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Autore: bluecoffee    14/12/2013    2 recensioni
Allegra ha un nome che le è iniziato a piacere solamente a diciassette anni, un appartamento a Firenze che è adatto giusto per lei, ma nel quale vive anche Davide, ed i piedi che le fanno male, perché è dalle undici della mattina che è rinchiusa dentro il locale di una mostra fotografica.
Davide ha ventitré anni segnati sulla patente, ma è più grande di Allegra di solamente diciotto mesi. Ha i capelli scuri, la piccola cresta tenuta alta dalla cera vecchia di due mesi, e gli occhi stanchi, perché sono le dieci di sera e vuole tornare a casa sua.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Allegra ha un nome che le è iniziato a piacere solamente a diciassette anni, un appartamento a Firenze che è adatto giusto per lei, ma nel quale vive anche Davide, ed i piedi che le fanno male, perché è dalle undici della mattina che è rinchiusa dentro il locale di una mostra fotografica che è stata per lo più vuota, perché è la Vigilia di Natale, ma il suo capo ha comunque deciso di tenere aperto tutto il giorno, ed Allegra non riesce più a sopportare il caldo che regna nelle stanze illuminate forse un po’ troppo.
Allegra sbuffa, il cardigan color pesca che è di troppo ma che non toglie, perché sulla spalla c’è ancora il succhiotto della sera prima e non può far altro che sopravvivere con un po’ di fatica al caldo, ed il libro che ha comprato tre giorni fa e che sta per finire sopra le gambe magre e lasciate scoperte dal vestito. Sospira pesantemente e controlla l’orologio da parete attaccato di fronte a lei, mentre una coppia di turisti spagnoli esce dal locale e la saluta cordialmente con un sorriso che lei ricambia, poi si allunga a terra per prendere la borsa lasciata vicino lo sgabello da quando è arrivata quella mattina e ci lancia dentro il libro senza preoccuparsi molto, sorride ancora di più senza un preciso motivo e recupera il cappotto beige dall’attaccapanni vicino l’entrata con la porta in vetro decorato da addobbi natalizi rossi e argento e spegne tutte le luci, accende l’antifurto e chiude la porta del locale a chiave, mentre la neve scende lentamente e lei ha la pelle d’oca sulla gambe lunghe e nude, perché anche se è freddo le collant non riesce proprio a portarle.


Davide ha ventitré anni segnati sulla patente, ma è più grande di Allegra di solamente diciotto mesi. Ha i capelli scuri, la piccola cresta tenuta alta dalla cera vecchia di due mesi, e gli occhi stanchi, perché sono le dieci di sera e vuole tornare a casa sua, quel piccolo appartamento troppo stretto che condivide con Allegra e tutti i suoi libri che ritrova ovunque, come il suo profumo delicato al quale ha iniziato ad abituarsi fin da subito, come lo sguardo fisso su di lui mentre si attacca alla bottiglia dell’acqua.
Beatrice sbuffa, poggia pesantemente il bicchiere al tavolo apparecchiato e non vede l’ora che il clacson della macchina del papà di Chiara suoni e la porti via di lì. Sua madre, intanto, lancia un’occhiata di rimprovero a Davide, che sospira pesantemente e non vede l’ora di tornare tra le quattro mura che delimitano Allegra e la vita di sempre.
“Allora, che farete tu e Allegra stasera?” domanda sua madre, mentre gli poggia davanti il piatto con una fetta di crostata fatta la mattina stessa.
Davide scrolla le spalle e suo padre odia profondamente le sue scrollate di spalle, ma non dice nulla, fulmina con lo sguardo la figlia che ha estratto il cellulare dalla tasca del jeans chiaro che indossa e borbotta: “Perché non l’hai portata, stasera?”, e lo dice un po’ come se fosse un po’ come un oggetto e la moglie s trattiene a fatica dal mettere bocca e litigare con suo marito anche la Vigilia di Natale, perché il padre di Davide non ha mai visto di buon occhio Allegra e nessuno sa ancora il motivo.
“Perché il capo l’ha messa a controllare una mostra. – si limita a rispondere Davide, cercando di non pensare al tono di suo padre ed il silenzioso rimprovero di sua madre. – E lei ha anche accettato!” allarga le braccia un po’ troppo ed addenta la crostata con la marmellata di fragole, e fa una smorfia, perché non gli è mai piaciuta la marmellata in generale, ma ha perso le speranze a ripeterlo a sua madre a dodici anni.
“Io dico che non dovresti incazzarti. Alla fine starete insieme dopo, no?” dice Beatrice ovvia, scrolla la canotta piena di briciole del dolce di sua madre e Davide la guarda, il sorriso geloso di un fratello, ma fiero, perché Bea è una bellissima ragazza, i capelli scuri come i propri che le sfiorano la base del collo lungo e gli occhi grandi e neri, le ciglia lunghe e l’eleganza dei gesti di tutti i giorni.
Il citofono che suona interrompe la chiacchierata, Beatrice e Davide si alzano in contemporanea e la madre che guarda interrogativo il figlio.
“Dovrebbe tornare Allegra tra non molto, torno a casa.” si giustifica, mentre raggiunge la sorella in salotto, seguito da suo padre, che non la smette di raccomandare la figlia sedicenne con le stesse raccomandazioni che faceva tutte le volte al maggiore. Davide sorride alla scena e prende dal divano il giubbetto nero che ha il profumo di Allegra incastrato tra la stoffa, perché quando esce sola e lui non c’è lo mette sempre.





