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Autore: Gemini_no_Aki    14/12/2013    1 recensioni
La prima volta che Haymitch incontrò Katniss, sul treno verso Capitol City, era troppo ubriaco per poter notare i dettagli.
Come ogni anno si era detto, in quei brevi momenti di sobrietà, che altri due ragazzi del Distretto andavano a morire e lui non poteva fare niente per impedirlo.

[Haysilee]
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Haymitch Abernathy, Maysilee Donner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Mockingjay Pin


La prima volta che Haymitch incontrò Katniss, sul treno verso Capitol City, era troppo ubriaco per poter notare i dettagli.
Come ogni anno si era detto, in quei brevi momenti di sobrietà, che altri due ragazzi del Distretto andavano a morire e lui non poteva fare niente per impedirlo.
Si portò nella sua stanza la bottiglia di liquore, la posò sul tavolino tondo, mogano anche quello da quel che Effie aveva detto, accanto al bicchiere ma non lo riempì.
Rimase fermo davanti alla parete che trasmetteva, come un televisore enorme, i boschi attorno al distretto 12.

C’era una collinetta, oltre la recinzione, a nord-ovest, un piccolo spiazzo non coperto dagli alberi in cui crescevano delle fragole buonissime; quando era ragazzo non aveva molto tempo per andare là, tra la scuola e il lavoro in miniera, non sapeva cacciare ma tutto sommato quelle fragole pagavano bene, soprattutto in un negozio di dolci nel centro del distretto.
Le fragole erano spesso un pretesto però, non che l’avesse mai ammesso davvero, lo faceva soprattutto per una delle figlie del proprietario che, casualmente, era sempre lì quando portava le fragole e, altrettanto casualmente, amava le sue fragole.
Aveva spesso pensato che un giorno, magari una volta cresciuti, avrebbero potuto essere qualcosa più di semplici amici anche se lui veniva dal Giacimento, ma non accadde mai nulla.
I tributi potevano portare con sé un oggetto nell’arena, qualcosa che ricordasse la propria casa, lui non aveva nulla, solo il ricordo di sua madre e del fratello, lei aveva una spilla, una spilla dorata appuntata sulla maglia.
L’aveva notata subito, lo stesso oro dei suoi capelli, lunghi capelli biondi con una treccia sottile davanti.
L’aveva baciata, una volta per caso, una seconda volta perché erano riusciti a salvarsi, o meglio lei l‘aveva salvato, era il suo ringraziamento, la terza volta voleva solo baciarla per assaporare le sue labbra come se fossero quanto di più buono avesse mai assaggiato.
Il quarto bacio aveva il sapore del sangue e delle lacrime, il sangue di lei e le sue lacrime mentre le stringeva la mano e la vita scivolava via.
Alla fine 47 tributi morirono e la sua sensazione fu di essere in piedi su una montagna di cadaveri di altri ragazzi e ragazze come lui, nessuna gioia per la vittoria, nessuna gioia per il tornare a casa, solo un grandissimo vuoto ed una spilla dorata stretta in mano.
La lasciò davanti alla porta della sua famiglia in una busta stropicciata, senza biglietti o parole, avrebbe potuto tenerla e loro non l’avrebbero mai saputo, tenerla come ricordo, ma non lo fece.

Quella sera, durante il viaggio, era troppo ubriaco per notare i dettagli ma quella spilla dorata di Katniss gli balzò davanti agli occhi e fu come un pugno nello stomaco.
Erano passati 24 anni, 24 lunghissimi anni dove tutto quello che riusciva a fare era bere e vedere due giovani del suo distretto morire, il più delle volte nel bagno di sangue iniziale.
Aveva iniziato per dimenticare, per arrivare al punto di crollare in un sonno senza sogni in cui gli Hunger Games non esistevano e tutti conducevano una vita normalissima.
La bottiglia di liquore era ancora chiusa sul tavolo, Haymitch era seduto con la testa tra le mani a coprirgli il volto e gli occhi chiusi.
Forse quello non era un anno come tutti gli altri, forse se si fosse impegnato almeno un poco sarebbe riuscito a tenerla in vita più del solito, magari anche a farla vincere.
“Non esagerare ora, Abernathy.”
Si disse senza rendersi conto della sua voce, non piangeva più da anni, da quando aveva smesso di sognare e ora... Tutto per colpa di una spilla.
Avrebbe voluto tenerla in mano ancora, per pochi minuti.
Si alzò, deciso che per quella sera non avrebbe bevuto se voleva davvero tenerli in vita, e si lasciò cadere poco lontano sul letto, sulle coperte blu scuro che profumavano di pulito.
Poteva scegliere che profumo far rilasciare nella cabina, non che ci avesse mai dato peso a dire il vero.
Per la prima notte da anni non ebbe incubi in cui uccideva dei ragazzi in un’arena che sembrava un giardino delle favole, perfetta e letale al tempo stesso.
Sognò una collina, a nord-ovest del distretto 12, sognò fragole e una ragazza dai capelli dorati che le amava, una ragazza le cui labbra avevano il loro dolce sapore, la ragazza con la spilla dorata di una ghiandaia imitatrice, quella ragazza che aveva amato da sempre e che non aveva mai dimenticato.
“Addio Maysilee.”





Angolo dell'autrice: Tutto è nato mentre fissavo la mia spilla, ho sempre amato il personaggio di Haymitch e ho sempre visto un parallelismo tra la morte di Rue e quella di Mays...
Oh, va beh... non so davvero cosa scrivere quindi.. spero vi sia piaciuta, almeno un pochino...

Bye bye~
Aki
   
 
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