 << Squadra di esplorazione?...>> chiese perplessa. << Cosa... cosa intendete dire... ? >>. Il  Kecleon cromatico ricambiò il suo sguardo confuso con altrettanto stupore, poi, con un sospiro, disse:
 << A quanto pare non sai niente di queste cose, ma non fartene una colpa. Permettici di spiegarti la situazione, allora >> e fece un cenno d'intesa al fratello, che proseguì al posto suo. La giovane si fece attenta. << Da queste parti, >> iniziò il Pokémon << si formano continuamente squadre di esplorazione, e come penso avrai capito, sono gruppi di esploratori, composti da due o più membri.
Esistono anche esploratori che preferiscono agire in solitaria, ma non per questo sono meno degni di nota. Comunque: gli esploratori vanno in giro per il mondo a scoprire antiche rovine, trovare tesori nascosti, o addirittura a portare alla luce luoghi di cui non si sarebbe mai indovinata l'esistenza. 
Pensa che alcune squadre sono riuscite addirittura a risolvere misteri archeologici a cui nessuno era mai riuscito a dare una spiegazione! >>. Leah  lo ascoltava con gli occhi che brillavano, e pendette dalle labbra del Pokémon come se le avesse fatto un incantesimo.
 << Gli esploratori che decidono di formare una squadra si danno un nome, e da quel momento tutti i membri diventano come un'unica persona. Tra le altre cose, gli esploratori accolgono anche le richieste di Pokémon che hanno bisogno d'aiuto. In ogni caso, più compiono imprese degne di nota, più aumentano il loro rango,e più diventano conosciuti, e di conseguenza, aumenta anche la probabilità per loro di ricevere richieste. Purtroppo, però, non ci sono soltanto squadre di esplorazione con fini nobili... >>
 << Vuoi dire che ci sono anche gruppi di Pokémon malintenzionati? >> lo interruppe la ragazza, riscuotendosi all'improvviso.
<< Sì: vanno in giro a cercare tesori per puro profitto personale, talvolta senza alcun rispetto nei confronti degli altri. Alcuni addirittura mettono in giro false richieste d'aiuto , e derubano i poveri malcapitati che le accolgono >>.
 << E non si può fare niente per fermarli?! >> esclamò Leah, indignata.
 << Purtroppo non è così semplice >> risposero i Kecleon con un sospiro.<< Non sempre si tratta di ladruncoli da strapazzo: ci sono in giro criminali che sono dei veri e propri professionisti e che nemmeno le squadre più in gamba riuscirebbero a catturare. Come se non bastasse, i furfanti stanno diventando sempre più numerosi... >>
 << Accidenti... e si sa il motivo? >> chiese la ragazza, con viva preoccupazione.
 << E’ a causa di un disturbo nel flusso del Tempo >> disse una voce dietro di lei. Leah guardò di traverso alle proprie spalle e vide il Sunflora e il Chimecho che aveva notato poco prima all'incrocio.
 << Scusate, non abbiamo potuto fare a meno di ascoltare. Buongiorno a tutti, comunque! >> salutò allegramente Chimecho.
 << Oh, Chimecho e Sunflora, le dolci esploratrici della Gilda di Wigglytuff! Buongiorno, mie care! >> dissero i Kecleon, sorridendo alle nuove arrivate. Le due si avvicinarono sorridendo.
 << Ma guarda, un volto nuovo qui a Borgo Tesoro ! >> disse ancora Chimecho, sorridendo all'indirizzo di Leah. Lei ricambiò con un sorriso imbarazzato.
 << Io sono Chimecho, tanto piacere, e lei è la mia compagna Sunflora >> disse, indicando il Pokémon accanto a sé.
 << Shock! Piacere di conoscerti >> disse lei allungando una foglia verso la ragazza. Leah allungò la zampa e
la strinse con delicatezza.
 << Salve, piacere mio. Sono solo di passaggio da queste parti, ma appena ho visto questo posto mi è venuta subito una gran voglia di girarlo tutto da cima a fondo, è talmente affascinante... >>. Cercò di monopolizzare la conversazione ed evitò di proposito di dire il proprio nome, perché voleva evitare di ripete le scene di prima. Le due Pokémon, comunque, non ci fecero caso, e sorrisero.