Sono le dieci e mezza, l’orologio della cucina segna un paio di minuti in più dell’orario segnato dal cellulare, ma Allegra è sicura solamente si una cosa: Davide non torna e lei ha la tentazione di chiamarlo, perché è dalle undici che non lo stringe e che gli manca da impazzire.
È arrivata a casa solamente da dieci minuti, ma non ha tolto da dosso né il cappotto né i tacchi, si è solamente rifugiata nell’angolo cottura, un bicchiere d’acqua in mano e la superficie fredda del piano da lavoro che ora si è scaldata sotto le cosce che si sono riscaldate grazie ai termosifoni accesi che non ha spento.
La lancetta dei minuti scatta, Allegra non riesce più a decifrare l’orario e la serratura della porta scatta, mentre Davide lascia le chiavi di casa dentro la tasca del giubbetto e lo toglie, lanciandolo sul divano panna ed ancora pulito, si volta verso la cucina e la prima cosa che vede è il sorriso ampio di Allegra, insieme ai suoi occhi verdi e grandi, leggermente truccati. Le va di fronte, le allarga leggermente le gambe e la stringe in un abbraccio, mentre preme la punta del naso fredda contro il petto della ragazza, che gli accarezza i capelli con l’unica mano libera che ha.
“Mi sei mancata.” le mormora sulle labbra, Allegra sorride e la sciarpa di lana bianca che le ha fatto sua madre non serve più, perché il freddo lo toglie sempre Davide, anche quando ha le dita ghiacciate ed i palmi caldi.
Allegra poggia la testa sulla spalla del ragazzo e gli lascia un bacio sul collo lasciato scoperto dalla felpa, “Puzzi di fumi” borbotta, ma Davide non dice nulla, semplicemente la stringe a sé ancora più forte, perché Allegra è la sola ragione per cui non ha preso l’aereo ed è fuggito in qualche paese europeo, perché Firenze gli piace, ma è stretta.
Allegra allontana Davide dal proprio corpo, scende dal piano da lavoro, toglie i tacchi e si rannicchia sul divano. Davide le sorride, le si avvicina e la porta sopra le sue gambe, mentre le toglie la sciarpa ed il cappotto, lentamente. Le bacia nuovamente le labbra e la voglia di prendere l’aereo non ce l’ha da quando ha visto gli occhi chiari di Allegra, perché le altre città non hanno Allegra. Non hanno Allegra.
E mentre tutto va bene, perché loro sono insieme e le dita calde di Allegra si intrecciano con quelle fredde di Davide, fuori nevica e il Natale si avvicina. Perché a Natale tutto va un po’ meglio, tutto è migliore, questo Allegra l’ha sempre saputo.






 
ciao!
okay, sono in fermento, perché è la prima originale che pubblico e perché sono Allegra e Davide!
entrambi sono nati durante una conversazione in chat con una mia amica ed anche se dovevano essere un po' diversi va bene lo stesso, perché sono una delle cose a cui tengo di più, per il momento.
parlando e pensandoci bene, potrebbero ricomparire entrambi e niente, spero che vi piaccia la one shot :)
sono di corsa, ma spero in almeno almeno un piccolo microscopico parere.
bacioni enormi,
underthemistletoe.

 
 
  
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