<< Sei anche tu una giovane esploratrice, allora? >> chiese Sunflora, saltellando felice.
 << Bé, sì...ma molto...in solitaria, diciamo..>> disse Leah, imbarazzata.
 << Vuoi dire che non fai parte di nessuna squadra? >> chiese Chimecho, stupita.
 << Sì... ma anche così le mie esplorazioni non perdono valore: vedo posti nuovi, incontro tanta gente...
non ho molto tempo per sentirmi sola. Anche quando la solitudine si fa sentire... in realtà so di non essere sola per davvero, perché tutti quelli che amo li porto dentro di me >> e si mise una zampa sul  cuore.
I Kecleon sorrisero con dolcezza, e anche le due Pokémon si scambiarono un sorriso.
 << Sei una ragazza molto dolce >> disse Chimecho, dondolando il corpo. Leah sorrise incerta, poi decise di cambiare argomento, prima che le chiedessero qualcos'altro di personale.
 << Comunque... cosa stavate dicendo, prima? A proposito di furfanti…>>
 << Ah già. Sì, dicevamo che il flusso del Tempo è danneggiato >> rispose Chimecho, improvvisamente seria.
 << Il Tempo è…danneggiato? >> ripeté Leah.
 << Shock! Proprio così, e nessuno riesce a spiegarsi come mai si sia verificata una frattura nel flusso temporale. Per di più, ciò sta portando all'aumento dei malintenzionati in  circolazione, oltre anche all'aumentare dei Dungeon misteriosi… >> disse Sunflora, portandosi le foglie al viso.
 << Dungeon misteriosi? E che cosa sarebbero? >> chiese Leah. Tutti e quattro i Pokémon la guardarono con
evidente perplessità, ma alla fine Kecleon cromatico prese parola:
 << I Dungeon sono dei luoghi speciali, praticamente sono il terreno di caccia numero uno degli esploratori:
ogni volta  che ci entri non sono mai uguali alla volta precedente, e per di più possono essere incredibilmente vasti. Inoltre, nei Dungeon  puoi trovare oggetti rari, tesori e tante altre sorprese che aspettano solo di essere scoperte >>. Di nuovo la fanciulla bevette le parole di Kecleon con gli occhi che brillavano, e con la mente iniziò a fantasticare su quei posti pieni di promesse d’avventura e di chissà quali misteri.
<< Ma non è una passeggiata come sembra >> intervenne Sunflora, interrompendo le fantasie della ragazza. << Nei Dungeon vivono anche tanti Pokémon selvatici pronti ad attaccare gli esploratori, e quasi ogni Dungeon ha il suo Boss per eccellenza >>.
 << Il Boss? Intendi una specie di capo?>> chiese Leah.
 << Più o meno: li chiamano Boss, ma in realtà sono solo i Pokémon più potenti di tutto il Dungeon, e non hanno pietà di chi invade il loro territorio. Per questo in certi posti è meglio rinunciare fin da subito invece di
rischiare la pelle inutilmente >> disse Chimecho, sempre con espressione seria.
 << Sono d’accordo con voi, è meglio essere prudenti >> disse Kecleon, mentre il suo compagno annuì ripetutamente a braccia conserte. Leah li guardò storto.
<< Ma così non si perde la possibilità di poter scoprire qualcosa di unico e meraviglioso? >> chiese, stupita.
 << Sì, è vero, ma… la propria incolumità certe volte è più importante di tutto, no? >> rispose Sunflora. 
Leah scosse la testa.
 << Cos'è la vita senza qualche rischio ? Se uno non impara a buttarsi non scoprirà mai quali sono i propri  limiti >> ribatté decisa. I presenti la guardarono frastornati, e lei ricambiò i loro sguardi con occhiate ferme.
 << In ogni caso, mi avete fatto venire una gran voglia di esplorare uno di questi Dungeon. Sapete dirmi come ci posso arrivare?>> chiese alle due femmine, che si scambiarono un’occhiata preoccupata, poi, balbettando,
Sunflora indicò  la strada dietro di loro.
<< Se prosegui per di qua arriverai ad un incrocio: prendi  la strada che tira dritto e da lì in poi avrai solo l’imbarazzo delle scelta su dove andare... >>
 << Bene, allora: mi metto subito in marcia. Grazie  per il vostro tempo >> disse Leah, e si apprestò ad andarsene.
 << Aspetta!! >> la chiamò Kecleon. Leah si fermò e si voltò .
 << Non comperi il necessario per metterti in viaggio?>> disse il Pokémon, accennando alla merce alle sue spalle. Leah la guardò si sfuggita, poi scosse la testa.
 << Ho tutto quello che mi serve, grazie. E in ogni caso…  non ho un soldo, quindi non potrei pagarvi >>
ammise, arrossendo. Era la prima volta che si trovava a confessare una cosa del genere: non se ne era mai
preoccupata, e non pensava che un giorno se ne sarebbe vergognata.
I due Kecleon si scambiarono un’occhiata, poi quello verde sparì sotto il banco.
 << In questo caso... >> lo sentirono dire << ... accetta quest’omaggio della casa >> e lanciò alla ragazza una mela enorme. Leah la prese al volo e l’annusò: aveva un profumo squisito.
 << Vi ringrazio tanto, ma non posso accettare >>.
 << Infatti non puoi: devi >> sorrisero i due fratelli. << E’ stato piacevole parlare con te, e poi ci sei simpatica. Spero che presto avremo l’onore di vederti qui come nostra cliente, e non solo come visitatrice >> e sorrisero all'unisono. Leah sorrise di cuore, poi mise la mela in borsa e fece per andar via di nuovo.
 << Aspetta! Hai una mappa con te? >> chiese Sunflora, impedendole di proseguire.
 << Non serve, grazie: mi so orientare bene >> rispose la ragazza, sorridendo.
 << Almeno ci prometti che starai attenta e che se incontrerai un avversario troppo forte scapperai subito
   via? >> insistette Chimecho, affiancandosi alla compagna. Leah guardò l’una e l’altra.
 << Ho passato la mia vita in mezzo ai pericoli ; so badare a me stessa, non temete >> disse, poi sorrise loro caldamente e finalmente proseguì per la sua strada. I quattro Pokémon rimasero a guardarla finché non sparì tra la folla.
 << Shock! Speriamo che quella ragazza non si cacci nei guai! >> disse Sunflora.
 << Sembrava molto sicura di sé, ma non mi è sembrata presuntuosa. Voi che ne dite? >> chiese Chimecho
ai due Kecleon.
 << Eh? Cosa? >> fecero i due, cascando dalle nuvole. Chimecho se ne accorse e sorrise.
 << Quella giovane ha fatto colpo, vero? >> disse il Pokémon Vencampana, sogghignando.
 << No, che dici, non è affatto così!! >> si agitarono subito i due, arrossendo violentemente.
<< Guardate che non c'è niente di male ad ammetterlo >> li prese in giro la piccola Pokémon, facendogli l’occhiolino.
 << No, davvero! Solo… è stata molto dolce. E poi il suo sorriso… e i suoi occhi…avete visto i suoi occhi? >> dissero loro, arrossendo ancora al ricordo.
 << Sì, certo: erano luminosi e bellissimi ! >> convenne Chimecho.
 << Già… >> disse il Kecleon cromatico guardando la strada che Leah aveva preso.
<< Speriamo solo che non si cacci nei guai >>.
 << Dal tono pacato che ha usato non mi è sembrata una che si spezza facilmente, forse è davvero più tosta
di quanto non sembri. E’ probabile che tornerà vincitrice, anzi, è quasi certo, shock!>> esclamò Sunflora.
La sua compagna annuì, pienamente d’accordo con lei. Non notati dai Pokémon al negozio, tre individui misteriosi che avevano seguito la scena fino a quel momento, si dileguarono veloci come ombre…
   
 
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